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Autore: shesfede    22/12/2012    5 recensioni
Il tempo, se prima sembrava non passare mai, adesso era trascorso troppo in fretta. Tutto era successo così velocemente che non riuscivo ancora a crederci. Non solo non mi aveva lasciato parlare, ma mi aveva anche piantato in asso come una povera scema. Praticamente mi aveva dato dell’illusa, a quanto pareva per lui non ero altro che una ragazzina scocciante. Ma allora tutto quello che era successo tra di noi lo avevo immaginato? Gli abbracci, gli sguardi, i sorrisi, le parole che mi aveva sussurrato, le frasi che mi aveva detto: aveva finto con me fin dall'inizio oppure ero stata veramente io a fraintendere ogni cosa?
Mentre stavo in piedi da sola al centro di quella piazza deserta avevo soltanto una certezza: tutto ciò in cui avevo creduto si era rivelato una grandissima stronzata.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Summer Love

 

Giugno
Quando un anno scolastico si conclude al meglio tre sono i pensieri che si instaurano sistematicamente nella tua mente: mare, sole e divertimento. Nulla potrà mai levarteli dalla testa una volta che hai lasciato andare tutte le responsabilità e gli impegni scolastici.
Giugno era già arrivato a metà del suo corso quando avevo deciso di iniziare ad andare a mare. Non ero molto entusiasta a dire il vero, l’idea di uscire di casa sotto il sole cocente e di dover affrontare l’afa pomeridiana non mi allettava affatto, ma stare rinchiusa in casa per tre mesi dopo aver atteso le vacanze con tanta ansia durante l’inverno non mi sembrava proprio il caso.
Parcheggiai l’auto al solito posto e raccolsi le mie cose. Appena scesa vidi da dietro gli scuri occhiali da sole Gwen sventolare in aria il braccio per farsi notare dalla sottoscritta. Le feci un cenno con la mano per salutarla e lei smise subito di agitarsi, fermandosi ad aspettarmi. Chiusi lo sportello della macchina e la raggiunsi senza però affrettarmi.
“Che entusiasmo Cassie!” Alzò un sopracciglio, additandomi per la mia mancanza di energia.
“Lo sai che di prima mattina non sono mai attiva” le risposi, sorpassandola e andando verso la spiaggia senza neanche fermarmi un secondo per salutarla.
“Sono le quattro del pomeriggio” mi fece notare, picchiettando sullo schermo del cellulare dal quale si intuiva provenire la lieve melodia di Summer Paradise dei Simple Plane.
’Cause I remember every sunset, I remember every words you said” iniziai a canticchiare smettendo di darle ascolto come facevo spesso ultimamente.
Appena arrivate al confine che separava la sabbia dal marciapiede ci fermammo per osservare la situazione. Il punto dove eravamo solite sistemarci era libero, così optammo per quel posto anche quel giorno. Stendemmo le asciugamano e ci liberammo dei vestiti per sdraiarci e prendere un po’ di sole.
Il tempo passava lento e quel pomeriggio si stava rivelando uno dei più noiosi di sempre. Palleggiai la palla verso l’alto, aspettando che Gwen la rimandasse indietro. Quando fu di nuovo il mio turno però reagii in ritardo, mancando la palla e facendola andare oltre le mie spalle. Sbuffai perché mi sarebbe toccato andarla a prendere ovunque fosse caduta. La vidi a terra, accanto alle gambe di un ragazzo. Seguii il costume rosso di quel tipo, fino a quando non fui a circa un metro da lui. Il ragazzo con il quale stava giocando a pallone gli fece un cenno verso di me e lui si girò. Mi guardò sorridendo e prima che potessi chinarmi per prendere la palla, lui si chinò al mio posto.
“Tieni” mi disse sorridendo porgendomi la palla.
“Grazie” risposi, ricambiando il sorriso di cortesia.
Solo qualche mese dopo avrei realizzato quanto quel sorriso potesse essere importante per me.
 
Luglio
Raccolsi le gambe e poggiai la testa sulle ginocchia, mentre ero incantata a seguire ogni minimo movimento che faceva mentre coi suoi amici si divertiva a fare una gara di tuffi.
Era passato circa un mese da quando l’avevo visto per la prima volta in spiaggia. Allora non lo avevo considerato più di tanto, era soltanto un ragazzo come tanti altri che frequentava la mia stessa spiaggia. Ma col passare dei giorni il suo viso aveva iniziato a diventare un viso familiare, il suono della sua voce riconoscibile al primo ascolto e la sua allegria più che contagiosa. Si chiamava Zayn, o almeno così avevo capito ascoltando i discorsi tra lui e quelli del suo gruppo. All’apparenza sembravano dei matti, però riuscivano a risultare simpatici nonostante tutto.
L’episodio della palla aveva creato un precedente, diventando quasi un pretesto per parlarci. Raccoglievamo i palloni l’uno dell’altro più per avere una scusa per scambiare qualche parola piuttosto che per cortesia.
“Cassie? Cassie mi stai ascoltando?” Ritornai in me stessa, scuotendo la testa e distogliendo lo sguardo da quel ragazzo.
“Si scusa, ero sovrappensiero.” Presi l’elastico che portavo al polso e raccolsi i capelli in un’alta coda di cavallo per cercare di salvarmi dal caldo. Nel mentre lo sguardo mi andò nuovamente a finire su di lui e sul suo sorriso.
“La smetti di fissarlo? Finirà per accorgersene.” Mi voltai verso Gwen, fulminandola con lo sguardo.
“Io non fisso nessuno” mugugnai, sistemando qualche ciocca che era sfuggita all’elastico dietro l’orecchio. Portai le braccia indietro, tenendo la schiena tesa grazie al loro appoggio. Piegai la testa di lato, finendo ancora una volta a guardarlo. “Ok, forse lo sto fissando” ammisi infine, voltandomi verso Gwen che mi stava guardando sul punto di scoppiare a ridere.
“Perché non vai a parlarci?” mi propose, dandomi un leggero spintone.
“Ma sei pazza? Neanche lo conosco!” le risposi, mentre con aria preoccupata la guardavo alzarsi e raccogliere il pallone dalla sabbia.
“Allora vorrà dire che creeremo noi il pretesto affinché tu lo conosca.” Mi fece l’occhiolino per poi, senza darmi il tempo di ribattere, scendere verso la riva. Scossi la testa, alzandomi e seguendola di corsa prima che facesse qualche stupidaggine.
“Si può sapere che vuoi fare?” Le domandai, mentre lei era sul punto di tirare verso di me il pallone.
“Giocare” rispose semplicemente, prima di schiacciare verso di me.
Continuammo a giocare per un po’. La spiaggia era sempre più affollata e lo spazio andava via via diminuendo. Feci segno a Gwen di avvicinarsi a me in modo da non occupare troppo spazio o per evitare che qualche intruso si mettesse tra di noi proprio mentre stavamo lanciando la palla. Giocare in quelle condizioni era impossibile e la palla cadeva a terra ogni due secondi, rendendomi terribilmente nervosa e straziata.
“Così non si può andare avanti” mugugnai andando a cercare il pallone tra le gambe della moltitudine di persone che stava in spiaggia.
“Cerchi forse questa?” Mi voltai e vidi Zayn sorridermi, mostrando trionfante la palla. Sorrisi istintivamente, avvicinandomi a lui piuttosto titubante. Lo ringraziai, mentre mi allungava la palla.
“Non c’è di che.” Gli sorrisi un’ultima volta per poi, a malincuore, dargli le spalle e tornare dalla mia amica, che ormai era stata sommersa dalla folla. “Aspetta” mi richiamò quando avevo fatto solo qualche passo.
“Si?” Rimasi ferma sul posto, dondolandomi sui piedi perché non sapevo cosa fare. Iniziai a giocherellare con la palla tra le mani, che tremavano per l’agitazione.
“Perché non giochiamo con un solo pallone?” mi chiese, facendo segno verso uno dei suoi amici che in quel momento stava palleggiando.
“Vuoi che giochiamo insieme?” gli domandai, spalancando gli occhi per la sorpresa. Lui annuì e io allora entrai in panico, annuendo in modo piuttosto accentuato. Lui ridacchiò leggermente, per poi farmi spazio accanto a lui e dare inizio al gioco non appena fummo raggiunti da Gwen.
Finalmente mi aveva notata.
 
Agosto
“Tanto ti prendo!” Continuai a correre urlando come una pazza per la spiaggia semi deserta, mentre Zayn, quel giorno più motivato che mai, mi inseguiva con la speranza di riuscire a prendermi.
“Non ci riuscirai invece” gli risposi, voltandomi leggermente per guardarlo. In quel momento lui allungò un braccio verso di me, afferrandomi per il polso e strattonandomi verso di lui. Nel mentre poggiai male il piede, perdendo l’equilibrio e cadendo a terra insieme a lui.
Avere il corpo di Zayn completamente attaccato al mio era un’esperienza nuova, strana e piacevole allo stesso tempo. Percepire il suo respiro posarsi sul mio viso, riuscire a vedere ogni sfumatura del colore dei suoi occhi, sentire il tocco delle sue mani sula mia pelle.
Era assurdo come i giorni fossero passati così velocemente. L’estate era ormai giunta al termine e i momenti che io avevo trascorso in sua compagnia si potevano davvero contare sulle punte delle dita. Era strano come trascorressimo un giorno a giocare insieme e come quello dopo riuscissimo a stare lontani come se fossimo due sconosciuti. Eppure ero riuscita a farmi bastare quei piccoli momenti fino ad allora. Ma con il ritorno a scuola alle porte e l’imminente ritorno alla vita di tutti i giorni mi avevano fatto realizzare quanto tempo avessi concretamente sprecato. Quante cose avrei potuto fare e dire, ma ormai il mio tempo era scaduto.
Sorrisi a Zayn, prima di ricevere un mucchio di sabbia in testa. “Questa me la paghi” gli feci guerra, cercando di spingerlo lontano da me per vendicarmi. Ma era praticamente impossibile smuoverlo da lì e quindi continuò a prendersi gioco di me, buttandomi sabbia a dosso ed impedendomi di alzarmi da terra. Stare insieme a Zayn era come tornare bambini. Giocare, ridere, scherzare come se non ci fosse nessuno pronto a giudicarci o a preoccuparsi di noi. Non prestavamo attenzione alle conseguenze e non pensavamo a cosa potesse avere in serbo il futuro per noi, semplicemente vivevamo il momento.
E quel momento è stato davvero il più bello della mia estate.
 
Settembre
“Pretendo che tu mi racconti filo per segno quello che è successo ieri con Zayn!” Mi lasciai cadere sul letto di Gwen, sospirando pesantemente e ignorando la sua richiesta. “Allora? Ti decidi a parlare?” Mi diede uno scossone, tirandomi su e facendomi sedere. Non dissi niente, non ci riuscivo. Stavo in silenzio mentre la fissavo senza smettere di sorridere. “Ti prego Cassie, non tenermi sulle spine” mi supplicò ancora, tanto che sospirai nuovamente.
“D’accordo, adesso ti racconto tutto” mi arresi, incrociando le gambe sul letto e pensando a come poter iniziare il racconto di quel pomeriggio. “Siamo andati al parco giochi, ci siamo dondolati un po’ sull’altalena, poi abbiamo mangiato i biscotti e fatto una passeggiata. Fine.”
Gwen mi guardò delusa, alzando un sopracciglio. Evidentemente quel riassunto non l’aveva soddisfatta. “Tutto qui? Andiamo Cassie, so che puoi fare di meglio.”
Sbuffai, tirando indietro la schiena. Non è che non volessi parlare con Gwen, anzi tutt’altro. Morivo dalla voglia di raccontare a qualcuno quello che era successo, semplicemente non sapevo come farlo. Era che ancora non ero riuscita a realizzare in pieno quello che mi era successo. “Tutto è stato così bello che ancora non riesco a credere che sia stato vero” dissi, prendendo uno dei cuscini per stringermelo tra le braccia. “Quando sono arrivata lui ancora non c’era, perciò ho dovuto aspettare qualche minuto da sola. Quando è arrivato siamo andati subito al parco giochi che gli avevo proposto. Già dall’entrata ho iniziato a correre verso l’altalena per potermi sedere io, ma soltanto dopo ho realizzato che i posti erano due. Così lui si è messo a ridere e ha detto che gli facevo tenerezza. Ci siamo seduti sulle altalene e abbiamo iniziato a dondolarci. Però sai benissimo che io non sono capace, così dopo un poco lui è sceso ed è venuto a spingere me.”
“Oh, che dolce” si lasciò scappare Gwen, interrompendo il mio racconto.
“Si, parecchio” le risposi, ripensando a quel momento.
“E dopo?” mi domandò incuriosita.
“Niente, come ti ho detto prima ci siamo messi a mangiare i biscotti seduti su di una panchina. Poi il parco però si è riempito di ragazzini e allora è voluto andare in un posto più appartato. Ci siamo seduti su di un muretto là vicino e abbiamo parlato” continuai.
“E dopo che avete parlato?”
“Nulla” feci spallucce. “Sono tornata a casa e dopo un poco mi ha messaggiato.”
“Niente baci, abbracci, qualcosa?” chiese delusa.
Feci di no con la testa. Lei sbuffò, sdraiandosi sul letto. “Anche se…” ci ripensai su.
“Anche se?” mi spronò a continuare di fronte al mio silenzio.
“Anche se si è creato un clima piuttosto intimo mentre parlavamo” continuai, grattandomi la testa per la confusione visto che non sapevo bene come spiegare quello che era successo.
Gwen si mise a saltare sul letto, gridando come una pazza e stringendomi forte.
“Stai calma, non è successo niente” la frenai. Non volevo farmi false speranze, ero pur sempre il tipo di persona che preferiva vedere il bicchiere mezzo vuoto per evitare ipotetiche fregature in futuro.
“Non è ancora successo niente” mi corresse, facendomi l’occhiolino.
Mi morsi il labbro pensierosa, non riuscendo a pensare che forse, questa volta, aveva ragione lei e io mi stavo facendo soltanto un mucchio di paranoie. Forse questa volta tutto sarebbe andato veramente come desideravo.
 
Ottobre
Il tempo seduta su quella panchina sembrava non passare mai e ogni secondo era sempre più straziante.
La scuola era ormai alla sua terza settimana di inizio. I segni di quell’estate andavano lentamente svanendo, mettendo in evidenza i primi aspetti dell’autunno.
Erano settimane che Zayn non si faceva più sentire. All’inizio sembrava così preso e coinvolto da me, poi col passare dei giorni si era sempre più allontanato. Adesso era distante, freddo in ogni cosa che faceva insieme a me. Non rispondeva più ai messaggi che gli mandavo, ogni volta che mi incontrava per strada mi evitava e mi ignorava persino quando si trovava di fronte a me.
Quella mattina però ero intenzionata a smuovere le cose. Ero stanca di quella situazione, stufa di essere presa in giro.
Ogni giorno per andare a scuola Zayn passava da quella piazza, così avevo deciso di aspettarlo seduta lì in modo che non potesse rifiutarsi per nessuna ragione al mondo di parlarmi.
Quando arrivò non mi notò subito, perché camminava con lo sguardo basso. A passo lento e con le mani in tasca però lentamente si avvicinò a me. Mi alzai di scatto non appena lo vidi, aggiustando lo zaino sulle spalle. Presi un respiro profondo e mi avvicinai a lui silenziosamente, ripetendo nella mia testa i motivi per cui mi trovavo lì cercando di convincermi a non fare retro marcia e scappare via.
“Ciao Zayn” dissi, facendolo sussultare di colpo. Lui si arrestò, voltandosi verso di me con gli occhi spalancati per lo stupore di vedermi lì.
“Ehi” disse soltanto, lasciando che il silenzio calasse di noi un istante dopo.
“Sei sparito” gli feci notare, sperando che mi disse qualche spiegazione senza che io aggiungessi altro.
“Lo so” fu invece tutto ciò che disse.
Lo guardai perplessa, non sapendo bene come interpretare quella sua risposta. “È tutto ciò che hai da dirmi?”
“Mi dispiace Cassie, ma credo che tu abbia frainteso le mie intenzioni” disse, abbassando la testa.
“Fraintendere? Io non capisco. Io credevo che tu, si insomma che tu fossi interessato a me” dissi, guardandolo con lo sguardo perso nel vuoto.
“Hai centrato il punto, non lo sono e non lo sono mai stato. Mi dispiace ancora.” Detto questo abbozzò un sorriso e passò oltre, lasciandomi da sola.
Il tempo, se prima sembrava non passare mai, adesso era trascorso troppo in fretta. Tutto era successo così velocemente che non riuscivo ancora a crederci. Non solo non mi aveva lasciato parlare, ma mi aveva anche piantato in asso come una povera scema. Praticamente mi aveva dato dell’illusa, a quanto pareva per lui non ero altro che una ragazzina scocciante. Ma allora tutto quello che era successo tra di noi lo avevo immaginato? Gli abbracci, gli sguardi, i sorrisi, le parole che mi aveva sussurrato, le frasi che mi aveva detto: aveva finto con me fin dall’inizio oppure ero stata veramente io a fraintendere ogni cosa?
Mentre stavo in piedi da sola al centro di quella piazza deserta avevo soltanto una certezza: tutto ciò in cui avevo creduto si era rivelato una grandissima stronzata.



here i am:
Ciao ragazze, è davvero passato un sacco di tempo dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa. La verità è che ho scritto poco e niente in questo periodo e qualsiasi storia non mi ha mai soddisfatto come dovrebbe.
In realtà neanche questa one shot che ho appena pubblicato lo fa. Non mi piace, neanche un poco. Credo che sia una delle cose peggiori che io abbia mai scritto, non tanto per i contenuti ma per come sono esposti e.e
Francamente non sono neanche perchè la sto postando visto che alla fine riguarda poco e niente i 1D visto che Zayn fa diciamo semplicemente da 'comparsa' dato che la protagonista assoluta è Cassie, che io immagino come Candice Accola. Però so perchè l'ho scritta.
Avevo bisogno di sfogarmi un po', di buttare fuori qualche emozione. Questo almeno credo di averlo fatto.
Sicuramente questa one shot sarebbe potuta venire meglio, ma spero che almeno un pochetto vi piaccia.
Aspetto le vostre recensioni (e non preoccupatevi a scrivermi che non vi è piaciuta, sono io la prima a dire che non è un gran che e.e) che mi sono veramente mancate C:
Un bacio enorme, Fede x

 

   
 
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