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Autore: Scintilla19    22/12/2012    8 recensioni
È la vigilia di Natale: il vecchio Tota Matsuda, solo e triste nella sua casetta, scrive una commovente letterina a Babbo Natale. Sarà esaudito il suo desiderio??
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Tota Matsuda | Coppie: L/Light
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 



Letter to Santa
Sarò il Dio di un nuovo MU


 

 

Cittadina sperduta del Giappone, 24 dicembre 2060

 
Caro Babbo Natale,
anche quest’anno sono di nuovo qui.
Perdona la mia mano tremolante, ma sono ormai un vecchio, e come tutti i vecchi, ho l’artrite e i soliti acciacchi che tu conoscerai bene.
Ormai siamo coetanei, caro Babbo. Per tutti questi anni ho scritto le mie letterine, qualche volta i miei desideri li hai realizzati, più spesso no, ma ormai non importa.
Ho avuto tutto quello che potevo desiderare dalla vita: un bel lavoro, una brava moglie, dei cari amici. Non ho rimpianti. A parte forse lo smartphone che ti avevo chiesto tanti anni fa e che non mi hai mai portato. E l’Ipad. Ma è acqua passata, davvero.
Quest’anno, però, sono stato buono, e ho un desiderio importantissimo da chiederti, che spero vorrai esaudire.
Caro Babbo Natale, ormai sono un vecchio triste e solo. La mia Sayu se n’è da poco andata, i miei amici e colleghi sono morti da tempo, non ho figli, né nipoti, né altri parenti, ed è davvero triste trascorrere il Natale in piena solitudine.
Caro Babbo, le lacrime scendono inesorabili nel pensare ai bei vecchi ricordi, quindi perdonami se scrivo un po’ male, ma è davvero difficile scrivere e piangere insieme, per cui arrivo subito al dunque.
Quest’anno vorrei un bianco Natale e vorrei trascorrerlo insieme a tutti coloro che non ci sono più.
Vorrei riabbracciare la mia amata Sayu, e i miei colleghi Aizawa, Mogi, Ide, Ukita, e il caro sovrintendente Soichiro Yagami. Rivedrei volentieri il caro Ryuzaki e il signor Watari, la bella Misa-Misa e perché no, anche Light Yagami, tanto ormai non sono più arrabbiato con lui per tutte le sue malefatte. 
In realtà, caro Babbo, mi mancano tutti terribilmente. Mi manca persino Near, e tutti i membri dell’SPK, anche se non li conoscevo così bene. Mi mancano Mello e Matt, di cui ho sentito tanto parlare. E la signorina Takada, e Teru Mikami, e Aiber e Wedy, vorrei tanto riabbracciarli tutti.
Non c’è giorno in cui non pensi a tutti loro, che ormai non ci sono più.
Sono certo che adesso sono tutti insieme da qualche parte a spassarsela, mentre io sono come sempre escluso.
Caro Babbo Natale, ti prego, quest’anno, voglio passare le feste con loro. Puoi fare qualcosa?
Spero tanto di sì.
In alternativa, potresti portarmi una smart TV? Sai, vorrei rivedere il vecchio filmino del mio matrimonio in HD.
Adesso ti saluto, caro Babbo. Come sempre, ti lascio un cesto di mele rosse sul tavolo: quando arrivi, serviti pure. Beh, potevi dirmelo prima che preferivi le mele al solito latte con i biscotti. Immagino che ti sarai messo a dieta dopo tutti quei panettoni e pandori. Anche la mia Sayu diceva sempre che i Babbi Natale mangiano solo mele... ah, quanto mi manca la mia Sayu adorata!
Ciao Babbo, stammi bene.
Il tuo vecchio
 

Tota Matsuda

 
 
 
Il vecchio Matsuda ripose la penna sullo scrittoio, asciugandosi le lacrime con un fazzoletto ricamato dalla defunta moglie Sayu.
Ripiegò la letterina a metà e la sistemò in bella vista sul tavolo, vicino al cesto di lucide, succose mele rosse. 
Aveva scoperto qualche anno prima, per puro caso, che Babbo Natale le adorava. Quell’anno aveva nevicato tantissimo, tanto che per giorni la porta di casa era rimasta bloccata dalla neve, impedendogli di andare a comprare anche il pane per mangiare, e ovviamente non aveva nulla da offrire al vecchio Babbo, quando sarebbe arrivato, eccetto le mele, che sua moglie comprava sempre in abbondanza.
La povera Sayu, infatti, era un po’ tocca e aveva le sue strane convinzioni: ripeteva sempre al marito quella strana frase... “Tota, caro, lo sai che i Babbi Natale mangiano solo mele?” e provvedeva ad averne sempre una scorta nel frigorifero, nella credenza, sotto al letto e nei posti più impensabili.
Così Matsuda, quel Natale di tanti anni prima, era stato costretto a preparare un cesto di mele per quando sarebbe arrivato Babbo Natale al posto dei consueti dolciumi, e il mattino dopo, incredibilmente, le mele erano tutte scomparse non solo dal cesto, ma da tutta la casa, tanto che per un paio di giorni rimasero digiuni, finché non arrivarono i soccorsi a liberarli.
Da quella volta, tutti gli anni Tota Matsuda comprava le mele per offrirle a Babbo Natale.
Il vecchio Matsuda sorrise malinconico, ricordando la vita felice che aveva avuto insieme a Sayu.
Si sedette sulla sua poltrona preferita, quella accanto al camino, e prese a sfogliare l’album delle fotografie, ricordando i bei vecchi tempi.
Era la vigilia di Natale e le strade erano imbiancate di neve. La notte era silenziosa, ma in lontananza si potevano udire i fuochi scoppiettare nelle case, il rumore delle stoviglie sulle tavole imbandite e i canti dei bambini.
Il vecchio Tota Matsuda si addormentò tutto solo sulla poltrona, col viso ancora bagnato dalle lacrime...
 
 
La neve aveva ricominciato a fioccare, qualche ora più tardi, ricoprendo di uno strato ancora più spesso i tetti delle case, gli alberi e le automobili. Per le strade non c’era anima viva, tuttavia, per qualche misteriosa ragione, dal nulla comparvero delle insolite impronte di piedi spaventosamente grossi e storti, che si dirigevano spedite verso la casa del vecchio Matsuda...
La misteriosa creatura fece il suo ingresso attraversando il muro accanto al camino come se fosse trasparente. Si guardò intorno, scrollandosi la neve dai piedi e sporcando dappertutto: un vecchio canuto e stempiato sonnecchiava sulla poltrona con la testa penzoloni, mentre un filo di bavetta colava dall'angolo della bocca rugosa; un debole fuocherello scoppiettava nel camino, rischiarando di poco l'angusta stanza. In un angolo c'era un piccolo alberello di Natale tutto curvo, con le lucine a intermittenza, molte delle quali fulminate; sul tavolino gli avanzi di un umile pasto, una bottiglia quasi vuota di vino rosso e un vecchio album di fotografie.
«Ma che tristezza!» esclamò l'intruso guardando lo stato dell'abitazione, «spero almeno che l'idiota abbia delle mele anche quest'anno!» disse mettendosi alla ricerca degli amati frutti. Li trovò poco dopo sul tavolo della cucina, e ne ingurgitò una metà in pochi secondi. Mentre masticava soddisfatto, i grandi occhi gialli gli caddero su un foglio ripiegato proprio lì vicino. Non resistette alla curiosità, così lo prese e cominciò a leggerlo. Comprese subito che si trattava di una lettera a Babbo Natale.
«Ah, questi umani...» sospirò mentre leggeva interessato, «sono davvero uno spasso!» disse con una macabra risata. Ripose la letterina al suo posto e finì di mangiare le sue mele, per poi cominciare a perlustrare la casa alla ricerca dei nascondigli in cui sapeva di trovare le scorte di mele. Guardò sotto i cuscini del divano, nella cristalliera, sui lampadari, nella cassetta delle lettere, dietro i mobili, ma niente, non trovò nulla, se non tanta desolazione.
«Quest'anno mi è andata male» disse mentre si apprestava ad uscire dall'abitazione attraverso il muro. Gettò un ultimo sguardo al vecchio Matsuda addormentato sulla poltrona, che aveva preso a bofonchiare dei nomi nel sonno. «Sa...Sayu...! Ai...zawa... So..sovrin...ten...» balbettava il vecchio, sobbalzando nel sonno.
Qualcosa si mosse nel freddo cuore di pietra dell'oscura creatura.
«Oh beh, in fondo che mi costa accontentarlo...» si disse prendendo un quaderno, «tanto, per queste quattro mele che mi lascia...» considerò rassegnato prendendo una penna, «e poi... anche questo potrebbe essere divertente!» esclamò scribacchiando qualcosa sul quaderno e ridendo soddisfatto.
«Uhuhuhuhuhuhuhuh! Ahahahahahahahahah! Buon Natale, Matsuda!» disse, scomparendo nel nulla.
 
 
Una folata di vento gelido fece svegliare di soprassalto il vecchio Matsuda.
«Accidenti, devo aver lasciato di nuovo la finestra aperta!» disse balzando in piedi con insolita energia, «che sbadato!»
«Sei sempre il solito, caro Tota» gli rispose una voce familiare, «ma stavolta non hai dimenticato la finestra aperta» disse la voce, con un risolino femminile.
Matsuda si bloccò guardandosi intorno spaesato: dov'era finita la sua casa? Perché le sue mani erano lisce come quelle di un ragazzo? E da dove era spuntata quella folta zazzera di capelli neri? E quella voce familiare... Possibile che fosse...?
«Sa... Sayu?» disse voltando appena la testa, terrorizzato e speranzoso al tempo stesso.
«Sì, tesoro, sono io» confermò la ragazza sorridendo.
Matsuda si voltò trovandosi davanti la sua adorata moglie, bellissima e giovane, come aveva sempre amato ricordarla.
«È... È un sogno?» chiese incredulo Matsuda.
«No, caro, è tutto vero» rispose Sayu.
Il marito le gettò le braccia al collo, stringendola forte e piangendo commosso. «Sayu... non sai... quanto mi sei mancata!» disse tra le lacrime.
«Anche tu mi sei mancato, tesoro!» cinguettò Sayu, «sei mancato a tutti noi...»
Matsuda trasalì. «Cosa?» chiese sorpreso, «senti, Sayu, ma... dove siamo? Che ci fai qui tutta sola?» cominciò a domandare, ma Sayu gli premette un dito sulle labbra per farlo tacere.
«Sono venuta a prenderti, naturalmente!» spiegò, «ero sicura che ti saresti perso, non è molto facile orientarsi quaggiù... pensa, persino quell'intelligentone di mio fratello si è perso ben tre volte da quando è arrivato...» cominciò a raccontare con la sua solita parlantina, ma Matsuda la interruppe.
«Frena, frena, frena, Sayu... Tuo fratello Light è qui?» chiese guardandosi intorno preoccupato.
«Aspetta, Tota, lasciami spiegare...» disse Sayu, «questo posto è pericoloso se non sai dove mettere i piedi, perché tutta la gente arrivata qui ha piazzato ovunque tagliole, bombe e ogni tipo di ordigno per quando sarebbe arrivato mio fratello... Sai, a quanto ho capito, tutti ce l'hanno con lui perché a scuola non passava mai i compiti di matematica...» spiegò convinta la ragazza, mentre Matsuda la guardava scioccato. Va bene che era sempre stata un po' matta, però così svampita non l'aveva mai vista...
«Pensa che è stato proprio quel ragazzo, come si chiama? Ryu...? Ryuga? Ryu... qualcosa? Insomma, quello strano, ad andarlo a prendere, e non ti dico cosa non gli hanno combinato quando è arrivato qui!» raccontò ridendo la ragazza, che venne fermata nuovamente dal marito.
«Anche Ryuzaki è qui?!» chiese esterrefatto. 
«Ecco, Ryuzaki! Quello strano, sì, è in giro da qualche parte con Light...» disse la ragazza con un sospiro sognante.
«Sayu, ascolta... Mi sai dire dove siamo?» chiese Matsuda, che non ci capiva più niente.
«Ma nel MU, ovviamente!» disse Sayu come se fosse la cosa più normale del mondo, mentre un pugnale comparso dal nulla sfrecciava sibilando proprio accanto al suo orecchio.
«E dove sono Light e Ryuzaki?» chiese Matsuda tremando: di certo sarebbe stato molto meglio affidarsi a quei due piuttosto che stare lì impalati in balia degli eventi.
«Sono di là con gli altri!» cinguettò Sayu saltellando, «ti stanno aspettando tutti, tesoro!»
«Come sarebbe? Chi mi sta aspettando? E dove?» chiese Matsuda guardandosi intorno spaesato, vedendo solo una distesa infinita di grigio.
«Lo vedrai, caro! Sono proprio dietro questa porta!» disse Sayu allungando la mano verso una maniglia di ottone apparsa dal nulla e aprendola.
Non si vedeva nulla al di là della porta, eccetto un’accecante luce bianca e dorata.
«Dopo di te, caro» disse Sayu facendogli segno di entrare.
Matsuda avanzò perplesso verso la fonte luminosa, chiudendo gli occhi quando la attraversò, troppo abbagliato per vedere qualunque cosa...
 
 
Quando riaprì gli occhi, la prima cosa che vide fu una folta massa di capelli crespi.
«Matsudaaaaa vecchio mio!!» disse Aizawa voltandosi e abbracciandolo, «ce l'hai fatta finalmente!» disse scompigliandogli i capelli. Matsuda lo guardò frastornato.
«Aizawa ma tu... che ci fai qui?! E... Ide! Mogi! Ukita! Ci sei anche tu!» disse abbracciando ognuno dei suoi colleghi. «Ma... ma come è possibile?» chiese guardandoli uno per volta.
«Siamo nel MU, Matsuda... Sayu non te l'ha detto?» chiese Aizawa, alzando un sopracciglio.
«S-sì, ma in realtà, non ho capito molto bene...» disse imbarazzato l'ex poliziotto passandosi una mano tra i folti capelli neri. Aizawa si batté il palmo sulla fronte, come faceva ogni volta che Matsuda si dimostrava un tardone, e Ide prese la parola per spiegare la situazione molto professionalmente.
«Il MU è il luogo dove finiscono tutti quelli che hanno avuto a che fare con un Death Note dopo che sono morti...» disse senza troppi fronzoli, facendo venire un coccolone al povero Matsuda.
«State dicendo... che io... io sarei morto?!?!» sbottò tenendosi le mani sul cuore, come se dovesse venirgli un infarto da un momento all'altro.
«Siamo tutti morti!» disse gioviale Mogi per tranquillizzarlo, ottenendo l'effetto opposto.
«Ma... ma come... Io avevo chiesto a Babbo Natale di passare le feste con voi... Non di farmi morire!!» protestò Matsuda.
Gli ex agenti scoppiarono tutti a ridere. «Matsuda, ma come credevi di poter trascorrere le feste con noi senza morire?!» disse Ukita, spanciandosi dalle risate subito dopo.
Matsuda si guardò intorno scoraggiato.
«Andiamo, ti faccio fare un giro» disse Aizawa prendendolo sottobraccio, «scommetto che ti ambienterai subito...» disse strizzandogli l'occhio.
I due si incamminarono e Matsuda scoprì che si trovavano in una magnifica sala scintillante piena di alberi e decorazioni natalizie, completamente diversa dal luogo grigio e desolato da dove era venuto. Ovunque erano sparse pile di regali impacchettati, c’erano tavolini colmi di calici di champagne e montagne di dolci e pasticcini di ogni tipo. Le candele e le lucine sparse dappertutto rendevano l’atmosfera calda e accogliente, insieme ai numerosi camini accesi, contornati da morbide poltrone e comodi divani. In sottofondo, si sentiva uno scampanellio costante e il suono di alcuni strumenti musicali: Matsuda intravide un palco rialzato, poco lontano, su cui qualcuno che non riusciva a distinguere cantava una canzone natalizia dopo l’altra.
Era un po' come trovarsi in un sogno... o un incubo, a seconda che si ami o odi il Natale.
«Guarda Matsuda! Lì ci sono Aiber e Wedy! Andiamo a salutarli!» disse Aizawa trascinandolo verso un divanetto dove erano seduti il truffatore e la ladra.
«Salve ragazzi! Guardate chi c'è!» disse Aizawa mettendo in mostra il giovane Matsuda.
«Matsuda! Come va?» lo salutò gioviale Aiber stringendogli la mano, «è da un po' che non ci si vede!»
Matsuda balbettò qualcosa di incomprensibile, così Aizawa parlò per lui. 
«È ancora un po' scosso dal viaggio...» spiegò sottovoce, «non ha ancora accettato la sua morte...»
«Oh capisco...» fece Aiber comprensivo, «beh, ci siamo passati tutti! Ehi, Wedy? Saluta Matsuda!» disse rivolgendosi alla bionda, che sembrava assorta nei suoi pensieri.
«Ciao, carino...» lo salutò superficialmente la ladra, scrollando la cenere dalla sigaretta che stava fumando.
«Non fateci caso, fa sempre così quando è "a caccia"» disse Aiber, indicando con un cenno un tizio dall'altra parte della sala.
Matsuda e Aizawa si voltarono in direzione del misterioso uomo che Wedy aveva puntato.
«Stephen Gevanni?!» esclamò Aizawa.
«Lo conosci?» chiese la donna, improvvisamente interessata.
«Certo che lo conosco!» fece Aizawa, «non per niente sono il più popolare, qui dentro, conosco praticamente tutti!» disse dandosi un tono. «Vuoi che te lo presenti?»
«Magari!» rispose la donna, «senti Aiber... tu potresti occuparti di quella biondina che gli gironzola sempre intorno?» disse tirandolo per una manica, «non la sopporto proprio...»
«Wedy, ti ricordo che sono sposato!» protestò Aiber.
«Allora potrebbe occuparsene il carino, qui» disse indicando Matsuda, «devi solo tenerla lontana mentre io accalappio il mio pollo... ci vorranno cinque, massimo sei minuti» spiegò professionale come se si trattasse di una delle sue missioni.
«Ehm... Veramente sono sposato anche io...» balbettò Matsuda.
«Cosa?!» sbottò Wedy, facendo cadere la sigaretta che si dissolse nel nulla. «Tu, sposato?! Aiber!!» piagnucolò stringendosi al braccio dell'uomo, «possibile che abbiano tutti un compagno tranne me?!» si lamentò sull'orlo delle lacrime, «persino lo scemo del villaggio è riuscito a sposarsi!» disse indicando Matsuda come se avesse appena fatto qualcosa di disgustoso.
«Tranquilla, Wedy» fece Aizawa comprensivo, «so che Halle Lidner ha dei gusti strani...» spiegò mentre Aiber le dava dei colpetti gentili sulla spalla, «dicevano che avesse una storia con la sua protetta e con un criminale della mafia... Non credo che sia interessata ad un tipo come Gevanni...» 
«Intendi quei due?!?» fece la donna, indicando una brunetta dai capelli corti placcata stretta da un losco figuro che borbottava «Kami! Kami!», che a sua volta inseguiva una biondina con i codini che seguiva qualcun altro che non si riusciva a vedere, ed un ragazzino biondo sui quindici anni che bisticciava con un ragazzino dalla maglia a righe perché questi gli impediva di versare la cioccolata calda sui capelli di un bimbo albino.
«Aizawa, ma sei sicuro??» chiese Wedy dubbiosa.
«Uhm... Beh, non erano così quando li ho conosciuti... soprattutto il..."criminale"» disse Aizawa perplesso.
Il gruppetto continuò ad osservare la scena: quando la brunetta passò davanti ai tre ragazzini, il biondo si fermò nel bel mezzo della sua disonesta manovra per guardarla malissimo, come se gli avesse fatto un grave torto.
«Quella stronza!» esclamò indicandola, «seguiamola!» ordinò, afferrando gli altri due per il colletto e trascinandoseli dietro.
«Mello, si può sapere perché ce l'hai tanto con quella lì?» protestò Matt, che voleva finire la partita a Mario Galaxy.
«Perché la odio!» sbottò il biondo adirato.
«Sì, ma si può sapere che ti ha fatto?» insistette il rosso correndo per affiancarsi all'amico.
«L'ha ucciso scrivendo il suo nome sul Death Note, ma lui ancora non lo ricorda» rispose prontamente Near, arrotolandosi un ciocca di capelli col dito.
«Non dire cavolate, nano!» sbottò Mello, tirandogli uno scappellotto, «io, ucciso da quella lì? Ma per piacere! La odio e basta!»
I tre passarono davanti al gruppetto senza nemmeno notarli, mentre confabulavano qualche piano malvagio per farla pagare alla signorina Takada, che aveva già il suo bel daffare per conto suo.
Matsuda guardò perplesso il collega Aizawa. «Ma che diamine sta succedendo, qui?»
Il poliziotto scosse la testa sospirando afflitto. «Tutti gli anni la stessa storia...»
«Allora, Aizawa, lo combiniamo questo incontro??» intervenne Wedy, che voleva assolutamente maritarsi col bel Gevanni.
«Certo, Wedy! Finisco con lui...» disse indicando Matsuda, «...e te lo porto subito qui!» disse ammiccando. «Andiamo, Matsuda.»
I due poliziotti salutarono il truffatore e la ladra e si allontanarono, sentendo Wedy bisbigliare subito dopo: «Aiber, ma lo sai che ho sempre pensato che fossi single? Sei troppo affascinante per essere sposato! Senti, ma con tua moglie tutto bene?»
«Wedy, cara, essere affascinante è il mio lavoro! Ma se dovessi lasciarmi con mia moglie, sarai la prima a saperlo!»
Matsuda fece in tempo a vedere l'uomo dare un buffetto sulla guancia della donna afflitta, prima che la visuale gli venisse coperta da un grosso albero di Natale.
All'improvviso un vecchio signore che correva come un forsennato andò a sbattere contro di loro.
«Signor Ruvie!» lo salutò Aizawa, «dove va così di corsa?»
Il vecchio con l'affanno si teneva il fianco dolorante per lo sforzo, mentre reggeva dei cocci rotti in una mano e portava sotto braccio uno smoking della taglia di un bambino.
«Maledetti ragazzini!» borbottò, «guardate cosa hanno fatto!» disse mostrando i cocci rotti di un vaso prezioso, «sono troppo vecchio per queste cose! Watari non capisce! Lui se ne va in giro a fare la bella vita, si prende tutta la gloria e a me lascia le rogne!» disse arrabbiato, «ah, ma questa è l'ultima goccia!» sbottò scaraventando all'aria i cocci del vaso rotto, che si dissolsero come coriandoli.
Matsuda e Aizawa lo guardarono annuendo per dargli ragione, non poco intimoriti dalla grinta di quel vecchietto.
«Ma lei è Matsuda!» disse Roger, notando il giovane, «allora non manca più nessuno!» disse rivolto ad Aizawa, che gli rispose: «siamo al completo, signor Ruvie!»
«Benvenuto, ragazzo!» disse il vecchio, dando delle pacche gentili sul braccio di Matsuda, «adesso abbiamo anche lo scemo del villaggio!» disse ridacchiando.
Matsuda stiracchiò un sorriso imbarazzato, quando il vecchio parlò di nuovo.
«Oh, accidenti, sono in ritardo con i preparativi!» esclamò guardando il suo orologio da taschino, «per caso avete visto Near? Deve assolutamente prepararsi per la festa!» disse mostrando lo smoking che portava sul braccio. 
«Vuole far indossare quel coso a Near?» chiese incuriosito Aizawa, e il vecchio annuì con aria sognante.
«Ma... Ma Near non porta sempre un pigiama?» chiese perplesso Matsuda. 
«Non oggi!» disse orgoglioso Roger, «l'erede di L deve rendersi PRE-SEN-TA-BI-LE!» disse sbatacchiando l'abito ad ogni sillaba. «Non commetterò lo stesso errore di Watari con quello sciattone di Lawliet!» disse aggiustandosi gli occhiali sul naso. «Ditemi, allora, avete visto Near?»
«È andato da quella parte...» disse Aizawa indicando la direzione da cui erano venuti.
Il vecchio ringraziò e si dileguò in un batter d'occhio.
«Aizawa, ma ci sarà una festa?» chiese perplesso Matsuda mentre riprendevano a camminare.
«Certo! Non volevi festeggiare il Natale?» disse il collega.
«Ma... Ma... Avete organizzato tutto questo per me?!» chiese il giovane allibito.
«Beh, sì, anche...» ammise Aizawa, «comunque volevamo festeggiare da tempo tutti insieme, solo che...» ma non finì la frase perché Watari sbucò dal nulla con un carrello di dolci.
«Buona sera, signori» li salutò formale, «gradite un dolcetto?» chiese indicando i vassoi carichi di meravigliose leccornie disposti sul carrello. «Oh, Matsuda! Che piacere vederla!» aggiunse porgendogli una mano guantata. 
«Watari, non immagina quanto sia felice di vederla!» disse Matsuda stringendogli la mano, «la trovo in splendida forma!» aggiunse guardandolo estasiato. In effetti, il vecchio Watari era più agile e scattante del solito, come se avesse una ventina d'anni di meno, e l'abito elegante da maggiordomo gli stava d'incanto.
«Grazie, Matsuda, lei è sempre molto gentile» disse Watari sorridendo, «mi dica, si sta ambientando? Le piace la location?» chiese interessato, mentre Aizawa ne approfittava per fare incetta di dolci. 
«Sì, sì, è molto bello, anche se ancora non mi oriento molto bene...» disse Matsuda.
«Oh, non si preoccupi, ne avrà di tempo per familiarizzare» ridacchiò il maggiordomo. «Ecco, intanto prenda questo» disse porgendogli un calice di champagne evocato dal nulla, «lo mandi giù tutto, ne avrà bisogno!» gli consigliò gioviale.
Intanto Aizawa, sazio di dolci, si inserì nella conversazione.
«Allora, Watari...» disse masticando un bignè, «come procedono i preparativi? Ah, la sua crema chantilly è come sempre deliziosa!» aggiunse indicando il bignè che aveva ancora in mano.
«Benissimo, è quasi tutto pronto» disse soddisfatto Watari, «in realtà stavo cercando Ryuzaki, l'avete visto?» 
«Anche noi lo stiamo cercando» spiegò Aizawa, «Matsuda vorrebbe salutarlo...»
«Sayu mi ha detto che è in giro con Light!» si ricordò improvvisamente Matsuda. «Oh, ma Sayu dov'è?» borbottò guardandosi intorno.
«Quei due sono sempre in giro assieme a bighellonare!» malignò Aizawa, «per il resto...» disse poi rivolgendosi a Watari, «è tutto sotto controllo?» chiese con aria circospetta.
«Naturalmente» rispose Watari, aprendosi la giacca e mostrando un arsenale non indifferente di armi e munizioni varie, lasciando Matsuda a bocca aperta.
«Perfetto!» disse compiaciuto Aizawa, «allora mettiamoci alla ricerca di Ryuzaki!» propose cominciando a fare strada agli altri due.
Camminarono per un po' tutti insieme, guardandosi intorno alla ricerca dell'ex detective, quando ad un tratto si imbatterono in due giovani ammanettati che davano loro le spalle.
«Oh, eccoli!» disse Watari avvicinandosi col carrello al suo pupillo e lasciandolo lì a sua disposizione, per poi dileguarsi senza dire una parola.
«Beh, Matsuda, adesso ti lascio» disse Aizawa, «tanto sei in buone mani. Vado a cercare Gevanni, ci vediamo più tardi!» lo salutò dandogli una pacca incoraggiante sulle spalle, per poi allontanarsi in tutta fretta.
Matsuda si avvicinò incerto ai due giovani, che ancora non si erano accorti di lui.
«Sayu, queste equazioni sono tutte sbagliate...» stava dicendo Light alla sorella, «non capisco perché ti ostini, lascia perdere la matematica...» diceva, continuando a depennare i risultati errati della sorella non senza una certa soddisfazione. «Ecco, se proprio ci tieni, ricomincia tutto daccapo» disse porgendole il foglio pieno di correzioni.
«Va bene, fratellone!» rispose la giovane, andando poi a rintanarsi in un cantuccio per rifare i compiti.
«Light, non dovresti trattarla così» disse Ryuzaki al suo fianco, «ho dato un’occhiata a quelle equazioni ed erano tutte giuste! Santo cielo, questa chantilly è squisita...» aggiunse poi leccandosi un dito sporco di crema.
«Lo so che erano giuste, Ryuzaki» rispose Light, «ma ormai dovresti saperlo che ho un modo molto perverso di divertirmi...» sussurrò con voce roca e provocante. «Lo sai che sei sexy quando fai così...?» disse afferrandogli il polso e allontanandoglielo dal viso, per poi avvicinarsi pericolosamente alle labbra del compagno.
Matsuda, dietro di loro, era arrabbiato per come Light trattava sua moglie e al tempo stesso sbalordito dalla scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi, tanto che se ne stava a bocca aperta, col dito incredulo puntato verso di loro, indeciso se urlare o ridere.
Avrebbe comunque fatto meglio a scappare perché, per una frazione di secondo, l’occhio attento di Light ruotò nella sua direzione, inglobandolo nel suo campo visivo. Il giovane si bloccò ad un centimetro dalle labbra del compagno, per rivolgere la sua attenzione all’ex poliziotto che li guardava sempre più incredulo.
«TU!!!» sbottò freddandolo con un dito accusatore, «Matsuda! Sporco bastardo!» inveì contro il poveretto, cercando poi di mettergli le mani addosso.
Fortunatamente per Matsuda, il detective lo trattenne per la catena, facendogli segno di scappare o quantomeno di mettersi ad una distanza di sicurezza.
«Lasciami, Ryuzaki! Lasciami!» protestava Light nel frattempo, cercando di raggiungere l’ex poliziotto responsabile della sua morte, «lo voglio ammazzare di botte, questo lurido idiota!»
Nel frattempo Mello e Matt, capitati lì per caso, avevano radunato una piccola folla per aizzare il giovane Yagami, e dirigevano tutti contenti il coro di voci che urlava «rissa, rissa, rissa!»
«Piantatela voi due!» li rimproverò Ryuzaki, che tirava con tutte le sue forze la catena dalla parte opposta. «Matsuda, si allontani!» disse rivolto all’ex poliziotto, «non riuscirò a trattenerlo ancora per molto!»
Matsuda cadde all’indietro nel tentativo di fuggire, ritrovandosi semi sdraiato per terra. Credeva di essere spacciato, quando all’improvviso comparve Watari con un fucile di precisione puntato al petto di Light.
«Fermi tutti!» urlò il maggiordomo, «signorino Light, non faccia sciocchezze. Si arrenda immediatamente!»
L’infuriato Light dovette arrendersi, e Ryuzaki ne approfittò per farsi una bella strusciata su di lui mentre lo agguantava alle spalle per tenerlo fermo. «Va bene, signori, lo spettacolo è finito!» disse il detective rivolto alla folla, «Watari, per favore, disperdi questa gente... abbiamo bisogno di tranquillità adesso...»
Al maggiordomo bastò un’occhiata veloce per disperdere la piccola folla intorno a loro, dopodiché si dileguò anche lui a finire i preparativi.
Matsuda era ancora scosso dagli ultimi eventi, mentre Light lo fissava con uno sguardo omicida ben poco rassicurante.
«Puoi anche lasciarmi adesso, Ryuzaki» disse Light, «sono calmo...»
«Solo se dopo continuiamo da dove ci hanno interrotti»  bisbigliò Ryuzaki all’orecchio del compagno, prima di liberarlo dalla stretta.
«Ma certo, Ryuzaki» lo rassicurò il giovane, dandogli un bacio veloce sulla guancia, per poi agguantare Matsuda per il bavero della giacca e tirarlo su di peso. «TU non dirai niente di quello che hai appena visto, sono stato chiaro??» disse minaccioso, «non una parola, a NESSUNO, soprattutto a MIO PADRE!» continuò, mentre Matsuda annuiva intimorito. «Altrimenti...» cominciò a dire, ma non fece in tempo a finire perché venne a sua volta afferrato da Ryuzaki per il colletto e costretto di conseguenza a mollare il povero Matsuda che li guardava sempre più scioccato. 
«Light! Brutto ipocrita! Non l’hai ancora detto a tuo padre!!» sbottò il detective.
«Ryuzaki! Lasciami spiegare...!» disse Light, che rischiava di soffocare da un momento all’altro. Il detective mollò la presa, facendo riprendere il compagno.
«Light, credevo che gliel’avessi detto!» disse irato il detective, «perché allora è in quello stato?» chiese, indicando con un cenno qualcosa alle spalle di Light.
Matsuda guardò nella direzione indicata da L, per capire di cosa parlassero, e vide il sovrintendente Yagami sul palco, presumibilmente ubriaco fradicio, mentre cantava “Jingle bell rock”, scolando di tanto in tanto lunghe sorsate da una bottiglia di champagne che reggeva nella mano malferma.
«Gli ho detto che ero Kira...» spiegò Light al detective, «non ce l’ho fatta a dirgli anche il resto...»
Ryuzaki si massaggiò le tempie sbuffando. «Dobbiamo trovare qualcos’altro con cui distrarlo, così non la prenderà troppo male...» disse, osservando preoccupato le mosse del sovrintendente sul palco. Anche Light e Matsuda si voltarono per ammirare la sua performance.
«Però... ci sa fare con lo swing!» commentò scioccamente Matsuda, beccandosi un’occhiataccia da Ryuzaki e un pugno nello stomaco da Light.
Intanto, il sovrintendente aveva terminato la sua canzone e aveva cominciato a fare i ringraziamenti al suo pubblico.
«Lasciate che vi presenti... hic!... la mia band!» urlava al microfono, «alla chitarra... hic! Mello!» disse indicando il biondino, che salutò il pubblico compiaciuto, «al basso... hic... Matt!!» disse facendo venire avanti il rosso, che fece un inchino, «e alla batteria... hic!... ragazzo, come hai detto che si chiama quello lì?» chiese rivolto a Mello.
«Nano malefico!» suggerì il biondo ghignando.
«E alla batteria uno stronzo nano malefico!» rincarò il sovrintendente, guadagnandosi all’istante la totale stima di Mello, mentre un corrucciato Near lo guardava inespressivo.
Intanto il pubblico, composto quasi totalmente dagli ex agenti, faceva una standing ovation chiedendo il bis, mentre Light scuoteva rassegnato la testa di fronte all’immenso disonore cui suo padre esponeva l’intera famiglia Yagami col suo comportamento sconveniente.
«Ragazzo...» disse il sovrintendente rivolto a Mello, «lo facciamo questo bis??»
«Signore, mi dispiace» rispose Mello, guardando un punto imprecisato della sala dove qualcosa aveva attirato la sua attenzione, «ma adesso devo proprio andare! È stato un piacere suonare con lei» disse mollando la chitarra e facendo cenno a Matt di seguirlo.
Il sovrintendente, non avendo più una band, dovette smettere di cantare, e prese ad andare a zonzo per la sala, seguito dalla fedele moglie Sachiko.
Light tirò un sospiro di sollievo a quella scena, quando all’improvviso una voce femminile lo chiamò.
«Kira-san! Kira-san!»
Light si diede immediatamente un tono, assumendo una posa svenevole e facendo l’occhio da trota. «Takada-san, mi sei mancata» disse prontamente, voltandosi verso la donna.
Ryuzaki alzò gli occhi al cielo, mentre Matsuda, armato di penna e taccuino, cominciava a prendere appunti sulle mosse di Light per conquistare una donna.
La brunetta cadde letteralmente ai suoi piedi, ma solo perché il segugio Mikami si era prostrato alla vista del suo Kami, facendola inciampare.
«Kira-san, ho fatto quello che mi hai detto» disse Takada rialzandosi, «vengo adesso dalla riunione con la Yotsuba Group...»
«Cosa hanno deciso? Ci daranno il loro appoggio per conquistare il MU?» chiese Light, battendosi il pugno sul palmo. «A CUCCIA, MIKAMI!» gridò infine, poiché il suo servo più fedele pretendeva di baciargli la suola delle scarpe, rischiando di farlo rovinare a terra.
«Kira-san, purtroppo la Yotsuba è dalla parte di L» disse affranta la bella Takada, «ma ho un nuovo piano, Kira-san, potrei infiltrarmi nell’SPK tramite la mia bodyguard Halle Lidner...»
«Taci, donna!» sbottò Light, «i piani li faccio io. Contatta la tua bodyguard Halle Lidner e infiltrati nell’SPK. Se non vorranno essere nostri alleati, li distruggeremo dall’interno! Adesso va’ e fatti valere...»
«Yagami-san, ti prego, potresti liberarmi della sua presenza?» chiese Takada indicando Teru Mikami, rannicchiato ai piedi di Light.
«No, Takada-san, lui ha il compito di proteggerti!» mentì osservando disgustato l'uomo che si avvinghiava ai suoi polpacci, «non voglio che tu corra rischi...» disse facendo ancora una volta l’occhio da trota. «Mikami, segui!» ordinò poi al servo fedele, che immediatamente si mise al fianco di Takada, la quale stava per scoppiare a piangere.
«Takada... Kyomi, se farai quanto ti chiedo...» disse Light sforzandosi di assumere uno sguardo languido, «passerai la più bella notte d’amore della tua vita... con me» specificò, cercando di far dilatare le pupille per farle vedere quanto fossero belli e sinceri i suoi occhi, mentre Ryuzaki dietro di lui scoppiava a ridere.
Takada emise un gridolino di felicità e si allontanò saltellando, seguita dal fedele Mikami.
«Che c’è da ridere, Ryuzaki?» chiese Light voltandosi verso il detective, «le donne sono statisticamente più incentivate dalla promessa di una notte d’amore piuttosto che da quella di diventare dee di un nuovo mondo al mio fianco» spiegò, «se l’avessi scoperto prima forse le cose sarebbero andate diversamente... Matsuda! Hai scritto quest’ultima cosa che ho detto??» disse poi rivolto all’ex poliziotto, che stava ancora scrivendo.
«Sì, Light! Sei un grande!» disse affascinato Matsuda, «senti, non è che mi insegneresti a fare l’occhio da pesce lesso? Non ho ben capito come si fa...»
«Visto, Ryuzaki? Matsuda vuole prendermi da esempio...» disse soddisfatto Light al detective. «Certo Matsuda, guarda e impara» fece poi rivolto all’altro, apprestandosi a fare la sua mossa speciale, quando Takada tornò indietro urlando spaventata.
«Kira-san! Kira-san!»
«Cosa c’è adesso?» sbottò Light irritato per essere stato interrotto.
«Kira-san, fa qualcosa, quel ragazzino mi spaventa!» disse indicando un ragazzino biondo poco distante.
Light si sporse sbuffando per vedere meglio di cosa si trattasse.
«AAAAARRGH!» gridò Mello, facendo una delle sue smorfie agghiaccianti che mettevano i brividi.
Light sobbalzò. «Sarebbe quello il tuo erede?» chiese sottovoce a Ryuzaki.
«Uno dei due, sì» confermò il compagno, sollevando i pollici in direzione del ragazzino, in segno di approvazione. «Adoro quello sguardo cattivo nei bambini!» borbottò L tra sé e sé.
«Potresti dirgli di non importunare Takada?» chiese Light, «in effetti è a dir poco inquietante...»
«Impossibile» rispose una voce flemmatica alle sue spalle. Tutti si voltarono scoprendo che era stato Near a parlare. «Mello non può smettere di importunare Takada, poiché lei lo ha ucciso scrivendo il suo nome sul Death Note. D’altra parte, Takada ne avrà sempre paura, perché quando era in vita è stata rapita da Mello, e anche se adesso non può riconoscerlo perché ha l’aspetto di un ragazzino, proverà sempre terrore nei suoi confronti» spiegò, lasciando tutti allibiti. «In pratica» continuò, vedendo che nessuno parlava, «sono condannati a tormentarsi a vicenda per l’eternità» concluse solennemente.
Seguì un lungo minuto di silenzio carico di tensione.
«Il discorso non fa una piega» commentò Light, mentre Ryuzaki annuiva convinto, ma senza alzare i pollici. «Il punto però è un altro...» continuò Light guardando con odio puro il ragazzino, «e cioè che nessuno ti ha interpellato, Near» disse fulminandolo con lo sguardo.
Il ragazzino se ne andò offeso, mentre Mello gli gridava dietro: «non dire mai più che quella stronza mi ha ucciso! Hai capito, nano??»
Light si asciugò il sudore dalla fronte, preparandosi ad affrontare una Takada oltremodo isterica.
«Takada-san, è soltanto un ragazzino» disse cercando di minimizzare, «dov’è Mikami? Perché non ti ha difesa?» chiese, cercando con lo sguardo il servo fedele.
La giovane indicò un angolino, dove Mikami si era rintanato a guaire come un cane ferito.
«Va bene, Takada, facciamo così...» cominciò Light dopo aver preso un profondo respiro, «ti ricordi cosa ti ho detto di fare nel caso che un tuo fan diventi uno stalker?» chiese, reggendola per le spalle. Takada annuì piagnucolando. 
«Qual è la procedura da seguire?» domandò dolcemente Light, sfruttando le sue incredibili capacità di recitazione.
«De..devo... fargli un a.. autografo...» cominciò a recitare Takada tra i singhiozzi, «e... e... farmi dire il suo n-nome... per la de-dedica...»
«Bravissima, Takada, vai avanti» la incitò Light.
«E s-scriverlo.. sul foglio d-del Death Note... ma... ma devo stare mo-molto attenta a n-non scrivere il m-mio, di nome!» concluse tra gli spasmi.
«Perfetto, Takada. Hai un foglio di Death Note qui con te?» chiese incoraggiante, ma la donna scosse la testa avvilita.
«Non importa, te ne do uno io» disse Light, cominciando a frugarsi nei pantaloni alla ricerca del quaderno, sotto lo sguardo sbigottito di Ryuzaki e Matsuda, il quale seguiva attentamente i suoi movimenti, pensando che fosse arrivato il momento “clue” con Takada.
«E poi il pervertito sarei io!» sbottò Ryuzaki arrabbiato.
«Sta’ zitto, Ryuzaki! Trova un nascondiglio migliore di questo e poi ne riparliamo!» disse Light, cominciando a tirar fuori penne, matite, gomme, forbici dalla punta arrotondata e temperini, un foulard di seta, un giornalino porno, una bustina di patatine e infine un semplice foglio di block notes.
«Tieni» disse cacciando il foglio nelle mani di Takada, sperando che fosse davvero un foglio di Death Note e non un comune pezzo di carta. «Vai e fatti valere. Mikami! Segui!» ordinò, e i due si avviarono nuovamente alla loro impresa.
Intanto Matsuda aveva preso il giornalino porno cavato fuori dalle braghe di Light e aveva cominciato a sfogliarlo interessato, quando Light se ne accorse e glielo strappò di mano. «Molla la mia copertura!» disse ricacciandoselo nei pantaloni. Cominciò poi a raccogliere la cancelleria caduta per terra e si accorse che il ragazzino rosso, incoraggiato da Ryuzaki, gli aveva rubato l'ultimo pacchetto di Più Gusto. Stava per fargli un predicozzo quando Matsuda intervenne di nuovo. «Ehi, Light, questo a cosa ti serve?» chiese tenendo con due dita il lungo foulard di seta.
«Non è roba per principianti!» lo sgridò strappandoglielo di mano, «comunque non è mio, ma di Ryuzaki» disse restituendolo al legittimo proprietario.
«Oh ecco dov'era finito!» disse Ryuzaki, quando all'improvviso ricomparve Takada strillando.
«Kira-san! Kira-san! Non ha funzionato!» disse sventolando il pezzo di carta, «il mostruoso bambino è ancora lì!» pigolò indicando Mello ancora vivo e vegeto che cercava di insegnare a Matt come fare le facce più terrificanti.
Light si rese conto in quel momento che non avrebbe mai potuto diventare il dio di un nuovo MU senza neanche un frammento di quaderno, per cui non gli rimaneva altro da fare che liberarsi di Takada e del suo compare Mikami, tanto più che Ryuzaki aveva cominciato a fare strani giochetti col foulard per sedurlo, rubandogli la scena con Matsuda.
«Takada-san, ascolta» cominciò Light, «non c'è più niente da fare, è finita, dobbiamo ritirarci. È stato un piacere!» disse facendo per andarsene.
«Yagami-san! Non puoi farmi questo!» protestò la donna, «mi avevi promesso che sarei diventata una dea e che avrei avuto la notte d'amore più bella della mia vita!»
Yagami-san sbuffò infastidito. Dopodiché, prese le mani della donna tra le sue, guardandola appassionatamente negli occhi come un ebete, pensando in realtà a quale punizione infliggerle. 
«Avrai tutto questo, Takada-san, come ti ho promesso» annunciò dopo aver avuto uno dei suoi colpi di genio. «MIKAMI!» tuonò, facendo scattare sull'attenti il suo fedelissimo servo. 
«Kami! Kami!» bofonchiò l'uomo, chinando sottomesso la testa e scodinzolando felice davanti al suo Dio.
«Ascoltami bene, Mikami» cominciò Light, mentre l’altro annuiva ubbidiente. «Te la cedo!» disse mettendo le mani di Takada nelle sue, «d'ora in poi chiamerai questa donna "Kami", ti prenderai cura di lei e le farai passare la notte d'amore più bella della sua vita... Sono stato chiaro?»
«Kami! Kami! Grazie Kami!» disse semplicemente il servo, mentre Takada apriva la bocca per protestare.
Light sollevò una mano per zittirla. «Per il potere da me stesso conferitomi...» disse colto da un'improvvisa ispirazione, «vi dichiaro marito e moglie!» recitò solennemente, e incredibilmente, con uno scatto metallico, un paio di manette si chiusero attorno ai polsi di Takada e Mikami.
La donna lanciò un urlo lancinante di terrore mentre Mikami la portava via di peso per andarsi ad imboscare, ripetendo ossessivamente «Takki-Kami! Takki-Kami!»
Light nel frattempo era rimasto sbigottito dalla scoperta del suo nuovo potere, insieme a Ryuzaki e Matsuda, che lo guardavano esterrefatti. 
«Li ho uniti! Li ho uniti tutti e due... con le mie mani!» disse incredulo Light, guardandosi i palmi. «Unire... non è una stupidaggine! Che diritto ho io di ammanettare gli altri?!» disse accasciandosi contro la parete. «Però... un momento... questo è anche meglio del Death Note!» disse, guardando di sottecchi Ryuzaki, con un sorriso sornione.
Mentre cominciava a pensare come sfruttare al meglio quel potere per fare opere di bene e diventare Dio di un nuovo MU,  Ryuzaki si accorse del suo sguardo malandrino. «Non pensarci neanche, Light-kun.»
«Oh, andiamo Ryuzaki...» fece Light abbracciandolo da dietro, «senti, perché non ce ne andiamo da qualche parte, io e te da soli? Ti andrebbe...?» chiese cercando di mordicchiargli un orecchio.
«NO, Light-kun, dobbiamo prima sistemare le cose con tuo padre» replicò Ryuzaki piccato, «e poi non possiamo andarcene proprio adesso, la festa non è nemmeno cominciata!»
«Dai, Ryuzaki, solo cinque minuti... Approfittiamone adesso che non c'è nessuno a disturbarci...» disse sfoggiando le sue migliori tattiche di seduzione, facendo nel frattempo segno a Matsuda di prendere appunti.
Era quasi riuscito a far cedere Ryuzaki, quando una seconda voce femminile trillò alle sue spalle.
«Laaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiittttttttt!!!» 
«Oddio, questa è Misa!» disse preoccupato Light staccandosi dal compagno, «ma che vorrà adesso?» si chiese voltandosi, per poi essere immediatamente travolto dall'uragano biondo, che lo atterrò cadendogli addosso di peso, trascinando su di loro anche Ryuzaki di conseguenza.
«Misa! Spostati! Così mi uccidi!» disse la voce soffocata di Light, schiacciato dalla modella e dal detective.
I tre riuscirono finalmente a sbrogliarsi e si ricomposero. «Misa, quante volte ti ho detto che non devi saltarmi addosso in quel modo?!» sbottò Light, «possibile che non impari mai??»
«Scusami, Light, è che sono troppo felice! Devo farti vedere una cosa...» fece la modella, mentre Light alzava gli occhi al cielo infastidito. «Oh, ma quello è Matsuda!» disse la modella notando il poliziotto lì vicino. «Matsu!!!» strillò, gettandogli le braccia al collo e stritolandolo per benino.
«Perché veniamo sempre interrotti?» chiese sottovoce Ryuzaki a Light, mentre Misa scambiava i soliti convenevoli con Matsuda, «possibile che in tutti questi anni non siamo ancora riusciti ad avere un momento di intimità, noi due?»
«Non ne ho idea, Ryuzaki» disse Light, «sarà perché abbiamo sempre qualche questione in sospeso da risolvere, prima...»
«Io so il perché» disse una voce flemmatica alle loro spalle.
«Nessuno ti ha interpellato, Near!» sbottò Light senza nemmeno voltarsi, e il ragazzino se ne andò nuovamente offeso.
«Dovresti insegnare un po' di umiltà a quel saputello del tuo erede!» suggerì Light al compagno. «Ma che si è messo addosso?» aggiunse guardando di sbieco il ragazzino che si allontanava. Ryuzaki alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.
«Roger e le sue manie di perfezione!» borbottò, «Watari non mi avrebbe mai costretto a conciarmi così!» disse disgustato.
«Però tu...» esordì Light con uno sguardo bramoso, «staresti molto bene con un abito del genere...» suggerì con voce arrochita, «credo proprio che mi faresti impazzire...» sussurrò provandoci sfacciatamente col detective, che lusingato da tante attenzioni se lo stava a sua volta mangiando con gli occhi.
Erano sul punto di saltarsi addosso, quando la solita voce femminile trillò nuovamente alle loro spalle.
«Laaaaaaaaaaiiiiiiiittttttttt!»
I due ragazzi sbuffarono all’unisono.
«Di nuovo» constatò Ryuzaki seccato, mentre Light si voltava con rassegnazione verso la modella.
«Misa, si può sapere che vuoi?» chiese impaziente alla ragazza, che gli fece un sorrisone a trentadue denti e gli piazzò davanti uno strano pupazzo verdognolo tutto rattoppato a cui mancava evidentemente un occhio.
«Sai chi è lui, Light??» chiese la modella raggiante.
Light la guardò malissimo. «Misa, dove hai preso questo orrendo peluche?» chiese in risposta Light, sbuffando per essere stato interrotto per una simile sciocchezza.
«Dovresti portare più rispetto per uno Shinigami, Yagami Light» disse una voce fredda giunta lì all’improvviso.
«Ah, Rem, ci sei anche tu» constatò Light con l’entusiasmo di un condannato a morte.
«Essere Bianco!» esclamò Ryuzaki, riconoscendo l’artefice materiale della sua fine, «voi Shinigami non meritate alcun tipo rispetto, sciocche creature che non siete altro!» sbottò facendo incupire gli occhi già abbastanza cupi di Rem e guadagnandosi all’istante la totale stima di Light.
«Posso conoscere il motivo di tanto astio?» chiese minacciosa la Shinigami al detective, che si fece avanti prima di parlare di nuovo.
«Se avessi parlato chiaro con me quando era il momento...» cominciò bacchettandola col dito, «avremmo potuto liberarci di Light Yagami, non saremmo morti da stupidi e soprattutto Misa Amane avrebbe trovato un vero ragazzo!» disse indicando se stesso, perdendo così all’istante l’appena guadagnata stima di Light, «dimmi, Essere Bianco, sei o non sei una sciocca creatura?» concluse soddisfatto, guardando con sufficienza la Shinigami, che ammutolì.
«Oh insomma!» sbottò Misa, che detestava essere messa in secondo piano, «non volete sapere chi è lui?!» strillò agitando lo strano pupazzo che teneva in braccio.
Tutti i presenti rivolsero la loro attenzione alla creatura, che agitava le braccine strillando con una vocina sottile sottile: «Misa! Misa! Dammi un bacio! Baciami!»
«Stando a quanto ha detto Rem, dovrebbe essere uno Shinigami» dedusse prontamente Light, «anche se io non ne ho mai visti di questo genere» aggiunse con una smorfia di repulsione.
«Light!!» lo rimproverò la modella, stringendo protettiva la creatura, «questo è Gelus! Lo Shinigami che mi ha salvato la vita! Dovresti ringraziarlo, è solo grazie a lui se ci siamo incontrati!» disse porgendo lo Shinigami al giovane affinché lo ringraziasse.
«Quindi è merito suo se ho avuto il dispiacere di conoscerti...» ripeté Light con evidente sarcasmo, che Misa ovviamente non colse. «Grazie mille, Gelus...» disse maledicendolo mentalmente in tutte le lingue che conosceva.
«Anche l’Essere Bianco ti ha salvato la vita sacrificando la mia!» le fece notare L. «Perché di noi non ti frega niente?» disse prendendo le difese di Rem, che lo guardò piacevolmente sorpresa.
«Dici davvero, Ryuzaki?» chiese Matsuda, cadendo dalle nuvole come al solito, «come mai io non ne sapevo niente??» brontolò offeso.
«Perché sei un tardone» disse una voce flemmatica alle sue spalle, che si dileguò subito dopo.
«Sbaglio o volevi ucciderla, Ryuzaki?» disse Light in risposta ad L, schierandosi dalla parte di Misa per ripicca contro l’infelice uscita del compagno di poco prima. «Non meravigliarti se ama solo me, dopotutto l’ho sempre protetta, non è vero Rem?» chiese conferma alla Shinigami.
«Io dico che per Misa sarebbe stato molto meglio non conoscerti affatto!» dissero Ryuzaki e Rem all’unisono, guardandosi poi meravigliati da tanto affiatamento.
«Ehi, ma Light e Misa sono una bellissima coppia!» intervenne Matsuda. «Nel 2012 sono anche stati eletti coppia dell’anno da Eighteen!» disse schierandosi dalla parte di Light.
Intanto la folla si stava radunando nuovamente intorno al gruppetto, capeggiata da Mello e Matt, che incitavano alla rissa.
Tra gli astanti ricomparve anche la bella Takada, accompagnata dal fido Mikami, del quale si pavoneggiava palesemente guardando Misa Amane, come per dire: “io ho trovato un ragazzo che mi sposa il tuo Light invece è gay.”
Misa, su tutte le furie, alzò un sopracciglio arricciando le labbra, come per dire: “il mio Light non è affatto gay e comunque posso sempre ripiegare su Ryuzaki che è molto più fico di quell’impiastro che ti porti dietro tu!”
Takada in tutta risposta fece il sorrisetto saccente di chi la sa lunga, come a dire: “guarda che è gay anche lui li ho visti io con i miei occhi!”
«Quella stronza!» ululò Misa indicandola, mollando impietosamente a terra il povero Gelus che la implorava ancora di baciarlo e lanciandosi all’inseguimento della donna, che se la stava svignando in tutta fretta col suo moroso.
«Matt, seguiamo quell’oca!» disse Mello, che si era appena reso conto di aver trovato un’alleata contro la sua acerrima nemica, smettendo all’istante di dirigere i cori dei tifosi, che si dispersero poco dopo.
Intanto, Light, Ryuzaki, Matsuda e Rem continuavano imperterriti a rinfacciarsi gli errori del passato, finché l’ultimo occhio di Gelus, staccatosi nella brutalità dell’impatto, non rotolò in mezzo a loro.
«Ma che schifo!» sbottò Light, indicandolo disgustato.
Tutti e quattro tacquero guardandosi imbarazzati per la loro superficialità, mentre una povera creatura soffriva terribilmente proprio alla vigilia di Natale.
Rem raccolse l’occhio da terra, mettendolo al sicuro, mentre Matsuda prese in braccio il povero Gelus, trovandolo più sdrucito di prima, e insieme si andarono a sedere su un divanetto lì vicino, cosicché Matsuda potesse farsi spiegare come erano andate davvero le cose tanti anni prima.
Light e Ryuzaki, invece, continuavano a guardarsi in cagnesco, ancora arrabbiati per le cose poco carine che si erano detti.
«L’ho sempre detto che eri uno sporco bastardo, Ryuzaki!» sbottò Light, «hai sempre fatto il doppio gioco con me! Come hai potuto schierarti con quella Shinigami voltagabbana?» lo accusò offesissimo.
«Proprio tu vieni a dirmelo?!» replicò Ryuzaki, «dicevi di essere mio amico e invece mi hai fatto uccidere come se niente fosse! E nonostante tutto ti ho aspettato per sei anni qui da solo, senza rifarmi una vita, mentre tu giocavi a conquistare il mondo!» lo accusò a sua volta.
«Va bene, però quella cosa su Misa non dovevi dirla!» esplose Light arrabbiatissimo, «lo sai che non sopporto l’idea di vedervi insieme!» disse infiammandosi di gelosia.
«Lo so benissimo» disse Ryuzaki, dando poi uno strattone alla catena, facendo così avvicinare Light, che cadde tra le sue braccia. «Ho una cottarella per lei da quando l’ho vista sulla copertina di Eighteen» ammise sottovoce, «ma adoro vederti dare di matto...» bisbigliò al suo orecchio, «...e quando diventi pure geloso non sai che ti farei» disse provocandolo deliberatamente.
«Sei proprio uno stronzo, Ryuzaki...» replicò Light, afferrandolo per il colletto e facendo per baciarlo sotto lo sguardo allibito di Rem, Matsuda e Gelus, che però aveva perso entrambi gli occhi e quindi poteva soltanto percepire la tensione erotica tra i due, quando ad un tratto sbucò Misa dal nulla, interrompendoli nuovamente sul più bello.
«Quella stronza di Takada mi ha strappato il vestito!» strillò la ragazza, evidentemente reduce da un pestaggio. «Comunque, che mi sono persa?» chiese guardando sospettosa i due ragazzi, ancora avvinghiati l’uno all’altro, ricordandosi improvvisamente delle illazioni di Takada.
I due cominciarono a simulare una delle loro lotte a corpo libero, mentre Matsuda e Rem si guardavano preoccupati.
Gelus, intanto, avvertendo la presenza di Misa, cominciò ad agitarsi, cercando di attirare la sua attenzione e chiedendole insistentemente di baciarlo.
«Misa, io credo che dovresti fare quanto ti chiede» le consigliò Rem.
La ragazza guardò indecisa verso Light, che se le stava ancora dando di santa ragione con Ryuzaki.
«Vedrai che a Light non darà fastidio» la tranquillizzò la Shinigami, comprendendo i suoi pensieri. «Non fai nulla di sbagliato...»
Misa annuì distogliendo lo sguardo dal suo amato, per posare un casto bacio sulla fronte del povero Gelus, al quale si stavano staccando anche le braccia a furia di agitarsi.
Lo Shinigami emise un verso acuto, per poi dissolversi in granelli di sabbia, facendo urlare disperata Misa, sconvolta da una tale reazione ad un suo bacio.
L’urlo di Misa attirò l’attenzione di Light e Ryuzaki, che smisero di picchiarsi per andare a vedere cosa fosse successo.
«Amane, ma che gli fai a questi Shinigami?» chiese Ryuzaki sbigottito, guardando i resti del povero Gelus, quando ad un tratto il mucchietto di sabbia in cui si era dissolto prese a vibrare, illuminandosi di una luce bianca.
Tutti rimasero di stucco quando videro che il mucchietto di sabbia si era trasformato nella copia del cantante Ryuga Hideki, solo millemila volte più fico e sexy. Tutte le donne in sala avevano rivolto la loro attenzione al nuovo arrivato, tranne Wedy, che finalmente era riuscita ad accalappiare il bel Gevanni e aveva occhi solo per lui.
«Ma... ma... chi l’avrebbe mai detto che uno Shinigami... potesse essere... così fico!!!» strillò Misa estasiata, guardando il giovane ragazzo che si era materializzato davanti a lei.
Takada, intanto, osservava la scena inviperita per la fortuna sfacciata di Misa, meditando vendetta.
«Misa, non sai quanto ho atteso questo momento» disse Gelus, «adesso potremo stare insieme per sempre...» dichiarò porgendole la mano.
Misa era molto indecisa sul da farsi, poiché in qualche modo si sentiva ancora legata a Light, tuttavia non poteva restare indifferente al fascino di Gelus, che, doveva ammetterlo, oltre ad essere molto più fico di Ryuga Hideki, era anche molto più fico di Light, e soprattutto molto più disponibile. Mentre era immersa in pensieri di cotanta portata, venne travolta da Takada, che le era saltata addosso per pestarla nuovamente.
Le due ragazze, con Mikami annesso, rotolarono qualche metro più avanti, per cominciare una nuova rissa, lasciando il povero Gelus lì impalato, che non sapendo cosa fare andò a sedersi insieme a Matsuda e Rem, che lo guardava con una buona dose di invidia.
«Finalmente soli...» sospirò Light all’indirizzo di L, ignorando bellamente i tre spettatori seduti sul divanetto che li osservavano. Stavano finalmente per ritrovarsi, quando Sayu, attirata dalla copia di Ryuga Hideki, riemerse dal suo cantuccio con i compiti di matematica appena rifatti.
«Fratellone, correggi questi!» disse mollandogli il foglio tra le mani, che Light appallottolò e gettò via alla cieca, beccando giusto Near in testa, che se ne andò ancora una volta offeso.
«Sayu, tesoro, ti ho cercata dappertutto!» saltò su Matsuda abbracciandola per tenerla lontana dall’avvenente Gelus.
Intanto Light guardava esterrefatto quel quadretto romantico, deducendo all'istante dalla posizione delle stelle dell'albero di Natale sullo sfondo che sua sorella aveva sposato l'uomo che gli aveva sparato tanti anni prima, e che per mesi gliel'aveva accuratamente tenuto nascosto.
«SAYU!!» tuonò infuriato, facendo sobbalzare la sorella e Matsuda, che lo guardavano come due leprotti accecati dai fanali di un TIR in mezzo all’autostrada. «Come hai potuto sposare quest'imbecille?!» sbottò strusciando il piede a terra, come per prendere la carica e incornare il cognato. «Nostro padre non ti aveva forse proibito di sposare un poliziotto?? Scommetto che non gliel'hai ancora detto!» disse preparandosi a fare una scenata delle sue.
«Light, aspetta!» lo fermò L prima che fosse troppo tardi. «Questa cosa potrebbe tornarci utile!» disse con un'occhiata significativa al compagno.
Le rotelle di Light cominciarono a ruotare freneticamente facendogli diventare i capelli e gli occhi rossi per qualche minuto. «Potrebbe funzionare!» disse infine, facendo per abbracciare Ryuzaki per la sua geniale intuizione, e magari approfittarne per sbaciucchiarlo, ma dovette rinunciare perché Misa tornò stringendo soddisfatta tra le mani lo scalpo di Takada.
«Adesso non ci darà più fastidio!» esultò istericamente, «io e quel Mello l'abbiamo sistemata una volta per tutte!» disse, gettando via lo scalpo della donna.
«Sarebbe ora che sistemassimo anche te...» disse velenoso Light, che voleva a tutti i costi restare da solo con Ryuzaki.
«In effetti Light ha ragione...» disse Rem guardandolo torva, indicando poi Gelus, che aveva pazientemente aspettato il ritorno di Misa e che le sorrideva tutto emozionato.
«Light...» fece Misa guardandolo dubbiosa, attendendo la sua approvazione.
«Oh... Per me va bene!» disse Light contento di liberarsi dell'ennesima seccatura, e così la ragazza saltò al collo di Gelus, tra gli applausi di tutti i presenti.
«Light, credo che adesso tocchi a te» suggerì L, vedendo che la nuova coppia appena formatasi porgeva i polsi a Light, il quale cominciò a mugugnare cose senza senso, in preda ad una crisi di nervi.
«No... non posso farlo... ammanettare la gente... è sbagliato...» disse turbato, facendo imbronciare Misa e Gelus.
«Light...» lo esortò L paziente, «ma non hai sempre pensato che il MU fa schifo e che se la feccia si maritasse con la feccia sarebbe meglio per tutti? Adesso col tuo potere puoi far sì che ciò avvenga!» disse annuendo incoraggiante.
«Ma la mia mente reggerà?» chiese Light irrequieto, «ne ho già maritati due, e guarda che cosa è successo» disse indicando lo scalpo di Takada per terra. 
«Certo, è naturale» lo tranquillizzò Ryuzaki, «Takada è sempre stata odiosa con tutti... prima o poi sarebbe successo» spiegò pazientemente.
«Ma io sarò in grado di sopportarlo?» fece Light ormai sull’orlo del collasso.
«Light, qualcuno deve pur farlo, anche se dovesse andare fuori di testa o rimetterci la vita, non si può andare avanti così. Non esiste nessuno più in gamba di te.»
«Hai ragione, Ryuzaki, io potrei farcela, anzi... Solo io posso farcela! Ho deciso! Per il potere da me stesso conferitomi, vi dichiaro marito e moglie!» disse, facendo comparire un paio di manette ai polsi di Misa e Gelus, che si abbracciarono felici e si allontanarono mano nella mano per fare un giro tra gli ospiti.
«Ryuzaki, questa battuta suona molto meglio detta in due» fece Light avvicinandosi al compagno per abbracciarlo, e magari approfittarne per palpargli il sedere, ma dovette fermarsi poiché tutti i presenti avevano cominciato a mettersi in fila per farsi ammanettare da lui, che rassegnato maritò prima di tutto Wedy e Gevanni, poi Sayu e Matsuda, Ide e Mogi, e Aizawa e Ukita, i quali, dopo la tragica fine di quest'ultimo tanti anni prima, si erano finalmente ritrovati e non volevano lasciarsi più. Si presentarono anche Mello, Matt e Near, che volevano essere uniti tutti e tre, ma Light si rifiutò categoricamente di maritarli, più che altro per far dispetto a Near, che si dileguò offeso per l'ennesima volta.
Finalmente sembrava che ci fosse un momento di tranquillità, così Light si avvicinò nuovamente al detective. «Senti Ryuzaki, che ne dici di appartarci? Potremmo provare il mio nuovo potere, sarebbe interessante vedere cosa succede se siamo già ammanettati...» disse con uno sguardo malizioso, giocando con l'orlo della sua T-shirt, infilandoci poi le mani sotto alla ricerca dei famigerati punti erogeni; ormai era quasi fatta, quando arrivò Watari per parlare col suo pupillo, cosa che fece molto disturbare Light.
«Ryuzaki, le trattative con la Yotsuba non sono andate a buon fine» gli comunicò, «non hanno ancora deciso se appoggiare L o Kira e nel dubbio hanno deciso di fare una tombolata per stabilire se Kira non sia già tra di loro» disse preciso e puntuale come sempre.
Il detective si mangiucchiò un'unghia con fare pensoso. «Naturalmente se Kira è tra di loro li ucciderà uno ad uno pur di vincere tutti i premi della tombola» dedusse all’istante, dopo di che chiese dell'altra chantilly al vecchio maggiordomo, e ordinò di portarne dell'altra anche agli otto della Yotsuba, affinché passassero dalla sua parte. Così Watari si mise all'opera, lasciando i due nuovamente soli.
«Ryuzaki, non avevamo detto di smetterla con questa storia di conquistare il MU?» chiese Light infastidito, come se lui si fosse seriamente astenuto da quella pratica. «E poi a che ti serve tutta quella crema?» chiese sospettoso.
«Oh, lo vedrai Light-kun!» disse cercando poi di infilargli la lingua in bocca, quando tutta la sala scoppiò in applausi e ovazioni.
«Evviva gli sposiiiiiiii!!!»
I due ragazzi si voltarono sconvolti, credendo di essere loro l'oggetto di tanta attenzione, ma scoprirono invece che si trattava di una vera coppia di sposini con tanto di abito da cerimonia, che facevano il loro ingresso trionfale in sala sventolando le mani in segno di saluto verso tutti i presenti.
«Andiamo, Raye, c'è qualcuno che voglio presentarti!» disse Naomi Misora trascinando il suo recalcitrante sposo verso Ryuzaki.
«Misora! Che piacere vederti!» la salutò Ryuzaki abbracciandola e baciandola come una persona normale, cosa per lui più unica che rara, sotto lo sguardo stralunato di Light e Raye Penber, completamente sorpresi dalla familiarità che c’era tra i due.
«Raye, questo è L!» spiegò orgogliosa Naomi, indicando il detective. L'uomo fece un grugnito in segno di saluto, guardando dall'alto in basso il detective, come per studiarlo.
«Allora, tutto bene?» chiese Ryuzaki, «come vi trovate? Vi siete ambientati?»
«Sì, sì, va tutto benissimo, avete fatto un ottimo lavoro con le decorazioni» rispose Naomi aggiustandosi l'abito svolazzante. «I dolci di Watari sono come sempre squisiti, vero Raye?»
L'uomo annuì senza smettere di osservare minaccioso Ryuzaki. «Quando saremo sposati diventerai anche tu brava a preparare dolci» disse stringendola possessivamente per la vita.
«Hai ragione, Raye» disse la donna accondiscendente, «a proposito, Ryuzaki, stiamo cercando il prete! Sai dov'è?»
«Il prete?» chiese perplesso il detective.
«Ci hanno detto che c'è qualcuno in sala in grado di unire le persone» spiegò Raye, col tono di chi insegna a uno sciocco che due più due fa quattro. «Vorremmo farci unire anche noi» concluse, leggermente seccato per tutti quei contrattempi prima del matrimonio.
«Oh, è lui» disse Ryuzaki indicando Light, che se ne stava in disparte tutto imbronciato ad osservare l’imprevista ascesa di popolarità del detective.
«LUI!» esclamò Misora sgranando gli occhioni grigi. «TU!» sbottò Raye, puntandogli il dito contro. «VOI!» disse sgomento Light, con le proverbiali mani nei capelli.
«Infame!!!» gridarono gli sposi in coro, facendo per scagliarsi contro Light, che cominciò a girare attorno al detective, il quale a sua volta cominciò a girare su se stesso per non finire avvolto dalla catena.
«Ryuzaki, fa' qualcosa!» implorò Light cercando di scansare i due inseguitori. «Mandali via!»
«Ma che gli hai fatto, Light?» chiese perplesso il detective, incuriosito da tanto astio.
«È lui il responsabile della nostra morte! Ha scritto i nostri nomi sul quaderno!» spiegò Misora, cercando di sferrare un calcio volante al suo assassino.
«Attenta Misora!» fece L, tirando via Light dalla sua traiettoria, che si aggrappò grato al suo collo. «Per favore, non rovinare il suo bel faccino, ho ancora intenzione di farmelo, quando avrete finito con lui» disse piazzandogli un rumoroso bacio a schiocco sulla guancia, che fece arrossire Light. «Puoi spezzargli le gambe, però» disse serissimo, facendo così infuriare Light, che gli diede una sberla da manuale.
«Ma come, voi non avete ancora...?» chiese allusiva Naomi, improvvisamente interessata alla questione. Raye intanto cercava di gambizzare Light sparandogli con la sua pistola di ordinanza, ma siccome erano nel MU, i colpi esplosi si dissolvevano nel nulla, facendo soltanto molto fumo e molto rumore.
«Eh no, ancora non siamo riusciti...» rispose L gravemente, scuotendo la testa. «C'è sempre qualche intoppo, ormai sono anni che tentiamo, ma niente» spiegò lisciando i capelli di Light, che, offeso a morte, gli schiaffeggiava via le mani.
«Caspita, non ne sapevo niente» commentò la donna dispiaciuta, «forse avete ancora delle questioni in sospeso» suggerì, «oppure... Raye, insomma, adesso basta!!!» disse infastidita strappando la pistola dalle mani del promesso sposo e facendola dissolvere nel MU. «Non vedi che non funziona quaggiù?!»
L'uomo la guardò contrariato, ma si rese conto che come sempre la sua Naomi aveva ragione, così spostò la sua attenzione su Light. «Scusa Naomi, ma questo rifiuto umano è il responsabile della nostra morte! Merita una punizione!»
«Oh signor Penber, Light è responsabile della morte della quasi totalità dei presenti, eppure solo lei sta facendo tante storie!» protestò Ryuzaki, che voleva sfogare la sua frustrazione con l'amica Naomi.
Alle parole del detective, tutti si voltarono verso di loro, guardando malissimo Light, che deglutì e cominciò a sudare freddo.
«È vero, è colpa sua se siamo qui!» disse una voce non meglio identificata in mezzo alla folla, «questo posto fa schifo!» disse qualcun altro dal tavolo della Yotsuba, «ed è pieno di marmocchi piantagrane!» protestò Roger da qualche parte, «a me non dispiace stare qui!» disse Wedy abbracciando il suo moroso, «il mio Light ha fatto qualcosa di male?» chiese Misa, smettendo di limonare con Gelus, «signori, avremmo potuto vivere molto più tempo se questo idiota non avesse giocato a fare il Dio!» protestò Aizawa, cercando di fomentare la massa, «non meritiamo di stare qui...» disse Aiber, «qualcuno ha visto il mio scalpo???» chiese Takada, «Takki-Kami, eccolo!» rispose Teru Mikami, «io odio questo posto, non voglio più fare i compiti di matematica!» piagnucolò Sayu, «io sono stato ridotto un colabrodo per colpa sua!» si sfogò Matt, indicando Light, «pensa che a me, che ero la sua donna, ha ordinato di suicidarmi con un incendio!» rincarò Takada riattaccandosi lo scalpo, «OMMIODDIOOOOOO!!!» urlò Mello, ricordando improvvisamente come fosse morto, «e tutto per colpa di questo pazzo fanatico!» disse Matt, «signori, state calmi! Era solo un ragazzo che seguiva i suoi ideali!» fece Watari, tirando fuori la mitragliatrice e puntandola al petto di Light, «è a lui che dobbiamo fare la festa!!!» gridò Naomi Misora, suscitando un boato di approvazioni dalla folla, «io ti ammazzo, bastardo, ti ammazzo!!!» urlò Matsuda, «addosso!!!» ordinò Aizawa con un grido di guerra.
Light nel frattempo cercava di trovare un modo per uscire vivo da quella brutta situazione, aveva una terribile sensazione di deja-vu, ma non ricordava cosa doveva fare. Soltanto Ryuzaki, suo padre e Near non avevano ancora detto nulla, ma si limitavano a guardarlo impassibili o scioccati, a seconda dei punti di vista. La folla era sempre più agitata e si stringeva a cerchio intorno a lui. In quel momento, Near si decise a parlare: «Ecco, io l'ho sempre detto che sarebbe finita cos...» 
«NESSUNO TI HA INTERPELLATO, NEAR!!!» sbottò Light. Improvvisamente, seppe cosa doveva fare.
Scoppiò a ridere come un invasato. Rise a pieni polmoni. Rise per dieci minuti di fila, facendo agghiacciare tutti i presenti, che cominciarono a cronometrarlo stupiti. Persino Mello rabbrividì. Ryuzaki invece lo guardava ammirato. «Adoro la sua risata!» sussurrò a mezza voce con lo sguardo rapito.
Finalmente Light smise di ridere, e riprese fiato. «È vero, io sono Kira» disse con voce sensuale, «e soprattutto sono il Dio di un nuovo MU» proclamò con un gesto teatrale, ottenendo la completa attenzione della folla ammutolita.
«Volete farmi la festa? Siete sicuri che sia la cosa giusta?» disse allargando le braccia e facendo una piroetta, come per mostrare tutta la sua avvenenza, «da quando sono qui, ho unito il settanta percento dei cuori solitari» continuò facendo un giro dall’altra parte per sbrogliarsi dalla catena, «...tuttavia nel MU c'è ancora un sacco di gente spaiata! E qualcuno deve pur ammanettarla!» spiegò infervorandosi, «...sono consapevole del fatto che unire sia un crrrrimine! Ma è l'unico modo per fare qualcosa in questo schifo di MU! Devo adempiere alla mia missione! Soltanto io posso riuscirci! Chi altro può arrivare a questo punto?! Chi può continuare la mia opera?! Solo io posso costruire un nuovo MU. Soltanto i..»
«NO!!!» disse una voce flemmatica, «tu sei soltanto un...»
«E ZITTO, NEAR!!!» sbottò Ryuzaki, che non si era perso una parola del discorso di Light e aveva le lacrime agli occhi.
«Perché non l'hai lasciato finire, nano?!» gridò Mello sferrandogli un coppino micidiale sulla nuca.
«Sì, fatelo parlare, sentiamo cosa ha da dire!» disse Mogi in mezzo alla folla.
«Ricomincia daccapo, fratellone!» lo esortò Sayu.
Light sospirò imbarazzato, riprese fiato e ricominciò daccapo la sua predica.
«...soltanto io posso farlo, io... sono il Dio... di un nuovo MU!» concluse solennemente, con la mano sul cuore e lo sguardo basso, mentre la folla lo fissava sbalordita. 
Alle parole di Light seguì un silenzio assordante, nessuno sapeva cosa fare o cosa dire, in tutta la sala non si sentiva un solo rumore, persino la musica natalizia si era spenta.
Senza pensarci due volte, L, alle spalle di Light, colto da un'improvvisa illuminazione, fece segno ai presenti di applaudire.
«Bravo Laaaaaaaaaaaiiiiiiiitttttt!!!» gridò Misa, cominciando a battere le mani, «ben detto, ragazzo!» urlò Aizawa, «è il mio mitico figliolo, e-hé!» ridacchiò la signora Sachiko Yagami. In breve, il pubblico fu in delirio: persino Mello e Matt applaudivano soddisfatti, tranne Near, che scuoteva contrariato la testa, cominciando a fare un presepe con i suoi pupazzetti.
«Non posso crederci, sono riuscito finalmente a dirlo!» realizzò Light, commosso dall'ovazione generale, «l'ho detto, e per la prima volta mi hanno capito!»
«Bravissimo Light! Finalmente ce l'hai fatta...» disse Ryuzaki saltandogli in braccio e allacciandogli le gambe dietro la schiena, «sei stato grandioso!» esclamò afferrandogli il viso con mani tremanti, per poi coinvolgerlo in un bacio mozzafiato, davanti a tutti.
Gli applausi scemarono in fretta a quel gesto plateale di Ryuzaki, poiché tutti cominciarono ad indicare i due che si baciavano appassionatamente, bisbigliando parole di stupore al proprio vicino.
«Voi lo sapevate??» bisbigliò Aizawa ai suoi colleghi, «finalmente ce l’hanno fatta!» esultò Naomi Misora col suo compagno, che guardava la scena disgustato, «Matt, guarda! Facciamolo anche noi!» diceva Mello al suo amico, «Kami!!!» guaiva Mikami sbigottito e un tantino geloso.
I sussurri si spensero del tutto quando i due ragazzi cominciarono a baciarsi sfacciatamente alla francese, senza apparente vergogna, sospirando appagati.
«Perché Light non mi ha mai baciata a quel modo??» protestò Misa con tanto d’occhi, venendo poi immediatamente soddisfatta dal prestante Gelus, cosicché per tutta la sala non si sentì altro che una sensuale musica di accompagnamento al sax, suonata da un insospettabile Anthony Rester.
Tutti trattennero il fiato quando Ryuzaki, non riuscendo a sbottonare la camicia di Light, nella foga cominciò a strapparla, facendo saltare i bottoni uno dopo l’altro, che come schegge andarono a mitragliare le fondamenta della torre di dadi che Near aveva pazientemente costruito, facendola miseramente dissolvere nel MU.
L’albino si alzò infuriato. «E MA CHE CA..!»
«ZITTO!!» urlarono tutti i presenti all’unisono, che non volevano assolutamente interrompere lo spettacolo. «OOOOLÉÉÉÉÉÉÉ!» dissero tutti quando Ryuzaki riuscì non si sa come a sfilare la camicia di Light nonostante le manette. Camicia che ovviamente finì sul presepe di Near, distruggendolo.
«Ooooooooh!» esclamarono in coro, quando sentirono il suono lampante di una cerniera che si abbassava.
A quel punto, gli ex agenti avevano cominciato a distribuire bandierine e vuvuzelas per fare il tifo e incitare i due ragazzi a darci dentro, Matsuda aveva aperto in men che non si dica un giro di scommesse clandestine su chi sarebbe stato seme e chi uke, Misa e Takada per la rabbia avevano ricominciato a malmenarsi, coinvolgendo anche i loro morosi; Watari e Roger cercavano di coprire gli occhi a Matt e Mello, che erano ancora minorenni; Raye e Naomi avevano intanto fatto amicizia con Wedy e Gevanni, cominciando ad organizzare un doppio matrimonio in grande stile.
All’improvviso arrivò Halle Lidner, che era stata nominata tutta la sera ma ancora non si era vista.
«Chi ha ordinato la chantilly??» chiese spingendo un carrello con una coppa gigantesca piena di crema.
«Mmm! Mmm! Mmmm!!!» mugugnò Ryuzaki sventolando un braccio per aria.
La donna consegnò l’ordinazione al committente. «Mi raccomando, fatene buon uso, Watari mi ha costretta a stare tutta la sera nelle cucine per preparare questa crema deliziosa!»
Il detective la ringraziò alzando un pollice, per poi cominciare a fare un uso veramente improprio della deliziosa crema, lasciando allibiti tutti i presenti.
«Ma insomma!!!» urlò scandalizzata Halle Lidner, ma non all’uso improprio della sua crema, bensì al suo collega e ormai ex fidanzato Gevanni che si era nel frattempo trovato una nuova compagna, «e così io me ne sto in cucina a sgobbare e tu mi tradisci!» strillò marciando verso la coppia.
«Ehi, carina, non lo sai che ogni lasciata è persa?» disse Wedy, soffiandole il fumo in faccia, in chiaro segno di sfida. Così cominciò l’ennesima rissa, che vide coinvolti tutti quanti, finché Aizawa, salito sul palco e afferrato il microfono, non riuscì a riportare l’ordine con un urlo sovrumano.
«YAOI? DOPPI MATRIMONI? CREMA CHANTILLY?? CERCHIAMO DI ESSERE UN PO’ PIÙ SERI!!!»
Tutti quanti smisero di fare quello che stavano facendo, e un silenzio imbarazzante calò nella sala. Anche Anthony Rester mise da parte il sassofono, con una sofferente nota stonata.
Light e Ryuzaki smisero di baciarsi, rendendosi conto solo in quel momento che non solo ci stavano andando giù pesante con quella maledetta crema, ma che il sovrintendente Yagami era in prima fila a guardarli, con le mani schiaffate ai lati della faccia, in una perfetta imitazione de l’Urlo di Munch.
«Papà, posso spiegarti!» disse Light, realizzando nel medesimo istante di non aver giustificazioni per le sue mani saldamente premute sul didietro di Ryuzaki.
Immediatamente mollò la presa, sussultando come se si fosse scottato, e il detective sarebbe miseramente rovinato a terra se non fosse stato per Rem, che lo afferrò al volo rimettendolo in piedi. «Yagami Light non si cura mai delle persone a cui dice di tenere» disse la Shinigami all'orecchio di Ryuzaki, come per metterlo sull'avviso e farsi perdonare per averlo meschinamente ucciso.
«Lo so, è un vero stronzo, ma è troppo sexy» rispose Ryuzaki guardando il compagno che cercava di riabbottonarsi i pantaloni e recuperare la propria camicia, che ovviamente Near si era premurato di gettar via per vendetta, facendola dissolvere nel MU.
Matsuda, mosso a pietà, si tolse la giacca porgendola a Light affinché si coprisse, ottenendo l’effetto contrario di farlo apparire ancora più provocante con quell’insolito abbigliamento. «È incredibile come tu riesca ad essere sexy persino con i vestiti di Matsuda» disse sottovoce Ryuzaki, beccandosi un'occhiataccia da Light e dall’ex poliziotto.
«Papà, adesso ti spiego» ripeté Light al padre, che però non dava segni di vita, «ti assicuro che non è come sembra!» disse, mentre il povero Soichiro cominciava a scuotere la testa sconvolto.
«Ascolta papà» cominciò, «io sarò anche stato Kira e avrò anche baciato Ryuzaki in maniera un po’ spinta, ma...» fece un pausa ad effetto, da bravo retore quale era, «MA TUA FIGLIA HA SPOSATO MATSUDA!!!» gridò indicando la sorella, che fece un balzo per allontanarsi dal marito, col risultato di trascinarselo addosso, poiché erano stati ammanettati. Il sovrintendente voltò la testa, ancora più sconvolto, verso la figlia, in attesa di spiegazioni.
«P-papà... Light e Ryuzaki... stanno insieme dalle superiori!!» sbottò la sorella indicando i due ragazzi, e il sovrintendente rivolse nuovamente a loro la sua attenzione.
«Io almeno alle superiori sapevo fare le equazioni! Sayu ha ormai vent'anni e ancora non le ha imparate!» ribatté il fratello.
«Papà, non credergli! È lui che mi cancella i risultati anche quando sono esatti!» strillò Sayu.
«Papà, Matsuda mi ha sparato! Ha sparato il tuo figlio preferito e ha deflorato la tua unica figlia femmina!! Ha distrutto la nostra famiglia! È con lui che devi prendertela!» gridò Light.
«Papà, Light è UKE!» strillò Sayu disperata, non sapendo più dove aggrapparsi. Il sovrintendente guardò Light scioccato, facendo frantumare a terra la bottiglia di champagne che stringeva ancora in mano.
«Dannazione, io avevo scommesso seme!!!» esclamò con un’ormai insperata prontezza di spirito, cercando poi nel taschino il foglietto della scommessa per controllare. «MATSUDA!! Mi hai fatto perdere, idiota!!»
Tutti quelli che avevano scommesso su Light seme si voltarono arrabbiatissimi verso Matsuda, cominciando a sbraitare contro il poliziotto che aveva loro consigliato male, il quale cercava di difendersi accampando le scuse più improbabili («ma Light è Kira, e Kira non può essere uke! E poi Ryuzaki non sembra molto virile!»), facendo così infuriare anche Ryuzaki, il quale voleva a quel punto mostrargli quanto fosse "virile". La situazione sarebbe degenerata se non fosse stato per Light, che lo trattenne dal commettere una sciocchezza di cui si sarebbe pentito, e per Aizawa, che aveva ripreso ad urlare al microfono.
«Insomma, è mai possibile che in tutti questi anni non siamo riusciti a festeggiare una volta questo benedetto Natale?!?! Non possiamo smetterla di litigare per un giorno?!?!»
Tutti si fermarono a guardare il poliziotto, per poi ribattere un secco: «NO!!!» e ricominciare a fare quello che stavano facendo.
«Insomma, mettiamo da parte i rancori e cerchiamo di divertirci!!!» tuonò Aizawa al microfono, anche se nessuno ormai lo ascoltava più.
«Qualcuno ha parlato di DIVERTIMENTO?!?!» disse una voce roca, seguita subito dopo dalla comparsa di Ryuk, che provocò un fuggi fuggi generale della folla spaventata.
Lo Shinigami si guardò intorno ghignando, salutando poi con la mano il suo vecchio compagno di avventure. Light gli rivolse un’occhiata torva, memore di come lo aveva impietosamente ucciso a suo tempo, per poi sospirare, infilarsi la mano nei pantaloni sotto lo sguardo voglioso di Ryuzaki, cavarne fuori invece una mela e tirarla in segno di pace allo Shinigami, che l’afferrò al volo.
«Ehi, mi sembra che ve la stiate spassando parecchio quaggiù!» disse lo Shinigami a Light, «oh ciao, Matsuda! Piaciuto il regalo di Natale??» aggiunse poi sghignazzando.
«Ryuk, che sei venuto a fare? Non vedi quanto scompiglio hai portato?» sbuffò Light, ma non ebbe risposta perché Matsuda in quel momento, liberatosi della folla che lo voleva linciare, comprese chi aveva di fronte.
«E così... e così tu saresti Babbo Natale!» sbottò avvicinandosi coraggiosamente allo Shinigami, «tu hai letto la mia letterina e mi hai mandato qui a fare la parte dello zimbello del villaggio! E per farlo mi hai ucciso!!!» concluse in tono melodrammatico, tenendosi le mani sul cuore.
«Matsuda, quanto la fai lunga» sospirò Light, «possibile che non hai ancora capito che è colpa sua se siamo tutti qui? È stato lui a organizzare questa farsa!»
«Cosa?!» fece incredulo Matsuda, seguito poi dal resto dei presenti che cominciavano a venir fuori da sotto gli alberi di Natale dove si erano rifugiati.
«Così come quando ha fatto cadere il quaderno sulla terra!» spiegò Light, «e volete sapere perché l'ha fatto??» chiese allargando le braccia per mostrare i pettorali e gli addominali scolpiti sotto la giacca aperta, ottenendo così l'attenzione di tutta la platea che lo ascoltava col fiato sospeso. Ryuzaki lo guardava nuovamente coi lucciconi agli occhi e la salivazione a mille: «adoro quando monopolizza l'attenzione del pubblico così!» disse in un sussurro.
«Perché si annoiava!» disse Light con enfasi, suscitando l'indignazione di tutti i presenti, che presero a tirare palle di Natale, stelle comete, candelabri, dolcetti e tutto quello che avevano sottomano addosso allo Shinigami.
«Cos'hai da dire a tua discolpa, Ryuk??» urlò Light, che era ormai deciso a fare il processo allo Shinigami.
«Ma come, non siete contenti di essere qui tutti insieme? Voi umani non festeggiate il Natale??» chiese lo Shinigami scansando un blocco di torrone da un chilo diretto alla sua faccia.
«È quello che vorremmo fare, ma non riusciamo a metterci d'accordo!» urlò in risposta Aizawa dal palco, «rispondi, Shinigami: perché hai organizzato tutto questo?»
«Perché così potremo divertirci tutti insieme ancora una volta!» rispose lo Shinigami.
«Spiegati meglio, Ryuk!» gridò Light, minacciando di tirargli un grosso panettone senza canditi.
«Ecco io... pensavo che vi avrebbe fatto piacere festeggiare tutti insieme... E poi... ho nascosto un quaderno» disse indicando le pile di regali sparse ovunque, «così quando aprirete i regali qualcuno lo troverà... E potremo ricominciare tutto daccapo!» disse facendo degli improbabili occhioni dolci alla platea. «Non vi sembra divertente??» chiese con un sorrisone più inquietante del solito.
Tutti i presenti esplosero in un corale «aaawwwww», per poi cominciare a confabulare tra di loro sul da farsi. 
«Signori!» gridò Aizawa al microfono, «tra mezz'ora sarà mezzanotte, propongo nel frattempo di fare un brindisi e di abbuffarci! Allo scoccare della mezzanotte, come da tradizione, apriremo i regali, e che vinca il migliore! Siete con me???» urlò spronando la folla, che esplose in un unico: «SÌ!!!», per poi precipitarsi a scartare i regali prima del tempo.
«Un quaderno!» si disse Light, «allora posso ancora diventare il Dio di un nuovo MU!» bisbigliò con una nuova luce negli occhi, guardando poi pensieroso le manette che lo legavano al detective. 
«Senti, Ryuzaki» cominciò, «che ne dici di unire le forze questa volta?» chiese pieno di entusiasmo, «se ci alleiamo vinceremo sicuramente, dobbiamo solo trovare il pacco giusto!» disse, mentre il detective lo ascoltava attentamente mangiandosi un'unghia.
«Ma io ho già il pacco che voglio!» rispose avvinghiandosi al ragazzo e infilandogli una mano nella cerniera aperta dei pantaloni. «Questo non ti servirà» disse afferrando il Death Note dalle braghe di Light e gettandolo via, giusto tra le mani di Near. «Dovresti mettere un po’ d’ordine nei tuoi boxer, ci credo che poi non trovi le cose» disse poi, gettando via una busta piena di benzina reperita nello stesso posto, che finì ancora una volta tra le mani di Near, prendendo fuoco. «Ma che ci tieni qui dentro??» chiese esterrefatto il detective, spingendolo poi sotto un grosso albero di Natale.
«Serve per distruggere le prove!» spiegò Light, prima di sparire sotto i rami con Ryuzaki.
«Accidenti, devo trovare il Death Note!» disse Matsuda a Sayu, che era ancora ammanettata a lui, «solo così potrò riscattare anni e anni di figuracce, e nessuno più mi darà dell'idiota!» spiegò, cominciando a scartare un pacco e trovandoci solo mele. 
«Tota, caro, lo sai che i Babbi Natale portano solo mele? Io te l'ho sempre detto!» disse Sayu raccogliendo le mele e conservandole al sicuro sotto un divano.
«Macciuuudaaaaa!» disse all'improvviso una voce impastata dietro di lui, mentre un braccio con annessa una bottiglia mezza vuota di champagne gli cingeva le spalle.
«Sovrintendente, ma lei è ubriaco fradicio!» disse Matsuda sobbalzando.
«Puoooi scommettersci... hic! caaaro sgenero!» disse tra i singulti, per poi dare un'altra sorsata alla bottiglia, «allora, adescio è un po' come sce fosci anche tu uuno dei miei figli! Hic! Beh, ho avuuuto un sgenio, uuuna shgualdrina...» disse contando sulle dita, «...l'idiota ancora non sce l'avevo!» disse scoppiando a ridere sguaiatamente.
«Papà!!!» lo rimproverò Sayu, ma il sovrintendente non se ne accorse, continuando a parlare con Matsuda.
«E e e cooomunque, hic! Macciuda, devi ancora shpiegammi coooscia scignifica uke!» si ricordò improvvisamente il signor Yagami, quando ad un tratto la sua attenzione venne attirata da un grosso albero di natale. «Ehi, ma pecché quell'albero sci muove coscì? Shtanno cadendo ciutte le decorascioni!» biascicò, «forsce sciono cioppo ubbiaco...» rifletté barcollando e stropicciandosi gli occhi, «ma vado a conciollare lo shtescio!» disse avviandosi a passo incerto verso l'albero traballante.
«PAPÀ, NON FARLO!!» gridò Sayu, cercando di fermare il padre, ma era ormai troppo tardi.
«Sovrintendente... anf... mi passa quella crema chantilly?» ansimò Ryuzaki, «papà?!?!» gridò Light, «Light?!?!» gridò il sovrintendente, improvvisamente sobrio, «allora, quella crema?» insistette Ryuzaki, «ecco, tieni!» disse il sovrintendente passandogliela, «papà che ci fai qui?!» sbottò Light, «Light, che ci fai tu nascosto sotto un albero tutto nudo con Ryuzaki?!» chiese il sovrintendente, «papà, vattene!!!» lo implorò Light, «signor Yagami, la crema si può usare come lubrificante??» chiese spudoratamente Ryuzaki, provocando l’immediata ritirata dello sconvolto sovrintendente.
«Sovrintendente, sta bene?» chiese Matsuda preoccupato. 
«Sto... Sto bene» disse titubante il sovrintendente, «credo... credo di aver capito cosa significa u-uke...» disse scuotendo forte la testa, come per mandar via una brutta immagine impressa nella mente. «Ascolta, Matsu-kun, hai visto quel ragazzino biondo? Vorrei adottarlo...» disse il sovrintendente guardandosi intorno nella confusione di gente che scartava i regali.
«Credo sia da quella parte...» disse Matsuda indicando un divanetto poco distante. I tre si avviarono in quella direzione trovando Mello e Matt sdraiati sul divano.
«Andiamo, Matt! Near bacia molto meglio di te! Mettici un po' di passione!» disse Mello, cominciando poi a vampirizzare il collo del povero Matt.
«Mello, non riesco a respirare, mi stai soffocando!» disse Matt, che era diventato cianotico.
Il sovrintendente guardò scioccato la scena. 
«Eh, i ragazzini di oggi!» sospirò Watari, giunto in quel momento, cacciandogli in mano una nuova bottiglia di spumante e annuendogli incoraggiante.
«CHAMPAGNE!!!» urlò il sovrintendente, stappando la bottiglia e annaffiando tutti i vicini, per poi dare una lunghissima e soprattutto indispensabile sorsata. «That’s the jingle bell, that’s the jingle bell, that’s the jingle bell roooooooock!»
E vissero tutti ubriachi e contenti, almeno fino al Natale successivo.

 

 

Fine. Finalmente.

 
 
 
Ehm ehm...
 
Promemoria, promemoria per me: mai, mai più riunire tutti i personaggi di Death Note per Natale.
Se siete arrivati fin qui, suppongo che abbiate buttato un’ora della vostra vita per leggere questa emerita idiozia. A mia discolpa, posso solo dire di prendervela con Matsuda: è sempre lui che mi mette in testa certe idee malsane.
Buone feste a tutti :)

   
 
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