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Autore: KuromiAkira    23/12/2012    4 recensioni
Il ragazzo annuì mentre la ragazzina si avvicinava, ammirata. - È ciò che hanno usato anche quelle persone? - chiese, sottolineando le ultime due parole con un tono disgustato.
L'uomo rise. - È molto di più, Kyoka. È molto di più. Con questo potrete fare quello che volete. Ma saremo soli, ve la sentite lo stesso? -
- Ma certo! - rispose lei, sorridendo. - Non abbiamo nessun dubbio, vero fratellino? - domandò poi, rivolgendosi all'altro.
- Nessuno - confermò il fratello, avvicinandosi a sua volta e chinandosi appena verso il contenuto della valigia.
- Ora, finalmente, potremo avere la nostra vendetta - mormorò.
Entrambi i ragazzini sogghignarono e il buio della stanza rendeva le loro espressioni estremamente sinistre.
[Sun Garden/Aliea Academy + Original Characters]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Midorikawa Ryuuji, after Reize and the Aliea Academy'
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Note iniziali: niente tabella iniziale, questa volta. XD la uso solo per one shot o raccolte XD
Comunque, salve! Eccomi con una long che spero di riuscire a concludere. Non riuscivo a iniziarla e quando ce l'ho fatta sono partita in quarta e ora sto scrivendo il terzo capitolo, la trama ce l'ho bene in mente a parte forse le scene d'azione che sono un po' il mio punto debole, ma suvvia, proviamoci comunque!
Naturalmente non anticipo nulla, troverete poi spiegazioni a fine capitolo. Dico solo che i protagonisti saranno, preparatevi a rimanere a bocca aperta dalla sorpresa, i ragazzi del Sun Garden/Aliea Academy. Eh sì, sono molto originale, eh XD
Ci saranno, però, due miei OC. Spero che li apprezzerete, sto scrivendo cercando di caratterizzarli per bene. Per chi deciderà di leggere: spero vi piaccia l'inizio.
I capitoli non hanno titoli, perché non ho fantasia XD






Il suono dei passi era regolare, nonostante uno dei due, impaziente, camminasse più veloce dell'altro.
Gli stretti corridoi erano freddi e bui, illuminati da piccoli faretti posti in mezzo alle due pareti.
Non ci badarono. Sapevano dove andare.
Abitavano lì da quasi due anni, da quando quello strano uomo, il loro salvatore, si era presentato davanti alla porta della loro casa. Gli aveva portati lì, aveva dato loro una ragione per vivere.
Il più calmo dei due, un ragazzo dai capelli lisci e scuri, lunghi appena sotto le spalle e legati in una coda bassa, si fermò solo per fissare la ragazzina davanti a sé. I lunghi capelli ricci, dello stesso colore di quelli del ragazzo, le coprivano la schiena e ondeggiavano, indomabili, a ogni movimento di lei. Quando anche la ragazza si fermò, lui tornò a camminare per raggiungerla ed entrambi si voltarono verso una porta, che si aprì automaticamente appena si avvicinarono.
La stanza in cui entrarono era ancora più scura dei corridoi, illuminata da una lieve luce viola proveniente dal centro della camera.
L'ombra di qualcuno seduto davanti a un grande tavolo si confondeva col resto di quell'oscurità ma quella persona aveva una pelle così chiara da renderlo ben visibile. I due nuovi arrivati sorrisero.
- Avete fatto in fretta - mormorò l'uomo.
- Sì, eccoci! - esclamò con voce allegra e infantile la ragazza, saltellando sul posto e sollevando il braccio verso l'alto, probabilmente in segno di saluto.
- È tutto pronto? - chiese invece l'altro, dalla voce chiaramente mascolina, benché suonasse ambigua.
L'adulto si alzò dalla sedia. - Vi ho fatto aspettare tanto, me ne rammarico. Ma ora è tutto pronto. -
L'uomo afferrò la valigetta che aveva lasciato sul pavimento e la poggiò sul tavolo. La aprì.
Il ragazzo annuì mentre la ragazzina si avvicinava, ammirata. - È ciò che hanno usato anche quelle persone? - chiese, sottolineando le ultime due parole con un tono disgustato.
L'uomo rise. - È molto di più, Kyoka. È molto di più. Con questo potrete fare quello che volete. Ma saremo soli, ve la sentite lo stesso? -
- Ma certo! - rispose lei, sorridendo. - Non abbiamo nessun dubbio, vero fratellino? - domandò poi, rivolgendosi all'altro.
- Nessuno - confermò il fratello, avvicinandosi a sua volta e chinandosi appena verso il contenuto della valigia.
- Ora, finalmente, potremo avere la nostra vendetta - mormorò.
Entrambi i ragazzini sogghignarono e il buio della stanza rendeva le loro espressioni estremamente sinistre.


- Non ce la farò mai. No, seriamente, io questo cavolo di esame non riuscirò a superarlo! - si lamentava da almeno un quarto d'ora Haruya, seduto sul tavolino del salotto, prendendosi la testa con entrambe le mani.
Suzuno, accanto a lui, sospirò seccato. - Se invece di blaterare provassi a studiare forse, e sottolineo forse, qualcosa ti entrerebbe in quella testa bacata che ti ritrovi! - sbottò.
Hiroto, seduto dall'altra parte del tavolo, rise, mentre Midorikawa si avvicinava tenendo per le mani un vassoio con tre tazze di tea per i suoi fratelli adottivi.
- Allora, Nagumo, questo vuol dire che sarai bocciato e che l'anno prossimo studieremo io e te, per l'esame d'ammissione - infierì il ragazzino con i capelli verdi.
Haruya lo guardò male. Fuusuke, invece, annuì. - Ti ci vedo bene, come ripetente. Non capisco come tu non sia mai stato bocciato fino ad ora, considerato che non hai mai studiato in vita tua - commentò.
- Taci! E poi tu, Midorikawa, che ci fai qui, dato che non devi fare l'esame? Perché non vai a farti un giro approfittando del tempo libero? Vuoi farcela pesare? Eh? - sbraitò, puntando il dito verso Ryuuji.
- Non prendertela con Midorikawa, non è colpa sua se ha un anno in meno di noi, senza contare che ha tutto il diritto di rimanere in casa, dato che ci abita - lo difese Kiyama, accettando volentieri la bevanda. Il diretto interessato, invece, non sprecò nemmeno fiato a rispondergli. Sapeva bene che l'ex-capitano della Prominence diventava estremamente irritabile se messo sotto pressione.
Haruya poggiò la testa sul tavolo. - Ho voglia di andare a giocare a calcio... - borbottò.
- Allora vai e non disturbarci più - gli rispose Suzuno, sempre pronto a ribattere. Hiroto rise ancora.
In quel momento qualcuno bussò e Kurione Yuki, conosciuta come Rhionne ai tempi della Aliea Academy, fece capolino nella stanza.
- Midorikawa, invece di farti urlare addosso da quell'idiota di Nagumo potresti venire in attimo in camera mia? Ci serve aiuto per matematica - chiese, per nulla infastidita di dover chiedere a un suo fratello più giovane. Oltre ai tre ex-capitani della Genesis, Prominence e Diamond Dust, infatti, altri dovevano sostenere, quell'anno, gli esami d'ammissione per le scuole superiori. Loro tre studiavano assieme perché intendevano iscriversi nello stesso istituto ma in quel periodo gran parte degli orfani del Sun Garden era chino sui libri.
Ryuuji annui, augurò buona fortuna ai tre ragazzi e uscì dalla stanza.
Haruya sbuffò. - Con me sono sempre molto gentili, gli ex-membri della Diamond Dust, eh? -
- Sanno che sei un deficiente - spiegò impassibile Fuusuke. Poi si voltò verso la porta, ormai chiusa. - L'anno prossimo Midorikawa non dovrà faticare molto, per gli esami. Se continua ad aiutare gli altri sarà già preparato - commentò bevendo un sorso di tea. - Dovresti chiedergli aiuto anche tu, Haruya, invece di sfogare lo stress su di lui - consigliò con tono qusi serio, benché Hiroto sapesse che lo stava ancora prendendo in giro.
Nagumo lanciò il libro dietro di sé e si stese sul pavimento. - Che lo faccia lui il mio esame, allora! -
- Magari, così faremmo subito la stessa scuola - mormorò Hiroto, seriamente dispiaciuto di dover, anche solo per un anno, frequentare una scuola diversa da quella del suo migliore amico. Per fortuna l'ex-capitano della Gemini Storm era intenzionato, l'anno venturo, a sostenere l'esame per la loro stessa scuola superiore.
- E ci libereremmo di Haruya per un anno. Una pacchia. Dovremmo proporglielo davvero - continuò a provocare Suzuno.
- Andate al diavolo, voi due! - sbottò il ragazzo dagli occhi dorati, sbuffando. Poi si allungò per prendere il libro senza dover cambiare posizione e provò a studiare, rassegnato.


Kira Hitomiko si stava dirigendo, abbastanza svogliatamente, verso l'orfanotrofio. I periodi degli esami erano duri e, dato che gli ex-membri della Aliea Academy erano tanti e di diverse età, lei ci era passata parecchie volte.
Era veramente difficile, per la donna, mantenere la calma quando qualcuno dei 'fratelli minori' perdeva la testa a causa dello stress e dato che quell'anno toccava anche a Gazel e Burn, famosi per riuscire a litigare ventiquattro ore su ventiquattro ininterrottamente, si poteva benissimo immaginare quale fosse la situazione a casa in quel periodo.
Sospirando, fu solo per caso che alzò gli occhi al cielo e vide precipitare un qualcosa che trovava inspiegabilmente familiare. Si fermò per un' attimo a chiedersi cosa le ricordasse, poi si rese conto che era diretto, a una velocità incredibile, proprio sull'orfanotrofio.
La donna iniziò a correre e a gridare, sperando di farsi sentire dagli inquilini del Sun Garden.
Nel sentire la sorella maggiore urlare loro di uscire fuori, con un tono di gran lunga diverso da quello freddo e impassibile che usava di solito, gran parte degli orfani si ritrovò in giardino quando l'oggetto proveniente dal cielo di schiantò sul tetto del orfanotrofio, distruggendolo.
Hitomiko arrivò all'entrata del giardino in quel momento e insieme ai fratellini fissò il fumo che usciva dal tetto, ormai scoperchiato, dell'edificio.
- Cosa diavolo è... - iniziò Segata Ryuuichirou, una volta conosciuto come Zell, senza però trovare la forza di finire la frase, sconvolto com'era.
Per qualche secondo nessuno riuscì a muoversi, poi alzarono tutti la testa verso l'alto, nel sentire una voce femminile.
- Trenta, trentuno, trentadue... qualcuno sarà rimasto dentro la casa, fratellino? Quanti erano, gli alieni? - chiese una ragazzina, spostando con un movimento della mano una ciocca di capelli ricci finitale davanti agli occhi a causa del vento.
Lei e il fratello erano in piedi su quella che sembrava una lastra luminosa in mezzo al nulla, a qualche metro da terra. Entrambi indossavano una tuta nera attillata, che copriva loro la maggior parte del corpo e il ragazzo teneva sottobraccio un pallone completamente nero, che ogni tanto sembrava illuminarsi di una leggera luce viola, viola come gli occhi di entrambi.
Lui sospirò. - Almeno cinquantacinque. Erano cinque squadre di calcio, se ci pensavi potevi arrivarci, Kyoka - rispose lievemente scocciato. Poi ghignò. - Questo vuol dire che non tutti sono qui fuori... -
Kyoka esultò, saltellando sul posto. - Allora qualcuno è rimasto sotto! Evviva! – gridò con voce infantile.
Sconcertati, sopratutto per quell'incontro che aveva un qualcosa di familiare, i ragazzi sembrarono rendersi conto in quel momento che sì, non tutti erano usciti dalla casa.
Naturalmente non erano tutti e cinquantacinque nell’edificio, quel giorno. Saginuma, ad esempio, era uscito quella mattina, così come qualcun'altro. Ma all'appello, in quel momento, c'era chi mancava comunque.
- Clara! - esclamò Ai, ricordandosi di non averla vista uscire, benché fossero state insieme fino a pochi minuti prima. L'ex-giocatrice della Diamond Dust ebbe l'istinto di rientrare in casa, ma suo fratello Shuuji la trattenne. - Vado io - mormorò, superandola e avvicinandosi all'edificio con cautela, seguito da altri ragazzi. Altre persone non presenti nel giardino vennero nominati, aiutando i volontari a capire quali dei loro fratelli e sorelle dovevano cercare.
Hitomiko si voltò verso i due nuovi arrivati.
- Chi siete? - chiese duramente.
Lo sconosciuto la guardò con odio. - Naturalmente non ci conoscete, anche se dovreste. Dannati alieni, noi siamo qui per vendicarci! - esclamò con rabbia.
- Alieni? Siete arrivati tardi di due anni! - esclamò Haruya facendo un passo in avanti. Ma Suzuno lo bloccò afferrandogli la spalla. - Fermati! - intimò. - Non capisci la situazione? - gli chiese.
L'amico-rivale si voltò verso di lui. - Come sarebbe a dire 'non capisci'? Mi prendi in giro? Quelli ci stanno attaccando! -
- Appunto! E usano la stessa tecnologia che usavamo noi nella Aliea! - spiegò, apparentemente tranquillo.
Midorikawa li fissò con preoccupazione. - E hanno fatto ciò che faceva la Gemini Storm...- mormorò, inquieto. Non gli piaceva ricordare certe cose.
- Vendicarvi? - domandò Hiroto, sinceramente stupito. Non avrebbe mai immaginato che qualcuno avrebbe voluto vendicarsi di loro, non dopo due anni di vita normale e pacifica. - E per cosa? - continuò, dubitando si trattasse della distruzione di un edificio scolastico.
- Non lo immaginate? Vi dico solo un nome: Kirishima Hiroki - sibilò nuovamente il ragazzo, assottigliando gli occhi. Di fianco a lei, anche la sorella assunse la stessa espressione, stringendo i pugni e tremando, probabilmente di rabbia.
Nel sentire quel nome, solo Hitomiko sussultò. - Non ditemi che... - mormorò. Hiroto non fu l'unico a voltarsi verso di lei. - Sorella, tu ne sai qualcosa? - chiese.
- Sarebbe a dire che voialtri non ne sapete nulla? - gridò allora lo sconosciuto, puntando il dito contro di loro. - Noi siamo Kirishima Minoru e Kirishima Kyoka, fratelli minori di Kirishima Hiroki, il ragazzo che voi alieni avete ucciso! - urlò e in quel momento un gelo scese improvvisamente sul posto.




Note finali: Io in questo momento spero davvero di scrivere questa fiction in modo quantomeno decente XD Diciamo che sono più da one-shot che da long.
Spero comunque di avervi incuriositi. Ora passiamo alle note importanti. Prima di tutto: com'è nata questa fiction?
Guardando Inazuma Eleven e notando come chi fa cattive azioni venga perdonato praticamente sin da subito, mi sono chiesta 'cosa accadrebbe se succedesse qualcosa veramente difficile da perdonare?' Poi anche il fatto che gli 'ex-alieni' tornino alla vita normale così, come se nulla fosse, mi perplime un po'.
Così ho deciso di creare due OC che ce l'avessero a morte con i nostri poveri orfanelli. Spero di rendere bene i sentimenti di Minoru e Kyoka e quelli dei ragazzi del Sun Garden.
In questo capitolo ho specificato come fossero le voci dei miei due OC. Questo perché quando invento OC mi immagino anche le voci che devono avere, e assegno loro un seiyuu, un doppiatore giapponese.
Kyoka la immagino con la voce di Aya Hirano mentre Minoru con quella di Akira Ishida.
Per quel che riguarda i nomi: Minoru l'ho preso dal manga 'Chobits' delle Clamp mentre Kyoka da 'The Gentlemen's Alliance Cross' di Arina Tanemura.
  
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