Teach me art
Tutta colpa di un dipinto.
Che strana giornata ad
Iwa.
Il sole splendeva un po’ pallido ed il vento
imperversava senza sosta tra gli alberi.
Una giovane ninja decise però di sfidare
tutto quel vento, uscì infatti di casa con un cavalletto ed una tela sotto
braccio.
Il vento scompigliava la chioma corvina della ragazza, ma lei non se ne curava, non era mai stata una di quelle ragazze amanti dei capelli lunghi, aveva infatti un taglio molto maschile.
Non amava le gonne e il rosa, troppo
femminile, per questo indossava dei pantaloni al ginocchio e una t-shirt
abbastanza corta, con sotto una maglia a rete un po’ più lunga; portava i
tradizionali sandali e aveva delle fasciature ai polpacci e all’avanbraccio
sinistro, sul destro un manicotto a rete, infine portava dei guanti a mezze dita
su entrambe le mani, il tutto rigorosamente nero: il colore per eccellenza, come
lo definiva lei.
Dopo nemmeno dieci minuti di viaggio arrivò
a destinazione: una radura affacciata su di un piccolo laghetto, offriva un
ottima visuale, il posto ideale per dipingere.
La ragazza estrasse una piccola tavolozza e
dei colori dalla sacca che porta alla vita, iniziando così a
dipingere.
C’era però qualcosa che non andava in quel
paesaggio…quel cespuglio lontano sembrava giallo, giallo evidenziatore! Che
esista una pianta di quel colore in natura?
Bah…inutile porsi problemi, la ragazza
incluse anche quella macchia gialla nel dipinto.
“Bene, dovrebbe essere finito…” commentò
soddisfatta lei.
“Secondo me quella macchia gialla stona un
po’…”
Una voce pacata la sorprese alle
spalle.
La ragazza si voltò e vide la causa del
difetto del dipinto.
“Beh quella macchia gialla temo sia tu.”
ribattè lei notando la chioma bionda.
“Io? Com’è possibile scusa?!” disse di
rimando lo strano individuo.
“Eri tu a riposare in quella radura?”
“Beh…si”
“Allora sei tu quella macchia gialla.”
Concluse la ragazza.
Finito l’edificante dialogo, la ninja studiò
il ragazzo che le si era parato davanti, nonché la causa del difetto nel
quadro.
Un giovane slanciato e magro, bello, non c’è
che dire.
I capelli (la macchia gialla del quadro)
erano lunghi e sciolti, ed appunto giallo evidenziatore.
Gli occhi erano di un grazioso azzurro cielo
e, strano a dirsi per un ragazzo, truccati di nero
tutt’intorno.
La ragazza non potè identificare il
coprifronte, dato che la parte metallica era girata verso
l’interno.
“Beh…comunque da un tocco d’originalità”
continuò il ragazzo.
“Che?” chiese lei, distrattasi dal
discorso.
“La macchia
gialla…io!”
Il giovane non staccava gli occhi dal
dipinto, pareva rapito da esso.
Invece la ragazza non staccava gli occhi dal
biondino, aveva un aria famigliare.
“E' molto bello,
sai…?”
Finalmente aveva staccato gli occhi dalla
tela.
“Oh grazie…”
La ragazza sorrise, arrossendo lievemente al
complimento.
“Fai solo questo?” domando lui, tornando al
quadro.
“In che senso…? Solo paesaggi?” chiese di
rimando lei.
“No, no…intendo: ti eserciti solo in questa
forma d’arte?”
Che domanda strana.
Nessuno aveva definito arte i suoi
dipinti prima d’ora.
“No beh…solo nel
disegno.”
“Oh…peccato, credo che tu possa fare anche
altro…hmm.”
Quel ragazzo le ricordava qualcuno, ma
chi?
Continuarono il
discorso.
“Cosa intendo con altre forme d’arte?”
azzardò.
“C-come?! Vuoi dire che consideri
solo il disegno arte?!” ora il giovane sembrava
irritato.
“No, no. Voglio sapere cosa consideri tu
come arte.”
Se i suoi sospetti erano
giusti…
“Oh, l’arte è…” iniziò il
ragazzo.
Lei tese le orecchie in attesa della
fatidica frase.
“Beh…”
Forse aveva capito il
tranello.
“Anche la scultura è
arte…”
Non era quello che
s’aspettava.
“Oh si certo.” Disse lei con una punta di
delusione.
“Tu cosa consideri arte?” domandò poi
lui.
“Io? Per me l’arte è qualcosa che va oltre
il materiale.”
Così era sicura
d’ingannarlo.
Il ragazzo pareva infatti molto preso dalla
frase.
“Cioè?” chiese
impaziente.
“Ma…è qualcosa che appare e svanisce in un
istante.” Disse schioccando le dita.
“E’ l’ispirazione per l’opera. Arriva in un
attimo ed in un attimo svanisce, devi solo coglierla in tempo, afferrarla.”
Spiegò la ragazzina guardando il suo quadro,
ma poi voltandosi verso il biondo, in cerca di una conferma o meglio ancora di
una risposta.
In effetti il ragazzo aveva la bocca schiusa
e voleva dire qualcosa, ma pareva titubante.
“E’ un’ottima teoria…”
Accidenti…! Non lo riusciva ad
ingannare.
Non poteva avere conferma di chi pensava
fosse in realtà il biondo.
“Tu ti riduci solo a dire che l’arte è anche
scultura? Mi deludi biondino…” disse beffarda lei, con l’intento di stuzzicare
il suo spirito artistico.
“Ma certo che non mi riduco a quello!” disse
stizzito lui.
“Ebbene?”
“L’arte…è come
un’esplosione!”
L’ha detto!!!
Inconfutabilmente quel giovane
era…
“Deidara!” strillò
lei.
“Hmm…” disse lui tirandosi un buffetto in
testa.
“Dannato sia io ed il mio spirito
artistico…” disse sorridendo ed allontanandosi
leggermente.
“Tu fai parte di quell’associazione di
mukenin!!!” disse lei balzando indietro e afferrando un
kunai.
“Cosa vuoi da me?” continuò
minacciosa.
“Strano a dirsi…ma volevo solo vedere il
dipinto.”
“Tks! “
“Cos’è non mi credi?”
“Certo che no! Volete attaccare Iwa!!!”
Disse lei lanciandosi contro Deidara.
Ovviamente il biondo schivò l’attacco e con
un salto raggiunse un ramo vicino.
“Non sono qui per attaccare Iwa…” iniziò il
biondo, legandosi il coprifronte in vita.
“Non attaccherei il mio villaggio per
niente.”
La ragazza guardò il coprifronte, era il
simbolo di Iwa, il paese della roccia, sopra di esso si allungava un taglio
orizzontale, quello dei traditori.
“Ora, per favore, torna al villaggio e non
dire nulla della mia presenza. Se farai così non ti torcerò un capello.” Propose
Deidara.
“Mai, se c’è una cosa in cui credo è
l’onore…” non ebbe il tempo di finire
“Ho detto di andare.” Disse freddo
lui.
La ragazza si lanciò contro il ramo
spaccandolo, facendo così cadere il mukenin.
Dopodiché lo attaccò con degli shuriken, che
andarono però a vuoto.
Non c’era storia, era nettamente superiore
il biondo.
“Combatti!” gridò lei lanciando dei kunai
con della carte bomba, ovviamente l’attacco andò a vuoto.
“Tks…non voglio uccidere
un’artista…”
Detto ciò Deidara colpì la ragazza alla
nuca, tramortendola.
“Ch-che…cosa…?” mugugnò la
ragazza,
“Ho detto che non voglio uccidere
un’artista…sarebbe un peccato…” ripetè Deidara.
La ragazza svenne a causa del
colpo.
“Non posso lasciarla
qui…”
Deidara guardò l’orizzonte, poi creò un volatile d’argilla e ci saltò sopra con la ragazza in spalla.
Primissima storia a capitoli su Naruto! Auguratemi buona fortuna :D
Puntualizzo: la storia si svolgerà nel lasso di tempo tra la morte di Sasori (non temete...vedrò di inserirlo in qualche modo) e l'arrivo di Tobi all'Akatsuki, quando diviene compagno di Deidara (amoreeee!!!), perciò quando Deidara non ha compagni.
Owari
*Aly*
>>ArT iS a BaNg!<<