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Autore: DominoRage    23/12/2012    2 recensioni
. Il sangue affluiva come un fiume in piena, si impregnava nel materasso come acqua le sue lacrime erano scomparse e il suo cuore aveva smesso d’amare
Genere: Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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I suoi occhi. Beh i suoi occhi erano strani. Quasi intoccabili per lui. Ma in quel lasso di tempo sapeva quanto odio provavano. Quei occhi, che tanto desiderava, che tanto amava, voleva sprofondarci, annegarci e non salire mai più a galla per non vedere più la curda realtà. Voleva stare li, in quel colore così caldo e profondo. Che a un solo sguardo sapevano farti rabbrividire. Era un colore che poche persone potevano avere. E non stiamo parlando del solito azzurro ghiaccio. Ma di un colore scuro e limpido. Così scuro che ti ci potevi specchiare e morire, in pace coccolato dal suo calore.

 
Era questo che pensava Brian Haner ogni volta che incontrava il suo sguardo. Ma per il resto la odiava, era un ragazza schiva e acida con tutte le persone che gli capitavano davanti. Non riusciva a capirla, e credetemi Brian Haner era bravo a capire le persone. Più volte cercava di capirla, conoscerla, ma ogni volta che gli rivolgeva la parola ella rispondeva con un sguardo freddo, o una smorfia. Odiava quando faceva così, ma in un certo senso provava un’attrazione per lei.
Rimaneva quasi incantato dalla sua camminata sinuosa, sembrava un movimento naturale, nulla di forzato gli veniva così come suonare la chitarra.
Adorava i suoi capelli, erano lunghi e neri, voleva sprofondarci il viso e giocarci con le dita. Il suo corpo, rimaneva incantato anche da quello. A volte si perdeva in quella linea sinuosa e, il suo viso candido come la neve, gli occhi scuri e le labbra carnose. Era perfetta per lui. L’amava, viva per lei, pensava a le, suonava per lei, ma non capiva perché tutto quello che faceva le ricordava lei. Quella ragazza che odia e ama, quella ragazza la quale odiano tutti, la quale sicuramente la sua vita era stata rovinata da qualcosa o qualcuno. Gli occhi erano sempre cupi e il suo viso privo di emozioni. Era solitaria, e l’unica volta che parlava era durante le interrogazioni. Era intelligente, ecco cosa pensava Brian quando l’ascoltava. La sua voce era candida e leggera, quasi come un soffio d’aria calda. Per  Brian quella ragazza era un ossessione, così grande che avrebbe fatto di tutto per averla tra le braccia. Averla nuda nel suo letto dopo un notte intera passata a far l’amore. Ecco cosa provava Brian Haner verso di lei. Amore e odio.
 
 
 
Erano iniziato un ‘altro giorno tranquillo, la vita scolastica di Brian non era delle migliori. Ma quello che stava per succedere avrebbe incasinato tutto. La sua mente, la sua vita scolastica e quella sentimentale.
 
-Bene ragazzi, seduti- disse la professoressa d’italiano
-Oggi vi affiderò una ricerca a coppie-
Ricerca a coppie
Brian tirò su la testa dal banco, si sistemò e iniziò ad ascoltare quello che disse la professoressa
-Dovrete fare un compito su uno dei presidenti degli Stati Uniti d’America. Le coppie sono già state formate, e non voglio sentire nessuna lamentela. Non le cambierò perché dovete fare i vostri comodi con il compagno di qualcun altro-
La professoressa iniziò un lungo e noiosissimo elenco, il suo nome non arrivava più, l’angoscia lo torturava ed erano rimasti solo in quattro. Lui, altre due ragazze ed infine Charlotte.
-Haner, Starwood- disse la professoressa
Il cuore di Brian sussultò e un sorriso sghembo adornò il suo viso. Girò lo sguardo su di lei, lo stava fissando, anzi fulminando. In quel momento un senso di odio scattò in lui
“Come osa guardarmi così? Vaffanculo te, e a quella stupida oca di professoressa che mi ha messo con te. Preferivo stare con Rachele, almeno lei me la dà” pensò mentre prendeva le sue cose e usciva dalla classe.
Charlotte lo segui con lo sguardo per il tragitto banco porta fino a quando non uscì dall’aula.
Respirò lentamente e con la calma dovuta prese i suoi libri e uscì dall’aula a passo lento
-Ah Starwood- la chiamò la professoressa
-Mi dica?- non le rivolse lo sguardo. Osservava il suo compagno di ricerca ridere insieme al suo amico Matthew Charles Sanders.
Bello da togliere il fiato, occhi verdi, capelli castani, un semplice labbret e un sorriso adornato da due splendide fossette.
Per lei quel ragazzo era irraggiungibile, ma quando le rivolge un semplice sguardo. Il suo cuore si scioglieva, e un colorito roseo si formava sopra le sue guance.
-Dovrà far studiare duramente il signorino Haner, spero che non ci siano problemi con lui?- le disse la professoressa
-No, non c’è ne sono- disse, mentendo
Uscì dall’aula e con un ultimo sguardo fulminante guardò Brian il quale in quel momento restò imbambolato da quella sinuosa camminata.
 
 
 
-Allora ti ritrovi a studiare con la Starwood?- gli disse Jimmy tirandosi fuori una sigaretta
-Ah quanto pare- disse atonico
-Beh, in bocca al lupo. Girano voci su di lei- disse aspirando il fumo
-E quali?-
-Beh, dicono che si autolesioni per divertimento, e che vada dallo psicologo. E soprattutto dicono che abbia crisi isteriche di panico e che potrebbe impazzire da un momento all’altro. Quindi buona fortuna amico- disse Jimmy dandoli una pacca sulla spalla
Brian rimase al quanto scioccato da quelle informazioni. Adesso che ci pensava su, molte cose erano chiare. Il modo in cui portava costantemente le felpe d’estate, e dei suoi svariati bracciali che li coprivano metà del suo braccio. Voleva salvarla, ecco cosa voleva.
La cercò per il cortile, la trovò sotto il vecchio pino della scuola. Non ci pensò due volte, prese l’ultima boccata di fumo e si incamminò verso di lei. Ad ogni passo il suo cuore aumentava di battito, il fiato si faceva corto e le mano iniziavano a tremare furiosamente.
-Charlotte!- disse facendo  cadere lo sguardo della ragazza su di lui
-Dimmi!- le disse. Era la prima volta che si parlavano veramente.
La ragazza lo guardò sotto occhi torvi, mentre lui si mordeva freneticamente il labbro.
-Allora, dato che il lavoro dovremmo consegnarlo fa tre settimane, che ne dici di iniziare domani?-
-Indifferente- disse spostando lo sguardo sul cortile.
In quel momento molta gente si fermò a guardare quella scena. Era strano vederla insieme a qualcuno, e soprattutto vederla parlare. Era una ragazza molto solitaria, era abituata a stare da sola. I suoi genitori  ormai morti, la zia che non ne voleva sapere niente di lei, e le costante visite dagli assistenti sociali. Non gli rimaneva niente, solo quello, gli assistenti sociali.
-Vogliamo fare a casa mia?- disse Brian cercando qualche risposta che non sia un “indifferente”
-Casa mia- rispose la ragazza
-Abitoin via Woodleigh. Numero 65, domani alle tre in punto, non fare tardi- raccolse le sue cose, si accese una sigaretta e se ne andò lasciando il ragazzo solo, sotto l’albero con un dubbio che gli girava in testa.
Dove sta via Woodleigh?








Okay, voglio iniziare a dirvi bravi, siete arrivati fino a qui sani  e salvi, e quindi questa FF non fa così schifo dato che non ne ho mai scritta una così D:
Spero vi piaccia, e so che ho una FF in opera. Ma non riesco a non pubblicare e aspettare di finire l'altra.
Vi dico anche che non aggiornerò molto spesso, o per lo meno fino a quando non finirò l'altra storia c.c
Altro? Non credo a parte un vostro parere su questa FF
Alla prossima
DominoRage! °33°
  
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