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Autore: AlleyCat    24/12/2012    3 recensioni
"Oh, Starsky, non capisci perché?" Hutch sospirò mentre posava un braccio intorno alle spalle di Starsky. "Perché penso che tu abbia bisogno di una lezione sul vero significato del Natale."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa è una traduzione. L'autrice della storia è AlleyCat. La fic in lingua originale si trova qui.

 

Note dell'autrice: Questa è dedicata a Debbie, che conosce il vero significato del Natale.


 

A CHRISTMAS STORY
by
Alleycat


 

Era la sera di Natale. Starsky e Hutch avevano trascorso la mattina servendo la colazione ai senzatetto alla Missione e il pomeriggio a casa di Kiko. Ora stavano terminando la giornata all'appartamento di Starsky.

Starsky aveva insistito che si stendessero a pancia in giù sul pavimento, a guardare i suoi trenini che si rincorrevano in cerchio sotto l'albero di Natale, mentre gustavano del vino.

"Sai, Hutch, pensavo davvero che mi avresti preso quel caboose(1) che volevo per Natale," disse Starsky con voce stizzita.

"Che c'è? Non ti piace quello che ti ho regalato?" chiese Hutch.

"L'albero nel parco? È bello, Hutch. Davvero, lo è. È solo che..." la voce di Starsky venne meno.

"Non è quello che volevi davvero?" chiese Hutch, rivolgendo al suo partner uno sguardo intenso.

"Non essere arrabbiato, Hutch. E' solo che... beh, sapevo che tu sapevi cosa volevo, perciò pensavo che me l'avresti preso. So che non è per il prezzo, o per il tempo o il disturbo, perchè quell'albero deve esserti costato almeno quanto sarebbe costato il caboose, e, beh, ad ogni modo, proprio non capisco perchè hai deliberatamente scelto di non prendermi ciò che volevo," borbottò Starsky, lanciando al suo partner un'occhiata contrita. Era rimasto deluso del regalo di Hutch, ma non era sicuro se dovesse essere arrabbiato con il biondo o meno.

"Oh, Starsky, non capisci perché?" Hutch sospirò mentre posava un braccio intorno alle spalle di Starsky. "Perché penso che tu abbia bisogno di una lezione sul vero significato del Natale."

"Vuoi dire la nascita di Gesù?" chiese sorpreso Starsky, dal momento che non aveva mai saputo che Hutch fosse religioso.

"No, non intendo in senso religioso. Spirituale, forse. O filosofico. Intendo l'amore. Il Natale è amore," rispose Hutch. "L'amore è sapere che è meglio dare che ricevere."

"Pensavo che l'amore fosse non dover mai dire mi dispiace(2)," ridacchiò Starsky, mentre lasciava cadere un bacio Hershey(3) in uno dei vagoni del trenino che passava.

"Scemo!" Hutch diede uno schiaffetto sul retro della testa a Starsky.

"Bene, se mi ami, perchè non mi hai preso quello che volevo?" chiese Starsky, lasciando perdere i suoi trenini per lanciare un'occhiata ad Hutch.

Hutch rise. "Sei come un bambino piccolo, lo sai? Ti devo dare il regalo di Natale che vuoi per dimostrarti che ti amo?" Uno sguardo pieno d'affetto si posò sul suo bel viso, il genere di espressione che avresti fissando un ragazzino.

"No, certo che no," rispose Starsky imbarazzato, concentrandosi nuovamente sui trenini.

"Pensaci. Questo albero è un regalo vivente. Per anni sarà una casa per gli uccellini. Farà ombra ai bambini che giocheranno. Accrescerà la bellezza dell'ambiente. Renderà la terra un posto migliore. Un po' come te, giusto?" Hutch diede una stretta alla spalla di Starsky.

"Oh, Hutch, questo è bellissimo. Ora mi sento un cretino ingrato per come mi sono comportato," disse Starsky, girando finalmente la testa verso l'amico per guardarlo in faccia.

"No, più un marmocchio viziato," rise Hutch, dando scherzosamente a Starsky uno scapaccione sul sedere.

"Ehi!" esclamò Starsky.

"In ogni caso non hai bisogno di un nuovo caboose. Quello che hai mi sembra vada più che bene," aggiunse Hutch.

"Sono felice che tu lo apprezzi, mio bel biondo." Starsky dimenò le sopracciglia in direzione di Hutch, la cui faccia arrossì leggermente. All'improvviso l'uomo bruno si fece serio. "Non sei arrabbiato con me per quello che ti preso io, vero?" chiese.

"Il formicaio? No, ma perché non mi dici perché hai scelto proprio quello?" replicò Hutch, girandosi per stendersi su un lato a guardare in faccia il suo amico, e puntellandosi su un gomito per sostenere la testa.

Starsky si strinse nelle spalle. "L'ho visto e ho pensato che ti sarebbe piaciuto. Col fatto che sei un amante della natura e tutto il resto. E, con i nostri orari, sarebbe impossibile per noi avere animali, ma tu hai questo tuo istinto materno, così ho pensato che questa era la cosa più simile ad un animaletto che potevi avere," divagò Starsky, un po' nervosamente. Ora stava cominciando a pensare che il suo regalo scomparisse in confronto a quello che Hutch aveva fatto a lui.

"Questo è davvero dolce, Starsk," disse Hutch, accarezzando il collo di Starsky.

"Davvero ti piace?" chiese Starsky, insicuro.

"Certo che sì. È così da te. E tu mi piaci, no?" chiese Hutch, stringendo ancora la spalla del suo amico.

"Non lo so. Ti piaccio? A volte me lo domando," disse Starsky, quietamente.

"Oh, per l'amor del Cielo, Starsk! Certo che mi piaci. Forse non tutto di te, ma nel complesso, mi piaci. Sei il mio migliore amico, buddy. Ti amo," disse Hutch, sorridendo.

"Beh, che cosa non ti piace di me?" chiese Starsky, assecondando le proprie insicurezze.

"Starsky!" disse Hutch, alzando l'indice in segno di avvertimento.

"Sono solo curioso, tutto qui. Cosa non ti piace di me?" chiese di nuovo Starsky, non disposto a lasciar cadere la questione.

"Gesù, Starsky, odio quando sei testardo come in questo momento. Questo è qualcosa che non mi piace di te."

"Pensi che io sia testardo?" chiese Starsky, il dolore inequivocabile nella sua voce.

"Per l'amor del Cielo, Starsky!" disse Hutch, esasperato.

"Allora, lo pensi?" chiese Starsky.

Hutch guardò il suo partner per un momento. Poi scosse la testa, si chinò, spingendo Starsky sulla schiena, e lo baciò sulle labbra.

"Hutch!" esclamò Starsky. "Cosa? Perché?" Era così sorpreso, stava inciampando nelle proprie parole.

"Perché sembra l'unico modo per farti stare zitto!" replicò Hutch. Rimase in parte sopra Starsky, petto contro petto, tenendo con la mano sinistra il retro del collo di Starsky e la maggior parte del suo peso appoggiato sul gomito destro e l'avanbraccio, vicino al braccio sinistro di Starsky.

Starsky si limitò a fissarlo. Distrattamente, notò come le luci rosse e verdi dell'albero di Natale si riflettevano sui capelli biondo pallido di Hutch.

"Visto?" rise Hutch. "Ha funzionato. Sei rimasto senza parole."

Anche Starsky rise, poi impulsivamente sollevò la testa e baciò la bocca di Hutch.

"Ehi! Qual'è la tua scusa?" chiese Hutch, con un sorriso ovviamente deliziato.

"Sembrava una buona idea sul momento?" chiese Starsky con un ghigno.

"Sì, lo era," concordò Hutch, ridacchiando. "Ma sai, avevo ragione. Non sei un buon baciatore."

"Che cosa?" farfugliò Starsky. "Io sono un baciatore fantastico!"

"Beh, comunque non potresti dimostrarmelo," disse Hutch.

"Oh, davvero? Vieni qui!" disse Starsky, afferrando il collo di Hutch e tirandolo giù, per baciarlo di nuovo. Questo bacio fu più lento e molto più sensuale. Alla fine lasciò andare Hutch, poi lo guardò con aria compiaciuta.

"Questo è stato meglio... ma non lo chiamerei fantastico," osservò Hutch.

"Sicuramente è meglio dei tuoi," disse Starsky, una sfida nelle sue parole.

"Oh, andiamo, Gordo!(4)" disse Hutch, ridendo. "Lo sai che sono io il miglior baciatore."

"E chi lo dice?" disse Starsky, usando l'antica formula di scherno dei parcogiochi.

"Io lo dico!" replicò Hutch, e d'un tratto la sua calda bocca coprì quella di Starsky e la sua lingua si faceva strada attraverso le labbra dell'amico. Starsky per un attimo si tirò indietro, poi decise di unirsi al divertimento, mentre le loro lingue prendevano confidenza l'una con l'altra.

Dopo qualche minuto si separarono. "Accidenti, sei bravo!" sospirò Starsky, guardando profondamente negli occhi del suo partner.

"Anche tu lo sei. Ti stavolo solo prendendo in giro, prima," ammise Hutch.

"Lo so, piccolo," ghignò Starsky, alzandosi improvvisamente, e nel mentre facendo rotolare Hutch sulla propria schiena, stendendosi poi sopra il suo sorpreso amico. "Avevi ragione, Hutch. Il Natale è amore," disse con calore, baciando rapidamente le labbra di Hutch e strofinandosi poi nell'incavo del suo collo. Il suo cuore traboccava d'amore per il suo migliore amico.

"Certo che ho ragione," disse Hutch, stringendo le braccia che circondavano la schiena del partner. "Ti amo," sussurrò all'orecchio di Starsky.

"Ti amo anch'io, Blondie," disse Starsky, quando la sua bocca raggiunse l'orecchio di Hutch, dopo aver lasciato una scia di piccoli baci sul suo collo. "C'è qualche altra lezione che vuoi insegnarmi stasera?" chiese, infilando provocatoriamente la lingua nell'orecchio di Hutch.

Hutch inspirò bruscamente, poi replicò con fare suggestivo, "Hmmm. Hai ancora il Kama Sutra nella tua libreria? Potrei insegnarti un paio di quelle cosette."

"Mr. Hutchinson, voi state cercando di sedurmi. Non è così?(5)" rise Starsky, scivolando un po' via da Hutch, ma rimanendo premuto contro il suo fianco, il braccio destro sul suo torace, la mano appoggiata sulla spalla del biondo.

Hutch ridacchiò e piegò la gamba al ginocchio nella posa classica di Mrs. Robinson. "Perché no. Non ci avevo pensato," disse con finta innocenza.(6)

"No?"Starsky sorrise. "Beh, ho una lezione per te. La chiamano 'La Regola d'Oro'. Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te." La sua mano destra scivolò sotto la camicia nera di Hutch e toccò i muscoli del suo petto. Gli piacque la liscia durezza che lo accolse. "Ti insegnerò io," disse con entusiasmo, mentre si scostava da Hutch e si metteva a sedere. "Andiamo, alzati."

Non appena ebbe obbligato il biondo a farlo, Starsky gli tolse la camicia. Pensò a come le luci dell'albero di Natale si riflettevano ora sulla pelle pallida di Hutch. "Sei bellissimo, piccolo. Rifletti sempre la bellezza intorno a te" disse, accarezzando dolcemente le macchie colorate sul torace di Hutch.

"Oh, Starsk! Sei tu la bellezza intorno a me," disse Hutch con uno sguardo innamorato, racchiundendo nel suo grande palmo destro la faccia di Starsky.

"Questo è vero, Blintz(7)," ridacchiò Starsky. "Ma non stai imparando la tua lezione. Fa' come faccio io!" Alzò le braccia come suggerimento.

Con una risata, Hutch afferrò la camicia di Starsky e gliela sfilò. "Credo che imparerò questa lezione molto bene," disse.

"Oh, sì. Perchè avrai il miglior maestro del mondo," replicò Starsky, le mani che scivolavano lungo i fianchi di Hutch.

"Il miglior maestro, eh?!" Chiese Hutch, giocando con i peli del petto di Starsky. Quando Starsky ghignò e annuì, Hutch disse, "Okay, buddy, sarai il mio miglior maestro e io sarò il tuo migliore allievo. Poi, quando avrai finito, io sarò il tuo miglior maestro e tu sarai il mio miglior allievo. D'accordo?"

"D'accordo!" rispose Starsky. "'It''s the most wonderful time of the year...'(8)" cantò, un pò stonato, e allungò una mano per iniziare a slacciare la cintura di Hutch.

Hutch coprì rapidamente la bocca di Starsky con la propria per un bacio impetuoso. "Non si canta! Abbiamo delle lezioni da imparare." E così passarono la serata di Natale ad applicarsi con entusiasmo alle lezioni dell'amore.


 

Fine.


 

 

 

  1. Caboose: si tratta di un vagone di servizio tipicamente americano. Tale vagone era dotato di una cupola per la sorveglianza del treno ed era normalmente agganciato in coda ai convogli merci. Inoltre poteva ospitare il personale di scorta al treno.

  2. Citazione da "Love Story", film del 1970 di Arthur Hiller.

  3. Si tratta di cioccolatini di una marca molto diffusa in America, qui un'immagine.

  4. "Gordo" era il protagonista di una striscia a fumetti che parlava della vita di un coltivatore messicano di fagioli.

  5. Citazione de "Il laureato".

  6. Qui, un'immagine della famosa gamba di Mrs Robinson.

  7. Un blintz è una sorta di frittella dolce ripiena al formaggio, tipica della cucina ebraica. Non ho capito molto il collegamento; posso solo supporre che Starsky, di origini ebraiche, chiami affettuosamente Hutch così, riferendosi sia alla dolcezza che ai colori chiari di Hutch... Se conoscete altre spiegazioni, meno fantasiose della mia, vi prego di farmelo sapere!

  8. "It's the Most Wonderful Time of the Year" è una popolare canzone di Natale scritta nel 1963 da Edward Pola e George Wyle, e registrata da Andy Williams. Potete sentirla qui.

 

 

Angolino della traduttrice: cavolo, ben otto note, forse mi sono lasciata prendere un tantino la mano... Se vi danno noia ditemelo pure, la prossima volta cercherò di contenermi!

Ad ogni modo, spero che la storia vi sia piaciuta. :D

Un abbraccio a tutti quelli che hanno letto e soprattutto tantissimi auguri di BUON NATALE!!!
Ps: visto che a Natale siao tutti più buoni, fate una buona azione: lasciate un commentino! ;-)

  
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