Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: madelifje    24/12/2012    13 recensioni
Bea è una diciassettenne della Lombardia.
Non crede nell'amore (anche se potrebbe fare un'eccezione per i membri dei Green Day o Johnny Depp), ed ha un pessimo carattere.
Ha un segreto: da circa un anno chatta tutte le sere con un ragazzo inglese, un certo Liam, che non ha mai visto.
Insomma, è una ragazza perfettamente normale.
O almeno, lo era prima di ritrovarsi catapultata nel corpo di una sconosciuta fidanzata con Zayn Malik.
***
Aprii lentamente gli occhi.
Mi sentivo come se fossi stata investita da un tram.
Era un mia impressione o la luce era diventata più forte?
Ma soprattutto, cosa diavolo mi era successo?
Mi appoggiai al letto e mi rialzai faticosamente. Dopo qualche secondo riuscii a mettere a fuoco il piumone viola.
Mi sedetti per precauzione e appoggiai le mani sulle cosce.
Un attimo… jeans?
Io indossavo dei leggins!
Una consapevolezza atroce si fece strada nella mia mente.
Il mio piumone non era mai stato viola.
Con in cuore che batteva all’impazzata sollevai lo sguardo alla ricerca di uno specchio e ne trovai uno appeso alla parete di fronte a me.
Urlai.
Il volto che mi fissava non era il mio.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo







Un lampo illuminò a giorno la mia stanza, e il tuonò che seguì mi fece sobbalzare. Era davvero vicino.
Controllai che non fosse saltata la corrente e tornai al mio computer. Stavo aggiornando il mio blog di fotografia con delle foto che avevo trovato quel pomeriggio in uno scatolone. Le avevo fatte io a dodici anni, e poi me n’ero completamente dimenticata.
Ci fu un altro tuono, leggermente più lontano del precedente.
Era marzo, quei temporali non erano normali.
E mi stava venendo mal di testa…
Scema, ti stai facendo suggestionare. Da una vecchia pazza e dalla tua migliore amica superstiziosa. Sono tutte cavolate, e lo sai.
Pubblicai le foto e mi distesi sul letto.
Guardai il poster dei Green Day di fronte a me ed iniziai a rilassarmi.
Lampo numero tre. La luce del lampadario lampeggiò e io pregai che la lampadina fosse abbastanza resistente, anche se non la cambiavo dal Paleolitico. Le mie preghiere furono ascoltate, anche se la luce diventò un po’ troppo spettrale per i miei gusti.
Il mal di testa aumentava.
Era tutta colpa di quella maledetta veggente.
Non avrei mai dovuto lasciarmi convincere…
 
Due giorni prima
"Durante il tragitto, reggersi all’apposito sostegno".
Questo era quello che diceva il cartello appeso dieci centimetri sopra la mia testa.
Ero completamente schiacciata contro uno dei portelloni, di fianco a me c’erano una vecchia che faceva le parole crociate e un uomo d’affari che non conosceva il deodorante. Ovviamente aveva il braccio sollevato per reggersi alla maniglia. E ovviamente la sua ascella era all’altezza della mia faccia.
L’autista inchiodò e una ventina di persone mi crollò addosso.
Odiavo il pullman dell’una e dieci.
Il cellulare iniziò a vibrare e io strisciai verso il basso fino a raggiungere una posizione assurda, ma che almeno mi permise di toglierlo dalla tasca e rispondere.
Tirando un cazzotto alla vecchia, riuscii addirittura ad avvicinarlo all’orecchio.
-Pronto?
-Bea? Dove sei?
-In pullman.
Noemi, la mia migliore amica, sbuffò.
-Ce la fai ad essere in centro alle due e mezza?
Diedi una rapida occhiata all’orologio da polso di Mister Ascelle Aromatiche.
-Ma certo che no.
-Beh vieni comunque
E riattaccò.
Dovevamo andare in centro, per “una cosa urgente” che Memi non aveva voluto dirmi. Sapevo già che non mi sarebbe piaciuta, ma ero in debito con lei.
L’autista inchiodò nuovamente, davanti alla mia fermata. Così, i poveri cristi che crollarono contro il portellone finirono in strada, spingendo la sottoscritta in una pozzanghera. Trattenni il fiato ed agitai le braccia per non cadere, poi realizzai di non avere l’ombrello e di essere nel bel mezzo del Diluvio Universale 2 La Vendetta. Merda.
 
 
Arrivai a casa di corsa, buttai per terra lo zaino e corsi fuori di nuovo (dopo aver preso l’ombrello).
Riuscii ad arrivare in centro alle due e quarantacinque, evitai una lastra di ghiaccio particolarmente estesa e trovai Memi seduta al solito posto.
Cercava di ripararsi con la sciarpa mentre messaggiava.
-Ciao Memi.
-Bea, finalmente!
Mi sedetti di fianco a lei, infilando i guanti. Faceva maledettamente freddo.
-Allora? Questo giro misterioso?
-Devo prendere il regalo di compleanno per Lorenzo. E mi serve un parere.
Lo sospettavo. Non sopportavo Lorenzo. Non sopportavo il suo cappello osceno, il suo modo di parlare, ma soprattutto non sopportavo il fatto che avesse tradito Memi e che lei lo avesse perdonato.
Dato che la pioggia non accennava a diminuire, ci riparammo in galleria (dove c’erano i negozi migliori) e iniziammo la ricerca.
-Potresti regalargli un biglietto con la scritta “ho dato i soldi del regalo in beneficienza”.
-Bea, ti prego! Conosci Lory.
Veramente io conoscevo Lorenzo e non Lory.
-Allora regalagli… un paio di calzini! È un’idea originale!
-Ma lo sai che sei stronza?
-Sì.
Scoppiò a ridere. Un’interruzione dei portici ci costrinse a riaprire gli ombrelli. A metà strada, una folata di vento rovesciò il mio e lo fece volare via. Tipico.
Inseguii il mio ombrello in una stradina che ero sicura di non avere mai visto, sentendomi sempre più fradicia e congelata.
Finalmente l’ombrello si fermò, ma quando lo recuperai scoprii che si era strappato.
-Fottuto vento di merda! –sbottai
-Sei sempre la solita, la finezza fatta perso.. Hey! –Memi troncò la frase a metà e io sollevai lo sguardo. Ci trovavamo davanti ad un negozio stranissimo. Era una piccolissima casetta in legno e sembrava appena uscito da un film di Halloween di serie B. L’insegna rovinatissima diceva: “Emporio d’ …. a” l’ultima parola era troppo rovinata per poterla leggere.
-Cos’è? –chiesi, rialzandomi.
-Non lo so. Sembra un negozio di roba per Halloween. O comunque sullo stile gotico. Entriamo.
-Scordatelo.
-Bea! È per Lorenzo!
“Appunto” avrei voluto dirle. Ma poi pensai che in un posto del genere avremmo di sicuro trovato un regalo merdoso, l’ideale per il caro Lory. Così alla fine accettai.
Non potevo sapere cosa sarebbe successo.
Se l’avessi saputo, molto probabilmente non sarei mai entrata.
Ma l’ho fatto, e da lì sono cominciati i guai.
 
L’interno era pieno fino all’inverosimile di oggetti. In alcuni punti si faceva fatica a camminare ed era buio pesto.
Un gatto nero dormiva su una poltrona. Al nostro passaggio si svegliò, rivelando due occhi di due colori diversi che mi fecero accapponare la pelle.
-Memi, è stata un’idea di merda. Usciamo.
-Ma dai! Non abbiamo visto tutto!
Io non ci tenevo affatto a vedere il resto. Ma Memi è testarda.
-Avanti! Chi è? –chiese una voce femminile dalla stanza in fondo al corridoio. Era profonda e leggermente rauca, sicuramente di una signora anziana.
Ed era proprio una vecchia quella seduta al tavolo al centro della stanza. Era buio, la vedevo vagamente armeggiare con delle carte.
Che fa, gioca a solitario?
-Buonasera, è lei la proprietaria? –chiese Noemi, allegra.
-No, tesoro. Io sono… solo la veggente.
Oh. Mio. Dio.
-Abbiamo sbagliato casa. Arrivederci! –afferrai Memi per un braccio e cercai di trascinarla via, ma lei non mosse un muscolo. Anzi, si avvicinò alla vecchia pazza.
-Mi legga la mano. Voglio sapere se sto con la persona giusta.
Forse era uscita di testa. Anzi, sicuramente. Ma la tizia si illuminò come un albero di Natale e fece cenno a Memi di sedersi. La mia migliore amica ubbidì e si accomodò sulla poltroncina di fronte alla “veggente”.
La donna le prese una mano e ci passò sopra più volte la propria. Poi le fece pescare una carta e la osservò.
-Mhm… vedo indecisione da parte sua… mi dispiace tesoro, credo che ti tradirà.
Memi sbiancò. Oh andiamo, non poteva mica crederci!
Poi la vecchia si voltò verso di me.
-La tua amica? Non si vuole far leggere la mano?
-Mi dispiace, non credo a queste cose. –dissi con sincerità.
-Davvero? Strano, hai un’aura particolare…
-Ah sì?
-Eddai, tesoro. È gratis!
Non ci credevo molto. Ma avevo anche la sensazione che non ci avrebbe lasciato andare fino a quando non mi fossi lasciata leggere la mano. Così accettai, sospirando. Presi il posto di Memi sulla poltroncina ed aspettai.
-Tu non credi all’amore…
-Esatto. Lo considero una stronzata.
-Non lo troverai qui. Lo troverai in un posto molto lontano… In un certo senso non sarai più tu ma… Beatrice, troverai la tua anima gemella. Stai attenta alla pioggia e alla testa, tesoro.
Ok, quello era troppo. Mi alzai e mi diressi verso la porta con un “Arrivederci”. Fuori dall’emporio, mi accolse il diluvio. Avevo dimenticato l’ombrello rotto in quel dannato negozio. Sperai che Memi se ne fosse accorta e che l’avesse preso. Ma quando la mia migliore amica uscì, aveva in mano solo il suo ombrellino. Ecco, non solo mi ero fatta leggere la mano da una vecchia pazza, ma ci avevo pure smenato un ombrello riparabilissimo.
-Forse era un po’ fuori di testa ma… -cominciò Memi dopo un po’.
-Ma cosa? Non crederai mica a quello che ha detto!
-Bea, come diavolo faceva a sapere il tuo nome?
 
 
Il mal di testa mi era venuto davvero. Era leggermente diverso dal solito, anche se non ero in grado di definirlo. Sta di fatto che c’era, e che la pioggia non era passata.
Sì, mi ero decisamente lasciata condizionare.
Riportai l’attenzione al mio blog, Imagine, e finii di caricare le foto.

_Liam Bea? Sei ancora lì?
Beα Sì scusa. Pensavo.
_Liam Davvero?!
Beα Fottiti ♥


Non avevo mai incontrato Liam. L’avevo conosciuto su Twitter e sapevo solo che era inglese e che aveva paura dei cucchiai. Era la persona più simpatica che conoscessi, e per me c’era sempre stato. Mi sarebbe piaciuto incontrarlo…
 
Avevo la gola secca, così mi alzai per prendere un bicchiere d’acqua. Non riuscii ad arrivare in cucina.
La testa mi girava fortissimo e facevo fatica a stare in piedi. Non mi ero mai sentita così, era come se stessi guardando la scena dall’esterno. Come se quella non fossi io.
I colori iniziarono a fondersi.
Una luce verdastra.
Poi il buio.
 
 
 
Aprii lentamente gli occhi.
Mi sentivo come se fossi stata investita da un tram.
Era un mia impressione o la luce era diventata più forte?
Ma soprattutto, cosa diavolo mi era successo?
Mi appoggiai al letto e mi rialzai faticosamente. Dopo qualche secondo riuscii a mettere a fuoco il piumone viola.
Mi sedetti per precauzione e appoggiai una mano sulla coscia, sentendo la trama dei jeans.
Un attimo… jeans?
Io indossavo dei leggins!
Una consapevolezza atroce si fece strada nella mia mente.
Il mio piumone non era mai stato viola.
Con in cuore che batteva all’impazzata sollevai lo sguardo alla ricerca di uno specchio e ne trovai uno appeso alla parete di fronte a me.
Urlai.
Il volto che mi fissava non era il mio.



Hola!
Ciao meraviglie e buona Vigilia!
Eccomi qua con una nuova ff! 
La protagonista si chiama Bea... che strano .____. 
Non so come mi sia venuta in mente un'idea del genere. Sta di fatto che mi sono divertita tantissimo a scrivere questo prologo e spero che vi divertiate anche voi a leggere :)
Sono sempre la solita pazza di Like Falling Stars e You will always be my angel LFS è quasi finita, così ho deciso di pubblicare già il prologo di questa nuovissima ff. Anche se non so quando aggiornerò... 
Anyway, ditemi cosa ne pensate della trama. Non è la trama classica Ragazza-incontra-membro-dei-1D-e-si-innamorano, e ho paura che sia troppo... strana. 
Ok, basta, mi dileguo
tantissimi baci,
Gaia
  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: madelifje