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Autore: Kengha    24/12/2012    0 recensioni
Era il 24 Dicembre 2012, tutti gli Shinobi del mondo ninja avevano ricevuto dei giorni liberi per poter festeggiare il Natale nella più assoluta tranquillità, senza missioni, compiti, o altre cose che implicassero stress e fatica. Tutti quanti potevano rilassarsi, tutti potevano svegliarsi tardi, eccetto il ninja più pigro e svogliato di Konoha, Shikamaru Nara.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikaku Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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An unusual mission
 

Era il 24 Dicembre 2012, tutti gli Shinobi del mondo ninja avevano ricevuto dei giorni liberi per poter festeggiare il Natale nella più assoluta tranquillità, senza missioni, compiti, o altre cose che implicassero stress e fatica. I Kage erano stati molto magnanimi e il periodo di pausa sarebbe durato fino al 2 Gennaio; era stato un anno molto produttivo e sia i chunin, che i jonin, avevano riportato numerosi successi nelle missioni: meritavano questi giorni di relax.
Tutti quanti erano a casa, chi a fare l’albero, chi a cucinare qualcosa per la cena della Vigilia, chi a scherzare con gli amici e a fare progetti per i giorni successivi. Tutti quanti potevano rilassarsi, tutti potevano svegliarsi tardi, eccetto il ninja più pigro e svogliato di Konoha, Shikamaru Nara.
Tsunade era stata fin troppo generosa, era logico che qualcuno dovesse rimetterci! E quel qualcuno era proprio il Nara che si era ritrovato il 24 pomeriggio a camminare, a passo di lumaca, per il deserto nel disperato tentativo di raggiungere Suna.
L’Hokage lo aveva convocato tre giorni prima e gli aveva confidato di aver bisogno di lui per una missione di livello S che comprendeva il Kazekage. Logicamente, nessuno ne era stato informato e lui non si sarebbe dovuto far sfuggire una parola neppure con Ino o Choji. Era una cosa che –come gli aveva fatto ben capire- doveva sbrigare da solo.
 La bionda Sennin non era stata particolarmente precisa nello spiegare la situazione al chunin, né tanto meno era scesa in dettagli riguardanti il suo compito, gli aveva solamente ordinato di raggiungere il Villaggio della Sabbia, non oltre il 24 Dicembre sera, di trovare la sorella del Kazekage e di concludere la missione in tre rapide fasi: “Trovare una posizione favorevole”, “Elaborare qualche strategia”, “Attaccare”.
Aveva chiuso il colloquio lasciandogli una lettera e dicendogli di aprirla solamente a una volta con Temari.
Quindi, eccolo raggiungere le porte del villaggio alleato il giorno prima di Natale, solo, affamato e stanco morto!

Era stato poche volte a Suna, ma non gli dispiaceva come villaggio, da quando Gaara era Kazekage regnava una pace e una tranquillità invidiabile, non poté, dunque, fare a meno di chiedersi come sarebbe stato guardare le nuvole da una delle numerose alture che circondavano e nascondevano il Villaggio. Sicuramente, molto più rilassante che guardarle dalla collinetta di Konoha, da dove si sentivano le grida dei Genin neo-diplomati.
Sì, decisamente, Suna era il posto giusto per lui: calda, tranquilla, silenziosa … non fosse stato per qualche seccatura di troppo, ci si sarebbe volentieri trasferito.
Camminava da solo per la strada principale, con l’intento di raggiungere il palazzo del Kazekage dove, presupponeva, si trovasse la jonin che stava cercando.
Mentre si stava ancora interrogando sui misteri della vita e del cosmo, sentì una voce famigliare alle sue spalle chiamarlo più volte.
« Nara! Si può sapere che diamine ci fai qui? »
«Seccatura … » Biascicò, fermandosi e voltando appena il capo, giusto per intravedere con la coda dell’occhio quei quattro buffi codini, fin troppo conosciuti.
« Allora, ti si è rotta la bussola? Sai che giorno è oggi? » Lo schernì ridacchiando, perfida.
Il ragazzo col codino sospirò arreso e la raggiunse con andatura lenta, le mani in tasca e l’espressione più ebete del solito.
«Sì, lo so Temari, ma a quanto pare Tsunade non ha le idee molto chiare … »
«E così ti manda l’Hokage. Perché? » S’incuriosì la kunoichi.
«Non ne ho idea, una specie di missione, non mi ha spiegato molto e adesso, francamente, neppure m’interessa, sono tre giorni che non mi stendo su un letto decente, potresti avere almeno la premura di ospitarmi a casa tua per un paio di giorni?»
La ragazza arricciò il labbro superiore, seccata.
«Ma che faccia tosta! Ti stai praticamente auto-invitando nel palazzo del Kazekage, per chi mi hai presa, una receptionist ? »
«Che seccatura che sei! Non ti sto chiedendo di farmi dormire nella stanza d’oro di tuo fratello, ti sto supplicando di procurarmi un fottutissimo letto su cui chiudere gli occhi in santa pace! La dovreste avere una casa, oltre il palazzo, no?».
Temari sbuffò, rassegnata, era inutile sperare in un cambiamento… dopo tutto questo tempo.
«Vieni con me».
La bionda lo condusse in un’anonima casa al centro: due piani, tre camere da letto, una cucina, un bagno e altre due stanze.
«Questa è la nostra casa. Anche se la frequentiamo di rado, da quando ci siamo spostati nel palazzo».
«Me la farò bastare, la tua camera? »
La ragazza sgranò gli occhi, credeva davvero di farla franca con così tanta facilità, di stabilirsi nella sua camera e dormire nel suo letto come se niente fosse? E con quella faccia da organismo monocellulare, per giunta?
«Te lo scordi, se ti sta bene c’è il divano».
«Sabaku, non rompere, te l’ho già spiegato di aver bisogno di un letto, il divano non è tra le opzioni disponibili ».
« E sentiamo, quali sarebbero le tue opzioni? »
« Il tuo letto, il tuo letto, il tuo letto e… sì, il tuo letto! Sono un ragazzo che si accontenta di poco ».
« Niente da fare, tu dormirai sul divano, seguimi! » Ordinò la Kunoichi, che prese a camminare verso il salotto, con l’intento di convincerlo a dormire sul divano e a lasciare in pace il suo letto.
Solamente dopo pochi metri si rese conto che il ragazzo non era più alle sue spalle. Temari corse indietro e spalancò la porta della sua camera da letto.
Ed eccolo lì, spaparanzato sul sontuoso letto a due piazze della sorella del Kazekage, con le mani dietro la nuca, gli occhi chiusi e un sorrisetto furbo.
«Ora sì che si ragiona ». Disse lasciando rilassare i muscoli, finalmente.
« Ma come ti permetti! ».
« Lasciami stare, Temari, solo per un po’. È troppo chiedere a quella tua boccaccia di chiusa per dieci minuti? Solo dieci, non aspiro ad altro. Fammelo come regalo di Natale ».
« A-alla mia boccaccia? Ma sentiamo, sei venuto a criticarmi, per caso? No, perché se è così sei finito proprio male, bello, e inoltre ci terrei ad informarti che … » Shikamaru sospirò, stanco, e con un gesto spaventosamente rapido per un come lui, si alzò dal letto e l’afferrò per la vita, trascinandola sul materasso con sé.
«Ma devo sempre tapparti la bocca, Seccatura? » La interruppe, posandole le labbra sulla sue.
Baciandola perché la voleva, perché le era terribilmente mancato il suo sapore ma, soprattutto, per farla tacere. “Posizione favorevole, trovata”.
« Che intenzioni hai, Cry Baby? » Chiese, mentre un ghigno perfido le balenava in volto. Temari non era una sprovveduta e Shikamaru si rese conto che, se non si fosse dato una mossa, sarebbe stata lei a prendere in mano la situazione. Non poteva permetterlo. Doveva ignorare la fase due “pensare qualche fottutissima strategia” e passare alla fase tre “attacco”, altrimenti sarebbe stato presto sopraffatto dal nemico.
« Pensi ancora, che per fare una cosa del genere, sarebbe stato meglio il divano, Seccatura? ». L’ammonì, sollevando subito dopo il suo corpo, per trascinarla meglio sul letto, dove iniziarono a spogliarsi e a fare l’amore.

Il ragazzo si svegliò diverse ore dopo, e sorrise vedendo Temari, al suo fianco, dormire ancora beatamente, con la pelle imperlata di sudore e le spalle ambrate, scoperte. Sembrava quasi dolce.
Improvvisamente, si ricordò di una cosa. Afferrò il suo giubbetto da chunin, a terra da quel pomeriggio, ed estrasse il bigliettino datogli da Tsunade, quello con i dati della missione, che avrebbe dovuto aprire solamente una volta raggiunta Temari.
Lo spiegò e il suo sguardo teso non poté che addolcirsi: al suo interno non vi erano né dati, né nomi, né informazioni, vi era scritta solamente una frase:

« Buon Natale, Nara».
 

L'angolo di Kengha:
Breve ShikaTema senza pretese a tema natalizio!
Spero vi piaccia :)

   
 
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