Film > L'Era Glaciale
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Autore: Continental Drifter    24/12/2012    2 recensioni
E'passato un anno. Un anno da solo con me stesso,e ce ne saranno ancora.
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Stavolta è Shira a morire.
E stavolta è Diego che ci racconta come è andata...
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Shira, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Allora... Visto che mi andava di tradurre qualcos'altro sull'Era Glaciale e su Shira e Diego mi sono messa a cercare su Internet qualcosa di nuovo.
E ho trovato questa.
Prima di mettermi a tradurre non ho letto il testo e quindi mano a mano che traducevo mi veniva il magone...
Allora...
Ripeto, come per la precedente, che il merito non va a me ma all'autoretrice (che guarda caso è lao stessao di "Safe and sound") e che io ho voluto solo tradurla perchè è semplicemente splendida. E io ho voluto renderla pubblica agli italiani.
Per chi volesse contestare qualcosa sulla traduzione o leggere il brano originale, qui c'è l'indirizzo:
http://www.fanfiction.net/s/8304654/1/Missing-You 


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   Mi manca
È passato un anno. Un anno da solo con me stesso,e ce ne saranno ancora.
Il branco è ancora con me; Sid è sempre lo stesso; Manny è sempre lo stesso, Ellie e i suoi avventurosi fratelli opossum sono sempre gli stessi.
Ancora felice e contenti- oh, e Nonnina è ancora in giro. Suppongo che Manny avesse ragione –l’erba cattiva non muore mai.
Sono seduto, da solo, sul bell’orlo dello scoglio. È lo stesso su cui ho confrontato “Madre Natura” nella mia precedente avventura. Sembra diverso ora che è primavera. Soffici macchie d’erba sono cresciute intorno al terreno duro della scogliera. Mi siedo su di esse, sentendo la sua morbidezza. I fiori sono fioriti dappertutto. Se solo lei fosse con me.
Spingo la testa nel terreno soffice, la testa vicino alle zampe. Un anno- sembrano venti, però.
Un anno ho lottato senza di lei.
Un anno gli sono sopravissuto.
Un anno… Da quanto è morta.
Mi manca. Mi manca così tanto, il suo profumo delizioso, il suo soffice tocco quando mi strofinava gentilmente, e le sue amorevoli fusa che lei faceva quando dormivamo vicino.
Ma lei è andata ora.
Sì, spero che tutti sappiate chi sia. Non oso dire il suo nome; so che non posso senza sentire i ricordi. Ma per tutti quelli che non la conoscono, il suo nome era Shira. Ed era la più sorprendente felina che avessi mai incontrato, e che mai incontrerò.
L’ho amata. Mi sono innamorato di lei nella mia avventura durante la deriva dei continenti. Era un’altra straordinaria avventura con i miei amici, e abbiamo accolto due nuovi membri nel branco.
Ma è uno di meno ora.
Tutti sentirono il mio dolore quando lei ci lasciò. Manny e Ellie piansero con me, Sid non lo notò e continuò a fare giochetti per un lungo, doloroso tempo,Crash e Eddie non andarono all’avventura per settimane, le palpebre degli occhi viola di Nonnina rimasero socchiuse e tese per la tristezza per mesi, lei non aveva avuto più la sua migliore amica a divertirla, e anche Pesca e i suoi amici erano tristi.
Ma io ero più che triste. Ero addolorato, ferito, depresso, e più di tutto, malato.
Non potevo cacciare, e dovevo vivere con la vegetazione del branco. Avevo mosso di rado i miei muscoli indeboliti, e sentivo sempre le vertigini.
E per tutto il tempo, stavo talmente male per l’inaspettata, fatale partenza di Shira.
Tutto si è verificato una sera al tramonto. Stavamo facendo una passeggiata in mezzo agli alberi, solo lei e io. Le stelle scintillavano, ed era perfetto. Volevo portarla in un nuovo posto che avevo trovato, una bellissima cascata. Era una sorpresa.
“Chiudi gli occhi” le ho detto, e lei lo ha fatto, le sue palpebre grigie si chiusero, le ciglia riposte sul suo bianco e peloso muso.
E allora, accadde.
Ringhi, ringhi da ogni angolo.
Gli occhi di Shira si aprirono di scatto.
“Cos’è?”
“Non lo so, Shira. Non doveva essere così…” Risposi, la paura nella mia voce.
Allora, arrivarono. Lupi, si avvicinavano da ogni angolo. Un branco di lupi.
“Dobbiamo combatterli!”, disse Shira.
“Sono così tanti!”
Mi ignorò, come faceva di solito.
“Allora, tu prendi il lato destro, io il sinistro. Ci incontreremo alla Punta della Scogliera.”
“Okay” approvai. “Abbi cura di te, Shira.”
Lei mi diede uno sguardo preoccupato.
“Ci proverò.”
Lei prese il lato sinistro, e io aspettai lei prima di partire. Non sarei corso verso la Punta della Scogliera senza di lei. Appena lei scomparve dalla mia vista, io partii dal lato destro. Colpendo i lupi con le zampe, volai verso la Punta della Scogliera.
Ansimavo forte.
“è stato vicino” senza fiato, respirando bruscamente.
Nessuna risposta.
“Shira?” chiesi, guardandomi intorno. Lei non c’era.
“SHIRA!” urlai.
Nessuna risposta.
Il panico aumentò in me.
Mi voltai, correndo per il sentiero che avrebbe preso.
E allora, la vidi.
Lei era sdraiata per terra, con i lupi che la attaccavano. Subito, corsi spaventando a morte tutti i lupi, di tanto in tanto li schiaffeggiavo per passare.
Ce la feci, alla fine, e sono andato a soddisfare Shira.
“Diego…” sussurrò, con la sua voce appena udibile.
“Che è successo?Sei ferita?” domandai, il panico che aumentava in me.
“Mi aspettavano negli alberi” replicò in un roco tono. “Diego…”
“Sì? Sei ferita?” chiesi urgentemente.
“Diego… Mi hanno ucciso.”
I miei occhi si spalancarono.
“No, no…Shira! Non puoi lasciarmi! Mostrami la ferita, ti aiuterò!”
Shira non si poteva muovere. Tremava con un dolore straziante.
“Non lasciarmi! Solo… Non farlo! Io ti amo!” piagnucolai, lasciando le lacrime scorrere liberamente.
Mi diede una sua zampa. La presi, aggrappandomi a essa.
Shira sollevò la sua testa bianca sopra il terreno erboso, e ci siamo trovai l’uno di fronte all’altra, naso a naso, gli occhi bloccati sull’altro. I suoi occhi di zaffiro erano pieni di lacrime, e ho capito tutto: sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto i suoi occhi.
“Ti amo, Diego.”
Le sue parole sussurrate fluttuarono nella brezza al chiaro di luna. E le sue palpebre, purtroppo, stavano per chiudersi.
“No!” esclamai “No, Shira! No!”
La sua testa cadde giù in riposo sul terreno erboso, e la sua zampa si lasciò cadere, immobile.
E così il suo corpo era senza vita. Andata… per sempre ed eternamente.
Ora il mio corpo tremava. Le lacrime stavano scorrendo incontrollabilmente. Posai la mia testa sopra il suo freddo collo, e lì piansi per tutta la notte.
La notte successiva il branco mi trovò. Manny avvisò Ellie e Pesca di andarsene, perché non volevano vedere le sue terribili ferite. Ellie rimase a guardare il corpo, i suoi occhi allargati dall’orrore.
Pesca, ero sorpreso, non stava guardando il corpo.
Infatti, i suoi occhi erano fissi nei miei, come non aveva mai visto me in una così disperata posizione prima. Tremavo così forte che stavo a malapena in piedi, e i mie occhi erano ancora inzuppati di lacrime.
Pesca fissò in alto, fino a che Ellie non trascinò via la sua figlia teenager.
Sid era con Nonnina, Crash e Eddie ritornarono al luogo di riposo del branco.
Ci vide mentre entravamo, e i suoi occhi si illuminarono. Non si rendeva conto delle nostre impressioni.
“Hei, Diego!Dove sei stato?Non sei tornato la scorsa notte!” esclamò Sid.
Ma prima che Manny potesse fermarlo, Sid disse “Dov’è Shira?”, e fu troppo per me. Alzai la testa per rivelare la mia condizione, e Sid vide i miei occhi verdi pieni di lacrime, la mia calda faccia febbrile, il mio corpo scosso, e il mio dolore.
Fu confuso per un momento, ma quando vide un corpo bianco sdraiato sulle zanne di Manny rimase stordito.
Sid si mise una zampa artigliata sulla bocca, fissandomi.
Non mi avevano mai visto così.
Mai.
Così, sì, è passato un anno. Io sono ancora afflitto; ricordo ancora tutto di quella notte dannosa. E ricordo ancora che è stato tutto un mio errore. Per averla portata fuori. Sono stato io il responsabile. Tutto poteva essere evitato. Lei poteva essere qui con me oggi, guardando questo tempo di primavera.
Ma lei non c’è.
Il branco ha provato a supportarmi, ma più tardi, sono diventato duro, privo di emozioni e solitario. So che vogliono aiutarmi, ma niente più può aiutarmi.
Neanche i giorni divertenti di Nonnina quando entra nella nostra base in bikini, accusandoci di essere “guardoni” perché guardiamo con gli occhi spalancati il suo vestito.
Non posso ridere.
Non posso sorridere.
Non posso muovermi.
Non posso vivere ancora.
Non voglio vivere ancora.
Perché…
Mi manca. 
  
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