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Autore: blackytte    24/12/2012    1 recensioni
E se Misaki per una volta riuscisse a vincere e a sottomettere Saruhiko. Riuscirebbe a finirlo?
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«Che cosa stai aspettando, Yata?» l'affanno della voce del traditore lo fece rabbrividire. «Non è questo quello che hai sempre voluto fare? Colpiscimi e sarà tutto finito.»
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I W I L L N O T F O R G E T

Non aveva capito quello che aveva appena fatto.

Per tutto questo tempo, dopo aver lottato fino allo stremo, Misaki aveva vinto. Però sembrava quasi che il suo stato d'animo dicesse il contrario. Sembrava quasi che odiasse aver sopraffatto quella scimmia, sembrava provare un senso di pietà. Forse era solo rabbia, la rabbia che riempiva gli occhi di Yata con fiamme rosse. Fiamme che volevano bruciare quel ragazzo un tempo amico e quasi fratello. Il combattimento lo aveva spremuto di tutte le sue energie. Dei rigoli di sangue uscivano dalle braccia percorrendole fino al polso che gocciolava sulla strada asfaltata. Misaki respirava piano e lentamente, sia per i colpi causatigli dai calci di Saruhiko, sia per alcune costole rotte. Un dolore lancinante lo percorreva, fino alla punta dei piedi. Respirò un ultima volta per poi avanzare verso il ragazzo a terra malridotto. I suoi occhi dicevano di non avere esitazione, di non avere pietà. No ossa, no sangue, no cenere. Questo era il vero Yatagarasu. Arrivò proprio al di sopra del ragazzo dagli occhi azzurri. Il moro non lo guardava, sembrava quasi non respirare più e chiedere di essere fatto a pezzi. Del resto era ridotto veramente male. Alzò la mazza di legno sopra la testa guardando il ragazzo sotto di lui e ripensando a quanto era stato meschino, a quanto lo aveva fatto soffrire, a quanto volesse con tutte le sue forze fargliela pagare.

-Non doveva finire così....- Pensò Yata. La spalla lacerata e macchiata di sangue gli faceva male. Troppo male. Il dolore era lancinante. Cerchò di rilassare i muscoli digrignando i denti e pensando che di li a poco tutto sarebbe finito. Sarebbe ritornato da Mikoto, dagli Homra e avrebbe riso. Kamamoto gli avrebbe curato le ferite, Anna gli sarebbe rimasta vicino e Kusanagi lo avrebbe rimproverato per aver fatto il cretino. Del resto lui era sempre stato troppo avventato. Cosa importava. Tra poco il dolore sarebbe passato.

Non aveva capito quanto si sbagliava.

«Che cosa stai aspettando, Yata?» l'affanno della voce del traditore lo fece rabbrividire. «Non è questo quello che hai sempre voluto fare? Colpiscimi e sarà tutto finito.»

Fushimi Saruhiko era completamente a pezzi. Una chiazza rossa sotto di lui. Misaki non poteva fare a meno di rabbrividire quando lo guardava. Un rivolo di sangue fuoriusciva dalla fronte di Saruhiko. Alcuni ciuffi dei suoi capelli erano stati tinti di rosso così come la sua divisa da Scepter 4. Era strappata in alcuni punti e sotto quegli strappi c'erano ferite profonde. Com'era possibile che Misaki si fosse spinto fino a questo punto? Com'era possibile che non avesse provato un pò di compassione per Saruhiko quando lo colpiva. Yata era sempre stato un ragazzino vivace, ma anche se Saruhiko lo aveva tradito non gli avrebbe mai fatto del male...Almeno non fino a questo punto....

Come hai potuto farlo?

Non riusciva a reggersi in piedi. Il dolore. Il dolore era troppo intenso. Ma questa volta. Non era il dolore fisico che lo faceva stare così male...

Non doveva finire così....

Misaki lo guardava cercando di trattenere il dolore che provava. Non riusciva a credere a cosa stava succedendo. Lo sguardo debole di Saruhiko si stava per spegnere completamente. E Misaki lo sapeva, lo sapeva....

Perchè lo hai fatto?

Saruhiko stava morendo, il suo sguardo si stava affievolendo. Non riusciva più a vedere bene come prima. Sia per il fatto che gli occhiali erano distrutti sia per il fatto della perdita di sangue. Non riusciva nemmeno a respirare. Faceva male. Faceva davvero troppo male. «Ohh-- Cosa ti prende ora Mi-sa-ki?»

Fa male...

Misaki stava per dirgli di chiudere quella dannata bocca ma non riusciva a trovare la voce. La gola gli faceva male. Faceva male pronunciare anche un semplice ciao. Era come se le sue parole, se la sua voce fossero state chiuse all'intero di Yata. Misaki non riusciva a capire. Non riusciva a comprenderne il motivo....finchè non si accorse dell'espressione di Saruhiko. Vide quel sorriso, quel sorriso che per Misaki significava tutto. Non era uno di quei soliti sorrisi che Saruhiko dimostrava sempre a Misaki. Quello era il suo sorriso. Il vero sorriso di Saruhiko. Quegli occhi socchiusi. Quelle labbra inarcate e aperte in un sorriso d'oro e gentile.

Ti prego non sorridere....

Come amava quel sorriso ... Gli ripotò alla mente certi ricordi. Ricordi dimenticati. Ricordi affogati dalla rabbia amara. Ricordava il profumo familiare di qualcosa di dolce, i giorni scolastici passati a chiaccherare e a combinarne di tutti i colori, il calore della spalla Saruhiko, loro due nell'Homra sorridenti e inseparabili come due fratelli.

Se solo tutto fosse rimasto così.

-Un altro colpo, solo un altro e Fushimi sarà morto.- Pensava Misaki. Non avrebbe più respirato, sarebbe stato solamente un cadavere. Misaki non lo avrebbe più rivisto. Si sarebbe tolto quella persona di dosso. I ricordi si sarebbero cancellati. Sarebbe andato tutto bene. Poteva essere libero...

Vuoi davvero dimenticare?

Misaki lascia cadere a terra la mazza, provocando un suono sordo che sembra estendersi per tutta la città. Le ginocchia non lo reggono più. S'inginocchia di fianco al ragazzo. Lo prende delicatamente da dietro la testa. Lo regge posizionando l'altra mano sul petto del moro. Saruhiko aprì leggermente gli occhi facendo appello a tutte le sue forze. «Mi..sa..ki?» Pronunciò quel nome quasi sussurandolo. Yata dilatò le pupille cercando di trattenere le lacrime. Saruhiko richiuse piano gli occhi respirando a fatica. La più semplice azione era stata resa vana.

Non puoi dimenticare

-Cosa ho fatto? Cosa diavolo è successo? Perchè? PERCHE' L'HO FATTO??!!- Continuava a farsi domante. Domande di cui non trovava risposta. Perchè tutto questo era successo? Il potere lo aveva reso cieco. Il fuoco lo aveva bruciato. Aveva bruciato i sentimenti che provava per Saruhiko. No ossa, No sangue, No cenere. Risuonavano. Nella sua testa risuanavano quelle parole. Rimbombavano. Facevano male.
«PERCHE' ME LO HAI LASCIATO FARE? PERCHE' NON HAI REAGITO?! PERCHE' MI HAI LASCIATO VINCERE?? PERCHE' SARUHIKO--...PERCHE'??» Misaki stringeva quel poco che rimaneva della divisa di Fushimi. Stringeva il tessuto blu della sua giacca. Lo stringeva cercando di aggrapparsi a qualcosa. Qualcosa che di li a poco se ne sarebbe andata. Faceva male. Il dolore era troppo intenso.

Sarebbe stato tutto più semplice se non avessi sorriso.

Saruhiko cerchò di rispondere alla domanda di Misaki tossento e pronunciando piano le parole. «Ho avuto i....i miei motivi....» Tossiva e sputava sangue. Faceva male vederlo in quelle condizioni. Lui. Lui che era sempre stato il più forte. Il più tranquillo. Il più ragionevole. Ed era per questo che Misaki era sempre stato il numero 2. Sempre il secondo. Ma a questo Misaki piaceva.
«CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!» Sollevò la testa del moro più in alto portandola vicino alla sua. Fronte contro fronte. Adesso le lacrime scendevano. Misaki non riusciva più a trattenerle. Il dolore era uscito. Le gocce trasparenti cadevano sul volto del ragazzo. Scivolavano sulle sue guance fino a cadere a terra. Misaki piangeva ininterrottamente. Nessuno avrebbe potuto calmarlo. Sembrava che ci fossero solo loro due. Che il mondo attorno a loro non esistesse. Sembrava che i suoni, anche i più semplici erano stati messi a tacere.

Non dovevi...eppure...

«Non è giusto, non è giusto, cazzo. Perché, perché mi devi lasciare così, perché volti le spalle a noi, a me, non hai idea di quanto male faccia. Come hai potuto lasciarmi così? L'Homra era la nostra casa! LO CAPISCI! LA NOSTRA FAMIGLIA! E tu, tu le hai voltato le spalle....MI HAI VOLTATO LE SPALLE! Mi hai mentito, mi hai tradito Saruhiko...Mi hai fatto male...Ma--Ma--....N-Non riesco ad odiarti...Non riesco. Fa male...FA MALE! Io---Io---....Saru....»
Era troppo, le emozioni, i sentimenti, sentimenti che pensava di aver sepolto tempo fa, un mese dopo il tradimento di Saruhiko. Ora tutto il dolore. Tutto ciò che aveva tenuto dentro. Tutto ciò che lo aveva fatto soffrire, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Stava uscendo. Usciva come un fiume in piena. Emozioni che solo Misaki aveva potuto provare. Un tocco di dita fredde e bagnate sulla sua guancia lo riportò sulla terra dai suoi pensieri. Eccolo di nuovo, quel sorriso, poteva vedere anche attraverso la lucentezza umida delle lacrime dietro le sue ciglia. Un sibilo di dolore da Saruhiko risuonava nelle orecchie di Yata. Volto contro volto. Come da piccoli.
«Mi-saki...per favore--»
Un altro suono. Un altra parola. Misaki lo guardò con occhi spalancati. Un mare d'incertezza nei suoi occhi. Solo tristezza. Solo dolore
«Pronuncia il......il mio nome--»

Un altra volta....Solo un altra volta.

Yata lo guardò con occhi ricolmi di lacrime. Piangeva sempre di più il dolore era troppo intenso. Lo guardò cercando di non cadere sul suo volto. Le sua dita sulla sua guancia erano fredde. Così come il suo corpo era freddo. Immobile.
«S--SARU NON LASCIARMI!»

Non ancora...Non lasciare che se ne vadi un altra volta...

Gli prese la mano fredda e la strinse. La strinse dolcemente. Cercando di riscaldarla con il suo calore. Saruhiko sentì il suo nome. Lo sentì forte. Aprì leggermente gli occhi. Quel poco che bastasse per vedere il volto di Yata. Sorrise. Un altra volta. Quel sorriso, per una volta sincero. Un sorriso solo per Yata Misaki. Solo per lui. Misaki riaprì gli occhi socchiusi dal pianto. Vide quel sorriso. Lo disse di nuovo.
«S a r u..»
Misaki cerchò gli occhi di Saruhiko. Solo i suoi occhi. Voleva vedere quei suoi occhi. Limpidi. Coloroti di quell'azzurro cielo.

Ancora....Ancora...Ancora...

La mano di Saruhiko cadde su quella di Misaki. Gli occhi si spensero. Il sorriso si chiuse.

Ancora...

La paura strinse il cuore di Misaki più forte che mai. «Saru ...? H-hey Saru ... non fare questi cazzo di scherzi...Saru avanti apri gli occhi....Saru?...» Nessuna risposta. Preso dal panico Misaki cerchò di scuotere il corpo inerte di Saruhiko. Misaki guardò il volto di Fushimi. Lo guardò. Non credeva a quello che vedeva. Si ripeteva -E' solo un incubo...solo un incubo...solo un fottutissimo incubo.- Misaki si lasciò cadere a terra. La forza fisica non aveva resistito. Era tutto finito. Anche per lui. Non sentiva il dolore. No. Quello fisico non lo sentiva. Non sentiva più niente. Non voleva più sentire nulla. Solo la mano di Saruhiko. Solo quella, gelida, cadaverica e sporca di sangue parte del corpo sentiva. Sentiva il suo tocco. Solo quella. Nient'altro. Misaki socchiuse gli occhi, finchè alla fine svenne.

Non doveva finire così.
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3 settimane dopo.

Il bar degli Homra era vuoto. Solo Anna e Kusanagi erano in quel luogo. Aleggiava un silenzio immortale. Anna alzò lo sguardo verso il barista. «Lui....Non è qui?» Il barista abbassò lo sguardo in un espressione amara. «Da quando è successo quel fatto. Yata..non è più la stesso...Ti manca?» Lei si limitò a fare un cenno con la testa. «Fa male....»

Misaki vissava il paesaggio sul grattacelo più altro della città di Shizume. Fissava il sole. Il sole che tramontava. Lo guardava ardentemente. Sottobraccio la sua tavola da skateboard. Nessun rumore. Nessun suono. Lui viveva completamente nel suo mondo. Yata Misaki socchiuse per un attimo gli occhi respirando l'aria marina di quel luogo. Solo un suono si udiva. Quello dei gabbiani. Gabbiani che volavano. Volavano liberi. Verso l'ignoto. Verso quella sfera infuocata. Fu in quel preciso istante che preso dai suoi piensieri sentì una piacevole brezza avvolgerlo. Era come se qualcosa lo stesse abbracciando...no forse era qualcuno...Si voltò di scatto sentendo il piacevole contatto aprendo gli occhi.
«....Saru....»
Nessuno. Non c'era nessuno. Solo un inesorabile vuoto. Solamente la sua ombra. Un ombra nera. Strinse i pugni. Due gocce caddero a terra. Bagnarono il cemento grigio del grattacielo. -Qualunque cosa accada...Qualunque cosa...Io...Io non dimenticherò..- Lo pensò. Lo pensò così ardentemente. Si voltò guardando il cielo che stava lentamente sfumando nei colori giallo e rosso. «Non voglio dimenticare.» Detto questo scattò all'indietro correndo verso un altro grattacielo con la tavola da skate ai piedi.

Dimenticare...No...Lui ricorderà. Ricorderà fin quando il fuoco non lo corroderà. Non lo corroderà fino alla morte. E allora...potrà ricordare...Insieme a lui.
  
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