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Autore: B Rabbit    25/12/2012    0 recensioni
Il giovane alzò lievemente lo sguardo, pauroso di dar esistenza a qualsiasi rumore che potesse turbare il silenzio, e con gli occhi scorse subito delle ciocche di capelli impregnate dal sangue del compagno della Luna.
Sorrise, seguendo i lineamenti di quel viso che aveva tanto sfiorato. E baciato.
Ammirò l’espressione soave del ragazzo più grande, i muscoli rilassati dal sonno e la dolcezza del suo sorriso.

Buon compleanno e felice Natale Allen-kuuun!!
Anche a voi lettori U.U
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Link, Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Allen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The piece of peace
«fragile but eternal moments»









La gemma dai bagliori dorati si alzò nel cielo, incastonandosi nell’azzurro tappeto impreziosito dai suoi filamenti lucenti.
La nebbia soffice che avvolse per giorni la maestosa opera architettonica sparì, disperdendosi magicamente nella notte, rivelando la bianca neve caduta qualche ora antecedente.
Dei fasci dorati trapelarono dal vetro dell’unica finestra, bagnata a causa dell’umidità, e illuminarono la stanza con i doni del Sole.
Dei leggeri movimenti scostarono le coperte sciupate, svelando il corpo diafano di un ragazzino, tremante a causa del gelo improvviso.
Si girò sull’altro fianco in cerca di calore ma si morse il labbro inferiore, infastidito dai raggi del mattino.
L’albino strinse gli occhi con forza, scacciando la luce novizia, ma nulla, essa schiariva anche il nero delle sue palpebre, macchiandole con tinte rossastre.
Mugugnò qualcosa, raggomitolandosi di più in se stesso, percependo con la fronte qualcosa.
O qualcuno.
Il giovane alzò lievemente lo sguardo, pauroso di dar esistenza a qualsiasi rumore che potesse turbare il silenzio, e con gli occhi scorse subito delle ciocche di capelli impregnate dal sangue del compagno della Luna.
Sorrise, seguendo i lineamenti di quel viso che aveva tanto sfiorato. E baciato.
Ammirò l’espressione soave del ragazzo più grande, i muscoli rilassati dal sonno e la dolcezza del suo sorriso.
Gli occhi scesero giù, quasi curiosi, inseguendo con lo sguardo le linee del suo petto, del suo addome.
Trattenne il respiro come un bambino, sorridendo all’irrefrenabile voglia di accarezzare la pelle rosea dell’altro con il suo soffio delicato.
Il quindicenne chiuse gli occhi lentamente, assaporando il calore con la propria pelle e i battiti del cuore con le proprie orecchie.
Sospirò, travolto da un improvviso rossore imbarazzato.
Lentamente, il ragazzino sgusciò via dal letto, posando le coperte sul proprio principe cremisi.
Con passi delicati e lenti, l’albino si avvicinò silenziosamente ad un comò scuro come l’ebano.
Trattenne uno starnuto a causa del freddo, accorgendosi solo ora di avere a proteggerlo unicamente dal gelo l’intimo. E pure bagnato.
Accostandosi al mobile, il ragazzo alzò lo sguardo, riflettendosi nella superficie dello specchio.
Lentamente, la mano destra risalì nell’aria, posandosi tremante alla base del collo sottile, sfiorando con lievi tocchi dei punti precisi.
Il ragazzino schiuse le labbra, sospirando.
La memoria si era destata, e con lentezza, i ricordi ritornarono alla mente, invadendola con le ombre delle emozioni nate e perite la scorsa notte.
Allen arrossì ancora di più, accarezzando la pelle marchiata dai denti del compagno.
Sussultò, al solo ricordo delle carezze dolci del rosso, ripercorrendo con la memoria il cammino delle sue mani.
Si morse il labbro, guardandosi nella porta del mondo che Alice scoprì.
Le sue labbra si distesero, perdendo quel lieve sorriso imbarazzato, e lo sguardo si abbassò, docilmente.
I ricordi si frammentarono, percorsi da crepe e fratture, cadendo nei meandri della coscienza.
Davanti a lui una figura irreale, estranea agli altri, lo salutava con un viso dilaniato da un enorme ghigno bianco.
Osservò l’ombra con disgusto e rabbia, come Dorian Gray guardava il proprio quadro.
Il ragazzino fece un passo indietro, mosso dalla nausea e dal desiderio di evadere dalla realtà, ma qualcosa si avvicinò a lui, catturandolo con il proprio calore.
Due braccia gli cinsero il collo diafano, facendolo rabbrividire appena come una foglia scossa dalla tarda brezza primaverile.
Un volto si avvicinò al collo di Allen, accostando le labbra rosse all’orecchio sinistro.
«Buongiorno»
Allen sorrise, posando una mano sul braccio del rosso ed adagiando il capo sulla testa dell’altro.
«Buongiorno anche a te»
Lavi chinò la testa di lato e strusciò la tempia sul collo bianco del ragazzino che rise, percependo i capelli vermigli accarezzargli la pelle.
«Alleeeeen… fa freddo qui, perché sei a mutande fuori dal letto?»
Il diciottenne si lamentò come un bimbo, facendo ridere ancora il ragazzino.
«Lavi, ti ricordo che anche tu sei a mutande»
Il guercio mugugnò qualcosa, sollevando appena il viso dalla pelle di Allen.
«…Lavi?»
L’albino sussultò, percependo la lingua del rosso bruciargli la pelle.
«Baka… come posso tornare a letto se il mio bianco principino rimane qui, al freddo e al gelo?»
Il ragazzo sospirò, piegando leggermente la testa di lato e socchiudendo gli occhi per i dolci baci del suo Sole.
«Bianco?»
Allen rise appena, guardando la figura nera che li osservava, divertita, protetta dal vetro dello specchio.
«Io, quello che, dentro di sé, ha Innocenza di Dio e il Discepolo del Diavolo? Io, lo schiavo del bianco e del nero…»
Il rosso alzò lo sguardo, osservando amareggiato l’espressione triste disegnata sul viso della sua Luna, ignaro del sorriso della nube nera che oscurava la sua pura luce.
«Al massimo, posso essere grigio… un colore indefinito, come la mia stessa esistenza»
La palpebra scese lenta, celando l’occhio smeraldo velato dalla tristezza.
Le braccia scivolarono giù del collo del ragazzino che sospirò appena, infelice per la mancanza del calore.
«Non è vero»
Lavi portò la mano sulla spalla esile dell’albino e gliela strinse docilmente, facendolo voltare.
«E se anche fosse, non mi dispiacerebbe»
Il palmo salì su per il collo, posandosi sulla guancia destra del ragazzino.
Lavi fece un passo avanti, avvicinando il volto al viso dell’altro, sfiorandogli il naso con il proprio.
«Perché io ti amo, lo sai»
Allen allungò le mani verso il petto del rosso e posò i palmi sulla sua pelle, estasiato dal dolce tepore che emanava.
«Lo so… lo so, baka…»
Martoriandosi il labbro inferiore con i canini, il quindicenne appoggiò la testa sul petto di Lavi, lasciandosi celare la visibilità dalle ciocche spettinate.
«Anche io ti amo e…»
L’albino strinse le palpebre con forza, ferendosi gli occhi grigi.
«Ho paura… paura d’impazzire…»
Le dita nere si piegarono in se stesse, socchiudendo la mano di Dio senza avere il coraggio di allontanarsi dal petto del proprio amore.
Le labbra tremarono, quasi avessero paura che le parole che avrebbero pronunciato diventassero vere, trovando esistenza nella realtà.
«E… di ucciderti»
Lavi si morse il labbro inferiore appena avvertì qualcosa di bagnato inumidirgli la pelle: posò le mani sulle spalle di Allen e lo scostò da lui quel poco da potergli vedere il viso segnato dalle lacrime.
«Baka…»
Il diciottenne avvicinò il viso alla guancia dell’albino, catturando una lacrima con le labbra.
«Non mi ucciderai»
Dolcemente, il guercio baciò l’argento celato, strappandogli una perla fresca.
«Perché così, ti addosserei solo altro dolore, e io desidero solo sorrisi sul tuo viso»
Allen singhiozzò appena, lasciandosi baciare ripetutamente la guancia.
«Sono io il tuo principe e solo io ti salverò dal demonio che ti perseguita»
Prendendogli il viso tra le mani, Lavi avvicinò il volto a quello del ragazzino, unendo le labbra morbide di Allen con le proprie.
L’ultima lacrima scivolò lenta mentre il quindicenne, sorridendo, allontanò appena la bocca, mordendo giocosamente le labbra inumidite di Lavi.
Il rosso gli afferrò con delicatezza il bordo inferiore della bocca e lo tirò appena, sospirando poi tra le labbra.
Allen indietreggiò, incontrando il legno d’ebano del comò pungergli con il freddo la pelle nuda.
La mano del rosso si posò sulla guancia umida dell’altro e gliela accarezzò, dischiudendo con la lingua le labbra dell’albino per salvare dalla solitudine la gemella.
Con l’imbarazzo che gli colorò il viso di porpora, il ragazzino uscì fuori la lingua, intrecciandola con quella del suo amore, mentre la saliva gli solleticava i lati della bocca.
La mano libera del guercio scivolò per il fianco chiaro del quindicenne, provocando lievi convulsioni al suo passaggio, arrestatosi solo al tocco del tessuto dei boxer sui polpastrelli.
Spezzando il legame delle loro labbra, l’albino si allontanò dal viso del diciottenne con il volto rosso e gli occhi umidi, annaspando in cerca d’aria.
Il rosso sorrise osservando quell’azione, e dopo aver pulito ad Allen un rivolo di salita dal lato della bocca con la lingua, gli catturò nuovamente le labbra, sostituendo l’importanza dell’ossigeno con i suoi baci.
Lentamente, il corpo del diciottenne si avvicinò a quello di Allen e, alzando la gamba, portò il ginocchio sul cavallo del ragazzino, facendolo sussultare.
«Ah… L-lavi…»
Il guercio morse il labbro inferiore dell’albino e, soffiandogli delicatamente sulla bocca schiusa, sorrise, avvicinando il viso al collo diafano dell’altro.
«Ssh»
Il ragazzino sussultò al tocco delle labbra del rosso sul suo collo e socchiuse gli occhi, abbandonandosi ai morsi cruenti e ai delicati succhiotti di Lavi sussultando appena per i baci.
«M-ma… l’ho abbiah… fatt-»
Lavi lo morse con forza al collo, tirandogli leggermente la pelle con i denti.
«Ieri, oggi è un nuovo giorno»
Con la lingua, il rosso leccò i segni provocati dal suo amore, attenuando il dolore per i marchi sbocciati dalla sua passione, e alzando il viso, il Sole baciò dolcemente la propria Luna, nascondendo la punta del pollice nei boxer neri dell’altro.
«M-ma…»
L’albino guardò il viso di Lavi, le ciocche vermiglie che gli celavano la benda nera e l’occhio smeraldo, genitore di quello sguardo sensuale e profondo che nasceva solo ed unicamente per lui.
Sopraffatto dal suo sguardo, il quindicenne sospirò, unendo con le sue le labbra del compagno, e sorrise, lasciando scivolare le mano sui lineamenti del viso caro.
«E va bene»
Lavi chiuse l’occhio e sorrise, articolando un “grazie” con le labbra.
Il pollice scivolò all’interno dell’intimo e, lentamente, la stoffa dei boxer scivolò giù per la pelle diafana del ragazzino, cadendo sul pavimento grigio chiaro.
Con le guance tinte di scarlatto, Allen sfiorò le dita affusolate di Lavi con la mano e, con timidezza, gliele prese, portandole all’altezza del proprio ventre.
Perdendosi nell’ adorabile sguardo del compagno, il diciottenne sorrise dolcemente e baciò l’albino con delicatezza, scendendo lentamente con il palmo sul suo ventre, senza mai abbandonargli le labbra.
Allen si irrigidì, percependo il lieve tocco dell’altro e socchiuse gli occhi mentre la lingua di Lavi giocava con la sua.
La mano libera salì su per la pelle diafana, accarezzando l’enorme cicatrice che osava sfregiargli l’addome, simbolo del tradimento di Dio.
Ma i movimenti si arrestarono e le braccia scivolarono giù.
L’occhio smeraldo si spalancò, mentre una goccia di sudore scendeva per la tempia di Lavi.
Allen si voltò verso la porta e trattenne il respiro, spaventato.
Qualcuno aveva bussato.
«Bookman Junior!!»
Altri colpi picchiarono sulla porta, riempiendo il silenzio con i loro rumori.
«Se sei sveglio, esci fuori dalla camera di Allen Walker!»
Lavi si morse il labbro inferiore e serrò il pugno.
Era l’ispettore Howard Link.
«Lavi…»
Il rosso voltò lo sguardo e sorrise, accarezzando la guancia rossa dell’albino.
«Tranquillo»
Lentamente, avvicinò il viso al volto di Allen, posando la fronte su quella del compagno.
«Non ti preoccupare»
E, scostando appena il viso, baciò sulla bocca l’albino con tenerezza.
«Buon compleanno, Allen»
Baciandolo ancora per un ultima volta, il rosso si avvicinò al letto e, afferrando gli indumenti, si vestì velocemente, per poi uscire dalla stanza aprendo appena la porta per nascondere Allen dallo sguardo del cane di Lvellie.
«A dopo»


Il rosso sospirò, chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle.
«Dovevi uscire appena sveglio, Junior»
Lavi alzò il volto, incontrando lo sguardo freddo del ragazzo biondo.
«Mi scusi, ma Allen non avrebbe accettato»
L’ispettore strinse i pugni e aggrottò le sopracciglia, fissando con severità l’esorcista.
«Te l’ho permesso solo perché oggi è il suo compleanno»
Lavi si scostò dalla porta e fece un passo in avanti, affiancandosi a Link.
«Perché lei lo ama e vuole che sia felice»
Portandosi le mani in tasca, Lavi si allontanò piano, seguito dall’eco dei suoi passi.
«E nonostante lui ami me, lei continua a pensare unicamente alla sua felicità»
L’ispettore abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi, cacciando con il nero la presenza di Lavi.
Ignorando con la mente la realtà.

«Grazie, cane di Lvellie»




Quando la porta si richiuse alle spalle del suo amore, il candido sorriso gli si spense, morendogli sulle labbra, tremati ancora per i tocchi del ragazzo.
Si voltò, lentamente, riflettendosi nel vetro trasparente della finestra.
Salutando il ricordo millenario che lo perseguitava.
Il ghigno del fantasma che si rispecchiava nella smorfia del maledetto.
Il ragazzo si avvicinò alla finestra e posò il palmo sulla fredda superficie limpida, incontrando la nera mano del suo peccato.
Piegò la testa in avanti, percependo la sottile patina di umidità pungergli la fronte.
Gli occhi d’argento vivo si persero nel bianco di due spiragli, incastonati nell’oscura sagoma indefinita.
Una cristallo liquido gocciolò dal lucido mercurio, segnando solitaria il chiarore del viso gioviale, abbandonata dalla corrispondente lacrima della figura.
Chiuse gli occhi, osservando sparire il nero dalla finestra.
Scorgendolo dietro le palpebre. Nitido ed irreale come un incubo.

















Ed eccomi qui gente, con la Laven promessa per Natale!
Ma prima…
*si schiarisce la voce*
Buon compleanno, Allen-kuuuun!!!
*lancia caramelle*
Buon Natale Allen-kuuuun!!!
*lancia mitarashi dango*
Inoltre, buon Natale lettoriii!!!!!!!
*lancia coriandoli*

*si arrampica su un Timcanpy obeso per sfuggire al macello che ha combinato a terra*
Sclero a parte… Natale è giunto, e se sono riuscita a postare questa cosa vuol dire che quella cazzata (scusate la parola, ma ci voleva) dei Maya era una… cazzata, ecco XD
In questa ff c’è fluff, una punta di depressione (perché quella ci deve essere sempre ragazzi U.U) e taaante coccole che mi hanno fatto dannare, perché di solito non scrivo robe del genere.
Perché, dai, chi mi conosce sa che di solito non scrivo robe così, non ci riesco, vado in crisi.
Ma oggi è Natale, e volevo regalarvi qualcosina in più.
Oh, in questa ff c’è sia la Laven che la LinkXAllen, ma a senso unico, il nostro caro uke non ama l’ispettore infatti.
Mi dispiace Link, ma la Laven è sacra per me XP Ciel e Woff (la mia lettrice e la mia editor per chi non lo sapesse), quando hanno letto la ff, hanno aggiunto taaaanti commenti, come sempre XD
Hanno detto che Lavi sembrava un figo ma quello lo è sempre assatanato XD
E che i nostri due piccoli cuccioli lo hanno fatto allegramente con Link che origliava, ma questo NON E’ VERO!
Link è un tizio serio che non origlierebbe mai U.U
… Penso °-°

*scappa via per la vergogna e si nasconde*



*prende un megafono*
BUON NATALE GENTEEEEEE!!!!!

  
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