~Secondo Atto~
(Nota:
ammetto di essere stata un tantino influenzata per alcune parti dallo
spettacolo
che ho visto del Cirque du Soleil a Torino poco tempo fa, perdonatemi)
POV
Lenalee
Nevicava.
La neve scendeva
con lentezza, imbiancando tutta la città. Pur essendo
mattina presto la neve
brillava, come se avesse intrappolato le luce della luna. Riusciva a
rischiarare la notte, donando quell’atmosfera magica che solo
lei sapeva dare.
Erano
ore che Lenalee
guardava fuori dalla finestra. Non era riuscita a chiudere occhio,
così si era
messa a guardare la neve, aspettando l’alba.
–Auguri Allen…- mormorò pensando
al pomeriggio appena passato, a quei pochi secondi tra le sue braccia,
mentre
le loro labbra si sfioravano. Quella sera ci sarebbe stato lo
spettacolo a cui
Allen l’aveva invitata, e lei era ancora indecisa se andarci
o meno. Sapeva che
andarci sarebbe stato uno sbaglio, che non avrebbe fatto altro che
peggiorare
la ferita che si stava aprendo nel suo cuore, ma sentiva il forte
desiderio di
rivederlo. Non riusciva ad ignorare la supplica del suo cuore che la
implorava
di correre da lui.
Mentre
l’alba sorgeva gli
occhi di Lenalee si riempirono di lacrime. Scoppiò in un
pianto disperato,
carico di tutti i sentimenti che la opprimevano. Aveva bisogno di
sfogarsi con
qualcuno, ma era sola, completamente sola. Nessuno l’avrebbe
incoraggiata o
rassicurata, nessuno avrebbe cancellato le sue lacrime. Il lungo pianto
la fece
infine addormentare, portandola in un sonno tormentato da sogni che le
riportavano alla mente tutti i momenti passati con Allen.
Quando
si svegliò erano
quasi le 2 del pomeriggio. Si alzò barcollando dal letto
guardando nuovamente
fuori dalla sua stanza. La neve ora scendeva meno fitta, ma la
città era
comunque ricoperta da una decina di centimetri. Le gente si affrettava
per le
vie, i bambini giocavano assieme in mezzo a quel candore ed ovunque si
sentivano chiacchiere e canti natalizi. Lenalee si avviò
verso il bagno e restò
immobile per qualche secondo fissando il suo riflesso: aveva gli occhi
rossi e
gonfi, delle grandi occhiaie e sul viso si potevano vedere ancora i
segni
lasciati dalle lacrime.
“Faccio
pena. Come posso
ridurmi così? Davvero pretendo di essere d’aiuto
ad Allen conciata in questo
modo?” Lenalee si rabbuì e dopo aver colpito con
violenza lo specchio
incrinandolo e ferendosi la mano si risciacquò il viso
incurante del dolore. Si
riguardò allo specchio e finalmente annuì
soddisfatta. Ogni segno di stanchezza
e di dolore era sparito, così, dopo essersi fasciata alla
veloce la mano, si
preparò per uscire. Indossò il vestito preso il
giorno prima: era rosso, le
lunghe maniche si allargavano a sbuffo e terminavano con un pizzo nero.
La
gonna era a coda e terminava anch’essa con il pizzo nero.
Mise collant nari,
ballerine rosse e la giacca e prese il regalo per Allen: era un piccolo
carillon che suonava una dolcissima melodia. Al suo interno Lenalee
aveva fatto
incidere la data del compleanno di Allen, ed una breve frase. Dopo
essersi
assicurata di avere tutto corse fuori dal piccolo albergo dove
alloggiava e si
trovò per strada, sotto il lieve nevischiare. Si
guardò un po’ attorno e solo
allora le torno alla mente una cosa che le era sfuggita il giorno
prima: non
c’era nessun Third a sorvegliarla. Se ci pensava bene era da
quando aveva
lasciato il negozio il giorno prima che non aveva più
avvertito la loro
presenza. Non ci pensò più di tanto e si
avviò, aspettando l’arrivo della sera
per poter rivedere Allen.
POV
Allen
-Ehi
Tim, come sto, dici che
piacerò a Lena?- Allen guardò il piccolo golem
facendo qualche posa elegante,
anche se in realtà era un po’ goffo a causa del
vestito di scena: era simile al
costume del giorno prima, solo più elaborato. Era un grosso
costuma bianco
imbottito, con le maniche e il pantaloni neri. Collo, polsi e fondo dei
pantaloni erano circondati da un grande merletto bianco, orlato
anch’esso di
nero. Sul petto erano cuciti tre grandi bottoni d’argento,
che ad Allen ricordavano
quelli delle divise da esorcista. Il volto completamento ricoperto da
una
strato di trucco bianco era colorato solo dal sorriso rosso dipinto
attorno
alle labbra e dal trucco nero e argenteo che gli circondava gli occhi,
ricreando la maschera che indossava quando l’Innocense era in
modalità Crown
Clown. Era proprio a quello che si era ispirato pensando al costume:
infatti
era molto più “magro” rispetto ai soliti
costumi da clown e sulla testa,
lasciata questa volta scoperta, senza parrucche, lasciando che i
capelli
bianchi scendessero naturalmente sul suo capo, indossava una grande
corona
argentata.
Si
guardò allo specchio
valutando il suo lavoro: in un certo senso era un po’
inquietante con quel
sorriso appena abbozzato, gli occhi grigi contornati da quel trucco e
la grande
lacrima nera sotto l’occhio sinistro. Era un Pierrot
perfetto. -Allora, non
dici niente?- Tim gli svolazzò attorno allegro, approvando
il gusto del
padrone. Allen gli sorrise e lo fece atterrare sulla sua mano.
–Ora tu ti
infili nel mio costume e fai il bravo, ok?- Il piccolo annuì
velocemente e si
infilò comodamente nel costume.
Allen
indosso i guanti e le
scarpe bianche ed uscì dal camerino. Tutti gli artisti erano
in fibrillazione
per lo spettacolo: era il primo grande evento per loro, e tutto doveva
andare
alla perfezione. In molti urtavano il clown per sbaglio o di proposito
ed
alcuni lo guadavano di sbieco. Lui sapeva che tutti erano curiosi
riguardo a
quello che era successo il giorno prima, ma Allen non aveva intenzione
di
parlare con nessuno di loro.
Arrivò
nelle vicinanze del
grande palco ed osservò gli spalti ancora vuoti. Tra poco
meno di mezz’ora
avrebbero aperto i cancelli e i posti sarebbero stati occupati da un
numero non
precisato di persone. O almeno, lui non si era preoccupato di chiedere
quanta
gente ci fosse. Gli interessava solo che ci fosse Lena,
nient’altro. Si
allontanò dal palco ed andò nel retro del grande
tendone. La neve aveva
ricominciato a scendere fitta. Allen restò per qualche
minuto fermo in mezzo
alla neve, incurante del freddo e della possibilità che il
trucco si
sciogliesse. Amava la neve. Quando era ancora con Mana spesso gli
capitavano
giornate di neve nel loro girovagare, ed Allen si fermava sempre
così, sotto la
neve, a braccia aperte, con i palmi delle mani ed il viso rivolti verso
l’alto.
Teneva gli occhi chiusi e godeva di quegli istanti di pace e di
silenzio. La
neve era in grado di placare, anche solo per un attimo, il suo animo
tormentato.
-Tutti
gli artisti
raggiungano presto il palco, il capo vuole parlarci!- Una voce
interruppe quel
momento di serenità e sorridendo tristemente Allen
tornò nel tendone.
POV
Lenalee
Il
tendone del circo era
pieno di persone. Tutti i posti erano occupati, non ce n’era
uno libero. Era
stato un miracolo che Allen fosse riuscito a tenergli un posto con
soltanto un
giorno di preavviso. “Ma quanto caldo fa qui dentro? Siamo a
Natale eppure si
suda! Sarà per tutta la gente ammassata qui. Speriamo che lo
spettacolo vada
per il meglio, altrimenti saranno nei guai con tutte queste persone
venute a
vederli.” Nel frattempo Lenalee si svestì restando
solo con il suo vestito.
Alcuni si girarono guardarla, soprattutto ragazzi, restando
imbambolati. Lei
arrossì vistosamente. –Ehi signorina, vuoi sederti
vicino a me? Sei sola qui
vero? Il mio amico può fare a cambio con te, non
c’è problema.- Un ragazzo
parecchio alto e possente, seguito da altri ragazzi, probabilmente suoi
scagnozzi, le si era messo di fronte e le sorrideva sfrontato.
–No grazie, sto
bene qui da sola, non ho bisogno di compagnia- rispose freddamente lei.
Il
ragazzo assunse un’espressione indignata e la
afferrò per un braccio. –Un
ragazzo ti offre gentilmente compagnia e tu lo rifiuti in questo modo?
Chi ti
credi di essere? Forza, vieni con me, voglio che tu mi tenga compagnia
durante
lo spettacolo- le ghignò lui. Lenalee venne presa da un
forte istinto di
prenderlo a calci, ma sapeva che non doveva e non poteva farlo.
C’erano troppe
persone e se Allen avesse visto cosa stava succedendo probabilmente
avrebbe
avuto la stessa reazione del giorno prima. Non aveva idea di cosa fare.
Il
ragazzo la strattonò con forza facendola alzare dal suo
posto, facendo cadere
il piccolo carillon per Allen. Cadendo si aprì e la suo
melodia risuonò in
mezzo al chiacchiericcio della gente. –Ehi, lasciami subito!-
Lenalee si
divincolò nel tentativo di riprendere il carillon nel timore
che potessero
prenderlo loro. Infatti un di essi si abbassò per
raccoglierlo, ma due secondi
prima che potesse prenderlo una mano guantata lo prese prima di lui.
-Ehi
ehi, ragazzi, si tratta
così una signorina? Non vi hanno insegnato che bisogna
essere gentili con le
lady?- Lenalee non riusciva a vedere l’uomo visto che il
ragazzo la teneva
stretta al petto, ma sentì chiaramente
quest’ultimo irrigidirsi ed allentare la
presa. Lenalee si allontanò da lui e guardandolo in volto
vide la sua
espressione terrorizzata appena prima che lui e i suoi amici
scappassero
urlando.
Lenalee
si girò per vedere
chi l’aveva aiutata, ma vide soltanto una figura vestita con
uno smoking nero
ed un alto cilindro calato sul viso qualche fila dietro di lei.
L’uomo le
sorrise e si voltò, sparendo tra la folla. Le luci si
spensero ed una voce
esclamò –Signore e signori, benvenuti al Cirque du
Soleil, che lo spettacolo
abbia inizio!- Lenalee si sedette tenendo in grembo in carillon e si
preparò a
vedere lo spettacolo più bello della sua vita.
POV
Allen
“È
davvero ironico questo
spettacolo. Lena resterà abbastanza sconvolta dal tema della
serata. Non che io
l’abbia presa benissimo effettivamente.” Allen
guardò il volantino che reggeva
tra le mani: ritraeva lui e l’altro protagonista, uno di
fianco all’altro, con la
testa leggermente chinata di lato, che sorridevano pacifici. Uno era
lui,
vestito di bianco, il Pierrot. L’altro era il secondo
protagonista, vestito in
modo buffo, con colori prevalentemente scuri, l’Augusto. Lo
spettacolo di
quella sera avrebbe parlato del Pierrot innamorato della luna e
dell’Augusto
che tentava in ogni modo di fermare il suo amore, senza successo.
Allen
sorrise mestamente:
certo, non era per un semplice amore che il Conte voleva ucciderlo, ma
era
impressionante come quel ruolo gli calzasse a pennello.
Accartocciò il
volantino e lo getto a terra, pronto ad entrare in scena.
Entrò seguito da
altri artisti vestiti di bianco, che lo seguivano in ogni sua mossa,
quasi
fossero la sua ombra. Allen si piazzò al centro del palco e
scrutò il pubblico:
in mezzo a quella massa di gente riuscì a scorgere Lena, pur
essendo lei al
buio.
Sorrise
felice della sue
presenza e diede inizio allo spettacolo. Con un semplice cenno di
braccia gli
artisti dietro di lui si posizionarono intorno al palco, e quando Allen
rivolse
lo sguardo in alto, verso la luna, nella quale stava una ragazza
vestita con un
lungo abito argenteo, lei cominciò a cantare, e gli artisti
si esibirono a
tempo. Alcuni di loro avevano tante piume attaccate alle braccia, e le
muovevano quasi a voler prendere il volo e raggiungere
l’amata. Tutti si
muovevano in perfetta armonia, seguendo tutti i movimenti di Allen, che
li
dirigeva come un direttore d’orchestra. Ad un certo punto
arrivarono in massa
delle figure vestite di scuro, grigio, marrone, nero, e subito dietro
di loro
un altro pagliaccio, l’Augusto, che dopo una rovinosa caduta
si avvicino al
Pierrot. Lui lo guardò con scherno ed ordinò agli
artisti bianchi di attaccare
quelli scuri. Così iniziò una nuova esibizione.
Il palco si aprì rivelando dei
tappeti elastici che formavano una grande x, e tutti gli artisti,
bianchi e
scuri, cominciarono a saltare eseguendo magnifici volteggi in aria,
quasi a
voler combattere in cielo.
L’Augusto
ed il Pierrot
invece si erano dileguati per andare a prepararsi per il numero
seguente.
Dovevano indossare l’imbragatura perché si
sarebbero esibiti al trapezio, se
avessero perso la presa era meglio evitare che si schiantassero al
suolo.
–Bravi ragazzi, il pubblico è già
incantato da quello che abbiamo fatto fino ad
adesso. Continuate così!- Il capo era particolarmente
eccitato dall’andamento
dello spettacolo, si vedeva che era fiero di se e della sua compagnia.
Allen
e l’Augusto tornarono
sul palco, anzi, sopra i palco, e vennero calati ad una trentina di
metri da
terra. I fragorosi applausi pian piano terminarono mentre i tappeti
venivano
ricoperti e le luci illuminavano i due clown. Essi iniziarono a
dondolarsi
prima lentamente, poi sempre più veloce, alternandosi, uno
avanti ed uno
indietro. Mentre la Luna continuava a cantare i due clown tentavano di
raggiungerla, con acrobazie che tenevano tutti con il fiato sospeso. Ad
un
certo punto, l’Augusto, rendendosi conto che non sarebbe
riuscito a raggiungere
la Luna, si spinse verso i Pierrot facendogli perdere la presa del
trapezio.
Tutto il pubblico restò con il fiato sospeso mentre il clown
bianco
precipitava, a quando a pochi metri da terra le corde che lo tenevano
al sicuro
lo tirarono su tutti lanciarono urla di gioia. Allen si
riattaccò al trapezio e
sparì insieme all’Augusto. Così il
primo tempo finì.
-Allen,
sei stato davvero
bravo! Io non sarei mai riuscito a mantenere quel sangue freddo mentre
precipitavo, neanche sapendo di avere l’imbragatura!-
-Mio
caro e goffo Augusto,
io possiedo l’eleganza e l’intelligenza di un
Pierrot, ci sarà ben un motivo se
mi hanno dato questa parte no?- Allen sorrise di gusto al suo compagno,
mentre
gli altri artisti si complimentavano tra loro. Allen andò
verso il retro del
tendone per prendere una boccata di aria fresca. Si stava divertendo,
era bello
vedere come tutti lo ammiravano. Aveva quasi raggiunto
l’esterno quando Lena lo
raggiunse di corsa e lo abbracciò con foga. –Sei
stato bravissimo, non ho mai
visto niente di più bello!- e con queste parole gli
scoccò un bacio sulla
guancia. –Auguri Allen!-
POV
Lenalee
-Ehi
Lena, come hai fatto ad
arrivare qui?- lei ed Allen erano andati a sedersi su delle casse sul
retro del
tendone per stare un po’ tranquilli. Lenalee era estremamente
felice di essere
li con lui, si era pentita amaramente di come si era comportata il
giorno
prima, e voleva rimediare.
-Credi
davvero che possa
esistere qualcuno in grado di fermarmi quando si tratta di correre e
saltare?
Neanche i tuoi compagni più bravi potrebbero tenermi testa!-
-Hai
usato l’Innosence solo
per raggiungermi? Tu sei pazza!-
-Volevo
venire da te e
scusarmi come mi sono comportata, e poi dovevo farti gli auguri e darti
questo.- Lenalee gli porse il sacchetto contenente il piccolo regalo
per Allen.
-Un
regalo per me?-
-Ovvio,
è il tuo compleanno,
ed inoltre è Natale. Doveva farti un regalo.-
-Ma
non sapevi nemmeno se ci
saremmo incontrati…-
-Ho
sperato con tutta me
stessa che accadesse, ed eccoti qui infatti.- Lenalee lo
guardò dolcemente,
aspettando che aprisse il regalo. Allen si affrettò ad
aprire il sacchetto e
tirò fuori il piccolo carillon. Lo aprì e la sua
dolce melodia lo invase,
donandogli una calma infinita. Restò ad osservare il
carillon finché la sua
melodia non finì, poi tornò a guardare Lenalee.
Lei lo guardò di rimando, arrossendo
per l’intensità del suo sguardo.
-Balliamo-
disse
all’improvviso Allen.
-Che?-
-Io
e te, adesso, sulle note
del carillon. Abbiamo ancora un po’ di tempo. Dai vieni.-
Allen si era alzato
ed ora era di fronte a lei, mentre le tendeva una mano. Si
alzò anche lei e
dopo avergliela afferrata Allen la strinse a se. Prese nuovamente il
carillon,
lo chiuse e lo riaprì, dando inizio alle danze. Ballarono
tutto il tempo
abbracciati, e Lenalee sentiva il suo cuore sul punto di esplodere. A
fine musica
Allen la fece fermare e la guardò ancora una volta con
quello sguardo intenso e
carico di desiderio.
-Sei
bellissima Lena, la
ragazza più bella che io abbia mai visto- e si
avvicinò a lei, rubandole il suo
prima bacio. Lenalee si sentì piena di gioia e
ricambiò il suo bacio con trasporto.
Allen con una mano le accarezzò la schiena procurandole
brividi di piacere e
con l’altra le accarezzava i capelli. Lena affondò
le sue mani nei bianchi capelli
di lui, nel timore di perderlo. Quando le loro labbra si divisero si
abbracciarono ancora, sperando entrambi che quel momento non finisse
mai.
-Artisti,
10 minuti! 10
minuti in scena!- Allen strinse Lenalee a se ancora una volta prima di
staccarsi da lei. La ragazza fece un po’ di resistenza ma
alla fine cedette.
-Ti
prego Allen, non lasciarmi.-
-Non
ti lascerò mai Lena, è
una promessa.-
-Lo
giuri? Starai per sempre
con me?-
-Per
sempre, mia Luna- e
dopo un ultimo bacio a fior di labbra Allen andò di corsa
verso il palco,
portando con se il piccolo carillon. Lenalee lo osservò
sparire dalla sua
vista, e mentre tratteneva le lacrime tornò al suo posto,
con un terribile
presentimento che le stringeva il cuore.
POV
Allen
Lo
spettacolo era
ricominciato già da un po’. Molti artisti si erano
alternati sul palco, eseguendo
i numeri più mozzafiato che il pubblico avesse mai visto.
Anche Allen era
tornato sul palco diverse volte, era il protagonista, non poteva di
certo
mancare.
Però
non poteva fare altro
che pensare a Lena, al bacio che si erano scambiati. Non era mai stato
così
felice e triste in vita sua. Le aveva promesso che non
l’avrebbe mai lasciata,
che sarebbero sempre stati insieme, ma in fondo sapeva che non sarebbe
stato
così.
Lo
spettacolo stava
giungendo al termine, ed Allen non vedeva l’ora di finire e
di riabbracciarla.
Ora si trovava a lottare con l’Augusto saltando su delle
barre elastiche
sorrette dai rispettivi artisti, e si scambiavano di posto in
continuazione,
compiendo salti che non sembravano neanche umani. Come previsto dallo
spettacolo la Luna ad un certo punto li interruppe, e chiese loro un
sacrificio. Chi le avrebbe portato il sacrificio migliore sarebbe
diventato suo
compagno.
L’Augusto
a quel punto
avrebbe dovuto prendere uno dei bambini artisti bianchi, ovvero uno dei
discepoli del Pierrot, per portarlo alla Luna, ma Allen, prese il
bambino dalle
braccia dell’Augusto e si avviò alla sbarra.
Seppur sgomenti i due artisti
incaricati di farli saltare li fecero salire, e dopo che il bambino si
fu
stretto forte forte ad Allen lui fece il salto più alto che
poté, fin quasi a
raggiungere la Luna che allungò un braccio verso di lui.
Allen avrebbe dovuto
lasciare il bambino così che la corda che lo teneva lo
portasse tra le braccia
della ragazza, ma Allen lo tenne stretto, e mentre la forza di
gravità li reclamava
a terra Allen sussurrò –Crown Clown- e
l’Innosence si attivò.
Tra
la urla generali Allen
lasciò il bambino a terra e con un salto, avvolto dal suo
mantello di
Innosence, raggiunse la Luna, ora non più ragazza, ma Akuma
di terzo livello, e
la trafisse con la sua spada.
Altri
artisti si tramutarono
in Akuma e si scagliarono contro Allen che li uccise con una
rapidità e
freddezza inumana. Attorno a lui ormai tutto era confuso:
c’era chi gridava,
chi piangeva, ma ad Allen non importava. Lui stava cercando la sua
Lena, voleva
saperla al sicuro.
Gli
si gelò il sangue quando
la vide. Era in piedi, in mezzo agli spalti, immobile, e poteva
chiaramente
vedere le lacrime che le scendevano lungo il viso mentre gridava
disperata, con
alle spalle un uomo vestito con uno smoking nero ed un lungo cilindro
calato
sugli occhi. Ad Allen bastò vedere la sua figura per capire
chi era: quando
l’uomo alzò il viso verso di lui guardandolo con i
suoi occhi dorati e
sorridendogli malvagio Allen urlò il suo nome con tutto il
fiato e la rabbia
che aveva in corpo –TYKIIIII!!!!!!- e lui di rimando, mentre
tante farfalle gli
volavano attorno, mormorò –Ciao, ragazzo-.
POV
Lenalee
“No,
no, NO! Allen! Non
adesso! Ti supplico Dio, non adesso, no!” Lenalee era
disperata. Non riusciva a
muovere un muscolo. Il Noah accanto a lei, Cheryl, glielo impediva
grazie ai
suoi poteri, mentre si godeva lo spettacolo degli Akuma che uccidevano
uomini,
donne e bambini e si avventavano su Allen.
-Stai
tranquilla signorina,
non basterà così poco per uccidere il tuo
ragazzo. Quest’attacco ci serviva solo
come diversivo. Non faceva altro che fissarti, non riuscivamo ad
avvicinarti!-
Tyki se la rideva seduto dietro di lei. “Come ho fatto ad
essere così stupida?
Dovevo accorgermi che era lui! Forse tutto questo non sarebbe successo
se
avessi fatto più attenzione!” Lenalee era
arrabbiata con se stessa perché non
era stata in grado di proteggere il suo amato. Quando lui si
voltò e la vide
lei aveva cominciato a gridare e piangere, ed aveva sentito chiaramente
l’urlo
di rabbia di Allen quando aveva capito cosa stava succedendo.
Il
ragazzo tentò di
raggiungerla ma degli Akuma di quarto livello lo bloccarono parandosi
davanti a
lui. –Bene signorina, raggiungiamolo, diamo inizio allo
spettacolo.- Tyki la
sollevò di peso e, seguito dal fratello, scese fino al
palco. Sistemò la
ragazza per terra, ancora immobilizzata dal potere di Cheryl. Lenalee
vide
alcune farfalle posarsi sul suo corpo e tentò inutilmente di
muoversi per cacciarle
via. Sapeva che quelle erano le farfalle carnivore di Tyki, e sapeva
che una
sola di quelle bastava per ucciderla.
-Allora
ragazzo, non sei
felice di vederci? È da tanto che ti cerchiamo sai?
Soprattutto Road, sapessi
quanto ha fatto per trovarti! Oh, eccola!- La piccola Noah
arrivò, spuntando
fuori dalla porta dell’arca che era comparsa improvvisamente.
La ragazzina
corse verso di Allen e lo abbracciò, schioccandoli un bacio
sulle labbra. –Finalmente
Allen, mi sei mancato!-
-Ehi
Road, cosa fai!? Lo sai
che il papà non approva!- Cheryl era come al solito
impazzito a vedere la sua
bambina tra le braccia di Allen, anche se quest’ultimo in
realtà, bloccato da
Akuma e dal potere di Cheryl, la ignorava, continuando a fissare
Lenalee,
tentando di trovare un modo per salvarla.
-Eddaih,
sono gli ultimi
momenti che potrò passare con lui, fammi divertire un
po’!-
-In
che senso… ultimi
momenti?- chiese Lenalee, usando quel poco di forze che aveva. Si
sentì afferrare
per i capelli e fu sollevata da terra da Tyki. –Guarda bene
il tuo ragazzo,
perché tra un istante morirà. O meglio, la sua
anima sparirà per lasciare il
posto a Neah. Fagli gli auguri quando arriva ok? In fondo è
come se stesse
nascendo adesso!- Tyki la lasciò cadere a terra facendole
sbattere
violentemente la testa. La ragazza lanciò un urlo di dolore
e quando vide la
mano del Noah del piacere sul suo petto, mentre Tease pian piano faceva
capolino, sbiancò dal terrore. Allen la guardava pieno di
paura e disperazione.
–Scusa signorina, ma forse dovremo ucciderti, giusto per
aiutare Neah a
risvegliarsi. Ma sta tranquilla, è possibile che
l’aiuto di Wisely basti!- Il
Noah della saggezza uscì dall’arca quando
sentì il suo nome. Andò davanti ad
Allen e dopo averlo guardato un attimo attivò il suo terzo
occhio, ed Allen
urlò di dolore.
Passarono
pochi istanti, e
ad un certo punto Lenalee sentì che il potere di Cheryl
l’aveva lasciata. Lei
si sollevò e si strascinò a fatica verso di
Allen. –Allen, Allen! Ti prego,
apri gli occhi!- Allen alzò piano la testa ed
aprì gli occhi. Lenalee trattenne
a stento un urlo quando vide gli occhi del suo amato: non erano
più grigi, ma
oro, e la osservavano con curiosità e disprezzo.
–Buongiorno Lena, lo sai che è
colpa tua se Allen è morto, vero?- gli disse Neah con tono
d’accusa.
POV
…
Neah
si alzò barcollando.
“Ahh, che mal di testa. Quel calcio di ieri mi ha fatto non
poco male. E poi
anche Wisely, non poteva stare più tranquillo? Ha frugato un
po’ troppo nei
miei ricordi. Ha sconvolto Allen, poverino…” Si
guardò un po’ attorno e vide
uno specchio che faceva parte della scenografia caduto a terra. Lo
sollevò e
guardò il proprio riflesso. Non lanciò un urlo
per miracolo, ma in compenso
fece cadere lo specchio a terra, mandandolo in frantumi.
-Ma
che cazzo ha che non va
‘sto ragazzo? Ha i capelli bianchi! E poi
cos’è tutto sto trucco? Ma vedi te se
mi devo ritrovare in un corpo simile!- Si strofino con forza il viso
togliendo
buona parte del trucco e si tolse il pesante costume. –Un
po’ di cervello ce
l’aveva allora, almeno ha avuto la decenza di tenersi i
vestiti sotto.- Si
guardò di nuovo allo specchio, ed annuì
soddisfatto. –Ora sì che va bene, mi
sento decisamente meglio.- I capelli erano diventati castani, la pelle
si era
scurita un po’, la cicatrice sull’occhio era
scomparsa e sulla fronte erano
comparse le stigmate.
-Buonasera
quattordicesimo,
sono felice di vedere che stai bene.- Neah si girò e sorrise
bonario al suo
interlocutore: era il Conte, con al suo seguito il resto della famiglia
Noah.
–Ma che bello, tutta la famiglia al gran completo! Che
accoglienza! Oh,
aspettate un attimo… Ora si che si sono tutti!- e dopo aver
detto ciò quel che
restava del tendone fu spazzato via, e i Noah furono circondati da
Esorcisti.
-Mammoletta
del cazzo,
allora avevo ragione, fai proprio schifo.- Kanda, con la sua solita
galanteria,
si era rivolto immediatamente al Noah, per poi andare a soccorrere
Lenalee. La
ragazza piangeva disperata, e sembrava in preda ad una crisi di nervi.
–Come
sapevate…- -Tranquilla Lena, rilassati. I Third che ti
seguivano sono stati
uccisi, quindi siamo venuti a cercarti immediatamente.-
-Ma
quanto sei simpatico
spadaccino! Dov’è il tuo amico dai capelli rossi?
Lui mi sta molto più
simpatico.-
-È
morto. Lavi è stato
ucciso dai tuoi cari fratelli, non te l’avevano ancora
detto?- Kanda guardò con
disprezzo tutto il gruppo dei Noah. –In realtà noi
non l’abbiamo ucciso, è lui
che non ha retto- disse Wisely, e subito dopo fu attaccato da Kanda.
–Ehi ehi,
rilassati, abbiamo un obiettivo comune no? Uccidere Neah!-
-Non
me ne fotte un cazzo di
quello lì, prima ammazzo voi, poi penserò ad
ucciderlo- e quel punto anche gli
altri Esorcisti attaccarono. Anche Lenalee si era ripresa, ed aveva
attaccato
senza indugio Tyki. Gli unici a non lottare erano il Conte, Road e
Neah.
–Perché
mi ignorano tutti?-
mormorò Neah con un finto tono disperato.
-Perché
la battaglia deve
essere tra me e te, nessuno deve intromettersi- e dopo aver detto
questo il
Conte lo attaccò. Mentre i due combattevano Road guardava
tutto dall’alto, e fu
lei ad accorgersi per prima della morte di Wisely. Mentre le lacrime
provocate
dalla memory di Noah le rigavano il volto vide Kanda avventarsi contro
Neah.
Non fece niente per fermarlo, lei era solo una spettatrice.
-Due
contro uno non è
leale!- si lamentò Neah mentre sferrava l’ennesimo
colpo al Conte. Si girò
appena in tempo evitare la mugen di Kanda. –Senti spadaccino,
vai ad aiutare i
tuoi, non intrometterti.- Gli bastò un semplice gesto e
l’esorcista fu sbalzato
via. Subito dopo fu colpito in pieno dal Conte che non si era certo
fatto
sfuggire l’occasione per colpirlo. –E bravo Conte!
Colpire alle spalle è la
tattica migliore dei codardi!- e riprese a combattere contro di lui, ma
la
lotta non sembrava portare da nessuna parte. Attorno a loro Esorcisti e
Noah
continuavano a combattere, ed entrambe le parti avevano subito perdite:
Crowley
era morto uccidendo i gemelli Jasdebit, e Marie portando con
sé Lulubel per
proteggere Miranda. Tutti i Noah, Conte compreso, piangevano per la
perdita dei
compagni. L’unico a sembrarne immune era Neah.
Quest’ultimo
continuava a
combattere alla pari con il Conte, nessuno dei due riusciva a prevalere
sull’altro. Inoltre Kanda, anche se si rendeva conto di
essere abbastanza
inutile, continuava ad attaccare entrambi. Lenalee intanto stava avendo
la
peggio contro Tyki. E questo creava un certo fastidio a Neah. Per
qualche
strana ragione si sentiva male quando vedeva che la ragazza veniva
colpita.
Doveva essere a causa dei residui di coscienza di Allen. Tentava di
tenere a
freno l’impulso di andare a difenderla, ma era sempre
più difficile. “Stupido
ragazzino! Non potevano proprio trovare un contenitore migliore vero?
Merda!” e
fu al termine di quei pensieri che avvenne: Tyki stava per infliggere
il colpo
decisivo a Lenalee, ma Neah si mosse quasi senza farci caso. Prese
Lenalee un
attimo prima che Tyki la uccidesse e la portò al centro del
palco.
Si
ritrovarono in ginocchio,
uno di fronte all’altra, ma non ebbero il tempo di dire una
sola parola:
entrambi furono trafitti, Neah dalla mugen di Kanda, che si
conficcò anche nel
petto di Lenalee e la ragazza dalla spada del Conte, che trafisse anche
Allen.
Sembrò che il tempo si fermasse. Tutti smisero di combattere
e guardarono i due
ragazzi al centro del palco. Il sangue colava copioso ai loro piedi e i
due
erano immobili. –Oddio…
Lenalee!-
Kanda tentò di avvicinarsi alla ragazza ma una specie di
barriera lo respinse. Attorno
a Neah, anzi, Allen e Lenalee si creò una barriere azzurrina
che mandava
piccoli lampi.
Noah
ed Esorcisti guardavano
incantati il centro del palco e non si accorsero nemmeno di quello che
gli
stava accadendo. L’Innosence di tutti gli Esorcisti si
sciolse in liquido verde
a raggiunse i due ragazzi. I Noah pian piano persero le caratteristiche
che li
rendevano tali: gli occhi divennero di colori normali, così
come la pelle, e le
stigmate sparirono. Fu come se il loro potere si sciolse in un liquido
denso e
nero, che raggiunse anch’esso Allen e Lenalee. Innosence ed
essenza Noah
ricoprirono i due corpi abbracciati ed una luce accecante
abbagliò tutti i
presenti, facendoli svenire.
Qualche
anno dopo
-Mamma,
mamma! Chi sono?- un
bambino tirò la gonna della propria madre ferma davanti a
quella che sembrava
una statua di cristallo.
–Due
amanti sfortunati, che
con la loro morte hanno salvato il mondo- disse la donna, mentre
poggiava un
mazzo di fiori alla base della statua.
–E
perché gli porti i fiori
oggi che è Natale?-
-Perché
il ragazzo era nato
a Natale.-
-E
tu come fai a saperlo?-
-Li
conoscevo.-
-Davvero?
E perché?-
-Perché…-
-Miranda!-
un uomo la chiamò
da lontano, facendole cenno che era ora di partire.
-Te
lo spiego a casa, ora
vai dal nonno, io resto ancora un attimo qui.- Il piccolo corse
dall’uomo e si
allontanò con lui.
-Come
state ragazzi?-
Miranda poggiò una mano sul viso del ragazzo e
l’altra sul viso della ragazza.
–Sapete, è stato difficile venire a trovarvi. La
vostra perdita è stata un peso
enorme per tutti. Soprattutto per Komui. Lui finge che le cose vadano
bene, ma
ogni tanto so che sparisce, e nessuno sa dove vada o casa faccia. Gli
altri…
Beh, sopportano. Ora gestiscono un laboratorio di ricerca. E i pochi
Esorcisti
rimasti o sono tornati dalle proprie famiglie o sono spariti in giro
per il
mondo. Per quanto riguarda i Noah non so che dirvi: sono semplicemente
tornati
umani. Da quella notte nessuno li ha più visti. Forse vivono
tutti insieme, da
qualche parte. Solo di due non so assolutamente niente: Road e Kanda.
Loro sono
semplicemente spariti, nessuno li ha visti nemmeno quando ci siamo
risvegliati
e vi abbiamo ritrovati cristallizzati nell’Innosence e
nell’essenza dei Noah.-
Guardò con occhi colmi di lacrime i visi sorridenti dei due
ed abbassò lo
sguardo sull’epigrafe: “25 dicembre, il giorno in
cui il figlio e la figlia di
Dio ci hanno salvato.” Miranda fece una piccola risata
isterica.
-Se
sapessero l’odio che
provavate nei confronti di Dio, eh, Allen, Lena?- Li guardò
nuovamente,
sorridendo. Era felice che almeno in quell’ultimo momento
insieme fossero stati
felici. I due infatti si guardavano sereni, stringendosi i un dolce
abbraccio,
sorridendosi dolcemente.
-Ora
vado, non posso
lasciare il piccolo Marie da solo, già mi incolpo ogni
giorno di non essere
stata in grado di proteggere il padre, non posso e non riesco a stare
separata
da lui.- Miranda fece per allontanarsi ma una piccola pallina dorata
attirò la
sua attenzione: era Timcampi. Miranda lo raccolse dalla neve e lo
guardò piena
di gioia. –Tim, che ci fai qui?- Il piccolo golem dorato
restò un attimo
immobile e poi aprì la bocca facendo apparire una schermo
davanti agli occhi di
Miranda. Lei guardò la scena con occhi pieni di lacrime.
Quando il filmato finì
il golem volò via e Miranda corse più veloce che
potè, per andare a raccontare
a tutti gli ultimi magnifici istanti di vita di Allen e Lenalee.
In
quel momento i ragazzi si
erano scambiati un dolce bacio e dopo essersi giurati eterno amore e
promessi
di stare sempre insieme sulle note del carillon, nel cui interno era
incisa la
frase “Ti prometto che staremo per sempre insieme”,
morirono, lasciando che le
loro anime si fondessero dando vita al Cuore, un piccolo cristallo a
forma di
lacrima che era sparito nella neve.
Poco
distante il golem
raggiunse un ragazzo ed una bambina nascosti nell’ombra.
–Bravo Tim, ora
vedremo cosa succederà- mormorò la bambina.
–Senti
un po’ mocciosa,
perché gli hai fatto vedere cosa è successo? E se
decidono di cercare il Cuore?
Lo sai che son cazzi no?- le disse il ragazzo dai lunghi capelli neri
legati in
una coda.
–Ma
quanto sei sboccato,
figlio di Dio. Su, dammi una caramella- disse stizzita la ragazzina.
–Ma
quanto sei snervante,
figlia di Noah. Allora, spiegazione?-
-Dio
e Noah hanno fatto
reincarnare il Cuore dentro di noi, ormai non serve più a
nulla se non a
mantenere stabile il mondo. Nessuno potrà più
ottenerlo. Noi lo custodiremo per
sempre.-
-Quindi
dovrei passare il
resto dei miei giorni con una ragazzina petulante come te? Che qualcuno
mi
salvi!-
-E
chiamami per nome una
volta tanto! Aveva ragione Allen a chiamarti Bakanda!-
-Mocciosa
di merda!- Kanda
tentò di prendere la ragazzina ma questa prontamente
fuggì lontano.
-Road!
Il mio nome è Road
Kamelot, Bakanda!- e così anche loro sparirono, portati via
dalla neve.
Nota
d’autrice: finita!
Prima di tutto vi chiedo di recensire, so che è una noia ma
voglio sapere che
ne pensate, nel bene e nel male, come regalo di Natale, ok? Grazie
mille in
anticipo ^^
Perdonatemi se non ha un lieto fine, non del tutto almeno, ma va contro la mia natura, non posso farci niente, non poteva finire bene! Tanto sappiamo tutti che D.Gray-man finirà male, quindi è inutile illudersi V.V Comunque, qualche spiegazione. Il primo capitolo l’ho scritto mesi fa, luglio-agosto circa, quindi se ci sono incoerenze tra i due capitoli è perché è passato troppo tempo, pensate che il secondo l’ho scritto in qualche ora alla vigilia di Natale. Sperando che non ce ne siano di troppo evidenti ora passo alle spiegazioni vere e proprie: l’intro del primo capitolo è di una canzone, Pierrot di Senka (ascoltatela che fa piangere), ed inizialmente la storia doveva seguire quella canzone, ma ha preso tutt’altra strada. Ho deciso di fare la differenza Pov Allen e Pov Lenalee perché mi facilitava il racconto. So che la parte dall’attacco in poi è un po’ affrettata, ma non sono brava con le scene d’azione, quindi chiedo perdono per l’ennesima volta. Ho scelto Miranda coma personaggio finale perché… Boh, forse perché tutti gli altri erano morti. Sono cattiva, lo so. Ovviamente il figlio è di Marie, per questo ha il suo nome. E Kanda e Road sono diventati una sorta di protettori del mondo, appunto figlio di Dio in quanto sua diretto discepolo e figlia di Noah, in quanto sua prima discepola. Sono gli unici che hanno mantenuto un legame con i loro “Dei”, tutti gli altri sono tornati semplici umani, niente più Innosence o Noah. Spero che per il resto sia chiara, nel caso chiedete ^^ Ancora auguri a te, mio caro Allen, e a tutti voi!
See
ya,
ElPsyCongroo