Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: Yu_Kanda    25/12/2012    9 recensioni
Kanda è ossessionato da un sogno che ha fatto; Lavi è ossessionato dallo strano comportamento di Kanda dovuto al sogno. E se le due ossessioni finissero col coincidere?
[LaviYUU]
[Pubblicata per il LaviYuu Day 2012]
[Fanfiction Classificata 1° e vincitrice del premio 'LOL' al Contest "Due Cuori e..." indetto da Hariken e Silyia_Shio sul Forum di EFP]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, PURTROPPO è tutto in mano a quella pazza della Hoshino... Perchè, se fosse stato altrimenti... Il manga non sarebbe diventato un'accozzaglia informe di assurdità, e Lavi sarebbe insieme a Kanda da un bel pezzo!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!





Why Yuu have to be so Sharp? - Due Cuori e una Katana

 

Capitolo 3: A Volte i Sogni Corrono il Rischio di Avverarsi?

 

 

Più tardi quella stessa sera, Lenalee stava rientrando nella sua stanza quando un'ombra sbucò da dentro il corridoio adiacente: Kanda.

La stava aspettando? Come mai?

- Kanda-kun? - chiamò la ragazza e gli sorrise; era ragionevolmente sicura che prima o poi l'avrebbe cercata in verità, perché la credeva coinvolta come persona informata dei fatti.

- Lenalee, io... - Kanda iniziò a parlare e subito si bloccò, non sapendo come spiegarsi.

Voleva sapere cosa le avesse detto Lavi, ma era troppo orgoglioso per chiederlo direttamente. Quella volta in particolare, considerato qual'era il suo problema nei confronti dell'apprendista Bookman.

Tuttavia, Lenalee lo sorprese esponendo per lui la questione che lo assillava.

- È per Lavi, vero? - chiese; ma Kanda era certo che fosse una domanda di circostanza, che lei fosse a conoscenza del suo segreto. Cercò di non mostrarsi sorpreso, però gli occhi leggermente dilatati lo tradivano. Annuì riluttante. - Non mi ha detto niente, se è quello che ti preoccupa.

Cosa poteva mai avergli fatto Lavi perché uno come Kanda fosse tanto preoccupato che si potesse venire a sapere? Lenalee era davvero curiosa, ma sapeva che anche chiedendo il giovane non le avrebbe mai e poi mai rivelato nulla. Incontrò il suo sguardo turbato, in attesa di sentire la ragione per la quale era lì.

- Io... - iniziò ancora Kanda e di nuovo s'interruppe subito. Non riusciva proprio a dirlo, voleva chiederle di lei e Lavi, ma non poteva ammettere di essere interessato alla cosa, perché significava ammettere di essere interessato a Lavi, che il giovane era importante per lui. Importante in un modo che era considerato perverso nonché un crimine grave e per il quale avrebbero potuto entrambi essere imprigionati per il solo sospetto di esso.

- Non so quello che è successo tra voi, ma Lavi è preoccupato per te quanto lo sei tu di lui. Lascia che ti parli, va bene? - l'espressione imbarazzata sul viso di Kanda le disse che aveva fatto centro di nuovo e il suo sorriso si allargò. - So che avete litigato, anche se Lavi non ha voluto dirmi perché.

Kanda non poteva credere in tanta fortuna, Lenalee a volte era davvero un'ingenua, con tutti quei discorsi sull'amicizia. Quindi Lavi le aveva dato a bere che si erano semplicemente azzuffati? Per quale ragione avrebbe dovuto parlarne con lei? A meno che non volesse proprio ottenere quello, che Lenalee facesse da paciere ignaro fra loro.

- Come? - esclamò e, lasciandole intendere di essere meravigliato delle sue parole, finse di cadere dalle nuvole.

- Non fare finta di niente, so che ti dispiace. - ribatté lei; gli posò una mano all'altezza del cuore e lo sentì irrigidirsi sotto il suo tocco. - Sei troppo severo con te stesso. Parla con Lavi, vuole scusarsi con te.

Kanda scansò piano la mano di Lenalee e abbozzò un cenno di assenso con la testa, borbottando un 'grazie' stiracchiato prima di andarsene.

Meno male che aveva frainteso tutto quanto. Il suo segreto era tuttora al sicuro. Per quanto ancora, non lo sapeva, perché se i sogni fossero continuati avrebbe ceduto di schianto sotto la pressione del desiderio che lo divorava.

Tuttavia, avrebbe consentito a Lavi di avvicinarlo per parlargli.

 

 

Il giorno seguente Kanda si fece trovare al solito posto nella foresta, intento ad allenarsi. Lavi non si fece attendere e quando lo vide avanzare verso di lui gli puntò immediatamente Mugen alla gola. Il giovane alzò le mani in segno di resa, cercando di mostrarsi sinceramente addolorato.

- Yuu... mi dispiace di averti messo in imbarazzo, davvero, non volevo. - disse subito; non era sicuro che Yuu volesse ascoltare le sue patetiche scuse, ma sperava tanto che Lenalee avesse ragione. - Io non credevo che tu...

- Non voglio parlarne. - tagliò corto Kanda. Forse, se anche l'idiota aveva frainteso il suo problema, poteva risolvere tutto con le solite quattro frasi sgarbate.

Lavi si avvicinò di un altro passo e Mugen gli sfiorò il pomo d'Adamo, quasi ferendogli il collo.

- Ma continui ad evitarmi, io... - insistette, interrompendosi nel realizzare che si trovava a corto di parole; un Bookman che non sa cosa dire, che vergogna di apprendista era!

Il tono di Lavi sembrava davvero dispiaciuto e Kanda restò sorpreso di leggere autentica sincerità nel suo sguardo, ma non riuscì a essere onesto a sua volta.

- Ti evito perché sei un insopportabile idiota. - mise in chiaro, cercando di soffocare l'impulso che gli diceva invece di abbracciarlo, quell'idiota. - Piantala una buona volta di seccarmi.

E Lavi lo fece.

Smise di prenderlo in giro e di sorridergli a sproposito.

E Kanda iniziò a trovarlo ancora più insopportabile.

Perché, se Lavi si mostrava serio e premuroso con lui, il suo autocontrollo rischiava di frantumarsi in mille pezzi.

 

 

Quella notte fu il turno di Kanda di non riuscire a prendere sonno. Dopo essersi lasciato convincere ad accettare le scuse di Lavi, l'idiota aveva pensato bene di ossessionarlo per il resto della giornata con un insostenibile comportamento impeccabile.

S'era seduto ai piedi di un albero ed era rimasto in silenzio ad osservarlo mentre si allenava, con un sorriso dolce stampato in volto; e lui non aveva potuto scacciarlo. Perché, maledizione, quel sorriso era così dannatamente sincero che il suo cuore saltava un battito ogni volta che i loro sguardi si incontravano.

Non era abituato a vederlo senza maschera, la cosa lo metteva terribilmente a disagio.

Stesso comportamento durante la cena, seduto accanto a lui senza fare alcun commento stupido, le labbra incurvate in un'espressione compiaciuta. Come se fosse semplicemente felice di essere lì, con lui; e il modo in cui lo guardava... così... intenso, lo faceva fremere di desiderio. Avrebbe voluto davvero tanto che lo abbracciasse, ma non osava dirgli nulla. Temeva di perdere quelle attenzioni, di essere respinto e deriso; nonché, scoperto e imprigionato.

Così, ora fissava il buio della notte appoggiato alla ringhiera di ferro della balconata, davanti alla porta della sua stanza, Mugen stretta contro il petto, come se quel contatto potesse dargli il coraggio di cui aveva bisogno. Che avrebbe pensato Lavi di lui, se davvero gli avesse palesato i suoi sentimenti? Se avesse saputo cosa li aveva portati allo scoperto? Sarebbe rimasto disgustato e l'avrebbe denunciato?

- Non riesci a dormire? - udì d'un tratto alle sue spalle. L'improvviso suono di quella voce lo fece trasalire e Kanda si voltò, incontrando lo sguardo penetrante proprio di colui verso il quale i suoi pensieri erano rivolti giusto in quel momento.

- Non ti riguarda. - rispose, cercando di liquidare la domanda con l'usuale atteggiamento scostante.

- Aww, Yuu sei sempre così crudele con me! - esclamò Lavi, ma senza usare il solito tono canzonatorio. Gli sorrise, affiancandolo, e gli posò una mano sulla spalla, per costringerlo a non distogliere gli occhi da lui. - Ti va di fare una passeggiata?

Kanda quasi sussultò al tocco inaspettato di quella mano, confuso ancora una volta dalla sincerità di quel sorriso.

- Cosa? - esclamò d'istinto, fingendo di non capire per guadagnare tempo e pensare a come uscire da quella situazione pericolosa.

- Quattro passi fuori, per conciliare il sonno. C'è una così bella luna stasera. - aggiunse Lavi.

Il tono caldo e suadente del giovane quasi lo ipnotizzava, ma Kanda era troppo cocciuto per cedere, anche se lo desiderava con tutto sé stesso.

- Tch. Vacci da solo. - rispose in tono sprezzante, sottraendosi in malo modo al contatto delle dita di lui, che gli mandavano un preoccupante formicolio lungo l'intero corpo.

Lavi sospirò. Si aspettava quella reazione e non volle insistere.

- Come vuoi. - disse e scrollò le spalle, incamminandosi verso il portale della Torre.

Poco dopo esserne uscito sentì dei passi affiancarsi ai propri, allorché si inoltrava tra gli alberi. Si girò di scatto. Vedere Yuu accanto a sé lo meravigliò moltissimo, ma continuò a camminare in silenzio nel sottobosco, a tratti illuminato dalla luce della luna. Dopo un po' che il silenzio fra loro continuava, non poté fare a meno di chiedere come mai l'avesse accompagnato.

- Yuu? - chiamò; ottenne in risposta un suono seccato. - Se non volevi venire perché mi stai seguendo?

- Ti comporti in modo strano. - ammise il giovane sottovoce, un sussurro quasi inaudibile.

- Davvero? - chiese Lavi di rimando, sorpreso di udire quell'affermazione dalle labbra di Kanda. Lo vide annuire. - Aww, Yuu Kanda è preoccupato per me! - esclamò raggiante.

Aveva trascorso con Yuu ogni istante libero ottenuto negli ultimi giorni, senza arrivare a scoprire un accidenti di niente su ciò che lo angustiava, per cui, scoprirlo in ansia per lui gli faceva uno strano effetto. Intensificava le emozioni che sentiva suo malgrado per Yuu.

- Sta' zitto! - gli ordinò quest'ultimo, cercando di negare l'evidenza.

Quando era così imbarazzato, Lavi non poteva fare a meno di trovarlo adorabile. Lo abbracciò all'improvviso, quasi un gesto disperato, stringendolo a sé talmente forte che Kanda temette di non riuscire a respirare.

- Anche io sono preoccupato per te. - mormorò fra i capelli di lui. - Aspetterò che tu mi dica cosa ti tormenta.

Kanda restò colpito da quelle parole; era certo che Lavi fosse sincero, ma non riusciva ugualmente a dirgli che era proprio lui che lo turbava.

- Niente. - ribadì caparbiamente.

E poi Lavi gli sollevò il viso con la mano, costringendolo a guardarlo, mentre con l'altra gli scostava una ciocca di capelli. Kanda non poté far altro che fissarlo, rapito dall'intensità di quei gesti; quando poi lo vide chinarsi su di lui, nemmeno fu in grado di muoversi.

Sentì il contatto delle sue labbra contro le proprie, calde e soffici. Durò soltanto un attimo, ma la sensazione di tepore che gli diede, la dolcezza del gesto, gli fecero spezzare qualcosa dentro.

L'aveva baciato! Un altro uomo l'aveva baciato! Lavi l'aveva baciato! E lui l'aveva lasciato fare fino in fondo! Ne aveva goduto, e ora si trovava a dover ammettere di non aver desiderato altro fin da quel primo sogno.

Capire quanto disperato fosse il sentimento che provava lo colpì così duramente da farlo vacillare e rendersi conto che tutto si era originato da uno stupido sogno, di quel genere per giunta, lo riempiva di vergogna. Lui, Kanda Yuu, era caduto preda di quella cosa che tanto disprezzava: l'amore.

Perciò gli parve impossibile essere ricambiato così facilmente; ricordò quanto accaduto nel bagno comune e si sentì tradito nel peggiore dei modi, da qualcuno che aveva imparato a considerare suo amico.

Lavi si tirò indietro per guardarlo negli occhi e vi lesse shock e incertezza. Vide Yuu riprendere faticosamente fiato, le labbra tremanti, ed ebbe paura. Paura di aver fatto la cosa sbagliata.

- Ti prendi gioco di me? Ci vuoi morti? - sibilò Kanda, scansandolo da sé con forza e piantandogli Mugen fra le costole... inguainata. Grazie al cielo, non poté fare a meno di pensare Lavi, mentre la violenza del colpo lo scagliava a terra e Yuu gli voltava le spalle con rabbia, abbandonandolo dolorante disteso nell'erba.

- Yuu, no! Aspetta, ascolta... - supplicò, ma il giovane non si fermò, né gli rispose.

"Ecco, stavolta ho davvero rovinato tutto."

 

 

I giorni seguenti furono davvero imbarazzanti per Lavi, non sapeva come comportarsi con Yuu, né aveva idea di cosa dirgli per fargli capire che il suo non era stato affatto uno scherzo.

Temeva un'altra reazione brusca e un nuovo faccia a faccia con la lama di Mugen, questa volta. Sapeva che Kanda era solito reagire così quando qualcosa non coincideva con il suo modo di pensare; cercava di allontanare da sé ciò che non riusciva a gestire, di troncare ogni contatto.

Invece, incredibile a dirsi, non lo scacciò, continuò a permettergli di seguirlo dappertutto come al solito, ma non lasciò più che lui lo toccasse, nemmeno con una pacca sulla spalla.

Mantenere le apparenze, certo. Per evitare che il suo scherzo pericoloso portasse a conseguenze tragiche per entrambi. Anche questo però, non voleva forse dire che Yuu teneva in qualche modo a lui? Avrebbe potuto benissimo riportare l'accaduto e farlo imprigionare. Invece cercava di ripristinare lo status quo.

Ogni volta che erano insieme poi, lo guardava con un misto di sospetto e impazienza. Come se si aspettasse qualcosa da lui che puntualmente non arrivava e quando si separavano c'era sempre un velo di tristezza nei suoi occhi scuri.

Lavi non capiva come accontentarlo, aspettava che gli venisse concessa una seconda possibilità e aveva paura di causare una catastrofe qualunque cosa gli avesse detto. Si sentiva tra l'incudine e il martello, come si suol dire. E non vedeva una via d'uscita.

 

 

Kanda dal canto suo continuava la battaglia contro quel sentimento che si era impossessato di lui. Contro il maledetto sogno che dalla sera del bacio continuava a ripresentarsi ogni dannatissima notte e contro il desiderio di prendere Lavi tra le braccia ogni singola volta che il giovane lo guardava, rivolgendogli quel sorriso dolce e sincero che aveva iniziato a riservare a lui soltanto.

Era come se volesse farlo impazzire di proposito, finto con gli altri e autentico solo con lui. Eppure non riusciva ad allontanarlo, il solo pensiero di non averlo più al suo fianco, ad osservarlo mentre si allenava oppure a leggere uno dei suoi libri fintanto che lui meditava, gli causava un dolore quasi fisico. E più ci rifletteva, più non ne veniva a capo. Non poteva dire a Lavi quel che provava, e non riusciva più ad andare avanti così. Era un problema senza soluzione.

 

 

L'assegnazione di una missione insieme arrivò come un fulmine a ciel sereno a peggiorare le cose, perché nessuno dei due sapeva come gestire quell'enorme quantità di tempo costantemente insieme. E il viaggio partì subito col piede sbagliato nel più assoluto, imbarazzante silenzio. Entrambi se ne stavano seduti nello scompartimento del treno a braccia conserte, senza proferire parola o muovere un muscolo, e la cosa lasciò i due Finder che li accompagnavano piuttosto sconcertati.

E preoccupati. Se il terribile Kanda Yuu era ai ferri corti col giovane Bookman, sarebbe stata una missione molto sgradevole da portare a termine.

Invece i due collaboravano, in silenzio, con una complicità che rasentava l'assurdo. E la cosa funzionava. Anche troppo bene, tanto che l'Innocence fu recuperata il giorno stesso del loro arrivo sul posto.

 

 

Quella sera, quando infine entrarono nella stanza che gli era stata assegnata dal locandiere, un particolare colpì Kanda come un macigno. Si fermò di colpo sulla soglia, come folgorato.

Verde.

Sì erano proprio di quel verde... le lenzuola del suo letto. Sembravano... le stesse lenzuola. Quelle che stringeva fra le dita nel sogno. Sì, il sogno che non aveva fatto. Quello cui cercava costantemente di non pensare.

- Yuu-chan? - udì Lavi rivolgersi a lui con il maledetto nomignolo che detestava, ma era troppo scosso per minacciarlo di morte in quel momento. - Che hai? Sembri turbato. C'è qualcosa... - iniziò a dire il giovane e s'interruppe in attesa della sua risposta.

Ancora parole di conforto, ancora il tentativo di protezione nei suoi confronti che lo irritava tanto.

E Kanda perse il controllo di sé: scattando con rabbia, si voltò verso Lavi. Sul volto di lui, ancora una volta, quell'espressione dolce e preoccupata che lo faceva impazzire.

"Se c'è qualcosa che mi turba, oh, tu non hai idea!" avrebbe voluto gridargli in faccia.

- Perché non mi prendi più in giro? - disse invece in tono tagliente. - Tormentami, sfottimi, ma non essere così premuroso con me! Non lo sopporto! Non sopporto la tua pietà!

Alla fine era giunto alla conclusione che Lavi, quel giorno, nel bagno, avesse capito di essere lui l'oggetto del suo desiderio, che l'avesse baciato per quello: perché gli dispiaceva per lui. Che si sentisse in colpa in qualche modo per quanto era successo fra loro.

Il giovane apparve chiaramente confuso da quello scatto d'ira, ma ancora di più dal contenuto del suo sfogo, a giudicare da come si stava comportando.

- Yuu? Io non... - iniziò a dire e si bloccò, incapace di dare un senso agli eventi.

Lo stava fissando a bocca aperta, con quell'aria confusa e ingenua che Kanda aveva iniziato a trovare adorabile, nonostante il termine 'adorabile' e Kanda Yuu non potessero comparire nella stessa frase senza che il mondo finisse.

E Kanda avrebbe voluto potergli resistere ancora, ma il limite era stato ampiamente superato. In quel momento non gli importava più un accidente di niente di quanta verità ci fosse dietro il comportamento di Lavi, di quanto sinceri fossero i sentimenti di lui nei suoi confronti o della condanna a morte che li aspettava se scoperti.

Kanda Yuu lo voleva. Lo voleva così tanto da star male. E, oh! Al diavolo! All'inferno l'orgoglio, e la sanità mentale, e la decenza, e le regole di quel mondo che con lui era stato sempre e solo ignobile.

Volente o nolente, l'idiota che l'aveva fatto impazzire sarebbe stato suo.

Lavi vide Kanda sollevare una mano verso di lui e chiuse l'unico occhio, aspettandosi di essere colpito; invece quelle dita gli si serrarono fra i capelli, trascinandogli la testa verso il basso. All'improvviso, si ritrovò le labbra di Yuu contro le proprie, impazienti, vibranti di desiderio e... subito si scoprì senza fiato.

Perché c'era anche qualcos'altro che premeva contro di lui, sulla sua gola per l'esattezza, qualcosa di freddo e metallico. Mugen. Allibito dalla reazione di Kanda, fece per supplicarlo di aspettare, ma cercando di parlare ottenne soltanto di dargli completo accesso. Gelido acciaio premuto sul collo e labbra focose incollate sulla sua bocca, cosa stava passando per la mente di Yuu? Credeva che trovasse repellente essere toccato da lui, dopo aver capito cosa sentiva nei suoi confronti.

E ora si trovava praticamente forzato a baciarlo, cortesia di Mugen, con ardore e desiderio. Assurdo. Ma, cosa assai più importante, gli fregava qualcosa del perché Yuu avesse cambiato idea? Assolutamente no, rispose la mente di Lavi.

E in quel momento, Lavi smise di pensare a cosa era giusto e cosa non lo era, ricambiando il bacio con tutta la passione di cui era capace. Da subito gli fu chiaro che Yuu ne sapeva abbastanza su quella pratica, che in teoria affermava di trovare disgustosa, ma si vedeva che era il suo primo tentativo: avrebbe dovuto dargli qualche lezione.

Intrecciò la lingua con quella che stava cercando di esplorare ogni anfratto della sua bocca, ricambiando il favore. Kanda si adeguò subito al movimento, seguendo i suggerimenti impliciti di Lavi, lasciando che lo guidasse, che lo divorasse vivo.

Aveva passato così tanto tempo a negare il sogno e con esso il desiderio che ne derivava, che adesso pretendeva di avere Lavi esattamente in quel modo. Sì, voleva che il sogno, proprio quello che tanto a lungo aveva preteso di non aver fatto, diventasse realtà, lì e subito.

Tra un bacio e l'altro iniziò a spogliarsi con la mano libera, cambiando presa sull'elsa di Mugen per far cadere la divisa in terra. Quando Lavi si accorse di ciò che stava accadendo restò scosso, perché ora Yuu armeggiava per togliergli di dosso ogni singolo capo di vestiario! Non aveva senso! Gli prese il volto fra le mani, incurante della lama affilata che minacciava la sua vita, forzandolo a guardarlo per un istante.

- Yuu, aspetta, aspetta! - esclamò, frastornato dalla velocità con cui gli eventi stavano precipitando; non voleva rischiare che Yuu si pentisse subito dopo. - Che vuoi fare? Cosa ti aspetti che io faccia?

Kanda scosse il capo, coprendogli la bocca con le dita, fissandolo così intensamente che Lavi pensò di essere trapassato da quello sguardo prima ancora che da Mugen.

Era l'unico modo che l'altro conosceva per dirgli 'ti voglio', perché il suo orgoglio non gli consentiva di farlo a parole, perché Kanda Yuu non si umilia a chiedere una cosa del genere.

Così, Lavi gli sorrise; gli toccò le labbra a sua volta e lasciò che lo spogliasse, trascinandolo infine su quel letto dalle lenzuola verde pastello.

E poi Kanda fece una cosa che il giovane non si aspettava: si sdraiò sotto di lui, invitandolo a sovrastarlo, chiedendo silenziosamente che fosse lui a prendere l'iniziativa. Lavi sapeva quanto gli costasse in termini di orgoglio mostrarsi debole proprio con lui e... la lama di Mugen si posò delicatamente da un lato del suo collo.

Cancellare l'ultima frase: Yuu era seriamente intenzionato a mantenere il controllo della situazione, a dispetto della posizione che aveva scelto di prendere.

Gli angoli della bocca gli si incurvarono in un sorriso ferino. Sebbene completamente esposto, Kanda non pareva trovarsi a disagio nel tenere la posizione passiva che si era scelto, anzi sembrava avere precisi programmi riguardo l'andamento che avrebbe avuto quel rapporto. Afferrò una mano di Lavi, portandola a carezzare la propria virilità eccitata, attese di sentirgliela stringere e poi muoversi lungo di essa, quindi attirò il giovane a sé, baciandolo di nuovo.

Si separarono quasi subito, un filo di saliva che continuava comunque ad unirli; Kanda ghignò ancora, muovendo Mugen lungo il suo collo. Lavi non sapeva se essere spaventato o compiaciuto di quel gioco pericoloso (e perverso), ma accidenti se lo eccitava giocarlo!

- Non hai bisogno di minacciarmi, Yuu, sai? - lo informò, passando distrattamente un dito lungo il lato non affilato della lama premuta contro la sua giugulare. - Sono pronto a fare tutto quello che vuoi, basta che tu chieda, ma, ti spiacerebbe posare Mugen accanto a noi?

Il ghigno sulle labbra di Kanda si allargò, facendosi lascivo; indicò il proprio basso ventre, sollevando un paio di volte i fianchi per dare l'idea di ciò che si aspettava da Lavi. Gli infilò due dita della mano libera in bocca, facendole poi scivolare lungo la propria erezione.

- Usa la tua boccaccia per qualcosa di utile. - disse, la voce resa roca dal desiderio.

Lavi avrebbe voluto ridere, ma trasformò il tutto in una smorfia compiaciuta, giacché, sapete, ci teneva a vivere e una certa spada, assai affilata, era ancora a portata del suo collo. Afferrò con ambo le mani quella con cui Yuu brandiva Mugen, inclinandola appena in modo da non essere tagliato e poi posò le labbra sulla lama, carezzandola subito dopo con la lingua. Con gentilezza mosse il braccio che la reggeva, allontanandola da sé. Yuu glie lo permise, il corpo scosso da un violento tremito nel vedere come il suo rapportarsi a Mugen alludesse oscenamente a ciò che gli era stato richiesto di fare.

Kanda consentì che la sua bocca liberasse un lungo gemito, appena Lavi si chinò a baciarlo un istante dopo. Sulle labbra, sul volto perfetto arrossato dal desiderio, seguendo la linea della mascella e quella del collo, per poi scendere lentamente lungo il torace, giù, fino a dove Yuu lo voleva. Ogni gemito che lui si lasciava suo malgrado sfuggire diceva a Lavi quanto lo desiderasse, oh, quanto!

E Kanda scoprì che la realtà era ben più intensa di un sogno, che le labbra di Lavi su quella parte di lui bruciavano come tizzoni ardenti e le dita che lo stringevano gli mandavano brividi talmente intensi lungo la schiena da fargli sembrare che l'interno del suo corpo si stesse rivoltando.

Non avrebbe mai immaginato che una cosa talmente perversa potesse essere anche così dannatamente piacevole, tanto meno che il protagonista delle sue notti brave fosse scandalosamente dotato per il compito.

Le dita delle mani gli si contrassero e involontariamente afferrarono le lenzuola, esattamente come nel sogno; poco dopo Kanda ricompensò Lavi con un lungo grido prima di abbandonarsi a lui senza riserve.

Ansimante, si lasciò giacere fra quelle lenzuola galeotte, troppo scosso dal piacere che aveva provato per formulare pensieri che avessero un senso logico; meno che mai per articolare parola o registrare i movimenti dell'amante.

Totalmente appagato, sentì solo indistintamente la voce di questi, che gli chiedeva se volesse andare fino in fondo. Ebbe l'impressione di annuire, anche se non sapeva bene cosa intendesse Lavi con 'fino in fondo' e nemmeno gli importava, a quel punto.

Percepì le dita di Lavi entrare in lui, ma solo quando furono rimpiazzate da qualcos'altro tornò bruscamente alla realtà, afferrandosi con forza alle spalle del giovane, che adesso lo stringeva saldamente per i fianchi.

Gli occhi spalancati per lo stupore, non poté far altro che annuire quando gli sentì chiedere se andasse tutto bene. Dopotutto, a quanto pareva era stato ben felice di acconsentire a farsi possedere 'fino in fondo', per cui non poteva lamentarsi proprio ora, a cose fatte. Gemette di dolore e piacere alla prima spinta, perdendo quasi subito la cognizione del tempo, allorché il ritmo aumentò e l'amplesso si fece estremamente passionale.

Al risveglio, non avrebbe saputo dire come fosse finito a dormire abbracciato a Lavi su quello stesso letto con le lenzuola verdi sul quale aveva consumato le sue fantasie. Inoltre, Mugen gli riposava accanto, riposta nel fodero, e non ricordava di essere stato lui a inguainarla.

Posò un bacio sulle labbra di Lavi; fintanto che dormiva, poteva permettersi di essere sentimentale senza doversene vergognare.

 

 

Il giorno dopo i Finder si trovarono di fronte uno scenario del tutto differente. O meglio, differente dal giorno prima, ma uguale a tutti gli altri giorni. In ogni caso, per loro cambiava poco.

L'importante era non restare uccisi mentre Kanda cercava di passare l'apprendista Bookman a fil di spada.

Quanto ai due Esorcisti, avevano accettato di buon grado che il loro legame fosse diventato qualcos'altro, qualcosa di molto più profondo cui non volevano assolutamente rinunciare. Per quello avevano risolto che pretendere di essere tornati 'come prima' gli avrebbe garantito di continuare a percorrere la loro strada insieme, senza troppe interferenze esterne.

Fintanto che li credevano rivali, nessuno avrebbe fatto domande.

E l'onore di tutti era salvo.

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: Yu_Kanda