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Autore: Sprotte98    26/12/2012    3 recensioni
A tutti piace Lily Evans. E' una ragazza solare, gentile, intelligente e piena di buone intenzioni verso tutti. Adora stare sveglia fino a tardi in dormitorio con le sue amiche a mangiare cioccorane e bere burrobirra.
Anche a James Potter piace Lily Evans, anzi, ne è innamorato.
La parte più difficile però, è farglielo capire.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dorcas Meadowes, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lily Evans non stava facendo niente di particolare, quel primo pomeriggio di quel primo giorno di quell’ultimo anno di scuola, niente affatto, stava solo studiando. Non capiva dunque perché tutto dovesse sempre capitare a lei. Non si capacitava ancora del motivo per cui stesse salendo le scale del dormitorio dei ragazzi del Grifondoro alquanto infuriata. Non riusciva a capire cosa avesse fatto di male perché Merlino, che sta lassù e ci controlla tutti, le avesse affibbiato una zecca così irritante e fastidiosa. Una zecca di nome James Potter.
Aveva fatto qualcosa di male per meritarselo? Per quanto si sforzasse di ricordare le sue (poche) malefatte nel corso degli anni, non le veniva in mente nessuna ragione.
Quel primo pomeriggio di quel primo giorno di quell’ultimo anno di scuola, ad esempio, non stava facendo niente di particolare, niente affatto, stava solo studiando.
 
 
La sezione di Incantesimi e quella di Trasfigurazione erano vicine. Stavano alla larga dal reparto Divinazioni, ad una certa distanza da Erbologia e solo qualche metro li separava da Pozioni. Fin da quando era arrivata ad Hogwarts, a Lily pareva che fossero quasi amici, come se, di notte, quando la Prince chiudeva a chiave la porta della biblioteca, si mettessero a spettegolare di nascosto sui ragazzi che erano passati di li durante il giorno.
Scrutava quindi con discrezione ogni fila di libri, stando ad una certa distanza dalle due rassicuranti pareti ricoperte di libri, come se potessero saltarle addosso se non fosse stata molto attenta.
Lily Evans non era una secchiona, ma passava molto tempo in biblioteca. Cercare tra gli scaffali il volume giusto, portarlo al tavolo e mettersi a leggerlo in silenzio, senza doversi tappare le orecchie per via del rumore che, invece, imbottiva sempre la sala comune.
Eccolo, il libro giusto! Tese la mano per afferrarlo e, nel momento esatto in cui tirò via “Studio Approfondito della Trasfigurazione” dallo scaffale, qualcuno fece la stessa cosa dall’altra parte, nel reparto Incantesimi, e Lily si trovò a fronteggiare un paio di occhi nocciola che brillavano furbi dietro un paio di lenti da vista.
« Buongiorno Evans »
La voce roca di James Potter le arrivò alle orecchie della ragazza nello stesso istante in cui il suo cervello lanciava il “segnale pericolo”, meglio conosciuto come “scappa-prima-che-James-Potter-ti-prenda”.
« Lo era, Potter »
Sbirciò distrattamente dal buco della libreria per farsi un’idea di quanto fosse popolata l’altra parte. In fondo, poteva sempre sperare che qualche volenteroso studente facesse allontanare lo scocciatore. Ma chi voleva prendere in giro, lei era l’unica persona capace di rinchiudersi in un posto ostile come la biblioteca il primo giorno di scuola.
Appunto. Lei. I suoi neuroni arrivarono brevemente alla soluzione: James Potter la stava seguendo.
Esaminò corrucciata la figura del ragazzo dal prima citato buco. In una mano teneva “999 indispensabili incantesimi” e nell’altra un foglio di pergamena. Strizzò gli occhi per vedere cosa c’era scritto (le era quasi sembrato che le parole si muovessero) ma lui lo infilò velocemente nella borsa stampandosi in faccia il suo classico ghigno idiota. Lily fece un passo indietro quando lo vide avvicinarsi nuovamente alla parete.
« Tu mi stavi seguendo »
Disse con voce ferma, fulminandolo con lo sguardo. Lui alzò gli occhi al cielo, poi tese la mano, sfilò un altro libro alla destra del primo e tirò un pugno al volume dalla sua parte per farlo cadere. La ragazza fece uno scatto avanti e lo prese al volo, per poi indietreggiare nuovamente.
« Cosa te lo fa pensare? »
Chiese a quel punto il ragazzo. Eccolo, aveva messo su di nuovo il ghigno irritante, il tono di voce irritante, la curva delle sopracciglia irritante e tutti gli altri particolari irritanti che potesse trovare sul suo viso. Lily emise un gemito frustrato e, velocemente, rimise i due volumi che aveva in mano al loro posto, cercando di mettere una barriera tra se stessa e Lui.
Doveva andarsene di li. Si allontanò dallo scaffale velocemente e prese a camminare velocemente.
“Al diavolo la Trasfigurazione, non mi è mai nemmeno piaciuta” pensò dirigendosi verso destra.
Ci aveva riflettuto. Se voleva uscire doveva andare a sinistra. James Potter si aspettava che lei andasse a sinistra. Se le si dirigeva a destra, verso il reparto Pozioni, non se lo sarebbe trovata addosso. “Destra, sinistra, secondo scaffale…” iniziò ad elencare la strada, cercando di rimuovere il ricordo degli occhi nocciola di James Potter dalla mente.
Andò a sbattere contro qualcosa di duro. Anzi, non era duro, aveva allo stesso tempo qualcosa di morbido. Morbido come…il corpo di una persona!
« Ci rivediamo, Evans? »
Non era possibile, accettabile, minimamente concepibile. Come aveva fatto a capire dove andava?
« Tu mi segui, Potter, non so ancora come fai, ma è sicuro! »
Il ragazzo infilò velocemente il foglio di prima nella borsa.
« Sicura Evans? A me pare che sia tu, che finisci sempre sulla mia strada…»
« Io cosa?! Ridicolo »
Stava cominciando ad irritarsi, se continuava con quella farsa avrebbe finito per affatturarlo, e non voleva prendersi una punizione il primo giorno di scuola. “Avanti Lily, sposta la tua attenzione su qualcos’altro” si disse. Cercò con lo sguardo qualcosa di più interessante degli irritanti (e magnetici) occhi nocciola di Potter. Non era molto difficile, visto che si trovava in una biblioteca. Improvvisamente notò che il ragazzo teneva sempre in mano quel libro di incantesimi di prima, 999 qualcosa. Le sarebbe interessato leggerlo. Lasciò cadere la borsa con i libri a terra e tese la mano, togliendo il volume al ragazzo, che indietreggiò sorpreso. La guardò strano, appoggiandosi le mani sui fianchi, come si fa con i bambini piccoli quando ti prendono le caramelle.
« Lo voglio leggere, ok? »
Mormorò rivolgendo tutta la sua attenzione alle pagine, facendo ben capire a Potter che non lo avrebbe degnato più nemmeno di uno sguardo.
Mai provare ad ignorare James Potter. Con un gesto fulmineo, le passò davanti. In un primo momento Lily pensò che avesse davvero mollato la spugna, e si rilassò, appoggiandosi alla libreria per permettergli di passare meglio, ma si accorse un secondo troppo tardi dell’errore.
« Potter! La mia borsa! Rendimi subito la mia borsa! »
Lo seguì fino al bancone della biblioteca, dove venne fermata da un’infuriata Pince che le intimò di fare silenzio, porgendole due enormi volumi che prima (purtroppo) le aveva chiesto di cercare. La ragazza li strinse al petto mentre correva su per le scale della torre di Grifondoro inseguendo Potter.
Era sempre colpa sua, sempre.
 
 
Aprì la porta della camera dei ragazzi con uno scatto veloce, tanto che sbatté con violenza sul muro. Aveva sperato, probabilmente, che Potter si fosse nascosto dietro ad essa, così da potergliela sbattere furiosamente contro quel lungo naso che si ritrovava (e magari rompergli gli occhiali). Sfortunatamente per lei, il rumore sordo che aveva sentito confermava che no, non era stata la faccia del ragazzo a fare quel rumore.
Il dormitorio era vuoto. I quattro letti a baldacchino rifatti, i bauli sigillati, la porta del bagno accostata e le finestre chiuse. Nessun indizio lasciava trapelare il passaggio del ragazzo per quella stanza, se non fosse per…
« La mia borsa! »
Lily corse verso il secondo letto da sinistra. Era la, sopra il baule, e non sembrava aver subito danni dal recente rapimento. Il mobile su cui era appoggiata era di legno scuro, e Lily, avvicinandosi, notò l’odore familiare che emanava. Sentiva quell’odore addosso a Potter tutti i giorni, quando le si avvicinava per chiederle di uscire, copiare gli appunti di qualche lezione o, semplicemente, per darle fastidio. Si sentiva osservata in quella stanza. Anche se il colore dei muri, del pavimento, delle lenzuola e il paesaggio dalla finestra erano gli stessi, alla ragazza quel luogo era completamente estraneo. Si rese improvvisamente conto che quella fosse la prima volta, in sette anni, che entrava nei dormitori maschili, e si sentiva completamente estranea.
Mise la borsa a tracolla e si voltò per uscire, trovandosi così a pochi centimetri dal viso di James Potter. Fece un balzo indietro dalla paura.
« Eccoti finalmente! »
Disse guardandolo diffidente. Lui scrollò le spalle.
« Sono sempre stato qui »
« Certo, ed io sono l’erede di Merlino »
Era sicura che il ragazzo non fosse nella stanza al momento in cui era entrata. Non poteva essere venuto dal bagno, doveva fare troppa strada in troppo poco tempo, lo avrebbe sicuramente notato. In corridoio non lo aveva visto, ma ci poteva stare che, arrabbiata com’era, non lo avesse notato.
Fece un passo verso desta per superarlo, ma si trovò la strada sbarrata. Provò a scavalcarlo da sinistra, ma ancora una volta lui le si parò davanti, intralciandole la via per la porta.
« Oh andiamo, fammi passare! »
Lo fulminò con lo sguardo, mentre di nuovo le saliva la rabbia. L’aveva fatta correre per tutto il castello, una persona normale si sarebbe accontentata, ma lui…no, figuriamoci, non aveva ancora finito.
« La parolina magica, Evans… »
Lily incrociò le braccia al petto.
« Adesso! »
Il ragazzo scosse la testa. Lei sbuffò sonoramente.
« E va bene Potter. Per favore »
Disse incrociando le braccia al petto.
« Mi dispiace, Evans. Hai sbagliato di nuovo »
« Che cosa?! E’ SEMPRE per favore! »
Fu veramente, ma veramente tentata di lanciargli un incantesimo, ma prendere una punizione il primo giorno di scuola era una prospettiva anche peggiore di un bisticcio con un ragazzo idiota.
« Sono sicuro che puoi arrivarci, Evans, non è poi tanto difficile… » Lei alzò un sopracciglio scettica « …lo dici sempre che penso solo a me stesso »
Lily scosse la testa, non riuscendo a credere alle parole di lui. Aveva capito cosa intendeva, e le sembrava il solito capriccio da bambini. Chiamò a raccolta il suo autocontrollo e ingoiò un boccone amaro di insulti che minacciavano di uscire fuori.
« James, per favore, fammi passare »
Il ragazzo parve soddisfatto della risposta.
« Suona così bene quando lo pronunci tu »
Si scostò quindi per farla passare. Lily lo guardò spostarsi, mentre i complimenti entravano da un orecchio ed uscivano dall’altro. Non aveva mai creduto alle sue moine, non si sposavano affatto bene con il suo comportamento. Scavalcò un mantello accasciato a terra in mezzo alla stanza e aprì la porta per uscire.
« Scusami, sono un po’ disordinato »
Lei si voltò a guardarlo negli occhi, non comprendendo quello che intendeva dire, poi capì che il ragazzo parlava del mantello lasciato sul pavimento, e il suo sguardo si addolcì leggermente, prima di tornare impassibile come sempre.
« Tutti lo siamo, in fondo »
Disse uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
C’era una tona stonata però, un particolare che non quadrava. Forse perché, oltre quel capo d’abbigliamento (che lei era sicura prima non ci fosse), quel disordine di cui parlava lui, era completamente inesistente. Evidentemente perché i ragazzi non erano rientrati in camera, dopo pranzo…
 
 
 
Era dal primo anno ad Hogwarts, ormai, che Sirius Black sedeva accanto a James Potter durante le ore di Difesa Contro le Arti Oscure (e non solo quelle). Era sempre da quel primo anno, poi, che Remus Lupin e Peter Minus occupavano i due posti avanti a loro, perdendosi così in amichevoli chiacchiere a quattro.
L’unica cosa che, però, annualmente cambiava, era l’insegnante della suddetta materia, che non sembrava resistere nella scuola per più di un anno scarso prima di scappare via per qualche strana e sempre più improbabile ragione.
« Oh, andiamo, piantala! »
Sbottò James alludendo al dondolio ritmico del compagno di banco sulle gambe posteriori della sedia.
« Ti vedo ecologico, oggi, James, che succede, ti manca Erbologia? »
L’altro soffocò una risata, sprofondando la testa tra le mani fingendosi scandalizzato e borbottando parole sconnesse.
« Piantala…Erbologia…la battuta più vecchia d’Inghilterra… »
Sirius, poi, non ci vedeva niente di male nel dondolarsi sulle sedie, c’erano persone che avevano difetti molto più evidenti. Guardandosi intorno, ad esempio, notava come Johnny Corner, di Corvonero, sprofondasse letteralmente dietro il banco, appoggiando la testa allo schienale della sedia. Jenna Mallory, della stessa casa, sedeva a gambe incrociate sul sedile troppo piccolo. Annabeth Freshfield, più di tutti, sfruttava il fatto di sedersi in fondo alla classe per andare il più possibile indietro con la sedia e incrociare i piedi sul banco finché il professore di turno non entrava in classe o le diceva di sedersi compostamente.
Sirius si soffermò un attimo a guardarle le gambe (cosa che tutti, almeno una volta nella vita, avevano fatto) prima di rivolgere nuovamente l’attenzione al compagno.
« Piuttosto, caro mio, raccontami della tua avventura con la Evans nei meandri del nostro dormitorio »
Gli disse mettendo su la sua espressione da “sono una cane perspicace, dammi un biscotto”. L’altro scrollò le spalle con un ghigno.
« Niente di particolare »
Rispose semplicemente. Sirius alzò un sopracciglio scettico e aprì la bocca per ribattere, ma prima che potesse dire una parola un Remus piuttosto infastidito si girò verso di loro sventolando la piuma verso il naso di James con fare minaccioso.
« Non. Osare. Ripeterlo. Ancora. »
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato.

« Ti senti bene Lunastorta? »
Lui appoggio entrambi i gomiti sul banco di Sirius e si passò una mano sul volto, scendendo lentamente dalla fronte fino al mento.
« E’ la quarta volta che me lo ripetono oggi » anche Peter si girò verso di loro per ascoltare la conversazione « “Mi scusi prof. Lumacorno, cosa devo fare per migliorare i miei voti in pozioni?” “Niente di particolare signor Lupin, non credo lei possa andare meglio di così” »
I ragazzi scoppiarono a ridere.
« La scenata solo per questo? »
Chiese James tenendosi la pancia con una mano. Remus scosse la testa sconsolato.
« Magari » rispose « Stamattina a colazione ho incontrato una ragazza di Tassorosso adorabile, le ho chiesto cosa faceva nel pomeriggio e lei mi ha risposto “niente di particolare, ma ho un sacco di cose da fare” »
Sirius scosse la testa sconsolato.
« La coerenza delle donne… »
I tre ragazzi lo guardarono scandalizzati.
« Come puoi affermare una cosa del genere TU »
Disse Ramoso dandogli un pugno sulla spalla.
« Posso tranquillamente »
Remus inarcò un sopracciglio.
« Davvero? Bene. Dimmi come dovrebbe essere la tua ragazza ideale »
Il ragazzo prese fiato per parlare, ma James lo interruppe prima che potesse farlo, mentre Peter ridacchiava divertito.
« E non dirmi che dovrebbe avere i capelli verdi e gli occhi arancioni perché non attacca »
Sirius lo fulminò con lo sguardo.
« Di certo non devono essere rossi, i capelli »
Con un tonfo Remus sbatté le mani sul banco, esasperato.
« Ogni riferimento a Lily Evans è puramente casuale, immagino »
James tirò una librata sulla nuca del compagno di banco prima di rivolgersi al ragazzo che aveva appena parlato.
« Che vuoi farci Lunastorta, a lui piacciono le conigliette con gli occhi azzurri »
L’altro, grattandosi distrattamente una cicatrice dell’ultima luna piena, aggiunse sovrappensiero
« Magari più piccole, così sono giovani prede che non possono difendersi »
« Piuttosto stupide è meglio, perché non capiscono di finire in trappola »
Squittì Peter tra una risata e l’altra. Il diretto interessato di massaggiò il punto colpito dietro la testa, si stiracchiò all’indietro e finse di riflettere attentamente, per poi concludere il discorso a modo tutto suo.
« Se sono anche sexy poi, è una meraviglia! »
Remus si sbatté una mano sulla fronte, esasperato.
« Non può averlo detto davvero…»
James e Peter, intanto, si stavano completamente spanciando dalle risate.
In quel momento, mentre i Malandrini ridevano, qualche Corvonero molto diligente ripassava e Dorcas Meadowes mischiava le carte per un’epocale partita a brisca tra ragazze, la porta dell’aula si aprì di scatto.
« Buon pomeriggio, ragazzi »
L’uomo che aveva appena varcato la porta fece entrare nella classe un’aura di gelo. Aveva l’aspetto del classico professore severo che l’intera classe avrebbe ricordato per tutta la vita, e odiato, magari. Era piuttosto alto, con un fisico imponente che coronava perfettamente il viso squadrato su cui spiccava un cipiglio severo. Portava un paio di baffetti, il pizzetto, e aveva un paio di sopracciglio molto curate (a Sirius venne il dubbio che se le sistemasse la mattina). Nonostante l’aspetto severo e la voce gelida, però, sembrava un tipo a posto, uno che il suo lavoro lo sa fare.
Rimaneva da scoprire di cosa si trattasse.
« Visto? E’ cambiato anche quest’anno »
Sussurrò James all’orecchio del compagno e ricevendo un’occhiataccia dal professore, che si stava dirigendo a grandi falcate verso la cattedra.
« Tu in fondo, togli i piedi dal banco »
Disse lanciando uno sguardo alla classe prima di iniziare a frugare nella borsa. Due tonfi identici dissero a Sirius che, con tutta la grazia di un elefante, la Freshfield era tornata a sedersi composta.
« Bene » Disse l’insegnante prendendo la bacchetta e facendo sparire, con un solo movimento, fogli, carte da gioco e altri oggetti inutili dai banchi dei ragazzi. « Prendete i libri e le bacchette, non siete qui per gingillarvi, ma per studiare e ottenere dei risultati, muovetevi! »
I Malandrini si guardarono per un istante, prima di prendere l’occorrente. “Fantastico”, pensò Sirius, “un dittatore in piena regola”.
 
 
 
La cena dopo il primo giorno di scuola era allegra quasi quanto il primo banchetto. Non c’era un motivo valido, a dir la verità, ma l’euforia per le lezioni appena iniziate vibrava nell’aria, insieme alla stanchezza dei compiti, spingendo i ragazzi a confrontarsi insieme sull’anno che iniziava.
Non vale la pena, probabilmente, riportare tutte le conversazioni che Lily e le altre ragazze tennero durante questo pasto, basti dire che l’argomento centrale della serata era stato, come accadeva quasi tutti gli anni, il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, e che Annabeth e Sirius avevano quasi fatto a botte per decidere a chi spettasse l’ultima porzione di dolce al cioccolato.
« Guarda Black! »
Disse la bionda indicando una Corvonero del quinto anno con una chioma nera fluente che passava per il corridoio, mentre seguivano il gruppo di Grifondoro che si dirigeva verso al torre.
« La vedo, cosa ha di particolare? »
Rispose lui ammirando il sedere niente male della giovane ragazza.
« Niente, ma mi aspettavo che le corressi incontro chiedendole di sposarti, non avevi detto che ti piacciono le more? »
Sirius alzò gli occhi al cielo.
« Vedo che non ti è andata giù la nostra chiacchierata di questo pomeriggio, Freshfield »
« Al contrario, caro mio compagno di casa, l’ho completamente digerita. Sono qui solamente per consigliarti, nella vasta e piuttosto scadente categoria di ragazze che hai scelto di apprezzare, gli esemplari migliori a cui richiedere un appuntamento »
La ragazza si passò una mano tra i boccoli biondi e lo guardò innocentemente. Troppo innocentemente.
« Non ti darà fastidio sapere, quindi, che se dovessi scegliere di uscire con te o con tua cugina, probabilmente sceglierei Dorcas »
Annabeth lo guardò scandalizzata.
« Che cosa? Nessun ragazzo sano di mente uscirebbe con Dorcas! »
La diretta interessata, che camminava qualche passo avanti a loro con Lily, si voltò di scatto e la guardò male.
« Ti ho sentito, parente dei miei stivali, e te la farò pagare! dammi solo il tempo…»
Sirius inarcò un sopracciglio, perplesso.
« Hai ragione, meglio evitare il pericolo, però la Jones la preferirei » alzò un braccio in segno di saluto « Hey Hestia! »
La bionda gli rifilò un calcio negli stinchi costringendolo ad imprecare sottovoce.
« Tranquilla Hestia, torna pure ai tuoi affari, non badare a lui »
Disse poggiando le mani sulle spalle del ragazzo sorridendo amorevolmente e facendolo rallentare finché la testa mora della caposcuola non fu sparita nel corridoio.
« Ma dico, vuoi farmi passare per cretino? »
Chiese lui appoggiandosi al muro per massaggiarsi la gamba con una smorfia.
« Perché, non lo sei? »
Gli rispose lei ricevendo un’occhiataccia.
« Sai una cosa, Freshfield? Si direbbe che tu sia gelosa…»
L’espressione della ragazza perse ogni traccia di sorriso, trasformandosi in un ghigno acido.
« E di che cosa, Black, sono curiosa di saperlo »
In un attimo sul viso del ragazzo apparve un sorriso sghembo, molto simile a quello di lei.
« Di me, ovviamente. Evidentemente il fatto che ogni ragazza di Hogwarts cada ai miei piedi ti da fastidio, visto che non si può dire lo stesso per te »
Annabeth fece un passo in avanti, tuffando così i suoi occhi blu in quelli azzurro ghiaccio di lui.
« Ti sbagli, ogni ragazzo darebbe un occhio della testa per uscire con me »
Sirius infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, guardandola con superiorità
 « Te l’ho detto, Freshfield, a me piacciono le more »
« E a me gli uomini con le palle, direi che siamo pari »
Il ragazzo la guardò male.
« Cosa intendi insinuare, scusa? »
« Credo tu sia abbastanza intelligente per arrivarci da solo »
Si guardarono con odio per un istante, decisamente troppo vicini l’uno all’altra, prima di indietreggiare entrambi contemporaneamente con due ghigni identici stampati sul volto.
« D’accordo Freshfield, la competizione è aperta. Qual è la prima prova? »
« Due mesi. Abbiamo due mesi di tempo prima dell’uscita ad Hogsmeade. Vince chi riceve più inviti»
Disse lei tendendo la mano. Sirius la strinse, suggellando il patto.
« Ci vediamo Freshfield, sarà un piacere stracciarti »
Disse riprendendo la strada fino alla torre di Grifondoro.
« E’ ancora da vedere »
Mormorò lei guardandolo allontanarsi.
« E’ ancora tutto da vedere »
 
 
 
« Dorcas, non vieni? »
Chiese Lily seguendo Annabeth verso la porta del dormitorio.
« Si adesso vi raggiungo »
Rispose l’altra chiudendosi alle spalle la porta del bagno. Appoggiò l’orecchio alla serratura, sentendo i passi delle amiche che scendevano le scale fino alla sala comune.
Era abitudine degli studenti trovarsi insieme dopo cena, per fare due chiacchiere e mangiare qualche cioccorana. Aprì un po’ la porta e squadrò la stanza, per controllare di essere sola, poi si diresse sicura verso il letto di Anna. Se c’era una cosa che sapeva fin dal primo anno è che la ragazza odiava portarsi dietro la borsa dei libri, almeno che non dovesse presentarsi a lezione. Infatti si trovava lì, lasciata cadere sul letto a baldacchino con poca cura, con i fogli di pergamena che rischiavano di scivolare fuori. La tirò su e iniziò a frugare al suo interno, alla ricerca di qualcosa di preciso. Dopo aver controllato lo scomparto grande passò alle tasche. Non poteva averla buttata via, era troppo allettante l’idea di avere con se…Trovata! Con le mani tremanti la ragazza tirò fuori la fiala di Amortentia e rimase per un attimo a guardarla, sovrappensiero. Non stava facendo una cattiva azione, non voleva nemmeno usarla, si disse. Con un movimento lento la stappò, controllando che nemmeno una goccia scendesse a macchiare le coperte del letto. In un attimo quel forte odore di lavanda la investì, facendole quasi perdere il senso dell’olfatto, tanto era forte.
Non aveva mai incontrato un ragazzo che avesse un odore del genere, prima di quella volta. Assomigliava vagamente ai sacchettini profumati che si mettono negli armadi per profumare gli abiti. In effetti, adesso che ci pensava, quando gli era caduta addosso aveva praticamente affondato la testa nella sua maglietta quindi…era normale che si ricordasse quell’odore. Che poi non era nemmeno tutta colpa sua. Lei stava solo camminando per Diagon Alley (niente di particolare, insomma), quando quel vecchio mago l’aveva spinta da dietro facendole perdere l’equilibrio facendola finire addosso a…lui. Non si erano detti quasi niente, a dirla tutta, soltanto “scusa”, “non è niente, tranquilla”, “devo andare, scusa ancora”, ma la sua voce gli era rimasta impressa nella mente come non mai. Non aveva mai creduto nei colpi di fulmine, era Mary la romanticona del gruppo, ma adesso doveva ricredersi.
Sentì dei passi su per le scale, così si affrettò a rimettere la fiala nella borsa e a dirigersi verso la porta, rischiando di prendersela in faccia. La testa di Annabeth spuntò fuori.
« Oh sei sempre qui, non ne potevamo più di aspettarti. Cosa stavi facendo? »
Chiese guardandola perplessa. Lei spalancò la porta e iniziò a scendere le scale, seguita dalla cugina.
« Niente di particolare »
 


Angolo dell'autrice:


Sono in ritardo? No dai in fondo quanto è passato dall'ultim...UN MESE??? Ok, potete picchiarmi.
Però non è stata tutta colpa mia, erano i professori ad avere la sindrome "E'-la-fine-del-trimestre-e-non-ho-ancora-messo-i-voti", potete immaginare di che cosa si tratti.
Allora, come avete passato il Natale? Io abbastanza bene, anche se vi giuro che questo capitolo l'ho finito la vigilia e il tempo per ricontrollarlo equivaleva a zero, perchè si gente...
Oggi parto!
Verso le quattro del pomeriggio quindi ho i miei genitori alle spalle che sbraitano perchè devo finire la valigia. Vado al Wizarding World of Harry Potter, in America ad Orlando. E' il mio sogno da una vita.
Ma veniamo al capitolo, ok? Ci tenevo a postarlo prima di andare via, quindi mi scuso in anticipo se ci sarà qualche frase che...non torna...molto...
Finalmente questo prima giorno di scuola è finito! E' durato una vita, ma sono successe alcune cosette molto interessanti, non trovate? Lily e James ad esempio, sempre i soliti, con i loro continui battibecchi e le frecciatine. Sirius e Annabeth invece? Ecco dove ha portato il "mi piacciono le more" della scorsa volta.
Ci tengo a precisare, ragazzi, che è solo una questione di orgoglio, non c'è niente al livello di sentimento. Certo, entrambi ammettono la bellezza fisica dell'avversario, ma non c'è niente più di questo. Sono entrambi troppo orgogliosi e sicuri di se per ammettere che a qualcuno nel mondo potrebbero non piacere, e finiscono per scontrarsi continuamente.
E infine Dorcas. Chi sarà questo ragazzo dal profumo di lavanda? Deve essere una cosa grossa, se non ha detto niente nemmeno a Anna e Lily.
Avete trovato il filo "niente di particolare" che segue tutto il capitolo? Prima Lily, poi James, Remus, Dorcas. Ho tenuto fuori Sirius e Annabeth da questa cosa, non so perché, ma non ce li vedevo molto.
Ultimi ringraziamenti. Questa volta l'immagine l'ho fatta io (si nota, non è bella come quelle di Marty), quindi dal punto di vista "grafico" non ho niente da dire, ma il meglio sono le...
Sei recensioni!!
Vi amo, davvero! Per me, che sono solo alla mia prima storia du Efp, sono davvero tante. E poi i sedici delle seguite, i tre delle preferite e quella persona altrettanto importante che mi ha messo tra le ricordate.
Grazie a tutti voi!
E anche ai lettori silenziosi, ovviamente, buone feste e buon anno nuovo!
VI dico infine che potrei essere un po' lenta a rispondere alle recensioni questa volta, perchè fino al sei di gennaio sarà un po' difficile avere un computer.
Ma sappiate che vi penso, e che riuscirò, in qualche modo, almeno a leggere!
Ancora buon Natale (in ritardo) e buon anno nuovo.

Sprotte98

  
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