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Autore: Sashuras    26/12/2012    2 recensioni
Train è un ragazzo di periferia che non sopporta il mondo in cui vive. Odia suo padre e la società in cui si ritrova e da cui cerca disperatamente di salvare la sorella e la povera madre. Si rifugia nella musica, l'unica che sa capirlo davvero. Ma scappare da quella realtà non sarà facile, soprattutto se ci sarà lei, Lady Cobra, a porta zizzagna e confusione nella sua vita. Cosa sceglierà Train: la vita lusso e piaceri di Lady Cobra o l'amore per ciò che gli rimane della sua famiglia? Riuscirà a raggiungere il successo con la sua band o continuerà a cantare nei bar di contea?
La mia seconda fanfiction, tratta dall'omonima trilogia che tanto ci ha fatto dannare! Spero apprezziate il mio lavoro e buona lettura!
Genere: Generale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.   Nuclear Family


- Train, alzati, non vorrai fare tardi il primo giorno, anima e coraggio! – disse una voce femminile e due occhi azzurri s’aprirono di scatto.
- Mamma … ma sono le 6 e mezza! – contestò il giovane con la voce stanca di chi deve tornare alla solita, noiosa vita quotidiana. Decise tuttavia di alzarsi, sapeva il tempo che impiegava a prepararsi ogni sacrosanta mattina, e almeno quel giorno, aveva deciso di non tardare. Strisciò in bagno, urtando le pareti del corridoio del piccolo appartamento, e guardò il suo volto allo specchio: i suoi capelli riccioluti e ribelli quella mattina erano più arruffati del solito, gli occhi non erano messi meglio, due pesanti  occhiaie coronavano quel bel quadretto di stanchezza mattutina, ma Train in fondo non ci badava, era sfrontato su queste cose, anzi, praticamente su tutto! Sfrontato, arronzato e superficiale, ma a lui piaceva così, quindi era ok. Con molta (anzi, fin troppa!) calma si vesti e si lavò. Aveva deciso di cominciare bene la giornata indossando la maglietta di une delle sue band preferite, i Green Day e i suoi soliti jeans stracciati. Infondo lui un po’ assomigliava al front-man della band, non solo d’aspetto, ma anche di carattere … o almeno così diceva! S’era creato un’immagine chiara del suo idolo, soprattutto caratterialmente, nonostante non l’avesse mai incontrato e mai fosse andato ad un loro concerto. E di questa somiglianza se ne vantava e la faceva notare a chi come lui era fan dell’omonima band. Scese in cucina per far colazione, ma si trovò d’innanzi all’ennesima sceneggiata da parte del padre. Non era una cattiva persona, ma non si poteva dire fosse un papà esemplare! Faceva il camionista e cercava di aggiungere qualche danaro in più al suo stipendio intonando canzoni anni 80 nei bar della cittadina. Spesso tornava ubriaco a casa ed era facile che andasse fuori di se con poche bottiglie. Tra lui e la moglie, ormai, non era rimasto quasi nulla, tanto che Train era convinto che non avessero ancora divorziato per il bene dei figli.
Stava preparando il suo caffèlatte con i biscotti e nel frattempo origliava, senza alcuna voglia di capire o comprendere, cosa stesse sbraitando il padre alle 7 e 10 del mattino.
- Come cazzo è possibile! 200 euro? Dove li prendo 200 euro! – bevve un sorso di quella bevanda calda. Sempre la solita storia, debiti su debiti, e il padre che si lamentava con quella povera donna della madre, accusandola di colpe che non aveva. Gli venne in mente quando quella volta sentì un gran baccano provenire dalla cucina e trovò la madre per terra, coperta di lividi. Da allora gli fece schifo la parola ‘papà’, odiava anche solo sentirla nominare e aveva cominciato a chiamare suo padre per nome, John.
Quella, non era altro che una delle tante mattine, fottutamente uguale a centinaia di altre mattine. Train aveva 17 anni e un’anima ribelle, non poteva, o meglio, non riusciva a vivere in quella situazione. Non succedeva mai un accidente e le uniche novità erano lividi nuovi sulla pelle della madre. Gli bastava aspettare poco, 5 mesi, 5 dannatissimi mesi e sarebbe fuggito da quella dannata casa e avrebbe portato con se la madre e la sorella, Ashley. Questo era quello che Train si prometteva ogni mattina, ed era il caso di cominciare ad organizzare la fuga.
Tornò in camera, prese lo zaino e ci ficcò qualche quaderno scarabocchiato e qualche penna, forse scarica. Voltandosi, trovò Ashley sulla soglia della camera.
- Buongiorno coglione – disse la ragazzina con quel suo sorrisino furbetto.
- Ciao vipera, già a rompere le palle a prima mattina? –
- Mio caro, guarda che mi tocca andare a scuola proprio come te! Almeno tu stai all’ultimo anno, a me ne mancano ancora 3! –
- Sgobba nana, che male non ti fa! –
Quella quindicenne era tutta la sua vita. Train amava tanto la sorella, bionda, occhi verdi, energica e svogliata come lui, forse un po’ impertinente, ma infondo simpatica. Avevano solo 2 anni di differenza, e questo creava una grande complicità tra i due, il solito “non lo dire alla mamma” tra fratello e sorella. Train vegliava su di Ashley come un angelo custode. No no, non era quel tipo di fratello che ti proibisce ogni divertimento, anzi, la lasciava molto libera, ma stava attento a ciò che combinava. Non la sgridava, non ne aveva il coraggio, anche perché non era l’esempio di un fratello perfetto, ma le dava consigli e stava ben attento se qualcuno provava a mettergli le mani addosso. D’altronde Ashley non poteva contare sulla figura del padre, ne aveva usufruito ancor meno di Train. Così toccava al ragazzo badarle e il compito non gli dispiaceva.
Si ficcò due cuffiette nelle orecchie e uscì di casa, scazzato per la destinazione che lo aspettava. Fece partire a palla il CD “Back to Black” di Amy Winehouse che un amico gli aveva gentilmente salvato sull’mp3. Era incredibile come quel Cd lo rispecchiasse sotto ogni aspetto. Amava Amy, e fanculo chi la criticava per ciò che le stava succedendo! Era sempre dalla parte della cantante, qualsiasi cosa succedesse, e capiva il momento difficile nel quale ella si trovasse. Era facile comprenderla quando ciò che stava vivendo era pane quotidiano per Train. Ma confidava il lei, sapeva che ne sarebbe uscita presto, così come ne è uscita altre volte, anzi, gli era addirittura giunta voce di un nuovo Cd in arrivo per il prossimo anno! Ma eccolo giunto a destinazione troppo presto. Finalmente l’ ultimo anno di liceo lo attendeva e non vedeva l’ora di cominciare solo per farla finita una volta per tutte. Si tolse amareggiato le cuffiette e prima di varcare la soglia di quell’edificio per l’ennesima volta un fiume di pensieri invase il suo cervello …
 

Can you hear the sound coming over the hill? 
Gotta move my feet, it's coming in for the kill 
Ba-baby, baby it's a blow out, wow yeah 
Like a nuclear bomb and it won't be long 'til I detonate 

Like a Chinese company conspiracy 
It's the death of a nuclear family staring up at you 
It's looking like another bad comedy 
Just as long as it comes in hi-fidelity for me too 

Gonna ride the world like a merry-go-round 
Like a Ferris wheel like it's breaking down 
Scream, screaming, screaming bloody murder 
Like a nuclear bomb and it won't be long 'til I detonate

 
   I said ten..     
Sarebbe scappato da quella vita..
Nine…
Se ne sarebbe andato da quella città..
Eight…
E avrebbe portato con se Ashley..
Seven…
E la madre..
Six…
Le avrebbe salavate.
Five…
Da quella vita di merda.
Four…
Avrebbe provato..
Three..
A renderle felici!
And five, four, three, two, one!

  
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