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Autore: sandy_malfoy94    27/12/2012    1 recensioni
Dal capitolo 2:
Kyle POV
Scesi di fretta le scale della canonica e raggiunsi la mia motocicletta. Non riflettei molto su quello che stavo facendo, ma in pochi attimi mi ritrovai a guidare senza una meta tra le strade di New York. Ero arrabbiato, preoccupato, ansioso da quando Alice era entrata a far parte della mia vita ero cambiato. Non mi interessavo più solo di me stesso anzi facevo della sua felicità la mia priorità.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Kyle entrò spalancando la porta ma io non mi scomposi perché lo stavo attendendo, sapevo già cosa aveva da dirmi.
“Come hai potuto? Ti avevo detto di starne fuori!” parlava con il suo tono di voce autoritario, gli occhi azzurri brillavano di una strana luce. Io feci l’indifferente e continuai a fare quello che stavo facendo prima che arrivasse, poteva parlare quanto voleva ormai quello che era fatto non si poteva cambiare. All’improvviso mi sentì afferrare il polso e fui costretta a guardarlo in faccia scoprendo il livido sulla mia guancia destra.
“E questo cosa sarebbe?” mi liberai dalla sua stretta e risposi.
“Dovresti ringraziarmi invece di fare tutte queste storie, adesso non sei più un bersaglio. Quei maledetti visitors non hanno più niente che ti riguarda” fu il modo in cui mi giustificai.
“A me non importa di quella gente! A me importa di te! Poteva succedere di tutto, potevi... morire” disse quella frase più a se stesso che a me, scrollò la testa come a scacciare quel brutto pensiero. Io mi avvicinai a lui e gli presi il viso tra le mani, i suoi occhi azzurri come il cielo si scontrarono con i miei scuri come un pozzo senza fondo.
“Neanche a me importa di loro, ma era la tua incolumità la posta in gioco, io non potevo permettere che ti usassero a loro piacimento” vidi una sincera gratitudine nel suo sguardo.
“Promettimi che non lo farai mai più”
“Questo non posso farlo”
“Devi”
“No! Se potrò fare qualcosa in futuro per salvarti la farò senza esitazione anche se a costo della mia vita” scattai in piedi quando pronunciai quella frase, gli davo le spalle in modo tale che non vedesse le prime lacrime che cominciavano a uscire dai miei occhi. Ma a lui non potevo nascondere niente, mi conosceva troppo bene, venne verso di me e mi abbracciò da dietro.
“Ho paura... paura di perderti” dissi stringendomi a lui. Lui non rispose, mi girò verso di me e avvicinò il suo viso al mio. Mi baciò. La sua barba mi faceva solletico ma non me ne curai, assaporai le sue labbra come non avevo fatto prima, le nostre lingue cominciarono una danza lenta e seducente. Indietreggiò mentre continuava a baciarmi e arrivò sul letto del nostro piccolo appartamento. È vero Kyle aveva un atteggiamento rude, duro a volte con gli altri ma con me era riuscito ad esprimere una dolcezza che non gli avevo mai visto mostrare a nessuno, la metteva in ogni cosa che faceva per me e mi rendeva felice. Mi posò delicatamente sul letto e venne sopra di me. Mi amò come solo lui sapeva fare.  Crollò su di me e io presi ad accarezzargli i capelli.
“Ti amo” mi disse prima di chiudere gli occhi e cadere in un sonno ristoratore.
“Anche io ti amo Kyle, non immagini quanto” mi strinsi a lui e mi addormentai anche io. Mi dimenticai di tutto quello che stava accadendo fuori da quelle mura, sognai che quel momento non finisse mai ma sapevo che al risveglio avremmo di nuovo dovuto affrontare la nostra vita, la nostra guerra. 

Mi svegliai con il battito del suo cuore sotto l’orecchio e le sue braccia che mi tenevo stretta, in confronto alla mole del suo corpo io mi sentivo una piccola creatura. Cercai di non svegliarlo e mi liberai dalla sua stretta, mi infilai una sua camicia e andai in cucina per preparare qualcosa da mangiare. Accesi la macchinetta del caffè e cominciai a preparare delle uova strapazzate con pancetta, a Kyle piacevano tanto.
“Alice, Alice dove sei?” la sua voce mi chiamò dall’altra stanza.
“Tesoro sono in cucina ti sto preparando la colazione” sembrava fosse diventato più apprensivo nei miei confronti dopo che mi ero infiltrata nella nave madre dei visitors per cancellare i suoi dati dalle mani di quei mostri. Mi raggiunse e si sedette nel piccolo tavolo con due sedie, misi la sua colazione nel piatto e mi sedetti guardandolo mangiare.
“Tu non mangi?”
“No, non mi va” dissi, e dopo aver finito la mia tazza di caffè andai in bagno per lavarmi e vestirmi. Quel girono avremmo dovuto incontrarci con Erika e Jack dovevamo definire i dettagli di un piano che avrebbe colpito i visitors.
“Kyle sei pronto? Dobbiamo andare, probabilmente stanno aspettando solo noi”
“I migliori si fanno sempre attendere” mi dice aprendo la porta e uscendo. Io sorrisi e lo seguì, non potevo fare a meno di adorare come era fatto. Con l’Harley Davidson di Kyle arriviamo in fretta al luogo stabilito, la parrocchia dove operava Jack che era un prete. Entrammo e salimmo nella canonica, dove si trovava lo studio di Jack, come avevo previsto Erika era già arrivata insieme a Ryan, il nostro membro del gruppo visitors che si era ribellato ad Anna, il suo capo.
“Scusate il ritardo ragazzi, non volevamo” dissi io con un sorriso. Erika mi mise una mano sulla spalla.
“Non preoccuparti Alice, sappiamo che sicuramente non è colpa tua” guardò Kyle mentre lo diceva.
“Siamo qui per organizzare un attentato o per scambiarci inutili battute sarcastiche?”
“Rilassati Kyle, stavo solo scherzando”
“Ryan! Ryan mi senti?” la conversazione fu interrotta da Joshua l’infiltrato nella nave madre che ci aiutava nei nostri piani contro i visitors.
“Parla Joshua, ti ascoltiamo”
“La stanza che contiene le uova di Anna si può raggiungere attraverso un entrata che è altamente sorvegliata oppure dalle stanze private di Anna, per distruggerle vi serve una bomba a energia blu ma quello non è un problema posso procurarla io. Dovete risolvere il problema su come raggiungere la stanza”
“So io come fare!” intervenne prontamente Erika.
“Sono stata invitata da Anna per una cena insieme a mio figlio e a Lysa, ci andrò domani sera. Potrei entrare io nella stanza delle uova, ma dovete distrarre Anna per un momento”
“A quello ci penso io. Perfetto ci sentiamo domani prima che tu sali sulla nave madre, così ti dirò quello che devi fare. Ora devo andare. Lunga vita alla quinta colonna” la pallina bianca che teneva in mano Ryan e faceva da comunicatore smise di brillare.
“Non puoi andarci sola!” dissi scattando in piedi dal posto che avevo precedentemente occupato
“Non sarà sola, ti ricordo che abbiamo Joshua sulla nave” obbiettò Ryan.
“Joshua non può andare senza un motivo valido nelle stanza di Anna e aiutare Erika in caso di bisogno, se viene scoperto è la fine! Qualcuno di noi invece può andare sulla nave madre presentandosi come un candidato per il programma “vivere a bordo” e controllare la situazione dall’interno, meglio ancora potrebbe andare Ryan che è uno di loro!” il mio discorso mi sembrava logico e sensato.
“Non se né parla! Non rischieremo di perdere due componenti piuttosto che uno!”
“Devi smetterla con questa tua logica Kyle!”
“E tu devi smetterla con queste proposte suicida Alice!”
“La tua ragazza non ha tutti i torti”
“Grazie Ryan almeno tu!” finalmente qualcuno che capiva il mio discorso.
“Perdere poi una componente come Erika sarebbe un danno che non potremmo riparare” osservò Jack. Ed aveva ragione, Erika era un agente dell’fbi ed erano fondamentali le informazioni che riusciva ad ottenere quando agivamo contro i visitors.
“E chi vorreste che ci vada?” domandò Kyle nel suo tono più duro. La risposta mi arrivò alle labbra senza accorgermene.
“Io! Ci andrò io” come mi aspettavo mi sentì afferrare il mento e i miei occhi incrociarono quelli di Kyle.
“Scordatelo!” io mi liberai.
“Non sei tu che devi decidere per me, e ti ricordo che sono già salita sulla nave madre e sono riuscita a cancellare i tuoi dati ai visitors!” per poco non urlai. Non mi piaceva il suo atteggiamento, troppo volte aveva deciso per me e mi ero fatta da parte perché lui voleva proteggermi. Ora però sentivo il desiderio di fare la mia parte e dare il mio contributo, stavolta neanche lui mi avrebbe fermato. Presi un codino dalla tasca dei jeans.
“Ci andrò io” dissi sicura mentre mi facevo la coda, quello era sempre stato un mio modo per dire che ero convinta della mia scelta e che non mi sarei tirata indietro. Kyle si alzò di scatto dalla sedia e uscì fuori senza proferire parola. Io lo guardai andare via, questa volta lui non mi avrebbe fermato.

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Questa storia mi è venuta in mente subito dopo aver finito la serie (probabilmente dovuta alla depressione del fatto che tutto era finito xD) l'ho scritta in pochi giorni ed è uscita dalla mia testa come se fosse lì da sempre. Adesso ho deciso di condiverla. Spero di riuscire a colpire :) aspetto vostre recensioni.
Sandy
  
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