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Autore: Glossy    27/12/2012    1 recensioni
" Lei aveva lui, mentre io l'avevo perso. Ormai dovevo rassegnarmi, lui era andato avanti, dovevo andare avanti. Da quel momento in poi avrei dovuto chiudere quel capitolo della mia vita, anche se il mio cuore avrebbe detto di no, se solo avesse potuto parlare. Iniziava un nuovo capitolo per Marta Bianchi, ma Francesco Zampieri non ne sarebbe stato il protagonista, solo una malinconica comparsa."
Marta Bianchi, dopo la sua storia con Francesco ha bisogno di un cambiamento che le sconvolga la vita.
Le cose iniziano ad andare male anche a scuola e così, sotto il consiglio di una compagna di classe decide di iniziare ad andare a studiare in biblioteca.
Lì, in quel posto pieno di libri... improvvisamente Marta troverà forse quel qualcosa che le rivoluzionerà la vita...
Tra amiche strampalate, serate in discoteca, madri isteriche, partite di hockey, colpi di scena ...Marta inizierà a scrivere un nuovo capitolo della sua vita. Quella di una ragazza come tante altre, speciale a modo suo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-  ALL I WANT IS YOU -
First part


Mi sono sempre reputata una ragazza normale, come ce ne sono tante altre. Vivo da quando sono nata in una piccola città, e ho sempre diviso il mio tempo tra famiglia, amiche e scout. Sono quella che si definisce "brava ragazza" insomma. Ho sempre creduto di non avere nulla di particolare. Questo fin che non ho conosciuto Francesco. Un nome, tanti ricordi. Lui il ragazzo che mi ha fatto innamorare, come pensavo non fosse possibile. Ci eravamo conosciuti un estate come tante ad un campo scout. All'inizio tra noi fuochi e fiamme, odio reciproco. Poi però piano, piano tra scherzi, battute, frecciatine e provocazioni il nostro rapporto si è trasformato a tal punto che abbiamo iniziato a provare dell'attrazione reciproca. Abbiamo continuato a vederci e sentirci anche durante l'inverno. Il tempo con lui passava in un baleno. Non sembrava mai abbastanza. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, sentivo le farfalle svolazzare nello stomaco. Insomma ero felice. Lui per me rappresentava la perfezione. Non mi interessava niente se le mie amiche dicevano che era brutto, per me era semplicemente bellissimo. Dentro e fuori. Ero arrivata a considerare pregi anche quelli che in genere vengono catalogati come difetti. Insieme a lui stavo bene, i presupposti per iniziare una storia seria c'erano tutti.  Però si sa, in genere, tutte le cose belle sono destinate a durare poco. Un giorno come un altro, dalle frasi dolci e speranzose riguardanti al futuro, siamo tornati di nuovo agli insulti dei vecchi tempi. Troppe parole pesanti sono uscite dalle nostre bocche. Abbiamo dato il peggio di noi stessi, entrambi. Così, all'improvviso tutto è finito. Francesco è sparito dalla mia vita con la facilità con cui è entrato. La tristezza è arrivata, così come il senso di colpa. Sì, io, che in genere sono troppo orgogliosa da ammettere i miei sentimenti, provavo questo. Nella mia testa mille domande, dubbi, perplessità. Forse se mi fossi comportata diversamente, lui sarebbe stato ancora al mio fianco. Francesco mi mancava, tanto, troppo. Ogni oggetto, luogo o frase mi ricordavano di lui. Era diventato la mia ossessione. Se non potevo averlo al mio fianco, nulla mi impediva di tenerlo sotto controllo. Passavo più tempo sul suo profilo facebook che sul mio, sfinivo le mie amiche a forza di parlare di lui. Proprio attraverso un computer scoprii un fatto che mi fece del male: si era trovato una ragazza.  Non la conoscevo ma la odiavo, cercavo di trovarle tutti i difetti possibili. Tante critiche per nascondere il vero motivo del mio odio: quella non ero io, anche se l'avrei voluto. Ecco qual era la verità. Lei aveva lui, mentre io l'avevo perso. Ormai dovevo rassegnarmi, lui era andato avanti, dovevo andare avanti. Da quel momento in poi avrei dovuto chiudere quel capitolo della mia vita, anche se il mio cuore avrebbe detto di no, se solo avesse potuto parlare. Iniziava un nuovo capitolo per Marta Bianchi, ma Francesco  Zampieri non ne sarebbe stato il protagonista, solo una malinconica comparsa.

                              * * * 


Ed ecco un altro giorno che giungeva al termine e nella mia vita era sempre tutto uguale. Solita gente, solite cose, solite abitudini. 
Ero stanca, non ne potevo più, avevo bisogno di un cambiamento, di quelli che ti rivoluzionano l'esistenza. Mi serviva ora. Subito.
Ne ebbi la conferma l'indomani. Il 5 in storia - storia, rendiamoci conto, storia, come si fa a prendere un 5 in storia?! - fu il segnale decisivo che dovevo cambiare qualcosa. Ma cosa?
Anche a scuola le cose iniziavano a mettersi male. Mi era passata la voglia di studiare. Non avevo più stimoli. Non vedevo l'ora di finire il liceo e di andare all'università a studiare finalmente quello  che mi piaceva. Ancora un anno e avrei detto addio a latino, greco e matematica. Solo filosofia, la materia che più mi piaceva e che oramai era diventata una passione paragonabile all'hockey. Ah non ve l'ho detto, pratico questo sport e non per vantarmi ma sono veramente una forza.
Mi stavo piangendo addosso quando Ludovica si avvicinò a me. Lei era una mia compagna di classe, una di quelle con cui non avevo più di tanto legato in questi anni. Era una di quelle snob che vivevano in centro, che si ritenevano troppo superiori per uscire con le compagne di classe, a parte quelle due che conosceva da una vita e che facevano parte della sua stessa "specie".
« Dai Marta, non ti abbattere, che cosa vuoi che sia un 5 in storia?! Lo recuperi subito.»
Facile parlare per lei che aveva la media del 9 in tutte le materie. Non risposi, mi limitai a fare una smorfia di disapprovazione.
« Sai qual è il tuo problema? » No, non lo so, dai illuminami, dimmelo tu che sei tanto intelligente, avrei voluto risponderle. 
«Ti ho osservato e sono arrivata alla conclusione che per me ti manca la concentrazione, non hai bisogno d'aiuto!.» Cavolo questa ragazza era un genio. In senso sarcastico ovviamente.
« Perché domani non vieni a studiare in biblioteca?»
Appena pronunciò quella frase scoppiai a ridere. Io? In biblioteca? A studiare? In quel luogo dove si riunivano tutti i secchioni liceali, gli universitari che non potevano permettersi di pagare una rete wi fi e per finire anche gli snob del centro città che andavano là più per farsi notare che per veri scopi? No, quel posto non faceva per me. Stavo per rifiutare quando mi venne in mente una cosa importante. Come avrebbe reagito a quell'insufficienza mia madre, la severa e rispettabile professoressa Amedeo, colei che aveva fatto diventare il greco la sua seconda lingua? Di sicuro male, molto male. Potevo scordarmi pure il sabato sera al Blue Sky -una discoteca di Verona- che da tempo avevo progettato con le mie amiche. Per non parlare di quanto quel deficiente di mio fratello Marco mi avrebbe sfottuto. Lui, che nonostante non avesse mai aperto libro e avesse in testa solo dischi e ragazze, era un fottuto genio e stava passando brillantemente tutti gli esami di medicina senza il minimo sforzo. Se volevo uscire, mi serviva una scusa, un segnale per farle capire ai miei genitori che mi ero impegnata per quella verifica, ma evidentemente non era stato abbastanza. E quale mamma non avrebbe ceduto di fronte ad una figlia che per rimediare voleva andare in biblioteca studiare con le compagne di classe?! Per questo impegno mi sarei meritata di sicuro un premio. Per questo decisi di accettare l'offerta di Ludovica.
« Sai Ludovica, penso tu abbia ragione, credo che accetterò volentieri la tua offerta. »
« Ok. Perfetto allora. Ciao, ora vado. Le altre mi aspettano.»
 Mi rivolse un sorriso smagliante prima di raggiungere le oche delle sue amiche Sofia e Beatrice.  Infondo avrei fatto questo ed altro per salvare i miei sabati sera futuri e la furia di un uragano chiamato mamma.

Alle tre in punto dell indomani pomeriggio mi trovavo alle scale della Gran Guardia ad aspettare Ludovica.  Ero arrivata a piedi, in fondo casa mia distava solo 10 minuti dal centro. Lei arrivò poco dopo, vestita come se dovesse andare ad una sfilata di moda, anziché in biblioteca a studiare. Io in confronto con la mia normale felpa e jeans sembravo una barbona. Per fortuna non c'erano con lei le sue seguaci. Ci incamminammo insieme verso la biblioteca civica. Durante il tragitto non parlammo molto. Lei era tutta presa a messaggiare con il suo nuovissimo I-Phone e io che di natura ero timida non avrei mai iniziato una conversazione se non venivo interpellata. Ad un certo punto arrivammo alla meta. Appena entrai uno stormo di voci mi accolse.  Se mi aspettavo un ambiente austero mi sbagliavo di grosso. Era accogliente, luminoso, ben arredato. Insomma un luogo in cui la gente sembrava felice di trascorrere il tempo. Ludovica mi sorrise. «Andiamo su, qui ci sono i ragazzi delle medie e alcuni delle superiori che fanno confusione. Noi siamo qui per studiare seriamente.» 
Sorrisi falsamente a quell'affermazione. Lei era lì per studiare, io ero in missione "SSS -SalvaggioSabatoSera- Mi lasciai guidare da lei. Giungemmo in una stanza piena di tavoli bianchi enormi, la seconda di una serie che proseguiva. Trovammo due posti liberi in uno di quei grandi tavoloni dove vi era solo una ragazza, probabilmente più grande di noi. Il silenzio era tombale, gli unici rumori che si sentivano erano quello dei tasti di computer e dei passi della gente che passava di lì per andare da una zona all'altra del grande edificio. «Io inizio con letteratura.»
Mi informò Ludovica sussurrando appena. La imitai acconsentire prendendo dallo zaino il mio libro di biologia.  Più il tempo passava e più mi accorgevo che infondo passare il tempo in biblioteca non era così tanto male. Era ideale come luogo di studio. Aveva ragione Ludovica. Iniziai a prendere seriamente in considerazione l'idea di venirci più spesso. Volevo uscire dalla quarta superiore con una buona media e recuperare quell'insufficienza in storia sarebbe stato il mio primo obbiettivo. Così avrei fatto felice mia madre e io avrei salvato i miei sabato sera. Quando volevo sapevo essere determinata. Niente e nessuno mi avrebbe distolto dal realizzare i progetti che mi ero preposta.
A questo stavo pensando quando quel "nessuno" decise di entrare in quella stanza.  Quel momento segno la fine dei miei buoni pensieri sulla scuola e l'inizio di altri ben diversi.


Passavano i giorni e passavano le ore che trascorrevo in biblioteca. Mi piaceva andarci, facevo tante cose allo stesso tempo. Studiavo, conoscevo meglio Ludovica, facevo felice mia madre, avevo salvato i miei sabato sera,  ma soprattutto avevo modo di vedere quel ragazzo bellissimo che mi aveva decisamente rapito la mente due settimane prima. Passavo le ore ad osservarlo studiare. Quanto era bello, mi dava l'aria di essere così intelligente, così perfetto. Senza accorgermene mi ero presa una bella cotta, come non mi capitava da tanto tempo. Improvvisamente mi sembrava di essere tornata alle medie, a quando ti "innamori" del ragazzo delle superiori che sai che non ti calcolerà mai. Già, perché quel ragazzo per me era davvero irraggiungibile, era troppo per me. Un giorno, quasi per caso, chiacchierando con Ludovica, che lo conosceva, avevo scoperto che si chiamava Luca Fedrigo. Aveva due anni più di me, abitava in centro, faceva parte della cosiddetta "maraja del centro", frequentava la facoltà di giurisprudenza e di tanto in tanto usciva con mio fratello, il quale non l'aveva mai portato a casa e nemmeno me l'aveva mai nominato, quello stolto. Ultimo-ma non meno importante- fattore d da considerare era che aveva la fila di ragazze che gli morivano dietro. Insomma, per me non c'erano speranze. Non che io non fossi bella, anzi, solo che non ero quella per lui. Quindi potevo guardarlo quanto volevo, sognarlo quanto volevo ma dovevo mettermi il cuore in pace. Non sarebbe potuto mai essere mio, sebbene fosse il primo della mia lista dei desideri.
Almeno pensavo fino ad oggi. Come tutti i giorni io e Ludovica andammo in biblioteca, ci sedemmo al solito posto, proprio di fronte a dove era solito mettersi Luca con i suoi amici. Me lo stavo letteralmente mangiando con gli occhi semi nascosta dietro il mio libro di storia, quando due occhi marroni incontrarono i miei. Rimanemmo lì a fissarci per un po di minuti, che mi sembrarono una fantastica eternità. Poi lui distolse lo sguardo sorridendomi timidamente e riprese a concentrarci sullo studio. Mio dio! Che imbarazzo! Avevo appena fatto una figuraccia. Evidentemente si era sentito osservato -o spogliato con gli occhi, dipende se è o no malizioso- e aveva alzato lo sguardo. D'ora in poi mi ripromisi di non guardarlo più. Magari solo qualche sbirciatina ogni tanto dai, infondo non avrebbe fatto male a nessuno no?!


Studiando, studiando era arrivato anche dicembre. Mancavano solo tre giorni alle vacanze di Natale e sinceramente non vedevo l'ora. Mi sarei ricaricata completamente e avrei potuto dedicarmi di più alle mie amiche e alla mia famiglia. Quel giorno era giovedì e mancavano pochi giorni a Natale. La biblioteca si stava ogni giorno svuotando sempre di più. Gli studenti fuori sede tornavano finalmente a casa, dopo mesi passati a studiare lontano dai loro affetti più cari.
Come sempre c'era anche lui, Luca. Avevo smesso di fissarlo da quando avevo fatto quell'orribile figuraccia. Ogni tanto avevo come l'impressione che qualcuno mi osservasse. Ma no, probabilmente era una delle mie manie. Chi poteva perdere tempo a fissare me?! Forse quel biondino che vedevo sempre che faceva di tutto tranne che studiare. Di certo Luca non mi avrebbe mai guardato. Almeno di questo ero convinta, fin che, mentre ero intenta a studiare le leggi di Keplero piombò sul mio libro una pallina di carta arrotolata. Mio dio non ci potevo credere...la gente si divertiva ancora a fare questi giochetti da elementari. Decisi di non rispondere, mi limitai ad appoggiarla sul tavolo. Poi un' altra e poco dopo un' altra ancora. A quel punto decisi di alzare lo sguardo per vedere chi era quel deficiente che si divertiva a fare scherzi del genere. Nel momento in cui lo feci notai un Luca che mi guardava divertito. Non ci potevo credere, guardava proprio me. All'improvviso tutta la mia rabbia sparì e senza che me ne resi conto sul mio viso comparve un sorriso da ebete. Rimanemmo a fissarci, sorridendo come due imbecilli fino a quando Luca mi fece segno con la mano di aspettare e di non cominciare a studiare subito. Acconsentii con la testa mentre lui si chinava per scrivere qualcosa su un pezzo di carta. Poco dopo la mia amica Ludovica, che silenziosamente aveva assistito alla scena, mi passo un bigliettino tutto piegato con cura. Era da parte di Luca, quella volta ne ero certa.  Lo aprii quasi tremando. "Domenica sera. Festa di Natale a casa Dalla Rovere. Ti va di venire?"  Non ci potevo credere. Lui. Luca Fedrigo, aveva invitato proprio me alla festa di uno conosciuto per le sue feste esclusive, per le quali era raro ricevere un invito se non avevi le conoscenze giuste. Per una volta in vita mia agii d'istinto, senza pensare alle conseguenze. Presi la penna e scrissi: "Va bene. Dove e quando?". Glielo feci riavere e mentre aspettavo che rispondesse sentivo l'ansia e l'eccitazione crescere dentro me. Pochi minuti dopo Ludovica mi passò nuovamente il prezioso foglietto sorridendo maliziosamente. "Mi faccio vivo io. Dammi il tuo numero". Non esitai tanto a rispondere. Aspettai un paio di minuti ma non arrivò nessun nuovo biglietto. Luca mi fece solo l'occhiolino prima di tornare a concentrarsi sul suo libro di diritto. Decisi di riprendere di studiare anche io, anche se la mia mente era da tutt'altra parte. Pensavo solo a cosa sarebbe potuto accadere domenica sera. Luca, sembrava così misterioso. Per il resto del pomeriggio non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Stufa di aspettare altri "segnali" decisi di tornare a casa. Dopo aver indossato giubbino e sciarpa, stavo per avviarmi con la mia amica verso l'uscita. Un attimo prima che io uscissi da quella stanza, mentre gli passavo vicino Luca mi sorprese di nuovo. « Ciao Marta » disse semplicemente, sorridendo. Il mio viso passò dal rosa al porpora nel giro di pochi secondi. Bofonchiai un timido « Ciao » prima di seguire Ludovica fuori da quel luogo che tanto adoravo. Durante il tragitto per andare a casa continuavo a sorridere come un imbecille. Avevo la testa fra le nuvole. Non riuscivo nemmeno a parlare con Ludovica, ero completamente senza parole per l'incredulità. Luca Fedrigo mi aveva invitato ad una festa. Luca sapeva il mio nome. Luca Fedrigo forse era interessato a me, Marta, una normale ragazza come tante altre e non una super modella da copertina di Cosmopolitan. Lui, lui, il ragazzo perfetto, così stronzo ma allo stesso tempo cucciolo, così diverso da tutti, lui..
« Marta avanti adesso puoi farlo.» La voce della mia amica interruppe i miei pensieri.
La guardai con aria interrogativa. Lei sorrise. < Puoi esultare ad alta voce, non c'è nessuno che ti sente >  Senza farmelo ripetere due volte, la abbracciai e iniziammo a saltare come due cretine nel bel mezzo di Via Roma. La gente che passava ci guardava come se fossimo due stupide. Sinceramente però, non me ne importava gran che. Ero felice. Poco me ne importava se mi trovavo in un luogo pubblico pieno di gente. Alla fine di questo momento di gioia ritornai seria e guardai la mia amica.  « Sai Ludo, credo che sia giunto il momento di raccontarti un po di cose. »
 « Oh, lo credo anche io. Non ti preoccupare so più di quanto pensi. In ogni caso hai il tempo di una cioccolata per raccontarmi quello che ancora non so.» mi rispose la mia amica quando mi resi conto che eravamo di fronte al "Art and Chocolate", uno dei posti che più adoravo della mia città. Mi resi conto però di non avere il portafoglio. Come se la mia amica mi avesse letto nel pensiero, mi sorrise. « Tranquilla. Per stavolta offro io, dovrò pur usare qualche volta la carta di credito per le emergenze. » Risi di cuore. « E questa sarebbe un urgenza?.» Ludovica acconsentì convinta prima d'entrare. « Emergenza cioccolato. Motivo più che giusto.» Scoppiai nuovamente a ridere prima di seguirla dentro il locale. La mia amica era così, generosa, buona e spontanea. Però era furba, sapevo che era a conoscenza di più di quel che mi diceva. Lei e Luca erano amici. Cioccolata dopo cioccolata le avrei fatto spuntare la nocciolina.


Giovedì, venerdì, sabato. Erano passati già tre giorni, 4 ore, 5 minuti, 33 secondi da quel giorno in biblioteca e di Luca ancora nessuna notizia, nessun messaggio, niente di niente. Eppure la festa era prevista per domani. Mi aveva invitato, gli avevo dato il mio numero, aveva detto che si sarebbe fatto vivo lui. Invece nulla. Era come si fosse volatilizzato nel nulla. Era da giovedì che non facevo altro che pensare a lui, sempre, in ogni momento: a casa, a scuola, in macchina, giocando a hockey. Sempre.
Avrei voluto chiedere a Ludovica che fine aveva fatto, ma avevo deciso di evitare. Sarei risultata patetica, una bambina che aspetta solo una chiamata, anche se era la verità che era quello che volevo. La mia nuova amica mi aveva detto che secondo lei gli interessavo, altrimenti conoscendolo non avrebbe mai fatto un gesto del genere. E quindi, se la Ludo aveva ragione, perché ora faceva così?! Non lo capivo proprio. Probabilmente era stata una scommessa con i suoi amici quella di chiedermi il numero, magari aveva buttato via il foglietto non appena era uscito dalla biblioteca, oppure l'aveva lasciato nei jeans e sua mamma li aveva buttati in lavatrice, oppure è volato via con il vento, oppure gli avevano rubato lo zaino, oppure niente. Basta Marta! Dovevo finire di farmi film. Se mi avrebbe chiamato bene, altrimenti amen, sarei andata avanti con la mia vita. Di Luca Fedrigo ne avrei incontrato a centinaia. Sorrisi guardando la mia immagine riflessa allo specchio, come se stessi parlando con me stessa. Cavolo, quando mi volevo auto convincere ero davvero brava.

BIP-BIP

Il mio cellulare non riuscì nemmeno a finire il secondo bip che mi ero già fiondata sul letto a prenderlo. Numero che non avevo salvato.  Magari era lui. Erano le tre del pomeriggio, sicuramente era lui.  "Dai ti prego Gesù, io ti voglio bene, fa che sia lui, fa che sia lui" ripetei a bassa voce mentre attendevo che quel messaggio si apriva.
"Ehi friend, sono la Glossy con il cellulare di mia cugina, perché non ho soldi sul mio. Allora sta sera vieni con me, la Ludo e le altre all' Alter? :) "
Fan culo Glossy,fan culo il tuo cellulare senza soldi,fan culo quelle galline delle mie compagne di classe,fan culo tutti. E io che mi ero anche illusa. Di nuovo. Basta, non dovevo più pensarci e quale modo migliore per dimenticare, se non andare una serata in discoteca con le mie amiche?! Grazie a mio fratello sarei entrata gratis, poi gli amici della Ludo mi avrebbero offerto da bere e via al divertimento. Avrei trovato sicuramente qualcuno con cui passare la serata. Magari addirittura Luca. Ma sai che bello?! Sarebbe stato troppo bello per essere vero. Mi serviva autoconvincermi di nuovo. Luca NON ci sarebbe stato, mi sarei divertita da impazzire e avrei trovato sicuramente il principe azzurro. Nessuno avrebbe potuto resistere ai miei occhi azzurri e ai miei capelli biondi.

La serata stava andando come previsto. Era solo mezzanotte e io e Alice, una mia compagna di classe di due anni più grande,  eravamo già parecchio "allegre". Stavo ballando come una scema quando la Glossy, che di nome si chiama Gloria, mi si avvicinò e mi disse:  « Marta, guarda chi c'è!» Guardai verso il punto indicato da lei e lo vidi. LUI...


«Majcollll » urlai come una deficiente buttandomi praticamente in braccio a lui, prima di far finire la mia amica di parlare. Lui mi sorrise. Cazzo quanto era figo, diventava ogni giorno più muscoloso. Non l'avevo mai considerato, sebbene lui ci provasse con me ogni volta che avevamo occasione d'incontrarci. Quasi quasi peròò..questa seraaa. Mi prese per mano e mi trascinò in pista. Mentre passammo davanti al bancone notai la Ludo e la Glossy che stavano bevendo un drink parlando con due ragazzi di qualche anno più grande. Appena ci videro scoppiano a ridere e sentii Gloria che diceva: « Per me quei due sta notte fanno scintille. » Ludovica rise e rispose:  «Un altro Martini che succede.» Le mie amiche fecero un brindisi come a suggellare la loro patto e tornarono a concentrarsi su due ragazzi appena conquistati. Quelle stronze, belle amiche avevo! Come potevano pensare che avrei fatto una cosa del genere?!
Drink dopo drink ero partita. Nel vero senso della parola, mi sentivo libera, felice. Io e Majcol ci stavamo divertendo un sacco ballando. Ad un certo punto però, per colpa di una canzone dal ritmo sensuale successe quel che non avevo previsto. Un bacio, che di casto aveva ben poco, poi un altro sui divanetti della discoteca, poi un altro vicino al bar, accanto la console del dj, ovunque, per tutto il resto della serata. Le sue labbra erano davvero morbide. Sapevo che avesse la fama del sex-simbol, ma non pensavo fosse così un bravo baciatore. Cavolo se era bravo, sembrava d'essere in paradiso. Continuammo a scambiarci baci fin che, alle 3 tornai a casa. Dio quanto mi ero divertita. Non mi serviva di certo Luca Fedrigo, Majcol  era un ottimo diversivo. Bella serata, ma la testa mi faceva un male...avevo come l'impressione di essere in una realtà parallela.


« Certo che tu e Majcol ieri ci avete dato dentro eh! » mi disse Ludovica mentre stavamo facendo colazione a casa sua. Gloria, intenta a mangiare la sua brioches ipercalorica al cioccolato acconsentì con la testa.  Ero mezza addormentata, non capivo davvero di cosa stava parlando. Io e Majcol? Che cavolo avevamo fatto? La mia amica continuò: « Sai facevate prima ad andare ad imboscarvi, ci avete riservato un bello spettacolo, meglio del cinema. »La guardai con aria interrogativa. A quel punto Gloria decise di intervenire guardandomi come se fossi stupida. « Signorina Bianchi, sveglia, tu, Majcol, baci da film porno, ovunque, divanetti, bar, fuori, ovunque! .» Diretta e carina come sempre la Glossy. All'improvviso ricordai tutto, come in un flash back mi vennero in mente le scene della sera precedente. Io e Majcol,  i nostri baci, tutto. Scrollai le spalle indifferente.  « Be, capita, sono single, libera, non devo dar conto a nessuno. »  « E Luca? Ieri eri così presa...non vedevi l'ora di uscire con lui? » chiese Ludovica.  «Luca si attacca al tram, non si è fatto sentire, per me può andare a quel paese, lui, i suoi amici e la sua festa di merda. »

BIP - BIP

Messaggio.  « Marta è il tuo » mi informò Gloria. Amen se era il mio, sarebbe stata sicuramente mia madre per avvisarmi che da li a poco sarei dovuta tornare a casa. Poteva aspettare che finissi la colazione, le avrei risposto dopo. Peccato che la mia amica Glossy, non era della stessa opinione. Prese il mio telefono e aprì il messaggio. « Oh my Bass »  « Che c'è Glossy? Dai non fare la cretina, non sono dell'umore »  « Non sto scherzando, leggi tu stessa.» Mi passò il mio Nokia e annoiata lessi il messaggio ad alta voce "Ehi ciao Marta, sono Luca Fedrigo, ti ricordi?! Scusa se non mi sono fatto vivo prima, sono stato due giorni in Svizzera da mia zia. Comunque per sta sera, ti passo a prendere per le 21.00..ok? P.s si so dove abiti, sono amico di tuo fratello, non uno stolker :) " Oh mio dio, non ci potevo credere. Luca mi aveva scritto, lui non si era dimenticato! Era solo stato due giorni fuori dall'Italia, perché non ci avevo pensato prima?! Dire che ero felice era poco. Subito la mia espressione annoiata si trasformò in un sorrisone. Le mie amiche si avvicinarono a me, ci abbracciammo e iniziammo a fare uno dei nostri stupidi balletti. Per fortuna eravamo da sole a casa, non oso immaginare se fossero passati i genitori di Ludovica. Che imbarazzo! L' euforia venne smorzata, quando nella mia testa si "accese una lampadina" per ricordarmi ciò che era successo con Majcol. All'improvviso mi sentii terribilmente in colpa nei confronti di Luca, anche se di fatto non avevo fatto nulla di male. Le mie amiche capirono al volo che cosa mi stava passando per la testa.  « No, ti prego Marta, non iniziare a farti teghe, non essere la Glossy della situazione ti prego. Ne basta già una che si fa mille problemi per qualsiasi cosa.» mi disse la Ludo mettendomi una mano sulla spalla.
 « Oh, ma grazie Ludo, parla pure come se non ci fossi sai. » le rispose Gloria con il suo solito sarcasmo.
 « Ah e che poi io non mi faccio le teghe mentali per tutto. » Io e Ludovica a questa esclamazione la guardammo corrucciate.
« Si dai, forse è vero un po di teghe me ne faccio. Comunque miss Ludovica la saggia ha ragione. Basta pensare, non hai fatto nulla di male. Rispondi di sì e falla finita. »
 « Si ma Glossy io e Majcol ci siamo baciati. »
« Allora, che male c'è?! Tu e Luca mica siete insieme »
rispose piccata la mia amica.
« Sì ma piace, tanto e ho baciato Majcol solo perché ero arrabbiata perché non si era fatto vivo »
« Appunto Marta, dai, quello che succede all'Alter resta all'Alter. Insomma Luca non deve saperlo per forza, e in ogni caso di certo non si arrabbierebbe, voi non siete mica insieme e nemmeno vi frequentate ancora » aggiunse Ludovica
« Sicure? E quindi adesso che faccio?»
 « E lo chiedi a noi?! Semplice, prendi il tuo cellulare preistorico scrivi ok, poi ci prepariamo e usciamo. Abbiamo urgente bisogno di Stadivarius! »
Stradivarius? Ditemi perché in un momento come quello quelle due pensavano allo shopping. Ovvio, fosse per me pianterei una tenda in quel negozio, ma non capivo cosa centrasse in quel momento. 
Guardai Ludovica confusa.  « E dimmi adesso cosa centra Stradivarius Ludo! »
« Marta, sai sta sera devi uscire con Luca Fedrigo, non uno qualunque, il tuo sogno proibito da due mesi a questa parte. Fossi in te andrei in tuta.»  Adesso capivo. Cavolo in certi momenti ero davvero stolta. Come potevo non pensare a queste cose?! 
« Quindi andiamo a preparaci, Glossy, abbiamo una missione: rendere la nostra Camo ancora più bella per il suo principe azzurro. Dico bene? »
La Glossy sorride e diede in cinque alla Ludo. « Yoh bro! »

A questa esclamazione scoppiammo tutte a ridere prima di andare al piano di sopra a vestirci. Dio quanto adoravo le mie friends, in certi momenti erano indispensabili. Però avevano ragione. Quel pomeriggio avrei dovuto preoccuparmi solo di una cosa: rendermi irresistibile per Luca. Era la mia occasione, non potevo sprecarla.



Buon giorno!

Eccomi qui di nuovo con una nuova breve storia!
L'altra parte la posterò domani :)
Per il personaggio di Marta mi sono ispirata ad una delle mie amiche
e poi visto che c'ero mi ci sono messa anche io (ahahahah sì, sì sono proprio come ne nella storia in realtà).
A parte questo tutto il resto è frutto della mia fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
Spero con tutto il cuore che vi piaccia e che vi abbia incuriosito :)
Grazie a tutti quelli che la leggeranno :)
Se vi va ditemi che ne pensate :)
Augurissssssimi di buon Natale in ritardo...tanti baci al ciccolato, la vostra Glossy.
  
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