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Autore: NorthStar    27/12/2012    5 recensioni
Per tanto tempo le mie giornate erano volate via come tante foglie da un albero. Un momento aprivo gli occhi alla luce del mattino, quello dopo li richiudevo alla luce della luna.
Ma da quando Brittany era tornata con me, da quando era tornata ad essere mia, tutto era cambiato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BOAH
Prima che parta il linciaggio xD, prestate attenzione:

-NON è una NUOVA storia.
-NON supererà d'importanza le altre.
-TUTTE le altre fics in sospeso saranno continuate e terminate.


Detto questo,
veramente, non è assolutamente una nuova storia...
Chiamiamola "raccolta".
La mia intenzione è infatti quella di creare una raccolta di alcuni capitoli di She walks in beauty (non tutti) dal punto di vista di Santana, tanto per assaporare il tutto da un altro punto di vista, da un'altra vera e propria visione del tutto...


Ah! Dimenticavo!
Non sarà aggiornata regolarmente (perchè le altre si invece... ehm...), è una storia "bonus" alla quale di tanto in tanto aggiungerò qualche capitolo, magari quando sono bloccata con le altre storie e non c'è verso di riprendermi... :)

ps: so che questo lo avete già letto, più tardi arriva qualcosa di nuovo... ;)
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She walks in beauty 
Capitoli 2.9- 2.10




Per tanto tempo le mie giornate erano volate via come tante foglie da un albero. Un momento aprivo gli occhi alla luce del mattino, quello dopo li richiudevo alla luce della luna.

 

Ma da quando Brittany era tornata con me, da quando era tornata ad essere mia, tutto era cambiato.

Il tempo scorreva rallentato, il vento era più fresco, i colori più vivaci, gli odori più pungenti.Fuori non era cambiato nulla, ma dentro di me… dentro di me si era aperto un mondo nuovo. Era come se finalmente potessi vivere davvero quello che mi circondava. Era come se Brittany, mi avesse riaperto gli occhi.

O forse il cuore.

 

Probabilmente aveva fatto entrambe le cose.

 

 

Da allora i giorni trascorrevano diversamente.

Dai giorni passati interamente al laghetto, a quelli in cui passavamo ore ed ore  sole nella capanna a parlarci, a sorriderci, ad amarci.Ogni giorno era una perla. 

 

“San?” Cominciò Brittany strofinando la guancia sui miei capelli, cercando di attirare la mia attenzione.

“Mmh?”

“Se potessi scegliere un animale in cui trasformarti… quale sarebbe?” Quasi mi aspettavo una delle sue domande.

Era in momenti come questi che Brittany dava il meglio di sé, e la adoravo per questo.

Stavo per domandarle per quale motivo avrei dovuto trasformarmi in un animale.

E invece mi limitai a domandarle “I pappagalli possono attraversare il mare?”

“L’oceano.” mi corresse “Siamo circondate dall’oceano, San…”.

“Beh, possono farlo?”

“I pappagalli della roccia?”

“Si…” le risposi.

“Non credo… ci vorrebbe un uccello più grande, come un albatros…”

“Un albatros?”

“E’… come un gabbiano… più grande però...”

Quando mi vide confusa riprovò “Sai, quegli uccelli impiccioni che vivono vicino al mare…”

“Non credo di averne mai visti… sono uscita una volta dalla foresta e sono arrivata al massimo alla periferia di Ketapang…” le speigai con un sorriso.

“E’ per questo che vuoi diventare un uccello? Per volartene via di qui?”

“Per volarmene con te in un posto dove non riuscirebbero a trovarci…”

“E dove andremmo?”

“Ovunque vorresti.”

“Ovunque?”

“Ovunque.” le dissi ancora “Dove vorresti andare?”

 

“Vieni con me?” disse sedendosi, cercando a tatto i suoi vestiti.

“Vuoi volare via?” le domandai giocando.

“Non ancora…” sorrise invitandomi ad afferrare le sue mani.

Una volta tiratami in piedi mi aiutò a vestirmi, sempre sorridendomi, per poi riafferrarmi per mano e tirarmi fuori dalla capanna.

“Dove stiamo andando?”

“Proprio qui dietro…” mi rispose indicandomi un tratto di foresta vicino al laghetto.

“Qui?”

“Esatto.” sorrise ancora tirandomi per la mano “Vieni con me.”

Dopo aver guardato in alto per qualche secondo, si fermò di colpo, e sedendosi per terra alzò lo sguardo verso di me.

“Vieni qui?”

“Cosa dobbiamo fare?”

“Vieni vicino a me.” insistette, indicando dove sedermi.

Pur non capendo dove volesse arrivare la ascoltai, come facevo sempre.

Come avrei sempre fatto. “Ed ora?”

“Sdraiati.” disse allungandosi “Così.“

“Va bene…” le dissi sdraiandomi vicino a lei “Cosa stiamo facendo?”

“Stiamo scomparendo.” rispose, per poi sorridere divertita.

“A me non sembr-”

“Shh... Ci vuole un po’. Abbi pazienza, San…” mi disse piegando la testa di lato per potermi guardare.

 

Era così bella, persino con l’erbaccia fra i capelli.

 

“Una volta, quando eravamo piccoli, stavamo giocando qui e correndo sono caduta. Il mio vestito era così pieno di fango che avevo paura che avrei ricevuto la peggiore delle punizioni… avevo così paura che per un attimo pensai di rimanere nascosta qui tra le canne.” Non capivo dove volesse arrivare ma la lasciai parlare, troppo presa dalla sua voce.

“Allora ho alzato lo sguardo e all’improvviso mi sono sentita così piccola San, piccola come una formica, come un granello di sabbia… così piccola, che pensavo di essere scomparsa davvero…” disse ancora guardandomi negli occhi per poi farmi cenno di guardare in alto.

 

Aspettai un istante prima di spostare lo sguardo, troppo ipnotizzata da quei due piccoli cieli nascosti nei suoi occhi. Poi alzato lo sguardo, mi domandai se il canneto era sempre stato così… immenso. O se ero davvero io ad essere diventata improvvisamente minuscola.

 

Guardai Brittany stupita.

“Faresti meglio a chiudere quella bocca prima che ti ci salti dentro qualche insetto…” sorrise poggiandomi le dita sul mento, fino a chiudere davvero la bocca che non mi ero nemmeno accorta di aver spalancato.

“Quel giorno poi è stata Quinn a trovarmi, e ho capito che non ero davvero sparita…” mi spiegò poggiandosi di fianco, così da potermi guardare dritta negli occhi.

“Vorrei poterci cucire delle ali enormi per volare via da qui e scomparire… Ma non sono nemmeno capace di ricamare un tovagliolo…” sorrise divertita.

“Ma qui, almeno per un po’…” disse portando la sua mano sul mio viso “Possiamo far finta che nessuno possa mai trovarci… Come potrebbero mai vederci quando siamo cosi piccole?” sorrise invitandomi di nuovo a guardare con lei verso il cielo.

Ma non alzai lo sguardo.

 

Continuai a guardarla fino a che, sentendosi osservata, non tornò a guardarmi. “Che c’è?”

“Posso cambiare la risposta?” provai “Non voglio più diventare un pappagallo.”

“Cosa vorresti diventare?”

“Non saprei… Una formica forse… O qualche insetto ancora più piccolo…”

“Ma dovresti vivere in mezzo alla terra!” sorrise “A te non piace la terra…”

“Beh dipende…”

“Da cosa?”

“Diventeresti una formica con me?”

“Certo!”

 

“Allora la terra va più che bene…”

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ps: Tanti auguroni Silvia!

   
 
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