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Autore: goldenfish    27/12/2012    0 recensioni
Ho sempre odiato i soprannomi.
Ma mi piaceva inventarne per i miei amici.
Il punto è che a me non me ne hanno mai dato uno.
Mi hanno sempre chiamato con il mio nome intero. Neanche un'abbreviazione. Niente.
Io sono Magdalene.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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n.d.a: Questo racconto è unico però, essendo abbastanza lungo, non me la sono sentita di scriverlo come unico capitolo, così l'ho diviso... spero vi piaccia, a voi i commenti :B

 

-Labbra al cognac-

Chi non ama i soprannomi?
Chi non ama che il proprio nome venga irrimediabilmente storpiato per poi essere lentamente sostituito da uno stupido nomignolo?
Pare che a tutti andasse bene.
A me no però.
Io sono Magdalene.
  E basta.

Tutti sapevano il mio odio verso quelle maledette abbreviazioni.
Certo, tutti lo sapevano.
Tranne lei ovviamente.

Prima sorella del mio migliore amico e poi  sorella di mio marito, Markus.

Audrey. Si chiama così.
Era più grande di lui di due o forse tre anni.
Ed era bella. Forse troppo.
Benchè l'avessi vista tante volte non siamo mai state amiche.
Quando ero un'adolescente e andavo a casa di Markus ci limitavamo ad un sorriso o a un semplice cenno con la testa.
Eppure si ostinava a chiamarmi "Meg".
Dio quanto la odiavo.
Eppure tutti la amavano. Non credo di averla mai vista sola.
Ogni volta che era accanto a me mi faceva venire voglia di saltarle addosso per strapparle quella matassa di capelli rossi che le incorniciavano il viso da volpe.
Chiunque fosse in sua compagnia finiva per scomparire, come se la sua persona occupasse tutto il campo visivo di chi la stesse guardando, e ti s'impregnava nella mente; passavano giorni prima che i suoi occhi bicromati scomparissero dai tuoi pensieri, o peggio dai sogni.
Quando ti fissava con quello sguardo magnetico ti sentivi studiata nel profondo, ti metteva a nudo, e per una come me, estremamente timida, erano momenti di grande imbarazzo. MI ricordo dei rossori improvvisi e delle mani che sudavano, il cuore mi batteva forte. Il mio grande disagio mi portò a pregare Markus di aspettarmi fuori, in modo da non doverla incrociare.
Quanto la odiavo.
Il suo carattere ribelle e malizioso, era una scossa che ti penetrava nell'animo e  il suo odore aveva un non so che di maschile, ma penso che anche questo facesse parte del suo fascino.
Per fortuna appena raggiunta la maggiore età Audrey partì per una vita da nomade, lontana, molto lontana da casa.
Mi ero finalmente liberata di lei.

Markus era molto legato alla sorella, ma sapeva dei sentimenti che io nutrivo per lei, così per amor mio non siamo mai andata a trovarla.

Ma niente le impedì di catapultarsi a casa nostra qualche giorno prima del nostro matrimonio. Era ovvio che fosse stata invitata e io non avevo opposto resistenza.

  
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