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Autore: jede    27/12/2012    2 recensioni
Cosa si prova a leggere negli occhi di chi ami, che è il momento di andartene?
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C'è sempre un lieto fine, questo insegnano le favole.
Per quanto le cose si possano complicare, per quanto possano andare male e per quanto sembrino impossibili da sistemare, ci sarà sempre un modo per avere il proprio lieto fine; Perchè i buoni vincono e le persone destinate ad amarsi per l'eternità, riescono sempre a stare assieme.
[Come sempre, una dedica a te Dede :3]
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Brittany Pierce, Nuovo personaggio, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
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FAIRYTALES
 
                                                                    -there is always an (happy) ending




 
 
C'è sempre un lieto fine, questo insegnano le favole.
Per quanto le cose si possano complicare, per quanto possano andare male e per quanto sembrino impossibili da sistemare, ci sarà sempre un modo per avere il proprio lieto fine; Perchè i buoni vincono e le persone destinate ad amarsi per l'eternità, riescono sempre a stare assieme.
Questo insegnano le favole, ma Santana, quando vide quella volta Brittany piangere, iniziò a temere che alcune fossero solo bugie.
 
°°°°°°°°°°°°°°°
 
Si erano trasferite a Chicago, appena Brittany aveva preso il diploma con un'anno di differenza da Santana; I primi mesi erano stati i piu semplici ed i piu difficili allo stesso tempo: se da una parte la gioia di essersi finalmente ritrovate sembrava cancellare tutto il resto, lasciandole dietro ad una patina dorata che circondava solitamente le giovani coppiette, dall'altra parte entrambe erano restie ad ammattere che Lima, per quanti ricordi brutti potesse portare con sè, era stata per troppo tempo la loro casa per essere dimenticata cosi simplicemente.
Erano felici, Brittany e Santana, finalmente unite dopo tutti quei mesi bui nei quali avevano davvero temuto che fosse arrivata la fine per la loro relazione, cosi a lungo sudata. Con Santana troppo distante e presa dai suoi studi, e Brittany sempre cosi occupata a seguire il Glee Club e le Cheerios o i nuovi gruppi di amici che aveva conosciuto, nessuno avrebbe mai scommesso che c'è l'avrebbero fatta a rimanere in piedi. Ma cosi era stato.
Come nelle migliori coppie, appena preso il diploma e salutato i parenti e amici piu stretti, le due ragazze avevano caricato tutto in auto ed erano partite per crearsi la loro vita lontane da tutti.
Un piccolo appartamento vicino al centro, la ricerca di un lavoro da parte di entrambe, le sere passate davanti alla televisione, troppo stanche per fare qualcune altra cosa, e le sere passate all'aperto a camminare mano nella mano sulla spiaggia sorridendo a quelle piccole cose che nulla avrebbe rimosso dalla loro memoria.
E Santana si ritrovava a guardare con particolare attenzione la sua ragazza mentre dormiva la mattina presto, cercando di imprimersi nella mente i suoi liniamenti cosi dolci e delicati, disturbati appena dalla luce soffusa che passava da sotto le persiane, o il modo in cui si arricciava i capelli prima di andare a lavoro, davanti allo specchio mentre lei la spiava dalla porta della cucina con una tazza di caffè fumante a farle compagnia.
Sospirava con trasporto, quando dopo un pomeriggio particolarmente eccitante, si stringeva al petto il corpo nudo della sua ragazza, lisciandole i capelli ancora un pò sudati.
Rideva quasi con le lacrime agli occhi, quando Brittany le raccontava le sue figuraccie che aveva fatto durante il suo turno al supermercato vicino casa.
E sorrideva. Quando Brittany la svegliava con dei dolci baci sotto alla mascella, là dove sapeva che le faceva il solletico, quando la sera tornava a casa e la trovava già rannicchiata sotto alle coperte del divano, concentrata a guardare un cartone animato o un documentario con animali di tutti i generi. Quando la baciava, subito dopo aversi lavato i denti, con le labbra che sapevano ancora di dentrificio, quando cercava di giustificare una cifra troppo alta sul conto corrente, quando la osservava mentre si rivestiva dopo aver fatto l'amore, quando semplicemente le lasciava un rapido bacio sulla guancia prima di correre a lavoro.
Sorrideva sempre, fino a sentir male alle guancie e ricevere sguardi confusi dalla gente attorno a lei mentre passeggiava.
Ovviamente non c'erano solo momenti belli, che ti fanno addormentare la sera con una leggerezza nel cuore, ma c'erano anche quei momenti in cui Santana aveva il disperato bisogno di chiudersi in camera per prendere fiato e non scoppiare a piangere davanti alla bionda, o quei momenti in cui Brittany usciva di casa sbattendo la porta.
Ogni volta faceva piu male e ogni volta tornavano sempre l'una dall'altra chiedendo scusa, sperando che non quella lite o quel problema non avessero causato nulla; Aveva paura Santana, ogni volta che accadeva, come se sentisse dentro di lei che ogni volta che una lacrima cadeva dagli occhi di Brittany, ogni volta che il cuscino veniva posato sul divano, ogni volta che si ritrovava a far colazione da sola fosse una tacca che si andava ad aggiungere a tutte le altre, e aveva paura, non sapendo quanto vicine al limite fossero arrivate.
Ma poi quei momenti passavano, come quelli del liceo. Passava tutto e tutto tornava al suo posto: i brutti pensieri chiusi a chiave in un cassetto e le belle giornate a riempire la mente di Santana.
 
Tutto trascorreva normalmente, fino al giorno del ringraziamento.
-L'uffico ha organizzato una festa, tutti severamente obbligati a partecipare- aveva sorriso ironica Santana a Brittany, mentre apparecchiava la tavola. -Mi ci devi assolutamente accompagnare, anche perchè i colleghi iniziano a credere che tu sia solo una mia fantasia-.
E Brittany aveva annuito, sorridendo anche lei, sapendo bene quando pazzi fossero i colleghi della sua ragazza.
Si erano preparate bene, e quando avevano fatto il loro ingresso nella sala dove si teneva la festicciola messa su dal posto di lavoro di Santana, la mora esibì Brittany con immenso orgoglio, sorridendo davanti alla bellezza che le stava accanto in un semplice vestitino verde e azzurro con sopra ricamati dei piccoli tulipani.
Lei, stretta nel suo vestito verde acqua, venne subito trascinata a conoscere anche i ripettivi mariti, moglie e fidanzati di tutti gli altri colleghi e tutti sembravano felici di conoscere la sua ragazza; Venne allontanata da Birttnay solo una volta, in tutta la serata, quando il suo capo, Joselinne, le chiese di parlarle in privato per quanto riguardava la promozione che ormai aspettava da mesi e che finalmente sembrava essere arrivata.
Con un sorriso a trentadue denti, tornò di corsa da Brittany, levandole il bicchiere di mano e stampandole un lungo bacio sulle labbra, annuniciandole che quella sera avrebbero avuto da festeggiare qualcosa di migliore di un semplice ringraziamento.
Presa com'era dalla gioia, poco fece caso all'aria assente che aveva la bionda ogni tanto durante una chicchierata, o al suo modo di evitare accuratamente di aprire il palmo della mano destra. 
O dello sguardo di Tom, il suo collega, puntato sulla sua ragazza.
Santana non ci fece caso, felice come non era mai stata, mentre la sua mente iniziava a credere che le cose stessero andando per davvero nella direzione giusta per una volta nella sua vita; Ma quello fu solo prima di Natale.
Dal ringraziamento Santana commise l'errore di ignorare quei piccoli particolari che si era sempre vantata di individuare nelle persone che le stavo accanto: la mezz'ora che Brittany aggiungeva sempre al ritorno a casa dopo il suo turno, le sere che passavano chiuse in casa che diminuivano perchè la bionda aveva voglia di uscire, il cellulare di Brittany che si accendeva sempre con maggior frequenza per messaggi, il sorriso della bionda piu accenato quando tornava da qualche commisione, il particolare interesse che metteva mentre l'ascoltava parlare dei suo colleghi o delle giornate passate a lavoro.
Non si accorse di nulla, andando avanti a rigirarsi in quei momenti di gioia o bei ricordi, senza prestare attenzione.
Fu poco prima di Natale, il diciannove dicembre, che Santana iniziò a vedere le prime crepe, in quel castello fatto di favole e fantasia, in cui si era rintanata; Da non vedere iniziò a fingere di non vedere.
Perchè fingere era di gran lunga piu facile che accettare la verità.
La prima volta erano entrambe sedute sul divano a guardare un'episodio di una sit-com romatica che a Brittany piaceva tanto: la bionda si alzò per andare a prendere un pacchetto di patatine dalla sua dispensa personale quando il cellulare che aveva dimenticato vicino alla mora si illuminò, attirando l'attenzione di Santana.
Senza farci caso, piu per istinto che per curiosità, la ragazza prese in mano il cellulare e fece appena in tempo a sbloccare lo schermo che un "NO!" , stillato a gran voce da Brittany la fece gelare sul posto.
Si voltò di scatto, temendo che fosse accaduto qualcosa, che le fosse caduto il piatto o che ci fosse un'insetto per casa che l'aveva fatta spaventare, ma quando vide che lo sguardo terrorizzato di Brittany era puntato proprio su di sè, Santana iniziò a vedere la crepa.
Lo sguardo puntato sul cellulare.
Aveva finto noncuranza, lasciandolo cadere sui cuscini moribidi, mentre Brittany si faceva piu vicina, scostandolo maggiormente e sdraiandosi come niente fosse al suo fianco, posando lo sguardo sullo schermo, come fece Santana; Si fece delle domande, ma preferì lasciarsi coinvolgere dal matrimonio dei due protagonisti della storia, che tentare di darsi una risposta che, ne era certa, non le sarebbe piaciuta affatto.
Quella notta, Santana, strinse forte Brittany al suo petto mentre dormiva.
 
La seconda volta fu mentre lavava i piatti, con Brittany che sistemava gli avanzi in frigo; Stavano scherzando come il loro solito quando la voce leggermente piu tremolante di Brittany annunciò che mancavano le uova.
Santana si voltò verso di lei. -Vabbè, ci andremo domani a prenderle-.
Ma Brittany non accettò come il suo solito, ma anzi restò girata verso il frigo, con la testa mezza infilata all'interno, come a nascondere i suoi occhi. -Volevo fare una torta da portare ai tuoi, quando andiamo da loro per Natale-.
A nulla servirono le proteste di Santana, perchè la bionda sembrava piu che decisa ad uscire di casa alle otto e mezza di sera, di una domenica particolarmente gelata; Quando se la ritrovò davanti con il giubbotto, guanti, sciarpa e cappellino che cercava le chiavi nel cesto che c'era davanti all'entrata, Santana le chiese un'ultima volta se voleva almeno che l'accompagnasse.
-No, tanto è vicino-, rispose.
Chiuse la porta dietro a lei e le sussurrò di stare attenta, mentre con uno sbuffo ritornava in cucina a mettere via quello che avanzava; Quella settimana i turni di Brittany erano aumentati e la mora iniziava a pensare che forse quel comportamento era causato dalla stanchezza che provava e la mora la capiva.
Passerà, sussurò tra sè e sè, osservando con sguardo vacuo i mobili della cucina.
Quando la bionda fece ritorno, una mezz'oretta dopo, Santana l'accolse a braccia aperte sul divano, sistemandogli addosso la coperta per farla riscoldare e lasciandole dei bacini sulle guancie e sul naso per toglierle quel rossore dovuto al freddo con il suo fiato caldo; Passarono la serata cosi, tra baci e coccole fino a quando i baci non diventarono piu profondi e le carezze piu ardenti, e solo allora tosero quei vestiti in eccesso e rimasero a riscaldarsi con i loro corpi e il fuoco del camino.
Sdraitata sul letto, dopo aver trascianto a forza una Brittany esausta, Santana si accorse di una cosa che le fece bloccare per un secondo il respiro nel petto; Osservò la bionda al suo fianco, sorridere beata nel dormiverglia e non riuscii a trattenere la sua mente quando si rese conto che il portafoglio della bionda era sul mobile in camera loro, troppo lontano dalla sala dove Santana l'aveva fermata quando aveva fatto ritorno dal supermercato a mani vuote, troppo vicino a Santana per fingere di non averlo visto.
Quella notta, Santana, rimase a guardare il soffito della loro camera, senza fiatare.
 
La terza volta, Santana stava preparando le valigie per partire per Lima, a far compagni ai parenti il giorno di Natale, mentre Brittany preparava il cibo e le bibite per il viaggio.
La mora, in quel periodo, aveva prestato attenzione a tutto ciò che la circondava, ma i suoi occhi erano troppo terrorizzati per riuscire davvero a vedere tutto quello che la circondava, e si sà, non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Cosi, quando si rese conto che forse era saltata troppo presto alle conclusioni, -quali conclusioni, poi? -, Santana si sentì un verme perchè, con quei pensieri per la testa non si era degnata neppure di prendere un regalo di natale alla sua ragazza; Con una scusa qualcune era uscita di casa, dirigendosi veloce verso la gioilleria che stava a qualche isolato da casa loro.
Con il cuore in gola e un sorriso liminoso, la mora strinse al petto il sacchettino che conteneve il regalo migliore di tutta la sua vita, e che sperava potesse diventare anche suo: due piccole, semplici, fedine d'argento con inciso all'interno S&B, felice piu che mai di essere riuscita ad averle cosi cosi poco preavviso.
Quando si trovò davanti alla porta del suo appartamento, sentì da dentro casa la voce della bionda mentre parlava, cosi entrò in casa curiosa, cercando di non far notare il pacchetto che aveva messo nella tasca del giubbotto; Quando però entrò, Brittany, sussultò, facendo un veloce giro su sè stessa, borbottare qualche parola per poi chiudere la conversazione.
-Erano i tuoi?-, domandò Santana.
La bionda si limitò ad annuire, stirando le labbra in un sorriso chiedendole dove fosse stata e le intimò di muoversi, altrimenti avrebbero ritardato nella loro tabella orari; con un sorriso la mora si era diretta in camera, lanciandosi sulla valigia per nascondere nel modo migliore la scatolina, laddove la bionda non avrebbe messo mani, cercando allo stesso tempo di non farsi vedere da Brittany.
Con un sospiro di sollievo, la mora iniziò a raccogliere le ultime cose che mancavano in valigia; Sovrapensiero, con le mani nei cassetti della biancheria, battè la mano contro una scatola che stava al suo interno, che aveva già notato, anche se non ci aveva mai fatto granchè caso.
Con la fronte corrucciata, Santana la sollevò, sentendola leggera; L'aprì con sempre maggior curiosità, e rimase confusa quando non ci vide altro che strofa nera, lucida e di pizzo, che riposava all'interno.
Fece appena in  tempo ad allungare la mano, per sollevare e vedere cosa fosse, -un nuovo acquisto della bionda, forse?-, quando i suoi occhi furono attirati verso un pezzetto di carta che di vedeva appena, lascosto dalla stoffa leggera. Sentì il cuore accellerare e, senza saperne il vero motivo, la sua mano iniziò a tremarla mente sollevava quel pezzetto di carta gialla.
Chiuse gli occhi, serrandoli con forse, nascondendo a sè stessa le parole che vi erano impresse sopra, cosi nere che credeva le si sarebbero tatuate nelle retini; Buttò la scatola nel cassetto, senza soffermarsi a rimettere la scatola com'era, chiudendolo con forza alle sue spalle, prima di prendere la valigia da sopra il letto e dirigersi con fretta verso il salotto, lontano da quella camera.
Lontano da quel cassetto, al cui interno stava ancora quel pezzetto di carta con sopra stampate a caratteri neri, le parole piu dolorose che avesse mai letto.
"Per la prossima volta ;), 
                                Tom"
Quella notta, Santana, non trovò il coraggio di guardare Brittany negli occhi.
 
Piccole crepe che giorno, ora, minuti che si susseguivano lasciavano solchi sempre piu profondi, che facevano mancare il fiato a Santana. 
Fu il venticinque dicembre, che però, tutto crollò.
 
Avevano da poco cenato assieme ai genitori di Santana, e le due ragazze avevano preferito fermarsi a dormire in un piccolo hotel, di classe, vicino a casa, per prendersi un pò di privacy che neppure le feste sarebbero state in grado di toglierle.
Santana non stava bene, molte volte aveva lo sguardo perso nel nulla che faceva attirare su di lei gli sguardi confusi dei parenti, a volte invece si soffermava per troppo tempo ad osservare il viso di Brittany, rendendo confusa quest'ultima.
Non aveva ancora ceduto, Santana, sotto al peso dei suoi pensieri e dei suoi dubbi, sotto alla pressione costante di quel cartoncino, di quel portafoglio, di quei messaggi e di quelle telefonate, di quei ritardi e di quelle scuse, ma non era certa di resistere ancora per molto.
Si ripormise di parlargliene, di sentire se quello che aveva in mente era tutto vero o se si fosse immaginata tutto, ma l'avrebbe fatto solo dopo che le feste erano passate, quando i parenti erano lontani da loro e avrebbero avuto tutto il tempo di discuterne con calma.
Cosi, quando uscì dal bagno, dopo essersi data una rinfrescata al viso, Santana si diresse in camera, per aiutare Birttany a disfare le valigie, ma quando entrò in camera quello che vide fu ben diverso da quel che si aspettava.
La bionda era seduta sul bordo del letto matrimoniale, con le testa bassa mentre teneva tra le mani la scatoletta blu scuro che aveva comprato la stessa Santana, poco prima di partire.
Quando Brittany di accorse della sua presenza, alzò di scatto la testa, facendole intravedere il sorriso che le attraversava il viso.
-Sanny...-, sussurrò soltanto.
La mora si fece piu vicina, osservando le mani della bionda chiuse attorno a quella scatola ancora chiusa; Incrociò poi gli occhi di Brittany, luminosi piu che mai, e tutto ciò che aveva nella mente fino ad un'attimo prima, passò in secondo piano, come se si fosse dissolto.
Sorrise anche lei, sedendosi sulla poltrona che stava accanto al letto, ma prima di aprir bocca, i suoi occhi scivolarono sul cellulare che stava accanto alla bionda, forse dimenticato pochi attimi prima, mentre cercava qualcosa nella valigia e aveva trovato la scatola, ma quello, si, solo quello, bastò a farle gelare le parole in bocca.
E sentì tutto. 
Le sere mancate, i messaggi costanti, i ritardi che si susseguivano, le parole bloccate, gli sguardi mortificati, i baci meno profondi, le carezze piu superficiali, le bugie continue... Sentì tutto, improvvisamente, e fu troppo.
Chiuse gli occhi, sentendoli pizzicare pericolosomante, e non riuscì a trattenersi quando, aprendo gli occhi trovò quelli attenti e felici della bionda, anche attendevano con ansia quelle parole che aspettava con tanta trepidazione di sentire.
-Britt...-, sospirò Santana. -Io non... non immaginavo che amare fosse cosi... doloroso-, riuscì a sputare fuori quelle parole, cosi intrise di dolore e verità che le fecero paura.
Brittany perse il sorriso, osservandola confusa.
-Che intendi?-.
-Brittany, basta-, anche dire il suo nome le faceva male. -Io non lo so perchè è successo, e non so perchè ci abbia messo cosi tanto a capirlo, ma forse è anche colpa mia-.
Lo sguardo di Brittany iniziò a farsi piu guardigno, e Santana comprese che anche lei stava iniziando a capire dove la mora stava andando a parare.
-Sono stata cosi cieca-, sbottò, coprendosi gli occhi con le mani, notando solo allora come le tremassero. -E non so se sono arrabbiata, ferita o delusa, o tutto assieme. Non riesco a capirlo perchè la verità è che non riesco a capire nulla di quello che sta accadendo adesso-.
Brittany allungò le mani, afferrando quelle della mora. -Mi hai regalato un'anello, lo sai cosa significa: significa che mi ami, e io amo te-.
Santana sorrise. -E allora perchè sembra non bastarti?-.
Brittany abbassò lo sguardo e fu quello, il punto di rottura per Santana. 
-Mi stingevi Brittany, mi baciavi e mi sorridevi fingendo che andasse tutto bene; Mi hai mentito per cosi tanto tempo e solo ora me ne sto accorgendo, e mi sento cosi stupida perchè io sarei venuta da te. Se qualcosa non fosse andato bene, se qualcosa mi avesse ferito, io sarei venuta da te, perchè è questo che fanno le persone quando si amano e soffrono: si aprono con la persona che dovrebbe essere la piu importante. 
-Ma tu hai preferito sorridermi, per poi andare da qualcun altro; Nel letto di qualcun altro, tra le sue braccia a far... -, Santana scostò le sue mani da quelle di Brittany, abbassando lo sguardo. 
-Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutte le scelte difficili, i momenti critici e le difficoltà che abbiamo passato per stare finalmente assieme a te è bastato cosi poco per decidere che fosse meglio mentirmi, pur di non dirmi come stavi-.
-Ma io sto bene con te!-, sbottò la bionda.
-E allora perchè sei andata con lui?!-, Lo sguardo di Santana si fece piu tagliente. -Mi guardavi negli occhi, Brittany, lo capisci?! Mi guardavi e mi mentivi, e non hai la piu pallida idea di quanto questo mi faccia male. Non lo sai perchè sennò non lo avresti mai fatto, non lo sai perchè sennò adesso non avresti neppure il coraggio di aprire bocca.
L'ho dovuto scoprire, giorno dopo giorno, da piccole cose che erano troppo grandi per essere ignorate, e adesso tu non puoi dirmi che stavi bene con me; Perchè allora non ho idea di cosa ti abbia spinto a farlo- , buttò fuori tutte quelle parole con rabbia. -Ho bisogno di sentirti dire che è quello il motivo, perchè sennò...-, un groppo nella gola le impedì di continuare e cacciò con forza indietro le lacrime.
Brittany non parlò per un pezzo, e solo il silenzio riempiva quella camera d'hotel. 
Quando lo fece, quando Brittany aprì bocca, la sua voce era soffocata dalle lacrime che iniziarono a scorrerle sulle guance, lente. -Io sto bene con te, Santana e ti amo piu di qualcune altra persona al mondo. Non lo so perchè l'ho fatto, vorrei saperlo ma in tutto questo tempo io ho amato solo te-.
Santana ispirò, sentendo ogni parola come un'ago nel cuore. -Da quanto..?-.
Brittany scosse la testa, ma lo sguardo deciso che le rivose Santana, cosi pieno di delusione e rabbia, quasi supplichevole, la fece sospirare sconfitta. 
-Poco dopo il Ringraziamento-.
-Un mese, quindi-.
-Non è stato nulla-, sussurrò Brittany. -Non lo amo-.
-QUESTO NON BASTA!! Lo capisci, Brittany?! non basta!-, si alzò infuriata, stringendo forte i pugni. -Non basta dire che non lo ami se nel frattempo vai a letto con lui. Mi amavi? E mi amavi anche mentre stavi assieme a lui? Mentre lo baciavi, mentre ti lasciavi baciare? Quanto poco devi amarmi, se ti comporti cosi, e sono desolata, perchè questo non è amore-.
Fece per uscire dalla stanza, avendone fin troppo di tutta quella storia cominciata e durata troppo a lungo, quando la voce di Brittany la fece fermare.
-MI DISPIACE! Santana, mi dispiace cosi tanto. Non volevo farti soffrire, non volevo neppure che tutto questo accadesse e se solo puoi lasciarmi spiegare, voglio solo parlare con te-, singhiozzò, in piedi a sua volta con lo sguardo fisso sulle spalle della mora.
Santana cercò di regolare il respiro prima di tornare ad osservare la bionda. -Ho cambiato la mia vita, sono cambiata io stessa per stare al tuo fianco. Ti ho dato il mio cuore e ti ho dato cosi tanto, come non avevo mai fatto in tutta la mia vita perchè ti amo, e non ero disposta a lasciarti andare; Avresti potuto venire da me, parlarmi in milioni di occasioni, spiegarmi quello che avevi fatto, ma adesso penso sia troppo facile-, sussurrò avvicinandosi per sfilarli la scatolina dalle mani. -Ho finto di non vedere e avrei anche continuato a farlo, se non fosse che tengo ancora un pò a me e adesso sto troppo male per accettare di ascoltarti ancora; Mi fa male guardarti, mi fa male sentire la tua voce perchè non posso fare a meno di pensare "Come ha potuto?". Con che coraggio hai buttato via tutto ciò che siamo e che abbiamo fatto, se neppure lo ami-, sussurrò quelle ultime parole con ironia quasi.
Brittany teneva lo sguardo basso, gli occhi pieni di lacrime e le labbra strette tra di loro con forza, senza avere la forza di dire nulla.
-E non avrei mai pensato di dirlo a te, ma va a quel paese Brittany-, una lacrima scivolò pesante come piombo sulla sua guancia. -Sei riuscita a togliermi la cosa a cui tenevo di piu al mondo-.
E con un'ultimo sospiro, la ragazza abbandonò la camera e tutto ciò che stava all'interno.
 
Quella notte, Santana, pianse.
 
°°°°°°°°°°°°°
C'era sempre la fregatura nelle favole, ora Santana lo sapeva.
I lieti fine non esistevano per tutti e a volte le persone destinate ad amarsi per l'eternità, non riuscivano a stare assieme; Perchè a volte i momenti felici non riuscivano a far dimenticare i momenti bui che si erano passati, perchè nelle favole non si parla di cuori spezzati, di lacrime disperse nei cuscini, di cicatrici che bruciavano sottopelle.
Non spiegavano come fosse lo sguardo del principe azzurro mentre osservava la principessa fare le valigie e allontanarsi senza dire una parola, o come facesse male  staccare con forza il nome dal campanello, ferendosi le unghie, o di quanto dura fosse spiegare a tutti gli amici perchè una coppia che si amava si era dovuta separare.
C'è sempre la fregatura nelle favole, ma Santana non avrebbe mai voluto scoprirlo.
 
°°°°°°°°°°°°°°
 
Santana sfregò con forza le mani tra di loro, cercando di infondergli un pò di calore, mentre faceva la fila per prendersi il suo meritato caffè bollente delle sette e un quarto del mattino.
Come al solito lo Starbucks tra la tredicesima e Down Street era pieno zeppo di gente, soprattutto sotto il periodo natalizio, in cui tutti cercavano un pò di calore tra quelle mura accoglienti; Santana dal canto suo era ancora troppo addormentata per far caso a quella gente che chiacchierava ad un volume troppo alto per i suoi gusti.
Lei stava solo aspettando il suo turno per prendere il suo meritatissimo caffè che le avrebbe dato un'aspetto piu decente; Presa com'era dal leggere sul listino se c'era qualche novità, sobbalzò quando qualcuno infilò di soppiatto la mano sotto al suo braccio, stringendosi poi con forza al suo fianco.
-Che prendiamo?-, sussurrò la tipa.
Santana ridacchiò, abbassando lo sguardo per incorciare quello di Emma, concentrata però a sua volta a guardare i dolci messi in esposizione; Senza pensarci la lasciò attaccarsi al suo fianco, poggiando il visetto sulla stoffa del suo giubbotto. 
I lunghi capelli rosso rame, legati in una stretta coda le scoprivano il viso ancora cosi giovane, regalandole anche qualche anno in meno, cosi che molte volte la gente si fermava ad osservare una Santana ventitrèenne, e una Emma di diciotto che però sembrava averne sedici, e che li portava sempre a scuotere la testa contrariati o allibiti. Non che l'altezza poi giocasse dalla parte della ragazza piu giovane. 
Santana sorrise. -Prendiamo? E chi dice che io ti prenda qualcosa?-.
Emma alzò lo sguardo, spalancando gli occhietti, dando a Santana una visione del suo sguarda da Bambi. -Ma...ma è mattina! E io devo ancora fare colazione!-.
L'altra sorrise. -E che c'entro io, scusa? Non hai dei soldi?-.
L'altra mise su il brocio, mentre Santana tornava ridacchiando ad osservare la coppia che stava di fronte a loro, non prima di averle lasciato un bacio sulla fronte. Le cose le stavano andando bene, alla mora.
Il trasferimento a New York l'aveva come fatta rinasciere e non solo perchè adesso poteva prendere in giro Rachel Barry ogni volta che voleva, -abitavano troppo poco vicine, per i suoi gusti-, lasciandole anche tronare a galla bei ricordi del liceo, ma perchè il lavoro nell'agenzia di modelli in cui adesso aveva un posto fisso la faceva sentire leggera come lo era stata solo molto tempo prima. Oh, certo in piu non c'era da scordarsi di quel piccolo elfo che le era capitato tra i piedi una giornata, e che adesso si rifiutava di staccarsi da lei.
Le cose le andavano bene, ma quando spostò lo sguardo dal bancone, per posarlo con noncuranza sui tavolini poco distanti da lei, pensò che il fato aveva davvero un pessimo senso dell'umorismo.
Brittany S. Pierce era seduta ad un tavolino assieme ad un'altra persona, con in testa un berrettino di lana rosa, e la stava fissando seria; Santana sentì un colpo al cuore e la gola seccarsi appena incrociò il suo sguardo e vi rimase legata.
Era sempre bellissima, bella come solo lei riusciva ad essere: il viso era sempre libero da qualunque trucco, le labbra rosse che facevano contrasto con la pelle nivea di tutto il corpo e i capelli dorati erano lasciati sciolti sulle spalle, finendo anche oltre, senza dare a Santana una definita misura.
Erano passati due anni da quando per l'ultima volta aveva incrociato i suoi occhi, ma ogni volta che a Santana chiedevano quando fosse finita tra lei e Brittany, le veniva sin troppo naturale rispondere "Dal Ringraziamento", perchè per lei era davvero finita quel giorno. Il tempo che avevano passato assieme dopo lo ricordava come la convivenza con un'estranea.
C'era una persona seduta davanti a lei, ma era di spalle e Santana non riuscì a notare altro che non fossero due spalle larghe da uomo e dei capelli biondi; Sembrava stesse parlando, ma l'attenzione della bionda era completamente diretta verso Santana.
Sentiva ancora delle fitte allo stomaco quando ripensava al suo profumo, o ai suoi baci, ma col tempo le ferite avevano iniziato a farsi sentire sempre di meno, fino a lasciarle quel costante intorpidimento alle membra che sembrava non passarle mai. 
Certo, le mancava, -ah, Dio, se le mancava Brittany-, ma ogni volta che aveva afferrato la cornetta del telefono, non aveva mai trovato il coraggio di fare quel passo avanti che l'avrebbe rimessa in gioco, anche avrebbe fatto tornare tutto il dolore e la delusione che provava per lei. E lei preferiva ancora continuare a ricordare Brittany come quella ragazza cosi dolce e ingenua che al liceo le aveva rubato il cuore, stregandola completamente.
-Santana, tocca a te-, sussurrò Emma al suo fianco, tirandole appena la giacca.
La mora si riscosse, ordinando come un'automa un caffè macchiato bollente e un dolce da portare via, per Emma; Tenne lo sguardo sul bancone, sentendo quello piu profondo e intenso di Brittany tra i capelli.
Quando le consegnarono la busta, Santana allungò i soldi e, con sempre la rossa al suo fianco, si voltò verso la porta, non riusciendo ad impedirsi di guardare per un'ultima volta verso il tavolo di Brittany; E lei era ancora là, con quel nuovo lui, con lo sguardo su di lei.
Era bellissima come la ricordava, e faceva male scoprirlo.
Emma curiosa seguì il suo sguardo, girandosi a sua volta verso la ragazza. -Chi è?-, sussurrò curiosa.
Santana non sviò lo sguardo, rimase a contemplare quel viso che per moltissimi mesi aveva visto e rincorso nei suoi sogni, che le aveva fatto capire chi lei fosse per davvero, che le aveva fatto aprire il cuore all'amore, e che gli aveva fatto capire cosa voleva dirlo non averlo, un cuore. Guardò Brittany, rendendosi conto di quanto quella ragazza dal liceo gli avesse dato e tolto, di quanto lei fosse stata essenziale per la sua crescita; La guardò, e capì che lei era stata tutto per lei...
-Nessuno-.
 
 
 
 
 
NdA 
Note di una che ritarda troppo :)
 
Allora, la risposta alla domanda "Ma tu odi Brittany e Santana?" la mia risposta è no. Non ho la piu pallida idea del motivo per cui questa storia sia nata, nè come sia nata, nè perchè sia finita cosi! Non ne ho idea... tanto per restare il tema con la storia :3
Non mi odiate, vi prego! Posso giustificarmi dicendo che seguendo il corso di Glee (Sam, bacio, matrimonio...) io aspetto con tutto il cuore una scenata di Santana moooolto incazzata, e penso che questa voglia alla fine mi abbia spinto a scrivere una versione tutta mia.
I salti temporali mi hanno aiutata molto, quindi ne ho aprofittato e se a qualcuno non fossero piaciuti perchè facevano perdere particolari, spero che mi perdonerte, ma sono in vacanza, con poca voglia di fare qualcune cosa!!
Grazie a chiunque sia arrivato fino a qui e non abbia abbandonato la storia dalle prime tre righe!! :)
Un bacio :)
 
 
 
   
 
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