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Autore: Will P    13/07/2007    5 recensioni
Non c'è cosa migliore che passare un po' di tempo con il tuo ragazzo. Ma quando succedono svariati imprevisti, situazioni compromettenti e momenti imbarazzanti, ti viene da pensare che forse non ti saresti dovuto andare a ficcare in quel ripostiglio.
"Mai vestirsi al buio!"
[Draco/Harry, hints di Ron/Hermione; fluff & delirio all'ennesima potenza]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Fanfic a suo tempo dedicata a PurpleSky, che mentre giocavamo col videogame di HP3 divagava tentando di far copulare Harry con Draco e mi ha letteralmente dato l’idea alla base della storia

Fanfic a suo tempo dedicata a PurpleSky, che mentre giocavamo col videogame di HP3 divagava tentando di far copulare Harry con Draco, e mi ha letteralmente dato l’idea alla base della storia. Grazie di sopportarmi e incoraggiarmi. Grazie di tutto. Ti voglio bene. Spero mi perdonerai se questa fic è vecchiotta, ma il tuo regalo di quest’anno devo ancora scriverlo. ^^;;

Auguri,

Will

 

 

PROBLEMATIC CHANGE

-Mai vestirsi al buio-

 

Il celebre Harry Potter, mentre vagava sperso per i corridoi del castello, si sentiva in verità molto depresso. E anche lievemente incazzato, diciamocelo. Era fuggito dalla sala comune appena Ron ed Hermione avevano iniziato a litigare come al solito, perché -veramente- non aveva voglia di sopportarli ancora. Probabilmente si mettevano ad urlarsi contro come idioti per farlo andare via e restare soli soletti, come gli aveva detto Draco l’ultima volta che erano riusciti a vedersi.

 

Ecco, in realtà il vero motivo che faceva… irritare… Harry era proprio quello: non poter passare il tempo col suo ragazzo. E “passare il tempo” non significava solo imbucarsi nel bagno dei prefetti alle due di notte, ma anche semplicemente camminare mano nella mano per i corridoi o sedersi vicini a lezione. Perché non poteva avere un storia normale (per quanto lo permettessero le circostanze) come tutti? Perché ogni volta che vedeva il suo Dracuzzo in pubblico doveva insultarlo e non poteva trucidare tutte quelle oche che gli giravano intorno? Eh? Perché sempre a lui?!

 

Questi pensieri lo portarono alla strana reazione di lanciare sguardi alla Hannibal Lecter sulle coppiette che incrociavano la sua strada -e purtroppo c’erano veramente taaaaante coppiette felici.

 

Sospirando si sedette sui primi gradini delle scale, considerando che da lì avrebbe rotolato solo per circa 50 scalini per finire infine contro un vaso… non male come morte… magari un po’ lenta, comunque… il filo dei suoi pensieri fu interrotto da due braccia che gli circondarono la vita e si rilassò sentendo finalmente il profumo del ragazzo che amava.

 

«Ehilà, cos’è, siamo depressi?» sussurrò una voce al suo orecchio. Harry fu attraversato da un brivido caldo e appoggiò la schiena contro quel ben noto torace sorridendo.

 

«No, solo pensieroso.»

 

«Certo, sicuro. Scommetto che stavi contemplando un modo per lasciare questo triste mondo, che ne so, buttandoti di peso dal lampadario…»

 

Harry sorrise sornione «…o giù per la scale…»

 

«Appunto.»

 

«Beh, signor Malfoy, ha vinto la scommessa!» disse voltandosi a gurdarlo negli occhi «Qual è il premio?»

 

In risposta Draco si abbassò sulle sue labbra e le coprì con le sue. Si staccò dopo un po’ guardandosi intorno, poi disse «Qualcosa di simile a questo.»

 

«Ripostiglio?»

 

«Ripostiglio.»

 

Si diressero abbraciati verso il loro ‘nido d’amore’ e Draco aprì la porta con una mano mentre con l’altra stringeva Harry a sé e lo baciava. Harry lo buttò dentro chiudendosi la porta alle spalle e nel buio lo spinse contro il muro mordicchiandogli il collo gettando via i mantelli della divisa e infilando la mani sotto la camicia del Sepeverde. Draco scivolò contro il muro fino a ritrovarsi seduto per terra e reclamò nuovamente le labbra di Harry passando le mani fra quei capelli così morbidi e setosi intanto che anche Harry si sfilava la camicia e faceva sfiorare la loro pelle calda, le mani che accarezzavano ogni centimetro della sua schiena…

 

Dopo parecchi minuti di apnee furono interrotti da un rumore metellico.

 

«Draco, hai per caso la cintura di castità?» sussurrò serafico Harry.

 

«Amore, non dire cazzate, è la maniglia della porta.»

 

«Ah ok…» mormorò abbassandosi verso il collo del compagno. Si bloccò a metà strada rendendosi conto dell’affarmazione nello stesso momento in cui anche Draco riconnetteva il cervello alla bocca (capiteli, erano un po’ distratti).

 

«La maniglia della porta?!» gridarono contempraneamente.

 

«Ehi!» sibilò indignato Harry contro chicchessia che li aveva interrotti.

 

«Harry? Sei tu amico?» disse la voce dietro la porta.

 

«Ron?!»

 

«Harry, che stai facendo lì dentro?»

 

Gli occhi del moro si dilatarono notevolmente a quella richiesta; mentre Draco ridacchiava come un cretino si assicurò che la porta fosse ben chiusa magicamente e ficcò una sedia sotto la maniglia (melium abundare…), tutto ciò tentando di trovare un’occupazione plausibile che comportasse il suo trovarsi sigillato in uno sgabuzzino.

 

«Eeeeeeeeehm…»

 

«Amico ti serve una mano?» chiese Ron preoccupato.

 

“No, decisamente no” pensò Harry lievemente nel panico con Malfoy che si spanciava per terra dalle risate silenziose.

 

«Eeeeeeeeehm… stavo... cercando…»

 

«…i tuoi pantaloni…» sussurrò Draco al suo orecchio per poi leccargli il collo.

 

«…un secchio…» sparò Harry soffocando Draco con un cuscino (opportunamente materializzato qualche minuto prima).

 

«Harry, cosa ci facevi con un secchio?!» esclamò una voce femminile seguita dalla risata di Ron.

 

«Hermione!! Cosa ci facevi tu piuttosto con Ronnie in uno sgabuzzino!» strillò Harry scandalizzato: allora era davvero per quello che lo mandavano via a forza di rottura di coglioni…

 

«Lo sapevo!» gridò Draco mezzo soffocato da risate + cuscino.

 

«Harry! (azione combinata) Chi c’è lì con te?!»

 

«Eeeeeeeeehm… Grattastinchi…»

 

«Sì, miaoooo…» ronfò il Serpeverde sulla sua spalla guadagnandosi un’altra cuscinata.

 

«Harry Potter! Dimmi subito ci c’è lì con te o sfondo la porta!»

 

«Hermione Granger! Levati subito dalle palle o racconto a tutti le tue prodezze col whisky l’ultimo giorno del quinto anno!» disse Harry imitando la voce acuta dell’amica.

 

Draco lo fissò con due occhi grandi come sottobicchieri e lui si limitò ad agitare una mano nel noto gesto delaspetta che te lo dico dopo’.

 

«Harry, da questo si capisce chiaramente che sei lì dentro con Ginny nuda!» gridò Hermione, i cui riflessi non furono abbastanza rapidi da impedire a Ron di scivolare per lo shock e dare una testata contro il muro.

 

«Herm! Perdio, Ginny è a lezione con Piton! Non ho nessuna intenzione di chiudermi in uno stanzino con tua sorella Ron! E ora levatevi dai coglioni!!»

 

«Ok, quanto siamo incazzosi oggi però!» sbottò Ron rassicurato dal fatto che nessuno avrebbe potuto perdere una lezione di Pozioni.

 

«Via, santissimo Merlino!» sbraitò Harry.

 

«Finalmente soli…» susurrò Draco strascicando le parole nel modo che faceva impazzire Harry a pochi millimetri dalla sua bocca.

 

«Certo che la privacy non esiste proprio qui…» rispose Harry lambendo le labbra del compagno con la lingua.

 

«Oooh, ma così è più divertente, lasciagli imparare qualcosa…» mormorò contro la sua spalla sdraiandosi sopra di lui; abbassò lentamente una mano e la infilò nei suoi pantaloni attraverso i quali si notava un chiaro rigonfiamento. Harry gemette. Fuori dalla porta Hermione urlò.

 

 «Ron levati che devo sbirciare anch’io!»

 

Harry chiuse gli occhi (e non solo per il fatto che Draco gli stava accarezzando subdolamente una gamba), inspirò, invocò tutte le divinità che conosceva, espirò, aprì gli occhi, inspirò, scostò dolcemente Draco da sopra la sua pancia, e poi gridò con quanto fiato aveva in gola «Porca ******* se non ve ne andate subito a farvi ******* vi spacco il ****, perdiomadonna!!!» (ß frase tipica dell’autrice)

 

Un tramestio impaurito fu il segnale della ritrovata pace. Malfoy si avvicinò lentamente al Grifondoro prendendogli una mano fra le sue «Ci manca solo che arrivi…»

 

La maniglia fu improvvisamente abbassata con violenza e si sentì la voce di Zabini che urlava «Chi cavolo c’è qui?!»

 

«Blaise, solo sei parole: sono-occupato-vattene-o-ti-Crucio.»

 

«Solo quattro parole: divertiti-e-a-dopo!» e dei passi veloci assicurarono nuovamente l’intimità.

 

«Ok, porto sfiga. Certo che è veramente frequentato ‘sto ripostiglio…» disse sorridendo lievemente Malfoy «… amore che c’è?» continuò poi preoccupato dal silenzio dell’altro.

 

«Draco… sono stufo. Stufo marcio. Non possiamo andare avanti così.»

 

Qualcosa si agitò nel petto del Serpeverde, qualcosa che faceva molto male. Sentì un bruciore in gola ma strinse i denti.

 

«Draco, basta, sul serio, non ne posso più di te-» fu interrotto dallo schiaffo di Draco. Ora il bruciore si era spostato agli occhi e gli tremavano le mani

 

«Brutto stronzo. Sei solo uno schifoso bastardo. Sei stufo, eh? Cos’è stato per te, un passatempo? Uno scherzo?»

 

«Draco cosa…?»

 

«Smettila! Come puoi continuare a chiamarmi per nome?! Se vuoi mollarmi vattene subito e lasciami in pace!» gli si spezzò la voce.

 

«Draco, Dio no, come ti viene in mente…? Draco, amore…» si mosse in avanti e lo strinse forte nel suo abbraccio; sentì che provava a divincolarsi, ma le sue deboli proteste furono presto sostituite da dei singhiozzi. Prese ad accarezzargli lentamente i capelli «Amore non ho nessuna intenzione di lasciarti! Sei la cosa pù bella che mi sia mai capitata, come potrei anche solo pensarlo? Il mio piccolo Serpeverde affrettato… dicevo, non ne posso più di tenere nascosta la nostra storia! Non sopporto più tutte le ragazzine che ti girano intorno quando io non posso nemmeno guardarti più di cinque secondi di fila, di doverti ricoprire di insulti ogni volta che ci incontriamo. Di passare settimane intere senza sentire il tuo sapore…»

 

Draco si sentì in colpa per aver dato uno schiaffo al suo ragazzo ed averlo definito “stronzo schifoso bastardo”, e provò una gran voglia di piangere. Però si trattenne, anche se difficilmente per colpa delle carezze di Harry.

 

«Draco sfogati, non tenerti tutto dentro.» mormorò dolcemente sulla sua fronte.

 

«I-io… non…»

 

«Non puoi? I Malfoy non piangono? Beh, se è per questo i Malfoy non si fidanzano nemmeno col ragazzo che ha ucciso il loro signore…»

 

Daco ridacchiò debolmente «Scusa, m-mi dispiace di averti detto quello che ho detto. Non volevo ma ho… avuto paura… e… anche tu sei l’unica cosa che mi sia andata bene nella vita. E non dico tanto per dire, lo sai. E… anch’io vorrei poter stare sempre con te -e sgozzare Cho Chang-, ma…»

 

«Allora che problema c’è?»

 

«C’è quel problema che si chiama ‘studenti’…»

 

«Draco, non puoi ucciderli tutti, e alla fine l’unico problema sarebbero le chiacchiere: io ci sono abituato e tu basta che guardi qualcuno con quei begli occhioni di ghiaccio che ti ritrovi per pietrificarlo, quindi non mi pare così grave.»

 

«… hai ragione… solo… niente annunci dal tetto della scuola, ok?»

 

«Tesoro, non sono ancora così esibizionista…»

 

Draco sorrise «Posso saltarti addosso sotto il naso di Weasley?» chiese con aria da cucciolo abbandonato.

 

«No, a meno che tu non voglia portarlo in infermeria di peso dopo lo svenimento.» rispose candidamente Harry «Ehm, mi sa che dovremmo andare.»

 

«Sicuro?» Draco montò a cavalcioni su Harry che era inginoccihato per cercare i vestiti e si abbassò a baciarlo «Sicurissimo?»

 

«Signor Malfoy non so se si rende conto che A, è meglio non provocare il sottoscritto, B, questo ripostiglio è più frequentato di Mielandia quado ci sono gli assaggi gratis, e C, sono due ore che siamo qui dentro e fra un po’ manderanno una squadra soccorsi per tirarci fuori.»

 

Draco mise il broncio.

 

«Signor Malfoy, è inutile. Potrebbe passarmi quella camicia, se non le dispiace?»

 

«Mi dispiace profondamente invece.»

 

«Allora la prenderò da solo, gentilissimo signor Malfoy.»

 

Si rivestrono nel buio più totale con profondo dispiacere di Draco e dopo aver messo il naso fuori dalla porta per vedere se c’era via libera (vabe’ dirlo a tutti, ma con calma…) sgusciarono rapidi in direzioni opposte.

 

Harry era appena arrivato all’inizio del corridoio della Signora Grassa e per non suscitare troppe domande (che sarebbero comunque arrivate dai suoi cari amici) si diede una sistemata ai vestiti.

 

«O mio Dio.» disse, senza saperlo, in perfetta sincronia con un biondino sette piani più in basso.

 

Quella che si era appenna stretta al collo era palesemente, indubbiamente, innegabilmente… una cravatta verde e argento.

 

«O mio Dio.»

 

Fine prima parte

 

 

Sì, sono tanto cattivah. u_u Ma tranquilli, la seconda parte sarà postata (se va tutto bene) domani, e domenica ci sarà la terza ed ultima.

Questa è una delle fic che fanno parte del “primo periodo in cui scrivevo cavolate, e le posto solo ora”. Si riconosce per l’allucinante dose di fluff, idiozia, e OOC di cui è pervasa. XD

   
 
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