Fanfic a suo tempo dedicata a PurpleSky,
che mentre giocavamo col videogame di HP3 divagava tentando di far copulare
Harry con Draco, e mi ha letteralmente dato l’idea alla base della storia. Grazie
di sopportarmi e incoraggiarmi. Grazie di tutto. Ti voglio bene. Spero mi
perdonerai se questa fic è vecchiotta, ma il tuo regalo di quest’anno devo
ancora scriverlo. ^^;;
Auguri,
Will
PROBLEMATIC CHANGE
-Mai vestirsi al
buio-
Il celebre Harry Potter, mentre vagava sperso per i
corridoi del castello, si sentiva in verità molto depresso.
E anche lievemente incazzato, diciamocelo. Era fuggito dalla sala comune appena
Ron ed Hermione avevano iniziato a litigare come al
solito, perché -veramente- non aveva voglia di sopportarli ancora.
Probabilmente si mettevano ad urlarsi contro come idioti per farlo andare via e
restare soli soletti, come gli aveva detto Draco l’ultima volta che erano
riusciti a vedersi.
Ecco, in realtà il vero motivo che faceva… irritare… Harry era proprio quello: non
poter passare il tempo col suo ragazzo. E “passare il tempo” non significava
solo imbucarsi nel bagno dei prefetti alle due di notte, ma anche semplicemente
camminare mano nella mano per i corridoi o sedersi vicini a lezione. Perché non
poteva avere un storia normale (per quanto lo
permettessero le circostanze) come tutti? Perché ogni volta che vedeva il suo Dracuzzo in pubblico doveva
insultarlo e non poteva trucidare tutte quelle oche che gli giravano intorno?
Eh? Perché sempre a lui?!
Questi pensieri lo portarono alla strana reazione di
lanciare sguardi alla Hannibal Lecter sulle coppiette che incrociavano la sua
strada -e purtroppo c’erano veramente taaaaante coppiette felici.
Sospirando si sedette sui primi gradini delle scale,
considerando che da lì avrebbe rotolato solo per circa
50 scalini per finire infine contro un vaso… non male come morte… magari un po’
lenta, comunque… il filo dei suoi pensieri fu interrotto da due braccia che gli
circondarono la vita e si rilassò sentendo finalmente il profumo del ragazzo
che amava.
«Ehilà, cos’è, siamo depressi?» sussurrò una voce al suo
orecchio. Harry fu attraversato da un brivido caldo e appoggiò la schiena contro quel ben noto torace sorridendo.
«No, solo pensieroso.»
«Certo, sicuro. Scommetto che stavi contemplando un modo
per lasciare questo triste mondo, che ne so, buttandoti di peso dal lampadario…»
Harry sorrise sornione «…o giù per la
scale…»
«Appunto.»
«Beh, signor Malfoy, ha vinto la scommessa!» disse
voltandosi a gurdarlo negli occhi «Qual è il premio?»
In risposta Draco si abbassò sulle
sue labbra e le coprì con le sue. Si staccò dopo un po’ guardandosi intorno,
poi disse «Qualcosa di simile a questo.»
«Ripostiglio?»
«Ripostiglio.»
Si diressero abbraciati verso il loro ‘nido d’amore’ e
Draco aprì la porta con una mano mentre con l’altra
stringeva Harry a sé e lo baciava. Harry lo buttò dentro chiudendosi la porta
alle spalle e nel buio lo spinse contro il muro mordicchiandogli il collo
gettando via i mantelli della divisa e infilando la mani
sotto la camicia del Sepeverde. Draco scivolò contro il muro fino a ritrovarsi
seduto per terra e reclamò nuovamente le labbra di Harry passando le mani fra
quei capelli così morbidi e setosi intanto che anche Harry si sfilava la
camicia e faceva sfiorare la loro pelle calda, le mani che accarezzavano ogni
centimetro della sua schiena…
Dopo parecchi minuti di apnee furono interrotti da un
rumore metellico.
«Draco, hai per caso la cintura di castità?» sussurrò
serafico Harry.
«Amore, non dire cazzate, è la maniglia della porta.»
«Ah ok…» mormorò abbassandosi verso il collo del compagno.
Si bloccò a metà strada rendendosi conto dell’affarmazione nello stesso momento
in cui anche Draco riconnetteva il cervello alla bocca (capiteli, erano un po’
distratti).
«La maniglia della porta?!»
gridarono contempraneamente.
«Ehi!» sibilò indignato Harry contro chicchessia
che li aveva interrotti.
«Harry? Sei tu amico?» disse la voce dietro la porta.
«Ron?!»
«Harry, che stai facendo lì dentro?»
Gli occhi del moro si dilatarono notevolmente a quella
richiesta; mentre Draco ridacchiava come un cretino si assicurò che la porta
fosse ben chiusa magicamente e ficcò una sedia sotto la maniglia (melium
abundare…), tutto ciò tentando di trovare un’occupazione plausibile che
comportasse il suo trovarsi sigillato in uno sgabuzzino.
«Eeeeeeeeehm…»
«Amico ti serve una mano?» chiese Ron preoccupato.
“No, decisamente no” pensò Harry lievemente nel panico con
Malfoy che si spanciava per terra dalle risate silenziose.
«Eeeeeeeeehm… stavo... cercando…»
«…i tuoi pantaloni…» sussurrò Draco al suo orecchio per
poi leccargli il collo.
«…un secchio…» sparò Harry
soffocando Draco con un cuscino (opportunamente materializzato qualche minuto
prima).
«Harry, cosa ci facevi con un secchio?!»
esclamò una voce femminile seguita dalla risata di Ron.
«Hermione!! Cosa ci facevi tu piuttosto con Ronnie in uno
sgabuzzino!» strillò Harry scandalizzato: allora era davvero per quello che lo
mandavano via a forza di rottura di coglioni…
«Lo sapevo!» gridò Draco mezzo soffocato da risate + cuscino.
«Harry! (azione combinata) Chi
c’è lì con te?!»
«Eeeeeeeeehm… Grattastinchi…»
«Sì, miaoooo…» ronfò il Serpeverde sulla sua spalla
guadagnandosi un’altra cuscinata.
«Harry Potter! Dimmi subito ci c’è lì con te o sfondo la
porta!»
«Hermione Granger! Levati subito dalle palle o racconto a tutti le tue prodezze col whisky l’ultimo giorno del
quinto anno!» disse Harry imitando la voce acuta dell’amica.
Draco lo fissò con due occhi grandi come sottobicchieri e
lui si limitò ad agitare una mano nel noto gesto del ‘aspetta
che te lo dico dopo’.
«Harry, da questo si capisce chiaramente che sei lì dentro
con Ginny nuda!» gridò Hermione, i cui riflessi non furono abbastanza rapidi da
impedire a Ron di scivolare per lo shock e dare una testata contro il muro.
«Herm! Perdio, Ginny è a lezione con Piton! Non ho nessuna
intenzione di chiudermi in uno stanzino con tua sorella Ron! E ora levatevi dai
coglioni!!»
«Ok, quanto siamo incazzosi oggi però!»
sbottò Ron rassicurato dal fatto che nessuno avrebbe potuto perdere una lezione
di Pozioni.
«Via, santissimo Merlino!» sbraitò Harry.
«Finalmente soli…» susurrò Draco strascicando le parole
nel modo che faceva impazzire Harry a pochi millimetri dalla sua bocca.
«Certo che la privacy non esiste proprio qui…» rispose
Harry lambendo le labbra del compagno con la lingua.
«Oooh, ma così è più divertente, lasciagli imparare
qualcosa…» mormorò contro la sua spalla sdraiandosi sopra di lui; abbassò
lentamente una mano e la infilò nei suoi pantaloni attraverso i quali si notava
un chiaro rigonfiamento. Harry gemette. Fuori dalla
porta Hermione urlò.
«Ron levati che
devo sbirciare anch’io!»
Harry chiuse gli occhi (e non solo per il fatto che Draco
gli stava accarezzando subdolamente una gamba), inspirò, invocò tutte le
divinità che conosceva, espirò, aprì gli occhi, inspirò, scostò dolcemente
Draco da sopra la sua pancia, e poi gridò con quanto fiato aveva in gola «Porca
******* se non ve ne andate subito a farvi ******* vi spacco il ****,
perdiomadonna!!!» (ß frase tipica dell’autrice)
Un tramestio impaurito fu il segnale della ritrovata pace.
Malfoy si avvicinò lentamente al Grifondoro prendendogli una mano fra le sue
«Ci manca solo che arrivi…»
La maniglia fu improvvisamente abbassata con violenza e si
sentì la voce di Zabini che urlava «Chi cavolo c’è qui?!»
«Blaise, solo sei parole: sono-occupato-vattene-o-ti-Crucio.»
«Solo quattro parole: divertiti-e-a-dopo!»
e dei passi veloci assicurarono nuovamente l’intimità.
«Ok, porto sfiga. Certo che è veramente frequentato ‘sto
ripostiglio…» disse sorridendo lievemente Malfoy «… amore che c’è?» continuò
poi preoccupato dal silenzio dell’altro.
«Draco… sono stufo. Stufo marcio. Non possiamo andare
avanti così.»
Qualcosa si agitò nel petto del Serpeverde, qualcosa che
faceva molto male. Sentì un bruciore in gola ma
strinse i denti.
«Draco, basta, sul serio, non ne posso più di te-» fu
interrotto dallo schiaffo di Draco. Ora il bruciore si era spostato agli occhi
e gli tremavano le mani
«Brutto stronzo. Sei solo uno schifoso bastardo. Sei stufo, eh? Cos’è stato per te, un passatempo? Uno
scherzo?»
«Draco cosa…?»
«Smettila! Come puoi continuare a chiamarmi per nome?! Se vuoi mollarmi vattene subito e lasciami in pace!» gli
si spezzò la voce.
«Draco, Dio no, come ti viene in mente…? Draco, amore…» si
mosse in avanti e lo strinse forte nel suo abbraccio; sentì che provava a
divincolarsi, ma le sue deboli proteste furono presto sostituite da dei
singhiozzi. Prese ad accarezzargli lentamente i capelli «Amore non ho nessuna
intenzione di lasciarti! Sei la cosa pù bella che mi sia mai capitata, come
potrei anche solo pensarlo? Il mio piccolo Serpeverde affrettato… dicevo, non
ne posso più di tenere nascosta la
nostra storia! Non sopporto più tutte le ragazzine che ti girano intorno quando io non posso nemmeno guardarti più di cinque
secondi di fila, di doverti ricoprire di insulti ogni volta che ci incontriamo.
Di passare settimane intere senza sentire il tuo sapore…»
Draco si sentì in colpa per aver dato uno schiaffo al suo
ragazzo ed averlo definito “stronzo schifoso bastardo”, e provò una gran voglia
di piangere. Però si trattenne, anche se difficilmente per colpa delle carezze
di Harry.
«Draco sfogati, non tenerti tutto dentro.»
mormorò dolcemente sulla sua fronte.
«I-io… non…»
«Non puoi? I Malfoy non piangono? Beh, se è per questo i
Malfoy non si fidanzano nemmeno col ragazzo che ha ucciso il loro signore…»
Daco ridacchiò debolmente «Scusa, m-mi dispiace di averti
detto quello che ho detto. Non volevo ma ho… avuto
paura… e… anche tu sei l’unica cosa che mi sia andata bene nella vita. E non
dico tanto per dire, lo sai. E… anch’io vorrei poter stare sempre con te -e
sgozzare Cho Chang-, ma…»
«Allora che problema c’è?»
«C’è quel problema che si chiama ‘studenti’…»
«Draco, non puoi ucciderli tutti, e alla fine l’unico
problema sarebbero le chiacchiere: io ci sono abituato e tu basta che guardi
qualcuno con quei begli occhioni di ghiaccio che ti ritrovi per pietrificarlo,
quindi non mi pare così grave.»
«… hai ragione… solo… niente annunci dal tetto della
scuola, ok?»
«Tesoro, non sono ancora così esibizionista…»
Draco sorrise «Posso saltarti addosso sotto il naso di
Weasley?» chiese con aria da cucciolo abbandonato.
«No, a meno che tu non voglia portarlo in infermeria di
peso dopo lo svenimento.» rispose
candidamente Harry «Ehm, mi sa che dovremmo andare.»
«Sicuro?» Draco montò a cavalcioni su Harry che era
inginoccihato per cercare i vestiti e si abbassò a baciarlo «Sicurissimo?»
«Signor Malfoy non so se si rende conto che A, è meglio
non provocare il sottoscritto, B, questo ripostiglio è più frequentato di
Mielandia quado ci sono gli assaggi gratis, e C, sono due ore che siamo qui
dentro e fra un po’ manderanno una squadra soccorsi per tirarci fuori.»
Draco mise il broncio.
«Signor Malfoy, è inutile. Potrebbe passarmi quella
camicia, se non le dispiace?»
«Mi dispiace profondamente invece.»
«Allora la prenderò da solo, gentilissimo signor Malfoy.»
Si rivestrono nel buio più totale con profondo dispiacere
di Draco e dopo aver messo il naso fuori dalla porta
per vedere se c’era via libera (vabe’ dirlo a tutti, ma con calma…) sgusciarono
rapidi in direzioni opposte.
Harry era appena arrivato all’inizio del corridoio della
Signora Grassa e per non suscitare troppe domande (che sarebbero comunque
arrivate dai suoi cari amici) si diede una sistemata ai vestiti.
«O mio Dio.» disse, senza
saperlo, in perfetta sincronia con un biondino sette piani più in basso.
Quella che si era appenna stretta al collo era
palesemente, indubbiamente, innegabilmente… una cravatta verde e argento.
«O mio Dio.»
Fine prima parte
Sì, sono tanto cattivah. u_u Ma
tranquilli, la seconda parte sarà postata (se va tutto bene) domani, e domenica
ci sarà la terza ed ultima.
Questa è una delle fic che fanno parte del “primo periodo
in cui scrivevo cavolate, e le posto solo ora”. Si
riconosce per l’allucinante dose di fluff, idiozia, e OOC di cui è pervasa. XD