Semplicemente principessa, semplicemente donna.
Nickname: Kjria91
Titolo storia: Semplicemente principessa, semplicemente donna.
Pacchetto: Numa Pompilio (Alto Medioevo)
Genere: Storico, malinconico, sentimentale, triste.
Rating: Giallo
Avvertimenti: Tematiche Delicate
Note: Questa
storia ha partecipato al “Clessidra Contest”
indetto da Dominil B.
Mi
sono informata prima di scrivere questa storia su date e nomi, ma ho descritto
di mia fantasia come sono andate le
cose. Ho fantasticato sulla vita privata di Rotrude, figlia di Carlo
Magno.
Racconterò in prima persona, o meglio Rotrude
racconterà in prima persona la sua
vita (tra corte, amori, famiglia, figli e violenze) prima di
spegnersi per
sempre. La principessa del grande impero, che una vita proprio
principesca non
ha avuto. Morta ad appena 35 anni. Naturalmente ambientata e raccontata
secondo
gli usi e i “modi di fare” dell’epoca.
Spero
di
avervi incuriosito. Una storia che vi
toccherà il cuore.
Quattro
capitoli più epilogo.
Capitolo
I
Anno 810
D.C.
Forse
nessuno ha mai sentito parlare di me, io: non sono altro che la figlia
di Carlo
Magno, imperatore del Sacro Romano Impero d’Occidente. Il mio
nome? Rotrude.
Ho deciso di
scrivere le mie ultime memorie, prima che la morte mi porti via da
questa vita piena
di sofferenza e
tristezza. Ma non è
stato sempre così, non prima quando vivevo con la mia
famiglia circondata da
balie e servi fin dalla tenera età. In particolar modo io e
mio fratello
Ludovico di tre anni più piccolo di me, primi sopravvissuti
all’infanzia.
Vivevamo in
un gradissimo ed immenso castello. Mentre intorno a noi, tutti i nostri
sudditi
erano alla soglia della povertà, noi avevamo grandi
ricchezze e cibo, tanto
cibo a non finire. I miei abiti poi erano bellissimi, adoravo il color
panna,
tonalità molto apprezzata tra le donne di corte. Pizzo,
nastri, gioielli, fin
dalla mia nascita. La mia vita procedeva in questo modo, tra doveri
regali,
grandi banchetti e cieca ubbidienza all’imperatore,
nonché mio padre, il tutto
sempre confinata nel castello, al massimo mi era concessa una
passeggiata nei
giardini reali. Prima dei miei dodici anni non ero mai uscita dal
castello. A
ripensarci oggi, sono stata sempre segregata tra quattro mura. La vita
da
principessa non è così meravigliosa come sembra,
anzi! Ho dovuto sopportare
molte ingiustizie e punizioni, solo aver fatto scelte
“sbagliate”. O meglio, lo
è stata finché è durata e
finché i genitori, non decidevano che ormai eri
pronta per l’età adulta, è questo
accadeva molto presto e precocemente.
Eravamo
felici, davvero felici, finché non arrivò quel
maledetto giorno…
Torniamo
indietro…
Anno 787
D.C.
Era una
bellissima giornata
primaverile, mi dirigevo verso la sala da pranzo accompagnata dalla mia serva Rolanda.
-
Dov’è mio
fratello?-
-Il
principino è ancora nelle sue stanze, vostra grazia, non
vuole uscire di lì.-
Mio fratello era
così, un bambino
capriccioso di nove anni che non voleva ubbidire a nessuno, tranne che
a me. Io
che gli avevo fatto da seconda madre, visto che la nostra era spesso
assente
per questioni di corte Il nostro legame era speciale, con nessuno degli
altri
fratelli era così…
-Vado io.-
-Ma vostra
grazia…- non ascoltai la
serva, solo io sapevo come trattare con mio fratello.
Lo trovai ancora
seduto a letto che
giocava con dei pupazzi di pezza, mentre faceva strani versi con la
bocca:
eccolo lì, il futuro imperatore, l’erede al trono.
-Ludovico!- lo
ammonii- non è un
comportamento regale il tuo. Sei l’erede al trono, comportati
come tale!-
Lui
abbassò lo sguardo mortificato -mi
dispiace.-
-Ti aspetto
nella sala da pranzo-
solo dopo notai la balia accanto alla porta rimasta in silenzio.
-Rolanda,
aiutalo.-
-Sì,
vostra altezza.-
Quando arrivai
nella sala da pranzo,
rimasi sorpresa nel vedere mio padre e mia madre.
-Madre, Padre-
feci un leggero
inchino come da consuetudine.
-Cara Rotrude-
poi il loro sguardo si
fece serio -dobbiamo parlare di una faccenda molto importante-
continuò -la
settimana prossima andrai in sposa a Costantino, futuro imperatore
dell’impero
d’Oriente, come già annunciato da molto tempo.-
-Ma
padre…così presto…-mi
lanciò uno
sguardo di rimprovero ed io capì. Mio padre aveva parlato.
-Come desiderate
padre.-
-Nooo, non
andartene!- mio fratello
comparve d’improvviso dietro di me, correndo tra le mie
braccia.
-Ludovico! Non
è modo!- mia madre
disse qualcosa alla balia e il mio piccolo fratellino fu diviso da me.
…
La sera prima
delle nozze, di
nascosto, Ludovico entrò nelle mie stanze piangendo.
-Non andare via
Rotrude, come farò
senza di te?-
Io trattenni a
stento le lacrime,
dovevo dargli forza, dovevo essere forte per entrambi. Ma avevo appena
dodici
anni.
Rividi
mio fratello, molti anni dopo questo episodio, ma fu un addio.
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NdA
Spero questo
primo e breve capitolo
vi abbia incuriosito almeno un pochino.
Grazie a tutti
coloro che sono
arrivati fino a qui.