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Autore: XShade_Shinra    27/12/2012    3 recensioni
«Link è sparito!».
E in quell’attimo Lavi si svegliò del tutto, conscio che il problema che aveva davanti era molto, molto grave.

[ Shounen-ai (implicito) - Link x Allen ]
[ Fanfiction partecipante alla Challange "San Valentino" indetta dalla community Think Fluff ]
[ Fanfiction partecipante alla Challange "Snack Dolci" indetta dalla community Dieci&Lode ]
[ Fanfiction pubblicata per la "Linkllen Week 2012" ]
[ Fanfiction pubblicata per il "Linkllen Day 2012 (27/12)" ]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Altro personaggio , Link, Rabi/Lavi | Coppie: Link/Allen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Chocoholic-
«Link è sparito!».
E in quell’attimo Lavi si svegliò del tutto, conscio che il problema che aveva davanti era molto, molto grave.

[Shounen-ai (implicito) - Link x Allen]
 Fanfiction partecipante alla Challange "San Valentino" indetta dalla community Think Fluff
Fanfiction partecipante alla Challange "Snack Dolci" indetta dalla community Dieci&Lode
Fanfiction pubblicata per la "Linkllen Week 2012"
Fanfiction pubblicata per il "Linkllen Day 2012 (27/12)"

-Titolo: Chocoholic
-Autore: XShade-Shinra
-Manga: D.Gray-man
-Personaggi/Pairing: Allen Walker, Link Howard, Timcanpy, Lavi. Link/Allen (implicita)
-Genere: Sentimentale, Fluff
-Avvertimenti: OOC, WI, Shounen-ai (implicito)
-Rating: Verde
-Prompt Dieci&Lode (tabella Snack Dolci): #05 - Cioccolato
-Prompt Think Fluff (tabella Cibo): 03. Cioccolatini
-Capitoli: One Shot
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: Viste le vicende odierne, nemmeno io speravo di fare in tempo a pubblicare la storia entro oggi, pur avendola pronta da tempi immemori per l'occasione, ma... eccomi qui! Per il 27/12, ovvero la data in mezzo ai compleanni di Allen e Link (che determinano rispettivamente l'inizio e la fine della Linkllen week), c'è l'appuntamento annuale fisso del Linkllen day! <3 Auguri a tutti!
Una nota importante: questa FF si basa su un OOC, e l'OOC in questione è ben segnalato. È stata una mia scelta far muovere Link in quel modo. So che non lo farebe mai, ma ci tenevo a scirvere questa cosa, tutto qui. ^^
Buona lettura a tutti!



- Chocoholic -


Lavi stava dormendo della grossa stravaccato nel proprio letto perso nel mondo dei sogni, a giudicare dall’espressione ebete che aveva in volto e dalla bavetta all’angolo della bocca che aveva inumidito addirittura il cuscino.
Quella notte il vecchio Panda si era recato in biblioteca per portare avanti le ricerche, e quindi Bookman Jr non sarebbe stato disturbato da nessuno. O, almeno, questa era la teoria.
«Lavi!».
L’interpellato si svegliò all’improvviso, ritrovandosi davanti al viso due occhi argentati sbarrati dal terrore. Allen, ancora in pigiama, era arrivato fino alla sua camera – lasciando la porta aperta –, si era seduto con poca creanza a cavalcioni sul suo stomaco e aveva strattonato l’amico per la maglia.
«Yoh, Allen…», lo salutò Lavi con la voce impastata dal sonno. «Che succede?», domandò, stropicciandosi l’occhio destro e sbadigliando volgarmente.
«Link!», esclamò Allen, continuando a scrollarlo, sperando così di svegliarlo del tutto.
«Che ti ha fatto due nei?», biascicò l’altro, facendo schioccare la lingua più volte. «Ora pretende anche di rimanere in bagno con te mentre ti lavi?», ridacchiò.
«Link è sparito!».
E in quell’attimo Lavi si svegliò del tutto, conscio che il problema che aveva davanti era molto, molto grave.

*

«E così hai visto dai filmati di Timcanpy che due nei ha controllato che tu dormissi, poi si è vestito e ha lasciato la stanza», ricapitolò Lavi, camminando insieme ad Allen lungo i corridoi.
«Esatto», annuì Allen, preoccupato. Ormai Link era diventato la sua ombra da mesi e non era mai capitata una cosa del genere. L’unico momento in cui il Corvo lo aveva lasciato solo era stato quando il vecchio Quartier Generale era stato attaccato dal livello quattro, e si era trattato di poco tempo. «Il bagno lo abbiamo in camera, ormai, quindi Tim deve aver pensato che Link dovesse compiere qualcosa di urgente per conto del Sovrintendente Lvellie, ma dopo tre ore di assenza mi ha svegliato», finì di spiegare, mentre Timcanpy volteggiava sopra di loro; anche il golem dorato sembrava piuttosto pensieroso.
Lavi scosse il capo. La situazione era seria. Link non avrebbe lasciato il suo posto accanto al suo sorvegliato per nulla al mondo, e di questo ne era certo. La spiegazione, dunque, era una sola.
«Komui…», sussurrarono i due amici nel medesimo istante, rabbrividendo. Avevano realizzato la stessa cosa.
I due si guardarono in volto e sentirono un brivido freddo correre lungo la loro schiena.
«Se due nei ha visto qualcosa nel laboratorio di Komui…».
«… e per caso è voluto tornarci senza di me…».
«… ma non ha poi fatto ritorno in camera, ciò significa…».
«… che… Link…  è… incappato in qualcosa di pericoloso ed è… stato…».
Silenzio.
«Allen, spera con tutto il cuore che non sia successo nulla a due nei, altrimenti il Sovrintendente Lvellie segnerà anche questo nel tuo curriculum da cattivo esorcista», disse Lavi, annuendo.
Nessuno dei due nella fretta di capire cosa fosse successo all’Ispettore aveva calzato le scarpe, ed entrambi giravano per gli anditi senza fare il solito fracasso di stivali, avanzando con il passo leggero e felpato dalle loro calze.
Allen sospirò. Non gli piaceva quella situazione. Link avrebbe dovuto quantomeno informarlo che si stava congedando per un poco, soprattutto se stava andando in un posto così pericoloso; probabilmente, la lezione imparata durante la piaga del virus Komuvitan D non gli era bastata.
Non era preoccupato solo per se stesso e per il putiferio che sarebbe accaduto una volta che le alte sfere avessero scoperto la sparizione di Link, ma anche per il suo sorvegliante stesso. Non era da lui fare così, assolutamente. Allen sapeva bene che era un Corvo, ma ciò non lo rendeva più tranquillo. Era preoccupato per lui.
«Spero non gli sia successo nulla…», sussurrò di cuore, passando poi davanti alla porta della cucina, ormai chiusa vista l’ora della notte.
Sarebbero passati dritti se non fosse stato per i sensi di Bookman di Lavi, capaci di registrare ogni cosa e rendersi conto anche delle più piccole inezie diverse dal solito, che captarono un rumore proveniente dalla cucina, facendolo fermare.
«Lavi, tutto b—», fece per dire Allen, ma venne zittito dall’amico, che gli fece cenno di tacere, portandosi l’indice al naso.
Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò alla porta e tese l’orecchio, sentendo distintamente altri rumori di pentolame.
«Jerry solitamente fa i turni anche di notte?», domandò, accucciandosi per spiare dal buco della serratura.
«No, no. Non ne ha mai fatto, nemmeno quando quelli della scientifica fanno gli straordinari», rispose Allen a bassa voce, sempre molto informato sui turni del cuoco indiano, avvicinandosi.
Appena Bookman Junior guardò dalla toppa, sorrise immediatamente. «Credo proprio che tu possa tirare un sospiro di sollievo, Allen», sussurrò, facendosi da parte.
L’Esorcista maledetto prese il suo posto, litigando con Timcanpy per chi dovesse guardare per primo – inutile dire che perse e gli toccò l’ultimo posto –, e vide il proprio sorvegliante ai fornelli. Allen rimase davvero stupito, mentre un sorriso gli si dipingeva sulle labbra. Tutta la Home ormai sapeva che Link e Jerry avevano stipulato un patto al limite della legalità – Jerry aveva dato la copia delle chiavi della cucina a Link, e lui in cambio gli doveva assicurare dei prodotti freschi e di prima qualità ogni giorno, compito abbastanza facile per l’Ispettore, data la sua vicinanza con le alte sfere dell’Ufficio Centrale –, quindi il tedesco non avrebbe avuto motivo di cucinare in segreto.
«Non capisco», ammise Allen. «Perché venire qui nel cuore della notte, per di più senza avvertirmi?», si chiese.
Lavi ci pensò, scuotendo il capo.
«Magari ti sta preparando una sorpresa?», propose.
«No, lo escludo…», soffiò Allen, alzandosi e facendo per mettere la mano sul pomello della porta. Timcanpy e Lavi, però, lo fermarono immediatamente.
«Cosa vuoi fare, Allen?!», gli chiese Lavi, guardandolo severo.
L’inglese sollevò le fini sopracciglia; anche i suoi amici si comportavano in maniera strana. «Entrare a chiederglielo, no? Cosa ci sarà di male nel cucinare dei dolci?».
Sia Timcanpy che il Bookman scossero la testa. “Pessima idea, Allen”, sembrava dicessero.
Lavi tornò a monopolizzare la serratura della porta, cercando di scorgere quanti più particolari possibili da quel piccolo buco, mentre Allen diventava insofferente.
«Non mi piace. Link non si era mai comportato così. Non permetterò che si sobbarchi da solo un problema senza chiedere aiuto a nessuno», borbottò, ma Lavi gli fece cenno di avvicinarsi. Aveva scorto qualcosa che avrebbe aiutato Allen a capire.
L’inglese si avvicinò e spiò dal buco della serratura, notando che il tedesco stava togliendo degli stampini dal frigo.
«È cioccolata…», gli sussurrò Lavi. «E mi pare che oggi sia il 14 Febbraio, Allen». A quelle parole, l’Esorcista maledetto avvampò.
«San Valentino…?», si chiese Allen, con il cuore che batteva forte. «Link… fa dei cioccolatini per San Valentino? San Valentino? La festa degli innamorati? San Valentino?», ormai sembrava un disco incantato.
Timcanpy ridacchiò e gli diede un colpo d’ala sulla guancia per farlo riprendere.
Lo shock era stato veramente troppo; mai in tutta la loro convivenza forzata Allen avrebbe pensato che Link fosse quel genere di persona. MAI.
«Lavi…», chiamò piano l’amico. «… Pensi che… Link quindi…», balbettò con le guance purpuree, sentendo poi l’amico battergli una mano sulla spalla.
«Congratulazioni, Allen!», sorrise Lavi, abbracciandolo come suo solito.
«Magari non sono per me…».
Il ragazzo dai capelli rossi scosse il capo. «Se fossero stati per qualcun altro ti avrebbe portato con sé», gli fece notare, scostandosi da lui e assumendo una posa da vecchio saggio, ma venne subito raggelato dall’ipotesi che seguì:
«E se fossero per il Sovrintendente Lvellie?», domandò Allen, ghiacciando anche Timcanpy, il quale cadde a terra – probabilmente a causa di uno svenimento. «Link è molto devoto a lui… magari…», fece per dire Allen, ma venne messo a tacere dall'amico, che gli diede una botta in testa.
«Stupido. Se ci prova lo spiaccico con il mio martello, parola d’onore», disse, tornando a spiare Link, ignorando Allen che si contorceva a terra dal dolore.  
Lavi riuscì a vedere dunque Link che metteva i dolci in un sacchettino di stoffa chiuso con un fiocco e poi lo riponeva in una tasca dell’uniforme, assieme a una seconda bustina della medesima fattura, per poi dirigersi verso la porta.
«Oh-oh…», mormorò Lavi, richiamando l’attenzione dell’amico.
«Che succede?», domandò Allen, alzatosi in piedi.
«Tempo scaduto. Tu va’, io lo trattengo».
Allen capì al volo e ringraziò velocemente Lavi, prima di iniziare a correre verso la propria camera con il golem al seguito. Non poteva permettersi che Link lo vedesse, e questo per ben due ragioni: la prima era che non voleva che Link venisse a conoscenza del fatto che lo avevano visto, la seconda era che aveva il terrore che il Corvo pensasse che avesse fatto chissà cosa in sua assenza e che lo ricoprisse di ulteriori moduli da compilare.
Lavi, intanto, si era alzato in piedi e aveva accostato un pugno alla porta, all’altezza della propria spalla; era ben deciso a far guadagnare ad Allen alcuni minuti affinché potesse rimettersi a letto. Così, dopo che Link ebbe fatto scattare la serratura e ebbe aperto la porta – che si apriva verso l’interno –, Lavi mosse il pugno, come a simulare il fatto che stava per bussare, fermandosi a pochi millimetri dalla fronte dell’investigatore.
«Oh, due nei!», esclamò Lavi, sorpreso – da bravo attore abituato a indossare migliaia di maschere. «Che ci fai in cucina a quest’ora?», gli domandò, per poi mettersi in punta di piedi e guardare oltre la testa del tedesco. «Dov’è Allen?», chiese, facendo finta di cercarlo con lo sguardo.
Link, completamente immobile, guardò il ragazzo dai capelli rossi ad occhi sgranati, capendo che era stato scoperto con le mani nel sacco. Per un ragazzo come lui, abituato a non trasgredire mai le regole e a non dire bugie, quell’imprevisto lo colse completamente impreparato. Aveva già un piano di scorta nel caso Allen si fosse accorto della sua assenza, ma non nel caso di un linguacciuto come Lavi, che avrebbe fatto circolare la notizia per tutto il Black Order nel giro di poche ore.
Nonostante ciò, il Corvo non si perse d’animo, e cercò di inventarsi una balla quantomeno bevibile, tentando di svincolarsi da Lavi il prima possibile per tornare in camera.

Intanto, Allen stava correndo per i corridoi, battendo dolorosamente i talloni nella dura e fredda pietra del pavimento, cercando di fare il meno rumore possibile; non sapeva quanto Lavi sarebbe riuscito a coprirlo e non voleva di certo farsi trovare a zonzo senza Link al seguito.
Timcanpy sfrecciava davanti a lui, come ad aprirgli la strada, ed entrambi arrivarono a tempo di record alla porta della camera dell’albino, chiudendosi dentro la stanza.
«Uff… Salvi…», soffiò Allen, poggiando le spalle alla porta.
Timcanpy, però, volò velocemente fino al letto e con i dentini aguzzi afferrò un lembo del lenzuolo, tirandolo in modo da scoprire il materasso, ricordando ad Allen che non poteva fare nessuna pausa prima di essere realmente al sicuro.
«Giusto…», mormorò l’Esorcista, raggiungendo il proprio giaciglio in due lunghe falcate e buttandosi sopra, rimbalzando appena.
Il golem dorato lo coprì velocemente e andò a posarsi sul cuscino, cercando di ricalcare la posizione che aveva assunto in precedenza, esattamente come stava facendo il padroncino, anche se a sentire Link con i suoi “Walker, non ho mai visto una persona dormire in maniera più scomposta di te!” non ce ne sarebbe stato nemmeno bisogno.  
Una volta che tutto sembrò esattamente come Link lo aveva lasciato, Allen sospirò appena.
«Tim? Io… mi sento stupido…», iniziò a dire al proprio golem, pur sapendo che non sarebbe stato in grado di rispondergli. «…Vorrei tanto che quei cioccolati fossero per me, ma non tanto perché sono dolci cucinati da Link, ma perché sono per San Valentino…», sospirò, stringendo le coperte tra le mani.
Il boccino dorato scosse le alucce in segno di disapprovazione. Per quanto il suo padroncino avesse dei gusti a dire poco particolari, se era riuscito a prendersi una cotta per Link, non si doveva assolutamente sentire stupido: il vero idiota in tutto quello sarebbe stato il Corvo se si fosse lasciato sfuggire Allen da sotto il naso per stare appresso a quel vecchio stronzo di Lvellie.
«Uff… Se non mi dà quei cioccolatini, domani lo schiavizzerò per cucinarci una torta a due piani, magari di qualche preparazione particolarmente difficile…», borbottò Allen al golem, il quale sorrise un po’ triste e carezzò i capelli del suo amico con un’ala, prima di tornare in posizione di riposo. L’Esorcista si mosse appena, dando bene la schiena al letto del tedesco e chiuse gli occhi, attendendolo.

“Credo di essermi appena guadagnato un posto in Paradiso non uccidendo Junior…”. Link stava camminando a passo spedito per gli anditi della Home, maledicendo mentalmente quello stupido erede di Bookman per tutto il tempo che gli aveva fatto perdere – ben tre preziosi minuti – e per le mille domande che gli aveva fatto, dalle quali era riuscito a sfuggire per puro miracolo, inventandosi la storia che non riusciva a dormire e aveva avuto bisogno di una camomilla – non poteva dirgli che Walker stava male, altrimenti sarebbe andato in camera per accertarsene e, scoperto che non era vero, sarebbe successo il finimondo; meglio non peggiorare le cose a suo sfavore. “Domani parlerò con Bookman e gli dirò di tenere il guinzaglio del suo apprendista un po’ più corto”, si appuntò mentalmente, arrivando davanti alla camera che condivideva con Allen. Sospirò appena e aprì l’uscio di uno spiraglio, per assicurarsi che fosse tutto a posto, dunque entrò nella stanza senza fare rumore e richiuse la porta – ringraziando che i cardini non scricchiolassero.
Dopo aver scrutato nella penombra della stanza, si convinse che Allen non doveva essersi accorto di nulla, quindi si avvicinò in silenzio al suo letto. Nonostante i suoi passi leggeri, l’Esorcista si accorse che si stava dirigendo verso di lui, ma si sforzò di non trattenere il fiato e continuare a respirare piano, temendo però che Link potesse però sentire il fracasso che faceva il proprio cuore.
Link si fermò proprio accanto al cuscino dell’inglese, e quest’ultimo approfittò della frangetta che gli copriva parzialmente un occhio per osare schiuderlo e poter così spiare quello che stava succedendo.
Il Corvo si frugò nelle tasche della giacca dell’uniforme e ne tolse due bustine trasparenti agghindate con un fiocco, posandole sul comodino del ragazzo. Allen nel buio riuscì a scorgere il contenuto: uno bianco e uno nero.
Quello bianco gli era sfuggito, probabilmente lo aveva imbustato mentre stava palando con Lavi e nessuno dei due spiava dalla toppa.
“Due bustine... una per me e una per Lvellie? Che Link sia il genere di uomo che mette un piede in due staffe?”. Allen non fece in tempo a darsi una risposta che il tedesco posò un dito su Timcanpy, muovendolo appena.
Allen rimase perfettamente fermo, mentre il golem si mosse, fingendo di svegliarsi.
«Mi serve il tuo aiuto», disse Link a voce talmente bassa da essere quasi impercettibile, portandosi un dito al naso per intimare a Timcanpy di tacere. «Tieni questo nascosto nella tua bocca e dallo ad Allen quando si sveglia. Questo è il pagamento per il tuo silenzio sul chi glielo ha fatto», disse con poche parole precise, porgendo al boccino dorato prima il sacchettino con il cioccolato bianco (per Allen) e poi quello fondente (per Tim).
Il Golem dunque sorrise malizioso e mangiò entrambe le bustine, mettendole così al sicuro dentro il proprio corpicino di meccanismi e ingranaggi.
«Se scopro che lo viene a sapere non cucinerò più nulla per te», mise in chiaro con un sibilo degno di un cobra sputatore, andando poi cambiarsi, imbarazzato.
Allen schiuse piano gli occhi e sorrise come non gli capitava da tempo, mentre un lieve color rosa sbocciava sulle sue guance. Alla fine quei cioccolatini erano davvero per lui, solo per lui (o quasi). Forse era un po’ inusuale ricevere quel tipo di cioccolata per San Valentino, ma a lui piacque tanto quel pensiero, perché in fondo il bianco era il colore che lo caratterizzava fisicamente, quindi era davvero perfetto per lui, e poi sapeva quanto poteva essere introverso Link, quindi non si sarebbe mai sognato di sperare in qualcosa di meglio.
Mentre il tedesco, alle sue spalle, si spogliava, rimettendosi in pigiama, ad Allen venne l’impulso di alzarsi di colpo, abbracciarlo e baciarlo, ma decise di non buttare giù la copertura che Link si era creato così faticosamente, rimandando i ringraziamenti all’otto marzo, nel giorno del White Day – usanza giapponese della quale gli aveva parlato Lavi tempo addietro –, dove avrebbe ringraziato per il suo presente.
“Grazie, Link…”, pensò, chiudendo gli occhi argentati, finalmente sereno e con la certezza che da quel momento in poi sarebbe stato ancora meno solo. “Buon San Valentino anche a te”.

Fine
XShade-Shinra

  
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