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Autore: evenstar    28/12/2012    7 recensioni
Dovete sapere che Tony Stark è sì un genio, un miliardario e un filantropo (il playboy lo aveva lasciato da parte da quando aveva iniziato una relazione stabile con Pepper Potts, per la buona pace domestica) ma in fondo è anche una persona normale e, in quanto tale, molto spesso passa dei normali sabati pomeriggio in casa.
Questo di cui stiamo per parlare era proprio uno di quei giorni.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Natasha Romanoff, Phil Coulson, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dovete sapere che Tony Stark è sì un genio, un miliardario e un filantropo (il playboy lo aveva lasciato da parte da quando aveva iniziato una relazione stabile con Pepper Potts, per la buona pace domestica) ma in fondo è anche una persona normale e, in quanto tale, molto spesso passa dei normali sabati pomeriggio in casa.

Questo di cui stiamo per parlare era proprio uno di quei giorni. 
- Ma dai! Non ha senso, l’avevo decisamente presa quella palla!
- Non sai perdere, bello mio. Questa è classe!
Pepper Potts si diresse verso il salotto di casa, curiosa di vedere cosa avessero da scaldarsi tanto Tony e il suo amico Rhodey; li aveva lasciati solo qualche minuto prima stravaccati sul divano a far finta di vedere un telegiornale, in plateale attesa che lei lasciasse la stanza, e adesso stavano litigando come bambini.
- Ma che classe, è pura fortuna!
O forse peggio di bambini.
- Si può sapere che cosa state combinando voi due? – chiese entrando nella stanza e fissandoli allibita. Erano entrambi in piedi davanti alla televisione 52 pollici, con in mano un telecomando a testa.
- Sport – le rispose Tony senza neanche girarsi verso di lei, sventolando la mano in aria con foga. Contemporaneamente sullo schermo della TV un omino stilizzato vestito tutto di nero, con una zazzera di capelli dritti in testa che ricordavano molto quelli di Tony, stava tirando un rovescio nel campo dell’avversario.
- Sport? – chiese spaesata la ragazza passando lo sguardo dai due uomini adulti alla televisione, per poi fermarlo su quello che avrebbe dovuto essere l’erede di un impero finanziario da miliardi di dollari.
- Tennis – confermò l’erede senza scomporsi al suono ironico della voce della ragazza.
- In pratica sto insegnando al tuo fidanzato come gioca un vero campione! – quasi urlò Rhodey sparando una secca palla al limite del campo di Tony segnando quello che, evidentemente dai coriandoli che apparvero sullo schermo, era il punto partita. – Sei finito!
- Non è il mio… - cercò di negare Pepper, ancora piuttosto incerta sulla sua situazione sentimentale. D’accordo la sera prima c’era stato decisamente qualcosa tra lei e Tony dopo tutto quel pasticcio all’Expo e si beh, dopo che lui le aveva salvato la vita, ma era ancora molto confusa su quello che quel particolare “qualcosa” poteva implicare nella sua vita. Rhodey evidentemente, presente imbucato al suddetto “qualcosa” sebbene in effetti un tetto fosse da considerarsi un luogo pubblico dove tecnicamente non ci si poteva imbuare, non era confuso affatto. Tutte le sue elucubrazioni mentali furono interrotte dal successivo commento di Tony che non aveva fatto minimamente caso a quello che aveva detto l’amico, né a quello che aveva cercato di dire lei.
- Ma figurati. Posso batterti quanto voglio se solo questo aggeggio funzionasse. Adesso lo smonto, deve essersi incasinato qualche sensore.
- Non sai perdere, amico – lo zitti Rhodey.
- Non so perdere perché io non perdo! – ringhiò Tony.
- Pepper, come te la cavi con il tennis? – chiese Rhodey girandosi a guardarla e tendendole un controller rosso.
- Io? – chiese lei fissando orripilata il telecomando che le veniva porto. – Mai giocato – e neanche ci teneva ad iniziare. Poteva anche essere confusa per quanto riguardava il lato romantico della sua vita (e, in effetti, era confusa da circa 10 anni, momento in cu aveva iniziato a lavorare per l’avvenente miliardario. A quel punto, giorno più giorno meno, non avrebbe poi fatto tutta questa differenza, no?) ma era sicura che una persona adulta non dovesse mettersi a giocare ai videogiochi come un ragazzino.
- Scommetto quello che vuoi che la qui presente signorina Potts riuscirà a batterti senza nessun problema.
Cosa? Pepper strabuzzò gli occhi: quei due avevano davvero in mente di farla giocare?  Lei? - No aspettate, io non voglio giocare… - cercò di opporsi la ragazza, ma di nuovo sembrava che nessuno le stesse prestando minimamente attenzione.
- Andiamo Rod, non sarebbe giusto.
- Paura? – chiese Rhodey, alzando un sopracciglio.
- Ma figurati. E’ che…. Dai insomma non mi sembra il caso. E’ troppo facile!
- Ehi – sbottò Pepper. – Come sarebbe a dire? – Passasse pure che stessero parlando come se non fosse neanche nella stanza, passasse che stessero pensando di farla giocare ai videogiochi (e lei non aveva giocato ai videogiochi neanche quando aveva dieci anni, trovandoli infantili già allora) ma dare per scontato che non potesse fare qualcosa, no quello non lo potevano dire.
 - Andiamo, Pep. Sei fantastica, stupenda, assolutamente perfetta ma… lo sport? – chiese Tony alzando un sopracciglio con un sorriso ironico sul volto.
- Rhodey, dammi quel controller – Pepper si diresse a passo di marcia verso il divano togliendosi le scarpe con il tacco mentre procedeva e rimanendo scalza. Se era in grado di gestire l’azienda del suo capo meglio di lui era anche perfettamente in grado di giocare a tennis meglio di lui. – Pronto alla disfatta, signor Stark?
- Sicura? – le chiese.
- Mai stata più sicura.
- Oh, ti sei cacciato nei guai, amico – rise Rhodey andando a sedersi sul divano. – Singolar tenzone, unico set. Vinca il migliore, signori - Pepper lo guardò male. - …E signore.
- Aspettate un attimo – li fermò Pepper guardando il controller che aveva in mano. – C’è qualcosa che dovrei sapere?
- No, è semplice. Come se avessi in mano una racchetta da tennis.
- Va bene, pronta allora!
La ragazza era alla battuta, fece un movimento di polso e tirò una splendida palla veloce nel campo di Tony che, d’altra parte, non fu abbastanza rapido a ribattere. A sua discolpa si può dire che fu lievemente distratto dal controller di Pepper che attraversava il salotto, sfiorava il suo televisore super moderno e molto costoso e si schiantava contro un vaso di cristallo. Anche la caduta del vaso, il rovesciarsi dei fiori e l’urlo della ragazza in effetti contribuirono a ridurre la sua attenzione al gioco, sebbene in modo molto più marginale.
- Oh mio dio – urlò Pepper andando a raccogliere il vaso. – Scusate, io… mi è scappato!
- Ah ecco che cosa le dovevamo dire, Tony. Il laccetto va messo al polso! – rise Rhodey senza scomporsi troppo.
- Si quello e anche che, come sempre, avevo ragione io – rincarò lui.
- Come sarebbe, scusa? Ragione su cosa? – chiese la ragazza con un mazzo di fiori in mano.
- Ragione sul fatto di avere solo fiori finti in casa, mi pare ovvio! – rispose lui impassibile fissando il vaso rovesciato sul tappeto persiano, che però ne era uscito perfettamente intonso e privo di alcun danno.
Pepper ebbe il buon gusto di arrossire e poi, per sviare il discorso, guardò lo schermo della TV – Comunque ho segnato – rispose con nonchalance agganciandosi il laccetto, stava ancora cercando di stringerselo al polso quando Tony rispose alla battuta e, trovandola impreparata, riuscì a pareggiare. – Ehi, non vale, non ero pronta! – si lamentò.
- Tutto vale in amore e in guerra, bellezza – le rispose Tony serafico. – Migliori i riflessi, signorina Potts!
- Rifletti su questo – mormorò lei concentrata dallo scambio di rimbalzi sotto la rete. – E due! – esultò sbilanciando completamente i mii di Tony con una battuta dall’altra parte del campo.
Rhodey fischiò. – Complimenti, Pepper.
Tony fece una smorfia. – Si, si. Bravina. Ma la partita ancora non è finita!
 - Manca un punto, ti conviene stare attento! – disse Rhodey dal suo angolo, ridendosela allegramente dell’imminente sconfitta dell’amico.
Pepper fissò concentrata lo schermo. Toccava a lei la battuta, un colpo ben assestato e avrebbe vinto e ridimensionato, almeno per un aspetto e per una sera, lo smisurato ego del suo eccentrico capo. Torse il polso e si sbilanciò in avanti in una perfetta palla veloce, che Tony però ribattè. Con un colpo d’occhio lei rispose al rimbalzo e in un attimo… aveva vinto.
- Vittoria! – esclamò felice alzando le mani e cominciando a saltellare sul posto.
- Brava! Tony sei ufficialmente una schiappa a tennis! – commentò Rhodey ridendo mentre si alzava dal divano. – E con questo vi saluto. Quando vuoi riperdere… - disse all’amico come saluto, uscendo dalla porta.
- Chiamerò Pepper – concluse Tony non riuscendo a trattenere un sorriso nonostante la bruciante sconfitta.
Qualche minuto dopo erano entrambi seduti sul divano a fare zapping tra le televendite della sera. Pepper con la mente decisamente altrove fissava con sguardo vacuo le immagini che le stavano scorrendo davanti, Tony fissava lei con la coda dell’occhio, chiedendosi a cosa stesse pensando per trovare interessante la televendita di un tappeto in vera pelle di mucca. All’improvviso la ragazza si girò di scatto verso di lui, lo sguardo corrucciato. – Mi hai fatto vincere? – chiese a bruciapelo, trovandolo impreparato.
Lui sorrise. – No. Non sono così generoso, dovrebbe saperlo signorina Potts. 
Lei tornò a fissare le immagini sul televisore per altri 10 minuti, sempre con lo sguardo concentrato. E all’improvviso di nuovo tornò a girarsi verso di lui, perplessa. – Dicevi veramente?
- Di cosa stiamo parlando? – le rispose tranquillamente, come se tutta quella situazione fosse perfettamente normale.
- Di quando hai detto che sono fantastica, stupenda, assolutamente perfetta.
Tony rise. – Mai stato più serio. E tu dicevi sul serio?
Pepper alzò un sopracciglio. – Quando?
- Quando ieri sera hai detto che non era strano.
Pepper sentì la famigliare e molto detestata sensazione di bruciore al viso, chiaro segnale che stava ridiventando rossa. Maledizione a lei e alla sua carnagione chiara! Tornò a fissare la televendita per un lungo momento, tanto che Tony suppose che non gli avrebbe risposto. In realtà stava disperatamente cercando qualcosa da dire: nell’impeto del momento il loro bacio le era sembrato tutto (fantastico, stupendo, giusto e assolutamente perfetto) tranne che strano. Insomma in quel momento aveva tutti i motivi per essere sottosopra: aveva appena rischiato di morire, era arrivato a salvarla un supereroe e beninteso, non uno qualunque, ma il “suo” supereroe che l’aveva portata via schizzando a razzo nel cielo (cosa che sperava vivamente non sarebbe mai più successa, per il suo benessere psichico). A sua volta lui aveva appena rischiato di morire. Due volte. Quella era stata la conclusione perfetta di quella scena perfetta. Non avrebbe mai potuto essere strano.
Ma ripensandoci a mente fredda?
L’assistente e il capo.
Era un maledetto cliché, e anche uno di quelli più banali.
Che diavolo lui era Tony Stark, il playboy che faceva cadere ai suoi piedi qualunque donna solo con uno sguardo, che possibilità aveva lei? Oh, magari ci avrebbe anche provato a fare il bravo per qualche ora, o forse addirittura per qualche giorno, ma poi lei era sicura che le avrebbe spezzato il cuore. Come da copione per una qualunque tragica storia d’amore contemporanea.
Però.
Fortunatamente c’era un però.
Pepper voleva che ci fosse, avrebbe dato qualunque cosa per trovare un però in tutti quei suoi ragionamenti contorti.
Però dicevamo, oltre allo sguardo da playboy che tanto spesso veniva mostrato in pubblico, lei ne aveva visto anche un altro che compariva ben di rado sul volto di Tony e che, a onor del vero e senza falsa modestia, c’era quando c’era anche lei in giro. Uno sguardo dolce dove l’altro era ardente, sicuro dove l’altro prometteva un cuore infranto, ma anche quello sguardo era assolutamente irresistibile.
E quindi? Si rese conto che la televendita era finita. Doveva fare la sua scelta. - Si – bisbigliò alla fine, talmente piano che lui dovette protendersi verso di lei per sentire, arrivando a sfiorarle il volto con il suo.
- Si? – le chiese confermando in un attimo l’esistenza reale di quell’irresistibile sorriso di cui stavamo parlando poco fa.
- Si – ripetè lei con più voce, incoraggiata.
- Sono perfettamente d’accordo con lei, signorina Potts – mormorò lui chinandosi a baciarla. Quando le loro labbra si unirono Pepper ebbe un’improvvisa epifania e capì due cose: primo, i suoi dubbi sulla sua situazione sentimentale al momento erano scomparsi come fumo al vento. Quello che la sera prima aveva solo intuito adesso le era perfettamente, drasticamente e tragicamente chiaro nella mente. Lei amava Tony Stark. Senza possibilità di ritorno. Ormai le rimaneva solamente da sperare che anche lui fosse stato folgorato dalla stessa sua consapevolezza e che non le riducesse il cuore a brandelli con una delle sue “uscite alla Tony”.
Pepper, con orrore, si rese conto che stava montando la sua felicità futura su un sorriso, lei che aveva sempre preteso prove, fatti e firme. Gran bell’affare!
La sua seconda epifania di quel momento riguardava argomenti decisamente più banali e più prosaici: a tennis l’aveva decisamente fatta vincere.

 
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Pausa dalle storie Natalizie. Ricordandomi quanto sia più divertente scrivere commedie che storie sentimentali mi sono lanciata in una raccolta che vuole essere solo un momento di puro relax. Questa storia in particolare mi è venuta in mente nell'ultima partita di tennis alla wii con una chiarezza tale che l'ho scritta in un lampo. E da lì l'idea di proseguire con un ciclo, sperando possa divertire voi come mi sono divertita io ad immaginarmi Tony e Pepper alla prese con la wii. Lo so che una persona con un AI che controlla casa forse meriterebbe di meglio di una consolle wii ma, ammetiamolo, è divertente giocarci!
Ciao

  
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