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Autore: EffeStylinson    28/12/2012    4 recensioni
“Torna a casa con gli altri. Io resto qui!” gli ho risposto sebbene fosse difficile, sebbene pronunciare quelle parole mi uccidesse.
“Come resti qui? Dobbiamo andare a casa, Harry. E’ natale, è il mio compleanno, dobbiamo passarlo insieme, era una promessa!”!” Ha quasi urlato lasciando che tutto il suo rammarico venisse fuori come pioggia in un giorno d’estate.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A new year’s Eve – I’m coming back home
 

“Only Those Who Love Hopeless

 know the True Love…”

 http://www.youtube.com/watch?v=BbgEDM-6aTA
 

“Solo chi ama senza speranza conosce il vero amore…”
 


(Harry)
 
Dove sono le tue valigie?” mi  ha chiesto un po’ agitato.

Torna a casa con gli altri. Io resto qui!” gli ho risposto sebbene fosse difficile, sebbene pronunciare quelle parole mi uccidesse.

Come resti qui? Dobbiamo andare a casa, Harry. E’ natale, è il mio compleanno, dobbiamo passarlo insieme, era una promessa!” Ha quasi urlato lasciando che tutto il suo rammarico venisse fuori come pioggia in un giorno d’estate.

Non vengo, è meglio che stia qui con Taylor. E’ meglio per tutti! Se torno a casa, se sto con te, se faccio quello che voglio mando tutto a puttane  e non possiamo. Lo vorrei, ma non possiamo. Stavolta tocca a me proteggere te, stavolta sono io che devo ferirti.”

“Ma avevamo detto che questa volta avremmo fatto ciò che volevamo!”

“Lo so, ma così non funziona. Noi non funzioniamo.”

“Non voglio andarmene senza di te, non me ne vado se non sali su quell’aereo con me.”

“Non rendermi le cose più difficili di quanto siano già, per favore Lou. Vai a casa, vai da tua madre e dalle tue sorelle e divertiti e lascia stare
questa storia per qualche giorno. Fallo per me.”
  Finalmente sono riuscito a convincerlo.

Mi è corso tra le braccia e mi ha stretto così forte da lasciarmi lividi sulla pelle, mi ha stretto come stringi qualcuno che hai paura di non rivedere più, ma io lo so che è soltanto il troppo amore a spingerlo a gesti tanto estremi.

 E io lo capisco, io lo so, io lo sento perché è lo stesso per me.

Un amore inespresso è terribile, può ucciderti.
 


Ha pianto un po’ sulla mia spalla, io gli ho asciugato gli occhi rossi per il pianto e poi l’ho lasciato andare.

“Quando torni?”

“Presto!”

“Ti aspetto…”mi ha detto prima di raggiungere la macchina che li avrebbe condotti all’aeroporto.

“Buon compleanno, boo.”Gli ho sussurrato un attimo prima che richiudesse lo sportello.

Ma non ha fatto alcuna differenza perché lui non mi ha sentito e io sono ancora  qui, inchiodato nell’ultimo posto e con l’ultima persona al mondo con cui vorrei stare in questo momento.
 
 

Sono passati sette giorni  dall’allora e ormai ho smesso di contare le sue chiamate perse al cellulare.

Qualche sera fa era il suo compleanno e io non c’ero, per la prima volta da quando ci conosciamo sono mancato ad uno dei suoi momenti più importanti.

Non l’ho nemmeno chiamato.

Due righe tristi su twitter, tutto qui.

E vorrei poter dire che è colpa di chi ci lascia in mano un copione ben dettagliato su come evitarci, su come impedire ai miei occhi di posarsi su i suoi o alla sua mano di stringere i miei capelli.

Ma la verità è che è colpa mia.

La colpa è di Louis.

La colpa è nostra che non siamo abbastanza coraggiosi da reggerci sulle ginocchia, non sappiamo camminare con il peso di questo sentimento irrefrenabile sulle spalle.

Ma sarà che siamo soltanto due giovani spaventati con qualche ferita di troppo e , per noi, reggere questo peso è impossibile se siamo sempre noi due contro il mondo.
 

L’anno sta finendo e voglio solo poter tornare a casa.

“Vorrei fossi qui…”

E’ stato il decimo o forse l’undicesimo messaggio e non posso resistere un giorno in più.

Torno a casa, adesso.

Il trentuno dicembre, con la neve che cade e gli aeroporti vuoti io torno a casa da Louis.

Il maltempo ha ritardato il mio volo e temo di non riuscire ad arrivare in tempo.

L’ansia mi acceca, così come la sofferenza di non poterlo stringere a me nei secondi del countdown per poi baciarlo e dirgli quanto mi sia mancato,
quanto dal momento in cui se n’è andato non ho fatto altro che pensare a tornare a casa.

Perché io sono debole, io sono sempre distratto e confuso.

 E’ Louis il mio punto di forza. Lui è la mia gravità.

Le sue braccia sono la via che mi guida verso la strada giusta ed è per questo che in ogni caso, ovunque io sia, con chiunque io sia, tornerò sempre a casa.
 
 



(Louis)


Poche ore ancora e, in un batter d’occhio e un cin contro il calice, il duemiladodici sarà già ‘l’anno scorso’, un ricordo, un frammento di questo tempo che ti passa davanti e non si cura di chiederti ‘se vuoi mi fermo! Mi fermo finché lui non arriva, mi fermo finché vuoi!’.

Un anno che se va.

Un altro, un anno.

Un anno.

12 mesi.
 52 settimane.
365 giorni.
 8760 ore.
 525600 minuti.
 31536000 secondi.
 

Ed è stato dolore.  E’ stato gioia. E’ stato tristezza. E’ stato luce. E’ stato buio. E’ stato amore. E’ stato desiderio. E’ stato passione. E’ stato abbandono. E’ stato solitudine. E’ stato perdita.

E’ stato Louis per Harry.

 E’ stato Harry per Louis.
 
 

Un anno se ne va ma lui non c’è.

La festa procede alla grande, sono tutti felici e ubriachi. Ci sono amici ovunque e dovrebbe essere una bella serata, una di quelle che poi il mattino ti
ricordi vagamente, ma sai che è stato grande e non vedi l’ora di replicare, eppure mi sento così triste.

Fanno giochi, chiacchierano, le coppiette si baciano in continuazione decantando quanto sia bella la loro vita di coppia e io, da un angolo nascosto, l’invidio e un po’ li odio.

Vorrei poter tenere Harry sulle ginocchia e raccontare quanto sia fantastica la nostra vita insieme quei rari momenti in cui si è permesso di viverla.

Vorrei poter raccontare il modo in cui il suo corpo fragile e color del latte trema quando le mie mani lo sfiorano.

Vorrei poter raccontare che quando mi bacia il mio mondo va in frantumi, ogni volta.

Vorrei poter dire tutto, ma non posso.

 E lui nemmeno c’è.
 

“ Stavolta tocca a me proteggere te, stavolta sono io che devo ferirti.”

E quello che mi ha detto prima che partissi.

Stavolta si è sacrificato lui per me. E solo ora capisco davvero che vuol dire. Solo ora mi accorgo di quanto faccia male.

Finché ero io quello a dover avere la ragazza, finché ero io pronunciare i ‘non possiamo’ non me ne accorgevo.

Mi feriva lo stesso, ma non così.

Questa volte è qualcosa che ti squarcia il petto.


E quello che mi chiedo è solo ‘perché’? Che cosa c’è che non va in noi?

Quando amare qualcuno è diventato un peccato?

Quando tenere per mano o guardare negli occhi l’amore della tua vita è diventato qualcosa che la gente non è pronta ad affrontare?

Non è forse peggio il dolore che la stessa gente che non ci accetta ci legge sul viso ogni volta in cui siamo lontani, in cui stringiamo delle mani che non conosciamo?

E’ il mondo sbagliato o siamo noi?

Vorrei una risposta e vorrei Harry accanto a me.
 


“Lou, vieni inizia il countdown!”

Smetto di pensare, alzo il mio calice già pieno per l’ennesima volta e guardo dritto verso la porta.

Si, sto sperando che apra quella maledetta porta e mi corra incontro e mi dica che è tornato per me.

 Ma sono un sognatore, uno stupido sognatore eppure non smetto di guardarla.

10.

9.

8.

7.

Che stai aspettando, Harry? Avanti, corri.

6.

5.

4.

3.

Corri, Harry. Sono qui.

2.

1.

0.

La porta rimane chiusa e la folla impazza.

“Happy New Yeeeear!!!” urlano tutti e io mi unisco per soffocare le urla di dolore che vorrei tirar fuori e sbattere in faccia a chiunque in questa stanza.
 

Zayn mi abbraccia forte.

“Auguri, Lou!”

“Anche a te.”

“Stai bene?” mi chiede dopo e so che è la prima cosa che avrebbe voluto chiedermi quando si è avvicinato, ma lui ci sa fare con le persone.

“Si. Credo che andrò a fare due passi.”

“Vuoi che ti accompagni?”

“No, resta a festeggiare. Ci vediamo tra poco.”

“Non fare cazzate, Lou. Ti ha chiamato?”

“No, niente.”

“Lo farà, ne sono sicuro.”

“Già..”






Ho lasciato l’enorme edificio e ho preso a camminare per le strade desolate.

Sono ancora tutti in casa a darsi gli ultimi auguri, a breve affolleranno le strade e non ci sarà più spazio per i cuori solitari come il mio.

Guardo il cellulare.
00.7

La mezzanotte è passata e nessuno chiamata è arrivata.

Il cellulare è muto e la disperazione cresce in me.

 

Sento dei passi veloci dietro di me. Qualcuno sta correndo, ma non mi giro.

La festa in strada sta iniziando.


 
“E’ troppo tardi, non è vero?”

Non è qualcuno, è Harry.

Riconosco la sua voce roca e trasformata dall’affanno.

Mi giro immediatamente.

E’ tornato. E’ qui. E’ venuto per me.

“Non arriverai mai tardi…Non c’è momento in cui io smetta di aspettarti.”

Lui mi corre incontro e io faccio lo stesso.

Ci abbracciamo e ci baciamo e finalmente mi sento bene stasera.

“Mi sei mancato, riccio”

“Tu di più!”

Mi bacia ancora, voracemente.

Vuole amore e io voglio darglielo.

“Sei tornato!”gli sussurro.

“Ovunque vada non mi dimentico mai la strada di casa. E adesso, qui, in mezzo a questa strada io sono a casa.”

Ci baciamo di nuovo, ma stavolta è un bacio delicato, è puro, è profondo come il mare e chiaro come il sole.

E’ soffice al tocco e rosso d’amore.

“Buon anno nuovo, Hazza!”

“Auguri, Boo.”






Auuuguri gente! Come vanno le vacanze, spero proceda tutto alla grande!
Ho scritta questa one-shot un pò perché mi annoiavo e un pò perché mi sentivo inspirata, mi chiedevo come stessero trascorrendo le vacanze quei due strooonzoni.
Non è un granchè, ma va bene dai.
Vi auguro un felice anno nuovo e tanto divertimento, un bacione.
-Flo.
  
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