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Autore: Buddy    28/12/2012    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/The_Verve]
Con tutte le cazzate che aveva combinato, Richard credeva di non avere più nemmeno l'ombra di una coscienza, e invece eccola lì, dopo un'eternità, a rendergli conto delle sue azioni e a farlo sentire un perfetto coglione, in combutta con il suo (ex?) migliore amico.
[Richard Ashcroft X Nick McCabe]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Drugs Don't Work

 

 

 

In a Neon Wilderness
he was restless
escape loneliness
for a new address


“Neon Wilderness” - The Verve

 

 

 

Merda, di nuovo!”.

Sibilò Nick improvvisamente furibondo, spalancando la porta che aveva appena socchiuso ed irrompendo nella stanza ad ampie falcate.
Una musica distorta e psichedelica proveniva da altoparlanti che, nell'aria densa e rarefatta, non riuscì a localizzare.
Per contrasto, le luci bianche dei tubi al neon posizionati sul soffitto davano l'impressione di trovarsi nella sala operatoria di un ospedale.
O in una cella frigorifera.
Del resto, anche la temperatura era quella.
Nick si strinse nelle spalle per contrastare i brividi di freddo che lo scuotevano, e con gli occhi cercò Richard.
Lo trovò in un angolo, la schiena appoggiata al muro e la testa reclinata all'indietro, intento a ridere come un idiota con due individui nelle sue stesse condizioni di precario equilibrio mentale.
Addosso aveva ancora gli occhiali da sole, ma Nick non aveva certo bisogno che se li togliesse, per verificare le dimensioni delle sue pupille.

Richard, che cazzo stai facendo?!”.

Un'evidente domanda retorica.
Le braccia scoperte fino al gomito e le siringhe ai suoi piedi suggerivano un'unica ipotesi.
Richard levò lentamente lo sguardo su di lui.

Che c'è, non si vede?”

Si vede anche troppo, è proprio questo il problema!”.

Tuonò Nick, sperando che il suo tono disgustato riscuotesse almeno in parte l'amico.
Richard d'altro canto rimase inerte e si limitò a schiudere le labbra, dalle quali colò un sottile filo di saliva che gli scivolò lungo il mento ed il collo, facendolo sembrare in preda ad una crisi epilettica.
Cosa da non escludere.

Forza Rich, alzati. Ce ne andiamo.”

E tu chi saresti, la sua balia?”.

Ebbe la malaugurata idea di intervenire una delle due amebe, mentre Nick si chinava su Richard e lo sollevava di peso, incurante dei borbottii di protesta di quest'ultimo.

No, ma sono suo amico e non mi scorderò di lui dopo l'ultima pera, come voialtre teste di cazzo!”.

Per qualche motivo, quella sua ultima affermazione scatenò l'ilarità di Richard, che si abbandonò ad una risata rauca per poi fermarsi di botto, la sua attenzione catalizzata dalla parete bianca contro la quale giaceva poco prima.

La vedi, Nick?”.

Mormorò stentato, sollevando un dito ad indicare il nulla.
Nick deglutì.
Era peggio di quanto pensasse.

Che cosa, Rich? Cosa dovrei vedere?”

Ma come! Sei diventato cieco?! E' proprio lì, davanti a noi...”.

E Nick avrebbe voluto capire, ma una nuova serie di sghignazzi interruppe i deliri di Richard, che d'un tratto si liberò dalla stretta di Nick e rimase in piedi, ad ondeggiare lievemente il capo e le braccia.

I'm gonna keeep catching tha-at butterfly, in tha-at dre-eam of mine...

“Cristo!”.

Imprecò Nick, mentre Richard barcollava e strisciava nuovamente contro il muro, prima di finire a terra a quattro zampe, scosso da una serie di conati raccapriccianti.

 

 

'Cause baby ooh, if heaven calls, I'm coming too
Just like you said, you leave my life, I'm better off dead...

 

 

Si risvegliò in un letto che non era il suo, perché le lenzuola erano inamidate e profumavano di bucato.
Da qualche parte arrivavano dei ronzii elettrici.
Socchiuse gli occhi e scorse la figura familiare di Nick, il suo chitarrista, seduto su uno sgabello accanto a lui, con la testa sulle ginocchia.
Dava l'idea di essere profondamente addormentato.
Richard aveva bisogno di andare in bagno, ma non voleva svegliarlo.
Si sollevò quanto più silenziosamente poté, accertandosi che tutti i suoi arti fossero funzionanti (per quanto acciaccati), prima di lanciare le gambe magre fuori dalle coperte e dirigersi con passo malfermo alla ricerca della toilette, che era in fondo ad un corridoio e puzzava di disinfettante e di qualche altro prodotto chimico che non riuscì ad identificare.
Si sbrigò in fretta e, mentre si lavava le mani, gettò un'occhiata distratta alle sue braccia.
Erano ridotte peggio di quanto ricordasse.
La pelle era giallastra e tesa, soprattutto sulle nocche delle mani, ed in prossimità delle vene erano fioriti ben cinque nuovi fori.
Non ricordava minimamente gli avvenimenti della sera precedente, ma supponeva fossero quelli il motivo per cui ora si trovava in ospedale e non nel suo appartamento.
Nonostante avesse dormito bene, si sentiva ancora intontito.
Forse durante la notte aveva avuto delle crisi ed i medici gli avevano dato della morfina o qualche altra porcheria del genere, per tenerlo calmo.
Aveva sempre provato una forte avversione verso i medicinali, specie se gli venivano somministrati a sua insaputa... tuttavia, già poco dopo si ritrovò a sorridere dei suoi pensieri.
Un eroinomane che faceva lo schizzinoso!
Bell'affare!
Mentre tornava in camera, la mente cominciava a snebbiarglisi e lui a sentirsi più leggero, tanto che rientrò fischiettando un motivetto...
salvo sobbalzare trovando gli occhi di Nick che lo fissavano, spaventosamente lucidi e attenti.

Ben svegliato, Rich. Come ti senti?”.

Aveva un tono assolutamente inespressivo.
Richard venne verso di lui e gli si sedette di fronte, sulla sponda del letto.

Bene. Un po' affaticato, ma sono ancora tutto intero, a quanto sembra.”

Non certo per merito tuo!”.

Ribatté il chitarrista, aspro.
Richard sospirò.

Lo so, mi hai salvato il culo. Come sempre.”

Sì, ma a che pro?!”.

Nick si alzò di scatto e prese a camminare lungo il perimetro della stanza, avanti e indietro, a passo rapido.
Apparentemente, per togliersi il formicolio dalle gambe dopo ore di scomoda veglia.
Più probabilmente, per dare ai suoi piedi uno scopo che non fosse quello di prendere a calci il suo migliore amico.

Quante volte ci siamo ritrovati in questa situazione?! Quante?! E quanto male dovrai farti ancora, prima di capire che sei mortale esattamente come tutti noi?!”.

Richard rimase ad osservarlo in silenzio.
Intuiva che doveva aver covato quello sfogo a lungo, prima di lasciarlo esplodere con tutta la potenza della sua legittima frustrazione.
Lui d'altra parte gli aveva servito l'occasione su un piatto d'argento, perciò il minimo che potesse fare ora era stare ad ascoltarlo.
Sapeva che Nick, il taciturno Nick, per quanto tenesse a lui, non contava affatto che quella sua manifestazione di rabbia e sconforto servisse a redimerlo.
Voleva solamente un giusto riconoscimento dei suoi meriti.
E Richard glielo diede, sorbendosi la sua requisitoria a testa bassa, senza aprire bocca e senza ascoltare veramente – era una solfa che aveva già sentito molte volte, anche se non dal suo migliore amico –, quando una frase lo prese in contropiede.

Voglio lasciare il gruppo”.

Richard lo guardò, sgomento.

Che cosa?”

Mi hai sentito. Trovatevi un sostituto, io non ci sto più.”

Nick, è ridicolo, cosa pensi di risolvere...?”

No, tu cosa pensi di risolvere! Hai sempre detto che con i Verve avresti pensato solo alla musica... mi ci sono voluti cinque anni per capire cosa intendessi davvero. Fama e successo sono il piatto principale, e l'eroina il dessert! Il gruppo è solo un contorno, un canale per il tuo ego!”.

Nick si interruppe e strinse i pugni, ansante.

Credi che sia difficile vivere come vivi tu? In una spirale di autodistruzione, contando sul fatto che saranno sempre gli altri a tirarti fuori dalla merda perché hanno bisogno del tuo talento, ed appellandoti al ruolo di genio incompreso per pararti il culo da ogni accusa?”.

Richard era ammutolito.
Fino a poco prima avrebbe giurato di poter prevedere ogni virgola, pausa e cambio d'inflessione della ramanzina di Nick ed ora si trovava alle strette, messo con le spalle al muro dalla principale fonte di sostegno della sua vita.

Uno di quei tizi con cui eri ieri sera mi ha chiesto se fossi la tua balia, e ne aveva tutte le ragioni. Perché se anche lo stipendio che prendo è decisamente più alto di quello di una badante, quello è il ruolo che mi ritrovo più spesso a ricoprire. E non sono qui solo per questo. Non è questo ciò che voglio”.

Richard si ostinava a non dire nulla.
Pensava che chiunque altro al suo posto, chiunque avesse avuto un minimo di buonsenso, avrebbe scongiurato Nick di non farlo, di non abbandonare il sogno nel quale entrambi avevano creduto e che aveva portato loro così buoni frutti.
Chiunque avrebbe gettato aghi e siringhe nel primo cassonetto a disposizione, chiudendo per sempre quel capitolo infausto della propria vita.
Ma Richard non era chiunque.
Sapeva di non avere la forza di volontà necessaria per smetterla con l'eroina, non in quel momento almeno, e nemmeno il pensiero della sua vita che si spegneva sempre più in fretta, buco dopo buco, era abbastanza come deterrente.
Sapeva anche di essere maledettamente orgoglioso.
Di più, coriaceo!
La parte del discorso in cui Nick lo accusava di usare la band come semplice contorno ai suoi eccessi lo aveva offeso e, nonostante fosse in parte vera, Richard riteneva legittimo il suo sentirsi offeso.

Non era stata forse sua l'idea di fondare i Verve?
Non era stato forse merito suo se, dopo anni di gavetta, avevano finalmente sfondato?
Non erano stati forse i suoi testi e le sue melodie a conquistare il pubblico e la critica?

'E non è stato forse Nick il primo a credere nel tuo progetto e a procurarti gli agganci per farcela? Non è stato forse lui ad evitarti di crepare per overdose, in mille occasioni?'.

Richard alzò la testa.
Con tutte le cazzate che aveva combinato, credeva di non avere più nemmeno l'ombra di una coscienza, e invece eccola lì, dopo un'eternità, a rendergli conto delle sue azioni e a farlo sentire un perfetto coglione, in combutta con il suo (ex?) migliore amico.
Si voltò verso Nick, che però guardava fuori dalla finestra e gli dava le spalle.
Alle labbra gli affioravano le prime parole di pentimento quando qualcosa, nella posa di Nick – la rilassatezza di braccia e gambe, la ferma risolutezza del volto -, risvegliò in lui una pungente irritazione che lo spinse a richiudersi nel suo mutismo.
Nick abbandonò la sua postazione e si avvicinò al letto di Richard, seguito a vista da quest'ultimo.
Prese la giacca e la indossò, rispondendo con assoluta tranquillità allo sguardo del cantante.

Parto per Wigan tra una settimana. Voglio riprendere gli studi”.

Richard annuì appena, colpito da quell'ultima dichiarazione più che da tutto il suo preambolo.
Se Nick avesse desiderato un altro ingaggio in una band prossima al successo, con le sue credenziali sarebbe stato accettato ad occhi chiusi ovunque.
Ma del resto, lui non aveva mai amato le conquiste facili, in nessun ambito.
Si avviò verso l'uscita, infilandosi una sigaretta tra i denti.

Ciao, Rich. Buona fortuna per il futuro”.

Richard gli rivolse un cenno leggero del capo, alzandosi ad osservarlo mentre si allontanava lungo il corridoio di linoleum.
Inspirò a fondo, per poi rientrare e dirigersi alla finestra presso la quale poco fa stava Nick.
Avrebbe dato l'anima per una sigaretta...
Fuori, il cielo era grigio cupo, con nuvole cariche di pioggia.
Abbassando gli occhi, distinse la schiena scura del suo ex-chitarrista attraversare rapidamente il parcheggio dell'ospedale.
Poco più in alto, una farfalla agitava pigramente le ali.
A Richard ricordava qualcosa... o qualcuno, non avrebbe saputo dire.
Abbandonando il suo punto di osservazione per tornarsene a letto, lo sguardo gli cadde sul comodino e, nel trovarvi il pacchetto di Marlboro di Nick, non poté fare altro che sorridere.

 

 

All farewells should be sudden

 

Non ho ancora trovato nessuna fic sui The Verve, cosa che ritengo una vergogna, dato che è un gruppo piuttosto conosciuto e che amo molto é_è
In ogni caso, siccome in questi giorni la noia è pressoché assoluta, ho deciso di provvedere da sola :3

Si accettano volentieri commenti & critiche :3

  
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