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Autore: Charlie_2702    15/07/2007    11 recensioni
Quello fu l'ultimo allenamento del piccolo Goku con l'amato nonnino, prima che gli venisse portato via per sempre...
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ULTIMO ALLENAMENTO

Il giovane Goku stava dormendo beatamente, quando una mano si posò delicatamente sulla sua spalla per scuoterlo.

“Goku… ehi, Goku sveglia… è l’alba ormai…” lo chiamò dolcemente una voce maschile.

“Va bene nonno…” rispose il bambino ancora assonnato, sedendosi sul letto.

Dopo essersi concesso un enorme sbadiglio, scese sul pavimento e si stirò tutti i muscoli.

Infine si avvicinò ad una bacinella piena d’acqua in cima al mobile, fece forza sulle braccia e si sollevò immergendoci completamente la testa, mentre la coda dondolava qua e là nel tentativo di mantenere l’equilibrio in quella precaria posizione; quando emerse si girò verso il nonno, che aveva assistito a tutte queste azioni pazientemente, e gli annunciò: “Sono pronto!”

Gohan annuì sorridendo, e gli fece cenno di seguirlo.

Goku era particolarmente emozionato… il nonno gli aveva promesso un allenamento speciale per quel giorno, e lui non vedeva l’ora di affrontarlo, sicuro delle sue capacità e che grazie ad esse avrebbe superato tutte le prove.

“Per prima cosa, Goku, dovrai andare a procurare la colazione…” annunciò l’anziano rivoltò al bambino.

“Così facile? - ribatté il bambino con disappunto - Lo faccio tutte le mattine!”

“Sappiamo tutti e due che a stomaco vuoto non riesci ad usare tutte le tue capacità, ed oggi hai bisogno di forze per affrontare la giornata, quindi vai a prendere un bel pesce e portalo qui, poi inizieremo la vera prova!”

Goku annuì con entusiasmo ed iniziò a correre verso il fiume nel quale era solito pescare per i pasti

Si tolse tutti i vestiti e dopo un lungo respiro si gettò nelle acque gelide del fiume; faticava un po’ a tenere gli occhi aperti, ma doveva farlo se voleva vedere la sua preda e catturarla.

Dopo qualche minuto in cui aveva girato in lungo ed in largo per il fiume, sentì l’acqua dietro di lui agitarsi, e quando si voltò si trovò a pochi centimetri dal volto un enorme pesce con la bocca spalancata nell’intenzione di mangiarlo.

“Mi dispiace pesciolino, ma ti devo portare al nonno per la colazione…” pensò Goku con un sorriso, si avvicinò all’enorme animale e gli diede un calcio sulla pancia con tutta la sua forza, ed arrivò a spedirlo fin sulla riva, proprio accanto ai suoi vestiti.

Il bambino si avvicinò a sua volta alla preda, e dopo essersi rivestito la prese in spalla e cominciò a correre verso il nonno, che lo attendeva seduto sull’uscio della porta.

“L’ho preso!”

“Molto bene Goku… portalo qui.”

Il nonno camminò fino a raggiungere il retro della casa, dove il giovane vide già pronta una bella brace dove cuocere la sua colazione.

Dopo qualche minuto il pesce fu pronto, e dopo essersi staccato una piccola fetta per sé il nonno invitò Goku a servirsi del restante pesce.

L’anziano combattente rimase ad osservare il bambino mentre s’ingozzava a più non posso, fino a quando l’ultima parte commestibile fu ingurgitata e Goku si alzò in piedi velocemente con un enorme sorriso.

“Allora, cominciamo nonno?”

Gohan si limitò ad annuire e con un cenno della mano si fece seguire dal bambino all’interno del bosco.

Camminarono per quasi un’ora, e mano a mano che avanzavano la vegetazione si faceva sempre più fitta e difficile da attraversare, quando finalmente i due giunsero all’interno di un grande spiazzo vuoto, il primo lembo di terra scaldato dalla luce solare che Goku vedeva da qualche chilometro a quella parte.

Il bambino si guardò attorno curioso, attendendo pazientemente che il nonno gli spiegasse cosa avrebbero dovuto fare in quello spiazzo.

Improvvisamente gli venne un’idea, e girandosi verso il nonno gridò, in preda all’euforia: “Oggi mi farai finalmente combattere contro di te? Un combattimento serio, non un allenamento?”

Il vecchio annuì, sorridendo alla reazione del bambino, che aveva cominciato a correre ed a compiere evoluzioni di qua e di là.

Nei suoi nove anni di vita, il bambino si era allenato molto con il nonno adottivo, ma non erano ancora mai giunti a confrontarsi in uno scontro serio, sebbene Goku non perdesse occasione per chiedere al nonno di concederglielo… forse non lo riteneva ancora pronta, ma ora aveva evidentemente cambiato idea.

“Ma ti avverto Goku, non sarà facile. Il combattimento finirà quando riuscirai a colpirmi!” spiegò il vecchio.

Goku assunse un’aria seria, e con un sorriso di sfida che gli illuminava il volto annuì e si mise in posizione di battaglia.

“Farò del mio meglio, te lo prometto!”

Gohan non mutò né la sua posizione né la sua espressione quando il bambino si preparò all’attacco, e rimase immobile anche quando la piccola mano del nipote, chiusa in un pugno, lo stava per raggiungere.

Goku era certo che la sua prova si sarebbe conclusa prima ancora di iniziare, ma si sbagliava.

Quando il suo colpo avrebbe dovuto raggiungere l’obiettivo, il bambino si trovò a trapassare l’aria, ed ancora sorpreso cadde a terra con un tonfo senza nemmeno provare a fermare la caduta.

Quando si rialzò vide il nonno nella medesima posa e con la stessa espressione di qualche istante prima, solo che parecchi metri più avanti.

Gli occhi del piccolo si riempirono di ammirazione, ed esterrefatto si avvicinò al nonno di qualche passo.

“Ma come fai ad essere così veloce?”

“È solo una questione di allenamento…” rispose il nonno, sorridendo dietro la sua folta barba.

Goku riassunse un’espressione seria e ripartì alla carica, ma quando oltrepassò il vuoto per l’ennesima volta, atterrò in piedi… questa volta era pronto.

Con un agile saltò, spiccato nello stesso momento in cui i suoi piedi avevano toccato terra, il bambino tornò a caricare il nonno con un calcio.

Un altro colpo a vuoto, ma il piccolo non si scoraggiò: nuovamente partì nella direzione opposta, e nuovamente il suo colpo andò a vuoto…

I due andarono avanti così per parecchie ore e, grazie anche alla sua concentrazione, Goku non si accorse nemmeno che si era fatto buio e che aveva saltato ben due pasti.

“Ce la farò…” continuava a ripetere, ed il nonno annuiva per avvalorare la sua tesi.

Dopo l’ennesimo colpo andato a vuoto, Goku cadde a terra sdraiato.

Era pieno di lividi e tagli, più o meno grandi, che si era procurato nell’impatto con il terreno o con qualsiasi altra cosa ci fosse dietro il nonno nel momento in cui quest’ultimo si spostava.

Il suo respiro era irregolare a causa della fatica, e i suoi occhi erano chiusi, mentre il bambino stava attingendo a tutte le sue forze per cercare di riaprirli.

“Per oggi basta Goku… riproveremo quando sarai più pronto, evidentemente hai bisogno di altri alle…”

“NO!” lo interruppe la voce del bambino.

Tremante per lo sforzo, Goku si stava lentamente rialzando… le braccia gli tremavano mentre faceva forza su di esse per alzarsi, ma egli sembrava non farci caso.

“No, voglio continuare!”

Il bambino riuscì infine a rialzarsi, e puntò il suo sguardo dritto in quello del nonno. In quel momento l’uomo vide qualcosa di diverso negli occhi del nipote, una sorta di misto fra grinta e determinazione che fino a quel momento mai aveva attraversato lo sguardo del bimbo, ma in che in futuro avrebbe fatto capolino più volte.

Goku si piegò lentamente sulle ginocchia, ed infine spiccò un salto in direzione del nonno con un pugno proteso davanti a sé, ed il nonno lo evitò facilmente, ma Goku si girò a mezz’aria e sferrò all’uomo un calcio sulla nuca.

“Ce l’ho fatta!” sospirò, e dopo quest’ultimo sforzo il bambino cadde a terra svenuto, mentre il nonno si massaggiava la testa dolorante con un sorriso.

Non si sarebbe mai aspettato una mossa del genere, aveva chiaramente sottovalutato il nipote.

Gohan prese dolcemente in braccio il piccolo, e lo poggiò delicatamente su un mucchio di foglie lì vicino.

Il bambino non si era mai addormentato così tardi, in genere lo metteva a letto molto presto per far sì che si svegliasse presto il giorno dopo per poter cominciare gli allenamenti… ma quella era stata un’occasione speciale.

Era stato il giorno del primo vero combattimento del bambino, a cui ne sarebbero seguiti molti altri.

Gohan si ricordò improvvisamente che quel giorno Goku aveva mangiato solo un pesce a colazione, e che di conseguenza si sarebbe svegliato molto presto con una gran fame… l’uomo decise quindi di alzarsi ed andare a procurare qualcosa che potesse sfamare il bambino.

Quando il vecchio tornò, qualche minuto più tardi, trovò Goku sveglio, che gli dava le spalle, preso ad osservare il cielo.

“Già ti sei svegliato? Ti ho portato qualcosa da mangiare…” disse Gohan per richiamare il bambino, ma egli non si voltò.

In effetti, pensò l’uomo, c’era qualcosa di strano in Goku… la coda, che solitamente dondolava sempre qua e là, si era completamente irrigidita, sembrava quasi che il bambino fosse stato completamente stregato dal cielo.

“Goku, ti senti bene…?” provò a chiedere il nonno, evidentemente preoccupato per la salute del nipotino.

L’uomo avanzò verso il bambino e gli girò attorno, in modo da poterlo osservare in faccia, e rimase sconcertato quando vide che i soliti occhi color pece del bambino, sempre buoni e allegri, erano ora stati sostituiti da due occhi vermigli… l’uomo non fece in tempo a ragionare su ciò che era accaduto, che il corpo del bambino ebbe un sussulto, quasi pulsasse, ed il vecchio fu scaraventato metri più in là da una forza che non poteva vedere.

“Goku…” mormorò l’uomo, quando il corpo del bambino prese ad ingrandirsi sempre di più… alle sue mani spuntarono gli artigli, i denti si fecero aguzzi e taglienti ed iniziò a ricoprirsi di pelo, ed ogni cambiamento era preceduto da un sussulto, che faceva eco tra i boschi lì intorno.

“Goku, cosa ti sta accadendo?” chiese l’uomo sempre più spaventato per la sorte del nipote.

L’aria venne squarciata da un urlo, e nel posto in cui pochi minuti prima si trovava un dolce bambino pacificamente addormentato, si trovava ora un mostro enorme, dalle sembianze di uno scimmione, che si batteva i pugni sul petto e sbatteva i piedi per terra urlando rivolto alla luna, provocando dei solchi sempre più profondi nel terreno.

Goku, o meglio, lo scimmione in cui il bambino si era trasformato, iniziò a muoversi, e lo spiazzo in cui si trovava divenne presto un’enorme radura piena di alberi spezzati.

Nella foga della sua ira, la zampa del mostro andò a poggiarsi proprio dove poco prima stava il nonno, che riuscì a spostarsi all’ultimo momento, e quando la bestia sollevo il suo arto inferiore l’uomo osservò con orrore lo stato in cui erano state ridotte le cibarie che aveva portato al suo nipotino, pensando che lui avrebbe potuto fare la medesima fine.

“Goku, ma cosa ti succede? Torna in te, ti prego!” urlò l’uomo nella speranza di far rinsavire il nipote, che pareva aver perso del tutto la ragione, ma le sue urla servirono solo a far spostare l’attenzione del mostro su di sé… lo scimmione notò il vecchio che lo guardava, e con un gesto improvviso gli diede una manata che lo fece volare a chilometri di distanza.

Poi, senza nemmeno osservare dove era finito colui che lo aveva cresciuto con amore per anni, la bestia continuò il suo lavoro di distruzione della foresta.


***


Quando il sole iniziò a comparire fra le montagne per dare inizio ad un nuovo giorno, lo spettacolo che gli si presentò innanzi fu di distruzione e morte.

La foresta sembrava essere stata spazzata via, e della rigogliosità e serenità che avevano caratterizzato quel luogo per lunghi anni, non ne era rimasta neanche una traccia.

Il paesaggio di quei monti, finora così bello da sembrare un luogo immaginario nato dalla fantasia di un pittore, per qualche strano scherzo del destino era diventato così desolato da invadere di tristezza chiunque lo osservasse… pareva che quel pittore, che era stato tanto abile, fosse impazzito ed avesse deciso di distruggere la sua opera così bella.

Presto grandi nuvole nere e cariche di pioggia si addensarono nel cielo, e dopo poco un grande temporale si abbatté su quel paesaggio quasi apocalittico, come a sancire la fine di quel grande inferno durato l’intera notte.

Svegliato dal battere della pioggia sul suo corpo, un bambino aprì lentamente gli occhi, e si alzò lentamente.

Si lanciò uno sguardo intorno, ma non riconobbe il luogo in cui era cresciuto nei suoi nove anni di vita.

Completamente ignaro di ciò che era accaduto in quel luogo quella notte, e tanto meno dell’esserne la causa, Goku mosse qualche passo in mezzo a quella desolazione, fino a quando un pensiero attraverso la sua giovane mente.

“Nonno!”

Il bambino si guardò attorno, spaventato all’idea di non poter più vedere suo nonno, e con uno strano peso sullo stomaco si accertò che lì non c’era proprio nessuno.

Non si curò nemmeno di essere completamente sporco di un misto fra sangue e fango, né del perché non avesse più i vestiti addosso e tanto meno dell’essere ormai bagnato come un pulcino quando cominciò a correre in una direzione presa a caso.

“Il mio nonno è fortissimo, non può essergli successo niente!” continuava a ripetersi, tuttavia non poteva fare a meno di chiedersi quanto c’era di vero in quelle parole.

Dopo una corsa estenuante il piccolo parve di scorgere qualcosa sotto un albero, quando si avvicinò scoprì che era proprio suo nonno.

“NONNO!” urlò Goku, e dopo aver provveduto a spostare il tronco da sopra l’uomo gli poggiò le mani sul petto e prese a scuoterlo forte.

L’anziano aprì lentamente gli occhi, e ci mise qualche secondo a mettere a fuoco ciò che lo circondava, e la prima cosa che poté vedere distintamente fu il viso del suo piccolo Goku.

“Goku…”

“Nonno! Chi è stato fare questo? Nonno!” urlava il bambino, come se urlando avesse tenuto il nonno con sé per più tempo.

“Un brutto mostro… sono contento che tu ti sia salvato…” il vecchio venne preso da attacco di tosse, e Goku con orrore vide che stava sputando sangue.

Non era certo la prima volta che il piccolo vedeva del sangue, nei suoi allenamenti si era più volte ferito, ma in quel frangente agli occhi del bambino quel liquido rosso parve terrificante.

Senti sulle sue gote del liquido caldo, e scoppiò a piangere, per la prima volta nella sua vita.

“Nonno, cosa succede…?” chiese Goku fra le lacrime.

“Io sto per morire, figliolo…”

“Che… che cosa vuol dire?” chiese il piccolo con ingenuità mentre i suoi occhi bagnati esprimevano puro terrore… non era sicuro di voler sentire la risposta.

“Io me ne sto per andare, Goku… ma sono sicuro che te la caverai alla perfezione… quando tornerai a casa, in un cassetto del mobile troverai una sfera con quattro stelle ed un bastone magico… sono il mio ultimo regalo… te li avrei dati comunque oggi, ieri sei stato bravissimo…”

“No, nonno cosa dici! Andiamo a casa, dammeli tu questi regali!” urlò il piccolo, mentre piangeva sempre più disperatamente.

“Addio, piccolo mio… sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata…” sussurrò l’uomo prima di chiudere per sempre i suoi occhi.

“NOOOOO!”

*

Un uomo stava seduto sulle rive di un lago, nascosto fra i boschi dei monti Paoz… i suoi occhi neri erano velati di malinconia, ed il suo viso portava i segni delle calde lacrime che aveva da poco smesso di versare.

Era da molto, forse troppo tempo che non pensava a quel giorno… di certo, era la prima volta da quando aveva scoperto di essere stato lui la causa di tutto.

Quando alzò lo sguardo vide la luna piena che si stagliava in cielo, proprio come quella notte.

“Grazie nonno, di tutto…” sussurrò al vento, e l’uomo avrebbe potuto giurare che la pallida luna gli avesse per un momento sorriso, con le sembianze di un anziano uomo dalla folta barba bianca…

FINE

In questa fanfic ho voluto dare la mia versione dell’ultimo giorno del piccolo Goku insieme a suo nonno Gohan, prima che lo uccidesse… ringrazio Lorigeta per il supporto che mi ha dato per pubblicarla (grazie per la pazienza!)
Baci, Charlie^^

   
 
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