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Autore: Jeck86    29/12/2012    1 recensioni
Una ff LXMisa.
La mia seconda nel fandom di Death Note.
La prima long in questo fandom.
Lo scopo della ff era far shiftare Misa ed L sempre più out of characters per farli cadere l'una nelle braccia dell'altro.
Ma bisognava andare con i piedi di piombo.
Volevo che la cosa fosse plausibile e non tirata per i capelli.
I primi capitoli seguono la timeline della serie fino alla morte di Higuchi e alla liberazione di Misa.
Ho aggiunto alcune scene ma non cambiano in alcun modo la timeline della trama.
Invece a partire dal terzo capitolo la storia inizia a cambiare sempre più velocemente.
Per esempio Misa non fa subito lo scambio degli occhi, come si vedrà.
E alla fine c'è un finale alternativo sia all'anime che ai film.
Che altro dire?
Non ci sono amori travolgenti, scambi di fluidi corporei, scene strappacuore.
Solo due personaggi che parlano tra loro in un linguaggio criptico e si accorgono di essere simili.
A me le belle giornate non piacciono."
"Neppure a me."
Altro silenzio imbarazzato.
"Non che preferisca la pioggia. I giorni di pioggia mi...non so come dire."Replicò Misa.
"Ti mettono tristezza?"
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Misa Amane, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prologo

 
I primi capitoli seguono la timeline della serie fino alla morte di Higuchi e alla liberazione di Misa.
Ho aggiunto alcune scene ma non cambiano in alcun modo la timeline della trama.
 
Invece a partire dal terzo capitolo la storia inizia a cambiare sempre più velocemente.
Per esempio Misa non fa subito lo scambio degli occhi, come si vedrà.
 
E alla fine c'è un finale alternativo sia all'anime che ai film.
 
 
Detto questo, potete andare a leggere la storia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Capitolo 1°

Missing moments dell’episodio 18.

 
"Eccoci qui... ♪la la la la♫..."Misa non sapeva che cosa dire.
Iniziare una conversazione con Ryuuzaki era impossibile.
La ragazza guardava intensamente la sua rivista.
Molto intensamente, quasi artificiosamente.
E, quando sollevò lo sguardo a sbirciare, lo trovò lì, che la fissava, senza sbattere le palpebre, con le pupille dilatate.
Quel suo sguardo le faceva venire la pelle d'oca.
Misa distolse lo sguardo e si voltò verso la finestra.
"Bella giornata, vero?"Disse Misa tanto per rompere la tensione.
"è una giornata soleggiata. Una giornata serena, forse. Bella? A me le belle giornate non piacciono."
"Neppure a me."
Altro silenzio imbarazzato.
"Non che preferisca la pioggia. I giorni di pioggia mi...non so come dire."Replicò Misa.
"Ti mettono tristezza?"Ryuuzaki con il suo solito tono pacato e privo di inflessioni.
Misa annuì.
"Curioso, pure a me."Disse Ryuuzaki guardando verso l'alto."Ma la cosa che più detesto è la neve. Mi riporta alla mente solo ricordi tristi."
"Quindi abbiamo scartato i giorni di sole, di pioggia e di neve. Cioè tutti i giorni."
"E le notti. Il buio mi mette angoscia."
"Ah Ah. Ryuuzaki ha paura del buio. RYUUZAKI HA PAURA DEL BUIOOO."Cantilenava Misa per schernire quella debolezza.
Quella debolezza che aveva anche lei.
"E che cosa ti piace?"Domandò MisaMisa sinceramente interessata.
"Mi piacciono i dolci. Anche questo non lo condividi. Perché a te i dolci non piacciono. Vero?"
"Non è che non mi piacciono. I dolci piacciono a tutti. è solo che devo stare attenta alla linea. Tu, però ne mangi troppi. I tuoi genitori non ti hanno insegnato che i dolci fanno male? Fanno venire il diabete."
"Ognuno ha i suoi vizi. Il fumo e l'alcol mi fanno schifo. Comunque non penso che vivrò molto a lungo." La sua faccia era inespressiva come al solito. Lo sguardo perso nel vuoto. "Ed io non ho genitori. Sono orfano. Come te."
 
Misa si scoprì a fissare il ragazzo. "Certo che è proprio brutto! Con quei capelli e quella maglia sembra uno spaventapasseri."Diceva a se stessa."E poi quello sguardo fisso. Come fa a non battere le palpebre?"
"Tu ti droghi, Ryuuzaki?"
"No. Perché me lo domandi?"
"Non dormi mai. Non sbatti le palpebre. Hai le pupille perennemente dilatate. E poi ti vesti in un modo..."
Tirò fuori la lingua e fece un verso come se volesse vomitare. Una rappresentazione piuttosto somigliante, da vera attrice."Sembri un punkabbestia."
"Non credo che tu possa permetterti di farmi la predica sul mio modo di vestire. Io ti ho vista vestita da bambola di porcellana ed in abiti dark."
"Ma sempre in modo ricercato."
"Sarà..."
 
"E a te, Amane?"Questa volta fu Ryuuzaki ad interrompere il silenzio."Cosa piace?"
"Mi piace Light."Disse la ragazza con quella sua orribile vocetta strozzata
"Più che prevedibile."
"E mi piace Kira."
"Anche questo lo sapevo già."
"E mi piace la giustizia. Ma tu non puoi capire."
"Già. Io non posso capire. Io non so niente di giustizia."Disse l'investigatore migliore del mondo.
Nella voce non c'era alcuna intonazione particolare.
Ma Misa la sentiva lo stesso l'ironia.
E la irritava come uno schiaffo in faccia.
"No. Non puoi capire."Rispose lei con sorprendente decisione."Torturare una ragazza innocente per tre giorni, non è giustizia. Lasciare in libertà un persecutore, anche quando ha dato prova di essere pericoloso per se stesso e per gli altri, non è giustizia. Rilasciare un assassino, dopo che ha commesso due omicidi, NON è GIUSTIZIA."Disse le ultime parole urlando.
Proprio in quel momento tornò Light dal bagno.
Si rimise la manetta.
"Per cosa litigate stavolta? Possibile che voi due non riusciate proprio ad andare d'accordo?"
"Io non le piaccio."
"No, mi piaci. Ma mi fai paura."Stava per dire Misa. ma si trattenne.
"Non hai toccato la tua fetta di torta Light. Se non la vuoi posso mangiarla io."
"Fai pure. A me non piacciono i dolci."
"Un ragazzo a cui i non piacciono i dolci non può essere una brava persona."Pensava Ryuzaki.
 
 
 
 
 
 
 
 
"Ma non ci lasci soli neppure oggi?"Si lamentava MisaMisa con voce petulante.
"Tutti odiano il terzo incomodo. Ma mai quanto odiano esserlo. Credimi."Rispose Ryuzaki.
"Ma che facciamo allora?"Domandò Light.
"Potremmo guardare un film."Disse L.
Gli altri due furono scioccati dalla dichiarazione del ragazzo.
"Sono un essere umano anche io dopo tutto. Guardo film come chiunque. Che ne dite del mio film preferito? Il conte di monte Cristo, con Robert Donat nella parte di Edmond Dantès."
"Un film tratto dal capolavoro di Dumas?"Come al solito Light sentiva il bisogno di far notare a tutti quanto fosse colto, istruito, migliore di loro.
"Ti andrebbe?"Gli domandò Ryuzaki.
"Io ci sto."Annuì Light.
MisaMisa Sbuffò."Sembra molto palloso. Sarà il solito giallo."
"È una storia ambientata nella Francia dell'800. È una storia di tradimento e di vendetta. C'è anche un po'd'amore. Ogni volta che lo vedo mi faccio prendere dall'entusiasmo."Spiegò L
"Ma almeno ha un lieto fine?"Domandò la ragazza già mezza conquistata.
"Di quelli che solo la celluloide sa regalare."
"Allora che aspettiamo?"Disse MisaMisa entusiasta.
Si fecero portare la cassetta da Watari e poi si misero a guardare il film seduti sul divano.
Tutti e tre, stretti stretti.
Con Light nel mezzo.
 
Guardare quel film con Ryuzaki non fu semplice.
Ogni volta che appariva Mondego, L prorompeva in epiteti osceni.
E durante la scena del duello si fece prendere dalla foga, si alzò ed iniziò a tirare fendenti impugnando una spada immaginaria.
Light non lo aveva mai visto così preso da qualcosa.
Misa lo trovò buffo.
 
Quando comparvero i titoli di coda Riuzaki riaccese le luci
Solo allora Light e L si accorsero che Misa stava piangendo.
Non una leggera commozione, ma un vero pianto, con singhiozzi silenziosi.
Ryuzaki, sembrava stranamente a disagio di fronte a quella scena, Light sembrava innervosito.
Ryuzaki si avvicinò a Misa con andatura dondolante.
Pareva uno scimpanzè.
In modo goffo le diede un paio di pacche sulla spalla.
La mano toccò la spalla di Misa con tale delicatezza che la ragazza a malapena si accorse del gesto.
"Sù, sù."Diceva L con la sua parlata atona e lenta.
Per tutta risposta Misa si aggrappò forte a Light, che non aveva fatto in tempo a scostarsi, ed iniziò a singhiozzare rumorosamente.
"Non ti è piaciuto?"Disse Ryuzaki con lentezza. L'indice portato alla bocca.
Misa scosse la testa.
"Allora si può sapere perché piangi?"Domandò Light.
"Lui...i...il protagonista...Lei lo a...amava tanto. Ma lu..lui amava la sua vendetta più di quanto amasse lei."
"E tu sei triste per lei?"Domandò Ryuzaki"O per il protagonista?"
 
"No...Non guardatemi. Oh sono un disastro." Disse MisaMisa, appena si fu ripresa un pochetto. "Mi è colato tutto il trucco e...snif...e ho il moccio al naso."
"Ti prendo subito un pacchetto di fazzoletti."Disse Ryuzaki.
Girò attorno al divano e si diresse verso il comodino.
Mise a soqquadro un cassetto senza trovare niente.
Poi fece un secondo giro attorno al divano e cercò dentro un secondo mobile.
Ancora niente.
Allora fece un terzo giro e si mise di fronte a Misa.
Nel frattempo Light era strangolato dalla catena delle manette che aveva fatto tre volte il giro attorno al suo collo.
"Oh, oh! Non li trovo."Disse Ryuzaki con lo stesso tono con cui Titti avrebbe detto:"Oh, oh! Mi è semblato di vedele un gatto..."
"COF COF"Tossì Light.
"Cosa hai detto, Light?"
"COF HHHHHH COF"
Era tutto blu.
"Oh, scusa Light. Ti libero subito."
"HHHHHhhhh hhE SEI VERAMENTE UN COF COF. Vado io a cercare sti COF di fazzolettini."
Appena Light si fu allontanato un pochetto, Ryuzaki passò a MisaMisa un fazzoletto di stoffa.
Alla ragazza che lo guardava con muto stupore L rispose con un occhiolino.
"Come...snif...come sto?"Disse MisaMisa quando ebbe fatto un po'di restauro sulla sua faccia.
"Sembri un quadro cubista."
MisaMisa sorrise ed i due, assieme, si godettero la scena di Light, a quattro zampe, con la testa infilata dentro un cassetto del comodino.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quella notte Misa sognò.
Sognò una cosa che le era accaduta molto tempo prima.
Sognò il suo persecutore.
Era buio e nevicava.
Quello avanzava minaccioso verso di lei.
Aveva sognato quella scena centinaia di volte da quando le era accaduto.
Ma quando il persecutore si fu avvicinato abbastanza...
...quando fu visibile per intero...
...era Riuzaki...
...ed era un bambino.
Teneva qualcosa stretto tra le due mani.
Aprì le mani e porse la cosa a Misa, in regalo.
Era una perla.
   
 
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