Anime & Manga > Project K
Ricorda la storia  |      
Autore: Iria    29/12/2012    1 recensioni
[...]"Munakata credeva -a ragione, forse- che fosse proprio Mikoto ad essere roso, dentro sé, nel suo involucro di misera carne, da quelle lingue dilanianti e luciferine."[...]
Attenzione!
SPOILER EPISODIO 13 -per chi ancora non l'avesse visto!
[Vago MunakataMikoto]
Spero possa piacervi!
Iria.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mikoto Suoh, Reishi Munakata
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Heat in the center, destruction preventer

 

*Now tell me who won here tonight
The price of winning worthless fight
We'll make the same mistakes again
Unless, this is truly the end*

 

Per Munakata, il corpo di Mikoto era sempre stato troppo freddo.
Vedeva quella bambina, Anna, aggrapparsi a lui con una serenità infinita; e intimamente rabbrividiva, perché non comprendeva come quel gelo che s'era impresso sulle sue mani potesse rassicurare un altro cuore.
Da ragazzini, quando l'apatia di Suoh riusciva ad innervosirlo fino alla rabbia cieca -cosa che adesso gli succedeva più raramente, ma sempre nei confronti di quel dannato Re Rosso-, più volte si era ritrovato a prendere a pugni il viso cereo dell'altro che impassibile si limitava a ricambiare il suo sguardo furibondo con un mezzo sorriso sfumato d'ironia.
Poi, ripulendosi il rivolo di sangue che gli era scivolato da una narice alle labbra e quello che gli aveva incorniciato un angolo della bocca, Mikoto gli puntava una fiamma alla gola, avvolgendogli il collo in un fuoco più rosso dell'Inferno che non bruciava, né lo feriva.
Anzi, Munakata credeva -a ragione, forse- che fosse proprio Mikoto ad essere roso, dentro sé, nel suo involucro di misera carne, da quelle lingue dilanianti e luciferine.
Poi, Suoh lo lasciava andare e, dandogli le spalle senza emettere un sol suono, sollevava una mano come in segno di saluto.
E Munakata aveva sempre creduto di aver visto, poco dopo, le sue dita nere e carbonizzate ricercare riparo nelle tasche dei pantaloni della divisa scolastica; e solo quando Mikoto era scomparso all'orizzonte, allora, si soffermava sulle nocche arrossate della propria mano, dove il sangue raggrumato dell'altro giovane lo macchiava come un macabro presagio: freddo e viscoso, simile alla carne putrefatta della Morte.

Mikoto aveva convissuto con una sola consapevolezza: quelle fiamme che affiancavano il suo cuore e si dibattevano inesauribili in lui non lo avevano mai scaldato.
Mentre, devastatrici e dannate, il loro calore divorava chi si imponeva sulla sua strada, dentro sé si faceva spazio un vago gelo, di quelli che poi si dimostravano spaventosi e mortali.
Munakata una volta glie lo aveva sussurrato all'orecchio mentre, vicini l'uno al viso dell'altro dopo l'ennesima scazzottata, gli teneva una mano sul collo.
"Mi dai i brividi."
E Mikoto si era limitato a sorridergli in quella sua tipica maniera, a metà strada fra il menefreghismo più totale ed una profonda ed inquietante tristezza.
"Sei il primo che riesce a dirmelo."
Ed erano rimasti così a lungo, mentre, guardandosi dritto negli occhi, comprendevano che forse a tentare di odiarsi in quella devastante maniera ci avrebbero guadagnato entrambi.
"Grazie."
Munakata non si sarebbe mai aspettato simili parole, né che venissero pronunciate con una tale disarmante sincerità.
Semplicemente, si allontanò dall'altro, con in petto il presentimento schiacciante che quel ringraziamento sillabato appena sarebbe valso in un futuro -sperò- lontano, dove solo il freddo gli avrebbe tenuto compagnia.
"Dannato..."

Gelo.
Il gelo della neve e della lama.
Il gelo del sangue che abbandonava un corpo e si riversava sui suoi abiti, sulle sue mani.
Ora era Munakata quello apatico.
Il suo volto pareva tinto di quella stessa impassibilità che tante volte era stata la causa della rabbia atroce che gli montava dentro contro Mikoto.
Suoh, invece, aveva continuato a sorridere.
E avrebbe voluto strapparglielo a morsi, quel sorriso.
Divorarlo e maciullarlo e poi sputarglielo contro e gridare, gridare, gridare fino a farsi esplodere i polmoni.
Ma non un muscolo del suo volto si contrasse.
Solo il gelo.
"Mi dai i brividi, Munakata..."
Reishi restò immobile in quell'abbraccio -l'unico che si fossero mai scambiati- e solo allora il corpo di Mikoto gli parve caldo contro il proprio, mentre il liquido ematico gelava e non aveva più nulla di vivo.

"No blood."

Il sangue del Re Rosso tinse la neve immacolata, rendendola simile ad un fascio di macabre rose e ne svuotò il corpo esanime, che si accasciò al suolo così leggero da non fare alcun rumore -come se mai avesse avuto consistenza.

"No bone."

Un fuoco folle ed insano ne avvolse le membra in alte spire che dall'oro sfumarono in un cremisi furibondo ed antico come il tramontare del sole.
La fiamma anneriva il cadavere del Re Rosso e famelica banchettava con le sue ossa incandescenti.

"No ash."

Non rimase nulla in quel letto di morte scavato nella neve, neanche ceneri da baciare e custodire come un tesoro prezioso.

E fu allora che Reishi si rese conto che l'ultima traccia dell'uomo che era stato Mikoto Suoh -e no, non di quel re che marchiava a fuoco i suoi clansmen- pulsava ancora contro la sua mano.
Sangue gelido e raggrumato che, segretamente, portò alle labbra illividite dal freddo in un bacio che sapeva di ferro e ruggine, pelle salata e tossica nicotina.

"Mi dai i brividi."
"Sei il primo che riesce a dirmelo. Grazie."
"Perché..?"
"Ho freddo. Dentro... Ed evidentemente non sono il solo che se n'è reso conto."


*Owari*

Well, che dire?
Diciamo che questa piccola fic è stata scritta di getto, mentre quasi allucinata riflettevo sull'ultima puntata si K.
Sono ancora shockata ed incredula... non credevo mi sarei affezionata così tanto ad un personaggio come Mikoto.
Per certi versi l'ho sentito molto vicino a me, ed è stata la prima volta.
Bon, al di là di tali inutili chiacchiere e pare mentali uòu, spero davvero che questa shot possa esservi stata minimamente gradita! ^^
E, bhé, cosa aggiungere?
Il titolo è un verso di una canzone dei Sonata Arctica
"Destruction Preventer" , dalla quale è tratta anche la strofa poco sotto...  La stavo ascoltando mentre scrivevo e probabilmente ha poco a che vedere col tutto, ma okay, fa nulla! XD
Vi saluto, un bacio!

"No blood, no bone, no ash.
We are...
HOMRA!"

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Project K / Vai alla pagina dell'autore: Iria