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Autore: AstridxAndros    29/12/2012    0 recensioni
Tratto dalla storia:
Mi tirò a se tentando di far incontrare le nostre labbra ma quel bacio non avvenne mai. Qualcuno si era messo tra di noi. Per la sorpresa io indietreggiai tentando di non cadere, mentre il mio assalitore cadde rovinosamente a terra dopo una spinta del mio misterioso salvatore. Quando la vidi riconobbi subito la chioma di capelli corvini volutamente spettinati come al solito.
-NON. OSARE. TOCCARLA! LEI E’ MIA!-
***
eccomi di nuovo quì con un altra storiella ^_^ beh, leggete e recensite in molti!!! bye!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ero distesa sul letto, fissavo il soffitto.
-ehi, è pronta la cena- mi avvisò mio fratello, io scossi la testa,
-non ho fame- risposi atona, lui si avvicinò sedendosi accanto a me,
-oggi Alessandra mi ha raccontato tutto… di quello che è successo tre giorni fa’ intendo…- ammise sdraiandosi sul letto. Io non parlai.
-se tu non vuoi vederlo non preoccuparti… puoi cambiare classe o…- io sorrisi, era proprio distratto, non si ricordava neanche che ero stata abbracciata ad Eric per ore dopo quell’ incidente.
-è proprio questo il problema Mark… io voglio vederlo, io non voglio avere paura di lui… è lui che ha paura…- dissi continuando a squadrare il soffittò, mio fratello era stranito,
-che vuoi dire?- sospirai,
-penso che tenga lontani gli altri per questo… penso che quell’aria attorno a lui sia una forma di protezione… avresti dovuto vedere suo fratello, penso che sia già successo altre volte, ma che non sia finita troppo bene…- conclusi di esprimere le mie ipotesi e mi girai verso il giovane moro.
-non ti allontanerai da lui neanche se te lo chiedessi, vero?- chiese rassegnato, io scossi la testa sicura.
****
Il suono della ricreazione fece tirare un sospiro di sollievo all’intera classe, poi tutti iniziarono a assalire i due vip del momento.
-Lid! Lid! Aspetta ti prego!- la voce mielosa di Alan mi arrivò chiara alle orecchie, mi bloccai con Alessandra sull’uscio, le sue guance stavano iniziando ad imporporarsi, sbuffai.
-ho bisogno di un favore- disse chiaro, io scossi la testa, era il fratello di Eric ma non gli somigliava affatto, in quei giorni avevo capito che era il classico “sono-bello-e-so’-di-esserlo” e a me non erano mai piaciuti i tipi del genere.
-parla- dissi forse un po’ troppo fredda, avevo troppi pensieri per la testa in quei giorni per stare a sentire sia lui che Alessandra.
-si tratta di Eric- cancellai dalla mia mente tutto ciò che stavo pensando e mi feci attenta,
-cos’è successo?- chiesi guardandomi intorno, lui non c’era più, come aveva fatto ad uscire senza che me ne accorgessi?!
-ecco…- il suo stato d’animo mi colpì, era cambiato repentinamente.
*****
Eravamo in un corridoio abbastanza vuoto, e lui iniziò a parlare, sembrava preoccupato.
-come avrai capito quello che è successo è già capitato… di solito si chiude in se stesso per un po’ anche a me è capitato a volte, so cosa si prova, ha solo bisogno di metabolizzare l’accaduto… ma questa volta… sta’ durando troppo…- deglutii, un idea mi ronzava nella testa, non volevo crederci,
-è colpa mia vero? In qualche modo è colpa mia…- più che una domanda era una constatazione,
-ecco… non lo so, non penso… c’è in realtà… non lo so, e che fa più incubi del solito, e ormai li faccio anche io con lui... è come cambiato da quando ci siamo conosciuti, io non so cosa pensare- qualcosa si mosse in me, non potevo sopportare che lui stesse male ancora.
-dì ai prof che io ed Eric stavamo male, abbiamo entrambi la delega, e a mio fratello e ad Alessandra che è importante! Ci vediamo domani!- esclamai correndo verso il piccolo giardinetto davanti la scuola, sapevo cosa dovevo fare.
*****
Mi schiarii la voce, il giovane corvino alzò gli occhi.
-ciao- dissi leggermente in imbarazzo, lui era sorpreso,
-ciao- rispose, il libro di storia ancora sulle gambe, era seduto sul muretto che divideva la nostra scuola dalla strada,
-vieni con me- sussurrai, perplessità nei suoi occhi, sorrisi porgendogli la mia mano, la afferrò.
*****
-cos’è questo posto?- chiese guardandosi in giro, l’avevo portato in un piccolo e vecchio parco giochi, era stato costruito per un asilo, poi quello si era trasferito ed avevano costruito una casa davanti al parco. L’avevo scoperto un giorno da piccola, mi ero persa e quel piccolo parco mi aveva accolta facendomi passare per un po’ la paura. Era quello il mio obiettivo.
-il posto più bello che conosco- ammisi con gli occhi che mi luccicavano, non avevo lasciato la sua mano nemmeno per un attimo.
-Lidia... tu non devi stare con me... è pericoloso...- il suo tono era serio, tormentato. Posai un mio dito sulle sue labbra per zittirlo,
-pensi davvero che possa fare una cosa del genere? Non mi allontanerò finché tu non lo vorrai veramente...- poi non riuscendo più a reggere il suo sguardo mi allontanai, era il momento di fare la domanda che temevo di più. Avevo scelto quel posto non solo per lui ma anche per me, per farmi dare il coraggio che mi mancava.
-io… io non voglio fare la crocerossina, non sono qui con te perché hai bisogno, sono qui per puro egoismo, perché io  ho bisogno di te… dì una parola ed io mi allontanerò, smetterò di starti intorno, smetterò di farti preoccupare, basta una parola…- non osavo alzare gli occhi verso di lui, non mi accorsi nemmeno della sua vicinanza finché non sentii il calore del suo torace. Mi aveva abbracciato, in silenzio. Ricambiai l’abbraccio con gli occhi lucidi.
-non voglio che tu abbia paura di me… non voglio sognare ogni notte il tuo sguardo terrorizzato… non voglio che tu mi stia lontana per paura… non voglio che tu mi stia lontana… ho bisogno di te più di chiunque altro…-.
Le sue parole venivano cullate dal vento invernale, quello stesso vento che ci aveva fatti incontrare la prima volta, lo stesso vento che mi aveva accompagnata quel brutto giorno, quel vento aveva come nome… Destino.
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siamo arrivati!!! questo era l'ultimo capitolo gente!! ringrazio chiunque sia arrivato fino alla fine, e chiunque recensirà!!bye! V.

  
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