I Could Have Lied –
Red Hot Chili Peppers
{But now she's gone, yes she's
gone away,
a soulful song that would not
stay}
Dovevi saperlo. Dovevi intuirlo già da
quel “ci vediamo in centro?” che Greta non era più una di voi (e figuriamoci, una
che se becca cinquemila sacchi al mese checcazzo c’ha
da spartire con uno che tira avanti a poker, pardon!, business online e l’altro che campa con le ripetizioni impartite a
giovani emopiagnoni, nascondendo nel cassetto il
sogno di fare il paleontologo o, meglio ancora, direttamente il dinosauro?) e
che non sarebbe mai più tornata ad esserlo.
-… Bella merda!- è stato il commento
lapidario di Secco, quando eravate ormai sufficientemente lontani per poter
essere acciuffati dall’eventuale versione rettiliana della vostra ex-amica –a me
l’idea del monte Rushmore non dispiaceva…-
-A Camille
avrebbe fatto schifo, ma almeno una risata se la sarebbe fatta.- hai tagliato
corto tu, rifiutando il suo invito per un bicchiere al Forte e sgusciando in
fretta oltre la porta d’ingresso del tuo condominio.
Non l’hai nemmeno salutato, ma sai che
Secco capirà e lascerà perdere, perché ti conosce da sempre e sa quanto la tua
esistenza da disadattato sociale ultimamente sia stata messa a dura prova:
troppi contatti diretti con persone, troppi pensieri adulti che hanno fatto
capolino nella tua mente ancora ferma ai sette anni… se continui così il tuo
organismo non reggerà, e gli effetti saranno ancor più devastanti di quelli di
una cicciopelosi a placche.
Ti fiondi in camera e ti chiudi la porta
alle spalle, ansimando più per lo spavento che per la fatica, finché non ti
zittisci tutto d’un colpo.
Nessuna risatina isterica, neanche una
misera, miserissima smorfia.
Niente di niente, tanto che l’armadillo un
po’ si spaventa e ti dà una scrollata, giusto per vedere se potrà finalmente
ereditare la tua collezione di fedeli riproduzioni dei personaggi di Star Wars (“Guerre Sperlari” per tua madre, ‘sta
blasfema).
Con quello scossone ti risvegli e, senza
che tu te ne accorga, il primo singhiozzo t’è già sfuggito di bocca, seguito da
altri suoi simili.
L’armadillo non ha manco fatto in tempo ad
aggrottare perplesso le sopracciglia che tu ormai hai iniziato a piangere,
facendolo intenerire: l’ultima volta che t’ha visto così c’avevi cinque anni e
su Canale 5 c’era la scena in cui Anthony Brown casca
da cavallo, mica pizza e fichi (e tra l’altro gli avevi fatto giurare di non
dirlo a nessuno, che se Stecco e Sarah lo venivano a sapere la tua già precaria
reputazione se ne poteva andare direttamente affanculo senza passare dalla
casella “VIA!” e senza neanche ritirare le ventimila lire).
Dettagli che l’armadillo esistesse solo
nella tua mente, la prudenza non è mai troppa.
Comunque sia, tu vorresti fermarti ma non
sai come fare. Cioè, al posto dei condotti lacrimali ormai ci sono le cascate
del Niagara, e tu il cappellino di Bruce Nolan (quello con l’ombrellino) non ce
l’hai.
Il problema è che… il problema è che non
riesci a concentrarti su qualcosa che non sia “ami, si tu tombes, un ami sort
de l’ombre à ta place”, e ci stai di merda perché vorresti averlo
potuto fare con lei, ma le tue occasioni le hai buttate giù per il cesso… e poi
voi due mica stavate nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, dai.
Il vostro campo di battaglia si chiamava “vita”
ed è indubbiamente più atroce, pochi cazzi.
… ok, frase ad effetto tattica e cazzuta,
ma piantiamola qua. La verità è che tu da quell’ombra di merda non ci saresti
mai uscito, nemmeno se ti fosse stata concessa l’opportunità di farlo… perché
sei un cacasotto, lo sei da quando sei venuto al mondo e lo sarai fin quando
questo pianeta lo lascerai per sempre.
Ca-ca-sot-to.
Musicale, dai. Ci si potrebbe fare pure un
pensierino per la lapide, che dici?
-Zero…-
Un fazzoletto a quadri, uno di quelli che
tua madre si ostina a infilarti tra la biancheria stirata (ahò,
manco fosse un contrabbandiere), ti viene sventolato davanti agli occhi.
-A-amico armadillo, io…- inizi a
bofonchiare, interrompendoti con la scusa di soffiarti il naso, anche se in
realtà non ce l’avresti comunque fatta per via del nodo che ti si è formato alla
gola.
-Lascia stare. Un po’ di latte e plumcake e passa tutto.- ti sorride –Vieni, andiamo in
cucina.-
Sorridi titubante ma lo segui, la canzone
che si affievolisce leggermente tra le pareti del tuo cervello datato 1983.
Il sapore del rimpianto è forte ma, se non
altro, i plumcake e il latte lo confonderanno un po’.
Note autrice
Ce. L’ho. Fatta.
Timore reverenziale,
vieni a meeee!
Bando alle ciance: era
da secoli che volevo scrivere qualcosa su La
Profezia dell’Armadillo, ma:
1) Ribadisco il concetto: TIMORE
REVERENZIALE.
2)
Avevo paura di snaturalizzare la meraviglia che è
‘sto fumetto, spegnere la magia che avvolge il lettore intento a perdersi tra
quelle pagine.
3)
Profondo timore di non rendere giustizia alle dinamiche e ai personaggi del
suddetto fumetto.
4)
“E se poi Zerocalcare in persona la viene a
leggere e mi denuncia?”, paranoia immediatamente seguita da “Vabbè, chisseneincula, figuriamoci se viene a saperlo!”
5) Varie ed eventuali che al momento non mi
sovvengono.
Anyway!
La storia è un missing-moment del primo albo di Zerocalcare,
però qua e là sono presenti ulteriori elementi di altre sue opere:
-
“Guerre Sperlari” è tratto dalla striscia “Bollette (e struzzi)”
-
Sarah è un personaggio del secondo fumetto “Un Polpo alla Gola”
… il resto sono cazzate arrandom partorite dal mio cervello malato, non fateci
caso.
Ah sì, penoso tentativo
di riprodurre l’idioma di Roma e dintorni, ma che ci volete fare? Da una
veronese metà sarda non potevate aspettarvi nulla di più :D
Uhuhuhu, ultima precisazione: questa è una rivisitazione della mia amata 10 Songs Challenge.
Di solito m’ispiravo al titolo della canzone che mi capitava nella riproduzione
random dell’iPod… adesso ho deciso di ispirarmi ad un verso del suddetto brano,
ossia quello che dà il titolo a questa storia e che ritrovate tra le parentesi
graffe.
Speriamo che ‘sto
esperimento vada a buon fine!
Mo’ scappo, vado a
rifugiarmi sotto le coperte in attesa che l’amico armadillo arrivi a
confortarmi e a dirmi che no, ‘sta fanfiction non è ‘na merdata assurda (è vero, è una palla, ma apprezzerei
comunque il gesto!)
Statemi bene, gentaglia!
(sempre che su questo sito ci sia qualcuno a conoscenza di Zerocalcare
e dei suoi fumetti, che più che fumetti sono romanzi, poesie… pezzi di vita.)
Dazed;