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Autore: Fuyu    30/12/2012    1 recensioni
Non sapeva nemmeno perché si trovasse in quella situazione, e pensare che non glielo avevano neanche chiesto. In ogni caso non poteva sottrarvisi, sopratutto se ad aspettarlo c'erano un sacco di donne allupate pronte a scarnificarlo se non si fosse fatto vivo. "Portami da lui!" proclamò d'istinto. Lo zio non fece neanche la domanda, sapeva benissimo di chi parlava. Ogni volta, dopo il lavoro, Zoro voleva andare da lui.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Aria fresca

ARIA FRESCA

Non sapeva nemmeno perché si trovasse in quella situazione, e pensare che non glielo avevano neanche chiesto. In ogni caso non poteva sottrarvisi, sopratutto se ad aspettarlo c'erano un sacco di donne allupate pronte a scarnificarlo se non si fosse fatto vivo. Da quando avesse ricevuto tutta quella popolarità, rimaneva un mistero, nonostante la cosa fosse accaduta in modo graduale. Fatto stava che le ragazze non smettevano di andargli dietro e tutto per quella rivista del cavolo che non faceva altro che fargli foto in pose assurde e con sempre meno vestiti.
"Si muova signor Roronoa, la macchina è pronta" informò una voce da fuori il camerino dove Zoro si stava preparando. Il verde sbuffo davanti allo specchio, lungo un metro, che aveva davanti. Nascose il viso tra le mani e pregò in cuor suo che non succedesse nulla di tragico come l'ultima volta. Una ragazza, solo per afferrargli la mano, era salita sulla transenna per poi cadere rovinosamente addosso ad un cameraman con la telecamera sul braccio. Il cameraman ne era uscito illeso e anche la telecamera sembrava a posto, non si poteva dire altrettanto della ragazza, la quale fu portata all'ospedale sotto prognosi riservata*.
"Quando finirà tutto ciò!?" si chiese scoraggiato alzandosi, di malavoglia, dalla sedia. Afferrò il pomello della porta del camerino e prese un lungo sospiro, prima di aprirla e camminare verso la macchina che lo avrebbe riportato, finalmente, a casa. Già, perché nonostante il suo "lavoro", lui non era nient'altro che uno studente universitario che non vedeva l'ora di laurearsi ed entrare nella comunità lavorativa. "E andiamo!" si diede coraggio scendendo le scale fino al piano terra. Li, alcuni uomini vestiti di nero aspettavano davanti al portone principale dello stabile, per aiutarlo a superare l'orda di ragazzine che si erano accalcate davanti al palazzo. Zoro si chiese se non fosse stato meglio uscire dal retro, ma il suo lavoro consisteva anche in quello, far sognare le ragazza che compravano quella maledetta rivista.
La rivista in questione, solo un anno fa, gli aveva chiesto di fargli delle foto per un concorso. All'inizio non gli era sembrata una cattiva idea, dopotutto era per strada quindi che fossero mal intenzionati, poco ci credeva, il problema avvenne due mesi più tardi. La rivista, e lo scoprì solo allora, aveva fatto delle foto a molti ragazzi dai 20 anni in su, solo per far decidere alle ragazze quale fosse il più bello. E alla fine del conteggio, lui si era ritrovato primo con delle ragazze che non lo lasciavano stare e fu grato che la sua scuola era esclusivamente per maschi. Tutto quello che era successo in conseguenza, non voleva affatto che succedesse. interviste, set fotografici, inviti alla radio e robe varie. Roba di poco conto, non era certo un noto volto della televisione, ma per le ragazze era sufficiente per tararlo con il nome di FAMOSO. Per i suoi amici era un fortuna, per lui era una disgrazia.
"Andiamo Zoro, sarai protagonista di talk-show, programmi alla radio! Potrebbero anche far uscire un album con tutte le tue foto" aveva fatto notare Usop arciere provetto e amico d'infanzia di Rufy
"Si e grazie a questo, con tutti i soldi che ti daranno, potresti finalmente ridarmi i miei interessi!" aveva esclamato Nami, proprietaria di un salone di bellezza. Peccato che Zoro quei soldi non li avesse mai visti, anzi lavorava proprio gratis.

"Zoro di qua!" esclamò suo zio. Koshiro, lo zio di Zoro, lo accompagnava sempre sui set e alle interviste, almeno aveva un volto famigliare con cui parlare senza sentirsi in imbarazzo. Seguì la mano dello zio fino al portone. Già vedeva, attraverso il vetro, le ragazze che scalpitavano e facevano foto. Appena una delle guardie aprì le porte gli uomini vestiti di nero si portarono davanti a Zoro e camminavano davanti a lui e suo zio per far strada fino alla macchina. Certo non servivano a granché, visto che tra lui e le ragazze c'erano le transenne e delle guardie, ma dopo l'ultimo fatto, citato sopra, la rivista aveva creduto opportuno rifilarglieli. "Entra, adesso andiamo a casa!" sospirò lo zio sedendosi a sua volta al volante.
"Vorrei sapere cosa le spinge a stare ore davanti ad una porta, con il freddo che fa!" protestò lui stringendosi nel cappotto nero. Lo zio rise basso e scosse la testa, possibile che suo nipote non capisse il sesso femminile. Ad ogni modo mise in moto la macchina e si allontanarono da li a tutta birra.
"Sarai stanco, vuoi cenare!?" chiese Koshiro al nipote.
"No, non ho fame! Voglio solo dormire!" sbuffò fissando il finestrino. Fuori aveva cominciato a nevicare, il natale era passato e l'ultimo dell'anno arrivava e lui non vedeva l'ora di finirla con tutto questo. L'unica cosa che lo faceva stare bene era il riposo di fine giornata, ma più di tutti una persona. "Portami da lui!" proclamò d'istinto. Lo zio non fece neanche la domanda, sapeva benissimo di chi parlava. Ogni volta, dopo il lavoro, Zoro voleva andare da lui.
"Come vuoi!" Mise la freccia a destra e girò in una via buia fino ad arrivare ad una villetta poco fuori città, un po' fuori mano, ma carina e accogliente. Zoro scese dalla macchina, ringrazio e aspetto che lo zio si allontanasse, prima di bussare. Gli aprì la porta un uomo biondo con un capello da chef in testa. Appena l'uomo vide Zoro sorrise beffardo, sapeva benissimo perché fosse li.
"Non è in camera sua, ha fatto un salto a trovare sua madre! Puoi aspettare dentro"
"Grazie signor Zef!" esclamò Zoro entrando. "Quando pensa che tornerà!?" chiese appoggiando il cappotto allo schienale della poltrona.
"Oh a breve, sono solo passato per gli auguri e per il gatto" spiegò chiudendo la porta d'ingresso. "Vuoi qualcosa da bere!?" chiese. Proporre da bere alle 10:00 di sera era una proposta più che accettabile e, infatti, Zoro non se lo fece ripetere due volte. Zef conosceva Zoro da anni, infondo lui e suo nipote Sanji erano cresciuti insieme come fratelli, ma col passare del tempo i sentimenti cambiano, nonostante Sanji non volesse accorgersene. Zoro si era dichiarato a Sanji tre anni prima di diventare il più bello della città.
"Ti amo!" aveva detto in preda ad un rossore paonazzo e subdolo per un kendoka come lui, sopratutto davanti ad un uomo. Il solo problema era che Sanji non aveva assimilato bene la cosa, si era messo in testa che gli piacesse come amico e a quel punto Zoro, vuoi per il troppo imbarazzo o per la paura di una reazione da parte di Sanji, ci rise sopra dandogli ragione. Erano passati tre anni e ancora Sanji lo considerava il suo più grande amico, compagno di bevute e scazzottate. Avevano un modo tutto loro di approcciarsi e parlarsi e la traduzione diventerebbe complicata con solo i verbi e le sillabe. Dopo mezz'ora di bevute e chiacchierate, finalmente, la porta d'ingresso, presentò Sanji avvolto in un capotto grigio.
"Nonno sono tornato!" disse entrando in salotto mentre si toglieva il cappotto. "Zoro!" si stupì il biondo. Il verde salutò con il gesto della mano e con il bicchiere nell'altra.
"Bene, vi lascio soli! Auguri pivello e buon anno anche a te Zoro" salutò con la linguaccia di Sanji come risposta
"Quanto lo odio quando mi chiama così! Piuttosto, qual buon vento!?" chiese prendendo il bicchiere di suo nonno e quello di Zoro per poi portarli a lavare.
"Non avevo finito!" brontolò il verde.
"Troppo alcol fa male, e conoscendo mio nonno te ne ha versato più di un bicchiere!" Zoro mise il broncio, pareva di avere a che fare con sua madre. "Hai fame? Scommetto che non hai cenato durante il set fotografico!"
"No, in effetti, no!" rispose sprofondando nel divano.

Sentiva tagliuzzare sul tagliere, lo sfrigolare dei condimenti, odori paradisiaci e l'odore di sigaretta che si espandeva in tutta casa, del quale erano impregni i mobili, i tessuti e adesso anche il suo naso. Chiuse gli occhi per sentire meglio. Dio quanto lo amava, lo voleva ogni giorno di più eppure non riusciva a farglielo capire. Dopotutto non c'era riuscito nemmeno gridandoglielo in faccia. Ad un certo punto gli tornarono in mente quelle grida eccitate delle ragazze, i loro visi totalmente sognanti e quelle mani che lo cercavano allupate. Era bello starsene seduto in santa pace con i suoi sensi accarezzati da quegli odori e suoni, ma la voglia prese il sopravvento. Si alzò dal divano ed entrò in cucina, si avvicinò a Sanji che rimestava in una padella non sapeva cosa. Lo abbracciò da dietro facendo saltare Sanji sul posto.
"Che diavolo ti prende marimo!?" chiese girando il volto verso il verde, per quel che poteva. Zoro non fece caso alla domanda e neanche al tentativo di Sanji di levarselo di dosso, semplicemente appoggiò il naso nell'incavo del collo del biondo e aspirò a pieni polmoni. Un odore misto di: pesce al ragù, patate a rosto, sigarette e colonia.
"Mi ci voleva un po' d'aria fresca!" sibilò contro il collo del biondo. Sanji arrossì, ma non si mosse e rimasero così per un tempo indeterminato.............

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Una cavolata per rinfrancare lo spirito, prima della fine dell'anno. Innanzti tutto auguro BUON NATALE (in ritardo) a tutti e AUGURI DI INIZIO ANNO, che possa portarvi tanta felicità e fortuna che non guasta, sopratutto in questo periodo.
Credevo di finirla in modo diverso, magari facendola diventare ratiing rosso, ma alla fine è uscita una cosa ambigua, forse ne farò una storia lunga almeno qualche capitolo, ma per ora la lascia finita. Appena finita quella dello Yakuza vedrò che farne. Ancora AUGURI e ci rivedremo domani per un'altro capitolo, forse il più triste che io abbia mai scritto, de Destini Avversi.
   
 
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