Avresti voluto aprire l'inverno come una noce.
Anelavi il gheriglio, e invece la sensazione era quella di mordere il guscio.
Per romperlo ti servivano mani forti che non avevi, per questo nascondevi quel nocciolo in bocca, succhiando il legno come un lecca-lecca, imbronciata, la guancia gonfia.
Ogni mattina ti svegliavi col cuore ingrossato dei cani che muoiono correndo.
Un giorno li avevi visti inseguire gli aerei - ansimando l'anima tra un passo di zampa e l'altro, pazzi di fatica – e t'eri riconosciuta: come loro ti consumavi, ogni notte!
Incubavi i sogni a grappoli, nel tuo letto, mentre fuori faceva freddo...