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Autore: LittleBoobear    30/12/2012    3 recensioni
-Non cambierò per te.- dico, assottigliando gli occhi a piccole fessure.
-Non te l'ho chiesto.- alza le spalle.
-Sono stronzo.- riprendo. Annuisce.
-Lo so.
-Una volta ho appeso un bambino per le mutande.- aggrotta le sopracciglia, ma poi alza le spalle, di nuovo.
-Mi sono fatto l'intera scuola.
-Uh, che novità.- commenta, indifferente. Mi avvicino.
-Sono arrogante, insensibile, senza scrupoli, fottutamente stronzo...oh, l'ho già detto.- sorrido.
-Sono vanitoso, lunatico, orgoglioso e un tantino infedele. Vuoi davvero avere un'altra possibilità da uno come me?- la sfido, sorridendo.
-Sì.- risponde, convinta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5
 
Busso insistentemente alla porta di casa Horan e mi apre Niall, che mi squadra confuso, forse non si aspettava di trovare me.
-Ehm...ciao.- sorrido debolmente, grattandomi la testa.
-Ciao.- ribatte, freddo.
-Posso entrare?-  sussurro, mordendomi l'interno guancia. Sospira e si sposta leggermente, perché io possa passare.
Suo padre sta guardando la tv in salotto, così lui mi propone di andare in camera sua.
-Senti, so che sei arrabbiato...- comincio, imbarazzato, mentre lui chiude la porta -Non avrei dovuto urlarti contro.
-No, sono io che ti ho aggredito...- mi interrompe, guardando il pavimento -Mi dispiace, Zayn, ok? Ma non riuscivo più a tenermi tutto dentro...non riuscivo più a guardarvi mentre giocavate con quelle ragazze ingenue. Forse credete che loro non soffrano, che, anzi, apprezino di esser state scelte da uno dei ragazzi più popolari della scuola, anche se solo per una notte...e magari per qualcuna è così, ma altre ci piangono a giornate sane e io non posso credere che sia colpa dei miei amici e non posso più starmene zitto a guardare. Perché l'amicizia è fatta anche di verità e, beh, ecco la verità: il vostro atteggiamento mi fa vomitare.- le sue parole mi fanno male e stringo i pugni.
-So che non è giusto come certe volte credo che sia...ma io sono fatto così e mi piaccio e, probabilmente ti farà male sentirlo, ma non cambierò, non adesso. Perché anche se lo facessi, la gente non mi guarderebbe in modo diverso.- Niall fa una smorfia e mi guarda, annuendo.
-Ti capisco, ma spero che un giorno...- lo blocco con un gesto della mano, avvicinandomi.
-Non mi pento della persona che sono, Niall, e, probabilmente, non me ne pentirò mai, ma rispetto la tua opinione e spero che tu possa rimanere mio amico perché ti voglio bene.- sorride.
-Anch'io. Ma non a quello Zayn che fa soffrire le ragazze, voglio bene a quello che, con una battuta, a messo fine ad una rissa, a quello che fece sentire sua sorella una principessa il giorno in cui degli stupidi ragazzini l'avevano presa in giro, a quello Zayn che disperatamente cerca di uscire, ma che ormai è sempre meno visibile.- abbasso gli occhi, tristemente e lui mi mette una mano sulla spalla.
-So che quella parte di te è ancora viva, non abbandonarla.- sorride incoraggiante e io ricambio,  abbracciandolo.
 
 
 
Mentre torno a casa ripenso alle parole di Niall. Vuole veramente che io cambi, ma non lo voglio io, e, a costo di sembrare egoista, non cambierò.
Butto a terra la sigaretta, ridotta, ormai, a un mozzicone e la schiaccio con il piede. Respiro a fondo  ed entro in casa.
-Sono tornato.- esclamo, chiudendo la porta, ma nessuno mi risponde. Mia madre è arrabbiata, probabilmente vuole fare l'offesa. 
Alzo le spalle e salgo le scale, ma un rumore proveniente dalla camera degli ospiti, mi fa insospettire.
Assottiglio gli occhi e apro la porta, trovando l'ultima persona che mi sarei mai aspettato: Jillian.
Sta giocando con una bambina e appena mi vede, tira un urlo.
-E tu che ci fai qui?- esclama, stringendo a sé la piccola, che riconosco come mia cugina.
-Dimmelo tu, io sono a casa mia.- ribatto, mettendo le mani in tasca. 
Strabuzza gli occhi.
-Q-questa è casa tua?- annuisco, sorridendo.
-E la bambina che tieni in braccio è mia cugina. Posso chiederti che stai facendo?- la squadro da capo a piedi, curioso.
-Sto guardando Melody.- risponde, abbassando gli occhi.
-E perché?
-Me l'ha chiesto tua madre.- ribatte, mordendosi il labbro.
-A cosa le serve una babysitter? Avrei potuto guardarla io.- dico, forse più a me stesso che a lei.
-Beh, forse tua madre non si fida di te.- stringo i pugni. 
-Ma chi ti credi di essere?- sbotto, digrignando i denti.
-Parla quello che...- la interrompo, sbattendo un pugno sulla scrivania.
-No, non ho voglia di litigare, ok?- la guardo male e, sbattendo la porta, me ne vado in camera.
Perché mia madre ha assunto una babysitter e perché proprio lei?
Mi squilla il cellulare e, sospirando, rispondo.
-Pronto?
-Ciao, Zayn.- la voce squillante di Louis mi saluta.
Metto il vivavoce e mi sdraio sul letto, distrutto.
-Dimmi, Lou.
-Non ti sento da ieri, te ne sei andato presto.- faccio scrocchiare il collo e mi accoccolo bene sul letto.
-Sì...- sbadiglio, squadrando il soffito bianco.
-Com'è andata con quella nuova? Harry mi ha detto che ci hai provato.- faccio una smorfia. Perché il riccio non si fa mai i cazzi suoi?
-Non è successo niente. Con lei non attacca.- ammetto, mordendomi il labbro inferiore.
-Cosa? Questa è da segnare! E' la prima in assoluto che ti rifiuta!.
-Sì, beh, forse è stato meglio così...e a te com'è andata?- continuo, giocherellando con l'ipod.
-Alla grande, Zayn, cazzo. Se n'è andata giusto da due minuti.
-E' rimasta con te tutto il tempo?- chiedo, meravigliato.
-Sì, cazzo, è fantastica.
-Almeno uno dei due ha avuto ciò che voleva.- commento, amaro, sbuffando sommessamente.
-Non affliggerti, magari cambia idea.
-Sì, certo.- sospiro.
Sento, poi, Melody, cominciare a piangere disperatamente e un sorridetto divertito mi spunta sul volto.
-Pensa che fa pure da babysitter a Melody.
-Scherzi?- Louis alza la voce e poi scoppia a ridere, contagiandomi.
-No, l'ho appena scoperto.- dico, prima che il pianto di mia cugina aumenti.
-Ehm...ma è lei che piange?- chiede, confuso.
-Già, devo dire che se la sta cavando.- commento, sorridendo beffardo.
Ah, quanto mi diverto.
-Zayn, è la tua occasione! Va' di là e vendicati. E' tua cugina, sai come calmarla e poi ogni volta che ti vede ride.- annuisco, continuando a sorridere.
-Hai ragione.- stacco la chiamata e mi precipito nella stanza accanto, fermandomi sulla porta per osservare Jillian che tenta, invano, di mettere il ciuccio a Melody, che si rifiuta.
-Oh, avanti, piccola.- la supplica, sospirando.
Rido e mi avvicino. Mi guarda male.
-Da' qua.- sbotto, prendendo in braccio mia cugina. Jill incrocia le braccia, sfidandomi con lo sguardo.
Sorrido e faccio una faccia buffa, facendo ridere Melody, che comincia a giocare con la collanina che indosso.
Le accarezzo la guancia e le metto facilmente il ciuccio.
Jillian rimane meravigliata.
-Ma come...?
-E' mia cugina, la conosco.- sorrido, dandole un bacio sulla fronte.
-Ci sai fare con i bambini.- Jillian si apre in un sorriso, addolcendo lo sguardo.
-Meglio di te, sicuramente.- ride.
-Cosa? Guarda che mi offendo.- sorrido e poso Melody nel lettino.
-Mi dispiace di averti detto che tua madre non si fida di te. Non lo penso veramente.- la guardo, è ancora più bella con le guance rosse per l'imbarazzo.
-Probabilmente hai ragione...quindi...- alzo le spalle, sospirando.
-E' tua madre...- commenta, piegando la testa di lato.
-Altrimenti non avrebbe assunto te, non credi?
-In realtà...l'ha fatto per farmi un favore...ho bisogno di un lavoro...e tua madre si è offerta di aiutarmi.- annuisco e guardo Melody, che, nel frattempo, si è addormentata.
Sorrido e faccio cenno a Jillian di uscire dalla stanza per evitare di svegliarla.
-Mia madre ti ha detto quando torna?- chiedo, mentre scendiamo le scale.
-No...ha solo...ha solo detto che ci avrebbe messo un po'.- è tremendamente imbarazzata e la capisco, soltanto ieri sera ho cercato di portarmela a letto.
Mi siedo sul divano e lei rimane ferma sugli ultimi scalini, toccandosi nervosamente una spalla.
La guardo impaziente.
-Hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno?- sbotto, facendola arrossire di brutto.
Si avvicina in silenzio, sedendosi sul divano, ma, comunque, a dovuta distanza da me.
-Allora...ti sei divertita ieri alla festa?- chiedo, per interrompere il fastidioso silenzio che si è creato.
-Ehm...sì...e tu?
-Parecchio...- mento, puntando gli occhi sulla televisione, nonostante sia spenta.
-Hai trovato qualcuno?- riprendo, dopo poco, fingendomi disinteressato.
-No...sono stata con Brooklyn tutta la sera...
-Veramente Brooklyn era con Harry.- la contraddico, alzando un sopracciglio.
Si morde il labbro. 
-Beh...sì...è stata un po' con lui...
-Quindi ti ha lasciata sola.- affermo, sorridendo vittorioso, mentre dentro di me esplodo di soddisfazione. Mi ha rifiutato ed è rimasta tutta sola.
-Uhm...- abbassa lo sguardo, imbarazzata.
-Va be'...adesso devo fare una telefonata.- concludo, afferrando il cellulare di tasca e andandomene velocemente in camera.
Probabilmente l'ho spiazzata, perché ho sentito il suo sguardo incredulo puntato sulla mia schiena.
Beh? Si aspetta che ci provi di nuovo con lei?
 
 
 
-L'ho detto che sei un genio del male.- commenta Harry, dopo che gli ho raccontato tutto.
-Dovevi vedere la sua faccia quando le ho detto che dovevo fare una telefonata, si aspettava tutt'altro.- ride.
-Questo è lo Zayn che conosco! Non quello che si deprime per essere stato rifiutato!- esclama, facendomi tornare in mente il discorso di Niall.
Beh, alla fine, ha cominciato lei...quindi se lo merita.
-Non vedo l'ora di vedere la faccia di Brooklyn quando scoprirà che la sua amichetta lavora per te. Ci pensi, Zayn? Lavora per te!- il riccio ride di nuovo, incontrollatamente.
-Già. Adesso stacco...siamo al telefono da non so quanto. Sembriamo delle ragazzine pettegole.- ridiamo insieme e ci salutiamo, terminando la chiamata.
Torno in salotto. Jillian non c'è, ma sento un profumo di...biscotti?
Corrugo la fronte ed entro in cucina.
-Che stai facendo?- chiedo a Jill, confuso.
-Sto...ho preparato dei biscotti...ne vuoi?- sorride gentilmente, porgendomi una teglia con vari biscotti.
La guardo con fare indagatore.
-Sono avvelenati?- scherzo, facendola ridere.
-Ma no, dai, assaggiali.- cerco di prenderne uno, ma nel farlo mi scotto con la teglia ancora bollente.
-Cazzo!- esclamo, facendo una smorfia e toccandomi il pollice.
-Oddio...aspetta...bagnati il dito.- mi afferra la mano e la mette sotto l'acqua fredda, massaggiandomi delicatamente il pollice.
Sembra dispiaciuta, come se fosse colpa sua.
La osservo, confuso, e quando si accorge di quello che sta facendo, arrossisce di colpo, lasciandomi andare.
-Scusa...io...- chiudo l'acqua e le sorrido.
-Tranquilla, sto bene.- so che non alludeva a quello, ma faccio finta di niente.
-Sono una frana...avrei dovuto avvertirti che scottava.- comincia, imbarazzata, mordendosi il labbro.
-Ammettilo, l'hai fatto di proposito.- la provoco, addentando un biscotto.
-Cosa?- alzo un sopracciglio, divertito e lei si stringe nelle spalle.
-Va un po' meglio?
-Sì, sto bene.- sorride, sollevata, spostandosi una ciocca di capelli dal viso.
-Comunque sono buoni i biscotti.- annuisce.
-Cucinare è l'unica cosa che so fare...- ammette, abbassando il viso.
-Hai anche saputo resistermi...- mi avvicino, facendola indietreggiare.
-Non era mai successo.- l'ho intrappolata contro il muro, sento che il suo respiro si è fatto irregolare.
Sorrido e mi allontano improvvisamente.
-Meriteresti una medaglia.- commento, afferrando un altro biscotto.
La guardo un'ultima volta prima di uscire dalla cucina. Sembra sconvolta.
 
 
 
 
 
 
 
  
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