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Autore: HeavenMayBurn    17/07/2007    6 recensioni
-C’è stato un momento in cui... Un momento in cui mi sarebbe piaciuto fuggire via… Mentre guardavo Missy avvicinarsi all’altare l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che se avessi corso abbastanza veloce avrei potuto allontanarmi prima che lei mi raggiungesse… E allora non sarebbe più stato per tutta la vita…-
E' la mia prima fict sugli HIM. La coppia è Bam/Ville. Ditemi che cosa ne pensate ^^
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In joy and sorrow my home's in your amrs

In joy and sorrow my home's in your arms

By Niamh.

 

(N.b. "Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e non mi appartengono, gli eventi non sono accaduti realmente e questa storia non è scritta a scopo di lucro")

We must escape our darkest days
Or face the fall and fade away

Eighteen Visions: Our Darkest Days

 

Era cominciato tutto così lentamente che nessuno dei due si ricordava il giorno o l’ora precisa.

Strano, visto che quella era la relazione più lunga della vita di Bam.

Diede un’occhiata a Missy, ormai addormentata al suo fianco e prese il cellulare che aveva appoggiato al piccolo comodino di legno.

Si alzò dal letto e si diresse in terrazza. Se mai lui avesse risposto, non avrebbe potuto parlargli in quella stanza. Perché tutto aveva assorbito l’odore della notte precedente. La prima notte delle sue nozze.

Si tolse la fede che aveva al dito da poche ore e la mise in tasca senza avere il coraggio di guardare attraverso la porta vetri della loro camera d’hotel.

Ma che diavolo stava facendo?

Aveva tutto quello che desiderava, aveva sposato la ragazza con cui stava da due anni, era ricco e Iggy Pop aveva suonato al suo matrimonio. Aveva ottenuto quella che, senza ombra di dubbi, molti definirebbero una vita felice.

Ma c’era stato qualcosa che aveva rovinato tutta la gioia di quel giorno. O meglio qualcuno non c’era stato.

Dopotutto era normale.

Che cosa si aspettava? Che gli stringesse la mano e augurasse tanta felicità?

No, non era idiota fino a questo punto. Ma era sempre stata una persona abbastanza egoista da desiderarlo.

Fece partire la chiamata. Non gli importava che cazzo di ore fossero in Filanda, doveva parlargli e doveva farlo ora.

Sorrise quando sentì il famigliare squillo del telefono che suonava. Forse questa volta c’e l’aveva fatta.

Ma dopo pochi secondi la sua soddisfazione scomparve. Gli aveva rifiutato nuovamente la chiamata.

Strinse forte la fede attraverso la tasca e aspettò di sentire il bip che la segreteria telefonica era in funzione e parlò.

-Ville, cazzo, rispondi a questa merda di telefono, l’ho capito che ci sei… ti prego richiamami- disse quelle parole con poca convinzione, sapeva che non l’avrebbe fatto. –Perfetto, continua a fare il bambino, se è quello che ti piace fare! Volevo solo parlarti… Mi sei mancato oggi…- Nel momento stesso in cui le pronunciava si pentì di averle dette. Chiamare il suo amante e dirgli che gli era mancata la sua presenza nel giorno del suo matrimonio. Questo era troppo, lo capito persino lui, e al posto di Ville si sarebbe mandato vaffanculo da solo. Si morse le labbra. –Richiami, per favore-

Terminò la chiamata e si rimise la fede, tornando dentro.

Si ristese tra le coperte e si mise a guardare Missy dormire. Ma la sua mente non era davvero lì.

Sarebbero andati in luna di miele solo tra una settimana perché Bam doveva fare un’apparizione per  Mtv il giorno prima di partire.

Aveva il tempo di volare a Helsinki, parlare con Ville e tornare. Avrebbe cercato una scusa più tardi da propinare a Missy, April, Phil, Novak o chiunque altro gli avesse rotto i coglioni.

Era la cosa più stupida che avesse potuto fare, ma si sa, Bam Margera non è uno che pensa molto prima di agire.

Diede un bacio sulla fronte di Missy e gli lasciò un biglietto dove diceva che Jess aveva bisogno di lui a West Chester. Sapeva che suo fratello gli avrebbe retto il gioco senza fare domande.

Preparò velocemente la sua borsa e uscì e chiamando il suo agente e dicendogli di prenotargli un volo per la Filanda. Poi si diresse all’aeroporto.

Erano solo le sei e mezzo del mattino quando arrivò all’aeroporto di Philadelphia.

Comprò un pacchetto di sigarette e ne fumò quasi la metà nella toilette, decidendo di riservare le altre per il piccolo bagno dell’aereo. Era teso come mai lo era stato nella sua vita.

Pensò a cosa dirgli una volta arrivato; perché non avrebbe potuto entrare a casa sua e dire qualcosa di stupido tipico di lui tipo. Aveva una sola occasione e non poteva sbagliare, doveva giocare bene ogni sua carta.

Appena chiamarono il suo volo per il check-in lui riemerse dai suoi pensieri. Si sedette pesantemente sulla poltroncina della prima classe dell’ American Airlines e chiuse gli occhi.

Cercò di ragionare e di formare un discorso di senso compiuto, ma le parole non volevano proprio mettersi in ordine nella sua testa.

Dopo qualche minuto si addormentò e si svegliò solo sette ore più tardi [NdA: Non ho idea di quanto sia il fuso orario Philadelphia/Helsinki quindi sorry se ho toppato =/ ] con un leggero mal di testa [NdA: Povero Bam che non è abituato a pensare xD] [NdBam: -__-“] mentre un hostess bionda gli annunciava che ormai stavano per arrivare nella capitale finlandese. Si tolse nuovamente la fede e afferrò il suo borsone preparandosi a scendere. 

Fece un profondo respiro e si diresse all’uscita dell’aeroporto chiamando un taxi e pregando che la gente  capisse l’inglese.

Una volta, dopo essere stati insieme, mentre erano abbracciati nel letto di Castel Bam, lui aveva chiesto  a Ville di insegnargli un po’ di parole in finlandese, così avrebbe potuto fare il figo con i suoi amici, e il risultato era stato una delle esperienze più tristi che Bam avesse mai provato. Ricordava la risata di Ville, era fresca e dolce. Bam aveva considerato seriamente di continuare a ripetere quelle parole che gli sembravano senza senso per ore, l’importante era che Ville avesse continuato a ridere in quel modo. Poi si era mandato affanculo da solo, lui non era uno stupido romantico.

Sapeva a memoria l’indirizzo, c’era stato così tante volte da averne perso il conto. Pronunciò lentamente ogni parola supplicando che l’uomo le capisse, non poteva perdere altro tempo. Egli annuì e mise in moto accendendo la radio.

Quella doveva essere una specie di persecuzione, una punizione fatta dai suoi antenati. Non solo la voce di Ville aveva monopolizzato il suo cervello, ma anche le sue orecchie.

-Scusi, può spegnere la radio, per favore?- disse piano scandendo ogni sillaba.

–Perché? Non ti piace?- chiese il guidatore alzando un sopracciglio. Sembrava essersi piuttosto alterato.

-No, non è questo…-

-Ah, bene, bene… Sai, quel ragazzo che canta è di qui. Io sono un amico di suo padre e lo conosco da quando è alto così!- disse allargando le mani senza però togliere lo sguardo dalla strada. –E’ davvero un bravo ragazzo, sai?- disse sorridendo.

Bam ricambiò il sorriso un po’ incerto. Si, decisamente doveva aver fatto incazzare gli antenati.

-Lo so... cioè, lo immagino-

-Io non dovrei dirtelo, ma abita proprio nella via dove devi andare tu… Che coincidenza, vero?-

-Eh, già…- “Proprio una strana coincidenza”

-Siamo arrivati!- decretò il guidatore. Bam annuì sempre più teso e pagò l’uomo che se ne andò velocemente.

Bam si fermò davanti al portone, incapace di andarsene o di bussare. Rimase solo lì, senza fare alcuna azione.

Si sedette sugli scalini, si accese l’ultima sigaretta del pacchetto e la guardò mentre si spegneva. Era davanti a quella cazzo di casa da quasi venti minuti. Non era da lui essere così vigliacco, ma più continuava a ripetersi che doveva alzarsi, più le sue gambe non volevano collaborare.

Improvvisamente la porta dietro di se si aprì e sentì una voce ormai troppo famigliare parlare.

-…Sì, certo, così ti fai prendere a calci in culo anche da lei…- Ville si bloccò appena riconobbe chi aveva di fronte.

-…Ma non dire cazzate Ville, a quella l’ho fatto a posta a lasciare che mi trattasse così, non volevo ferire i suoi sentimenti… ma che cazzo hai?- chiese Gas notando che l’amico si era fermato. Poi riconobbe lo skater e la sua espressione mutò in rabbia e odio. Ma a Bam non importava nulla di lui.

-Ville- disse alzandosi e guardandolo negli occhi. Il cantante abbassò lo sguardo e Gas decise di intervenire. Non poteva fare finta di chiudere gli occhi e camminare lontano, anche se avrebbe voluto. Sapeva che sarebbe finita esattamente come le altre volte, con Ville con il cuore spezzato che correva da lui e dagli altri. Quella volta non sarebbe stata diversa, ma come minimo doveva tenatre.

-Che cazzo ci fai qui? Eh? Non hai appena trovato una cazzo di moglie con cui divertirti, non puoi semplicemente lasciarci in pace?-

Ville lo fermò con un gesto della mano. –Gas… ti raggiungo dopo al pub con gli altri, ok?-

-Ma, Ville…- tentò di replicare il batterista, ma Ville gli lanciò uno sguardo implorante e allora lui non fece altro che allontanarsi in silenzio.

Ville aprì di nuovo la porta di casa sua e aspettò che Bam lo seguisse.

-Che diavolo ci fai a Helsinki? Non ti sei appena sposato?- chiese Ville mentre chiudeva il portone.

-Non hai mai risposto alle mie chiamate- rispose Bam, come se quella fosse la spiegazione più normale del mondo al fatto che si trovasse a centinaia di miglia da sua moglie.

-Già, forse perché era il tuo matrimonio…- esclamò il cantante alzando il tono della voce.

-E tu non c’eri!- rispose l’altro. Stava urlando più di Ville se mai era possibile.

-Certo che non sono venuto! Cos’è volevi che alzassi il bicchiere in vostro onore? Facessi un discorso e ti augurassi felicità e figli maschi?-

Bam si morse le labbra. Colpito e affondato.

-C’è stato un momento in cui…- cominciò l’americano incerto. Ville lo guardava come in attesa e per una volta lui decise di dire tutta la verità. –Un momento in cui mi sarebbe piaciuto fuggire via… Mentre guardavo Missy avvicinarsi all’altare l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che se avessi corso abbastanza veloce avrei potuto allontanarmi prima che lei mi raggiungesse… E allora non sarebbe più stato per tutta la vita…-

Ville scosse la testa –Ti prego, risparmiami i dettagli! Dio, ti sposi e poi vieni da me… Vieni e mi dici che non avresti voluto farlo. Vaffanculo Bam! Perché l’hai fatto allora? –

-Certe volte che le cose che vogliamo fare non sono quelle che dobbiamo fare- disse quelle parole come se stesse recitando una filastrocca. Ville non lesse nessuna convinzione nella sua voce.

-Ma per favore, piantala di rifilarmi queste puttanate- rispose il cantante accendendosi una sigaretta.

-Sarei scappato…- disse dopo qualche secondo l’americano –Se tu ci fossi stato a Philadelphia, io non sarei riuscito a andare avanti-

-Non provarci- disse Ville tra i denti –Non provarci neanche a dare la colpa a me! Potevi dirle di no, potevi semplicemente dirle che eri innamorato di un altro…- la sua voce diminuì fino a diventare un sussurro –Potevi dirle che eri innamorato di me…- Poi il cantante abbassò nuovamente lo sguardo –Perché tu mi ami ancora, vero?- domandò mordendosi le labbra.

Bam non esitò un singolo istante per rispondere –Certo che ti amo! E’ che… non sono pronto…- disse trovando anch’gli improvvisamente interessante il pavimento in marmo della villa di Ville.

Quando sentì che non stava replicando, Bam si sforzò di continuare –Non sono pronto a cadere… Perché è questo quello che succederebbe se venisse fuori la verità-

-Dio, Bam… Non siamo più dei bambini, non possiamo vivere su una fottuta nuvola per tutta la vita! Non penserai che possiamo continuare così ancora per molto?!-

Bam non rispose, perché in effetti non aveva pensato al futuro. L’unica cosa che contava era Ville; era che gli stava per venire da piangere e che avrebbe voluto bruciare quella dannata fede che aveva in tasca.

 Appena Bam alzò la testa Ville lasciò fuggire una piccola lacrima. L’americano si avvicinò a lui e gli sfiorò la guancia con le dita.

-Non piangere- gli disse. E poco importava se in quel momento stava piangendo anche lui, Ville non doveva piangere, non a causa sua soprattutto.

Lo skater gli baciò il naso.

Quella era una sua tecnica speciale. Ogni volta che Ville era triste, o incazzato, o aveva qualcosa che non andava, Bam gli baciava la punta del naso e il cantante finlandese si ritrovava a ridere, dimenticando ogni cosa.   

Lentamente poi scese sulle sue labbra. Gli passò la lingua sopra e poi lo baciò.

Fu qualcosa che durò un’intera esistenza, qualcosa che entrambi aspettavano come si aspetta l’arrivo dell’arcobaleno dopo il temporale. Gli fece venire i brividi come se fosse la prima volta.

Ville prese la sua mano e lo trascinò fino in camera da letto, nonostante Bam sapesse esattamente dov’era.

Fecero l’amore tra le coperte. E quando Bam si svegliò qualche ora dopo sentì che l’odore del lenzuolo era diverso da quello troppo dolce e fruttato di Missy. Quello era il suo odore mischiato a quello di Ville, e non c’era fragranza che lo eccitasse di più.

-Tornerai da lei, vero?- chiese Ville in un soffio guardando il cielo di Helsinki annebbiato dalle nuvole.

Bam annuì tenendo lo sguardo puntato sul suo petto. -Risponderai alle mie chiamate?-

Ville non rispose, si limitò a cercare la sua mano e stringerla. Probabilmente l’avrebbe fatto, anzi ne era sicuro.

Amava troppo quel uomo per farne a meno.

Bam ricambiò la stretta e guardò anch’egli fuori dalla finestra.

Forse un giorno avrebbe smesso di scappare. Quando le tenebre avrebbero cominciato a fargli meno paura, avrebbe affrontato tutti i lati oscuri della sua esistenza e poi sarebbe stato pronto a scomparire… con lui. Doveva solamente aspettare, perché dopotutto solo ora si sentiva a casa. Lì, tra le sue braccia.

 

   

The End

 

[NdA: Hola ^//^

Allora, ammetto che ero davvero in dubbio se postare questa fict o no. E’ solo che oggi ero da mia nonna che ha Sky e su MTV Brand New davano “Bam Unholy Union”, Ville non c’era e la mia mente ha cominciato a fantasticare, anche perché è da un po’ che sono fissata con sti due ^^

E’ la mia prima fict sia sugli HIM che su questa coppia, quindi non siate troppo cattivi =/

Niente di tutto questo è vero, Bam e Ville non mi appartengono, anche perché se Mr Valo fosse mio non starei di certo qui a scrivere fict xDD è tutto frutto della mia immaginazione, blahblahbla…

Ringrazio se e chi leggerà questa storia e magari lascerà un commento. Vi adoro quando lo fate :-***

Un mega grazie a Martunza che l’ha letto in anteprima e mi ha convinto a postarlo.]

Kisses

Niamh

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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