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Autore: DeiDeiDei    30/12/2012    1 recensioni
-Maestro?- Chiama nuovamente lo rossa.
-Si, Eles?-
-Ho un brutto presentimento-
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I've a bad feeling
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il tempo passa lento ed Eles ha male ovunque, è tutta un acciacco per colpa degli allenamenti continui che dal giorno prima non fa altro che portare avanti. Ha cominciato tardi ad allenarsi, lo sa benissimo, ma combattere non le interessa quasi per niente dato che ancora non sa di essere crudelmente destinata a sopravvivere a tutti quelli che le stanno a cuore, vedendoli cadere uno dopo l'altro. La ragazzina indossa un paio di pantaloncini sportivi di colore nero che le giungono a metà coscia, il petto è fasciato da uno strato ben consistente di bianche bende a nascondere ed azzerare il seno già praticamente inesistente e i capelli rossi se ne stanno raccolti in una crocchia sopra la nuca.
 
Ancora la giovane deve camminare per qualche secondo prima che le turchesi iridi si posino tranquille sul luogo preciso nel quale voleva arrivare: una zona pianeggiante tra le dune dove il vento non passa quasi mai se non per lisciare ancor più il terreno sabbioso e dove non è certo facile trovare una persona. Quindi senza perdere tempo si addentra tra le dune, dove regna una rara ombra, fino a quando non si ritrova al centro dello spiazzo, si distende a terra poggiando accanto a se la borsa bianca e disponendo ordinatamente le braccia lungo i fianchi. Dopo un semplice sospiro la ragazzina da mentalmente ordine alla sua terza energia di ricoprire ogni suo organo interno e di otturare ogni sua vena. Il sangue smette di scorrere, il cuore di battere, i polmoni di prendere respiro, i muscoli di necessitare ogni superfluo movimento come lo sbattere delle ciglia o le vibrazioni nervose delle dita e del viso. la pelle diventa ancora più pallida di quanto non lo sia già di suo. Ed Eles cessa di vivere.
 
...[21 Aprile]
 
-Maestro, questa è Tarhamu?- Chiede la ragazzina alzando il turchese sguardo sugli alti palazzi che già alla periferia della città dominano il paesaggio, svettando sullo skyline ed invadendo la natura incontaminata che teoricamente dovrebbe regnare nelle regioni desertiche.
 
Finalmente la giovane combattente dai capelli rossi riesce a muovere un passo all’interno del villaggio di Tarhamu. Un passo aspettato in trepidante attesa per giorni, agognato durante lo sfiancante viaggio intrapreso assieme al proprio mentore attraverso il deserto dell’Est.
 
-Mhmm? Cosa?- domanda distratto l'insegnante moro alzandosi dalla pila di scartoffie che stava compilando -Ah! Bhè, si, piccola, è questa...- Risponde dopo qualche secondo tornando alla sua noiosa occupazione: deve perlomeno finire di inserire i suoi dati e quelli della quattordicenne nelle bianche schede che le guardie della città gli hanno messo in mano non appena si è trovato alle porte di Tarhamu. Il giovane uomo scrive veloce, scartando un modulo dopo l'altro come se fossero carta straccia. È stanco ed affaticato e non riesce a pensare ad altro se non al fatto che debba al più presto cercare un ostello che li possa ospitare entrambi e che non sia pieno di gente poco raccomandabile, per la sicurezza della propria protetta, naturalmente.
 
-Finito!- Esclama vittorioso tornando sui suoi passi e raggiungendo dunque la ragazzina, rimasta ancora da prima rapita dalle eterne luci della città -Andiamo, Eles, dobbiamo trovare un alloggio.- Spiega all'allieva poggiandole una mano sulla nuca e smuovendole i capelli rossi esageratamente lunghi.
 
Lei, al contatto inatteso, si ridesta dai suoi sogni ad occhi aperti, voltando il viso verso il tutore ed annuendo mentre un ampio sorriso le si allarga sulle labbra bambinesche. La destra entra svelta in tasca e ne estrae la mappa del villaggio desertico.
 
 
-Alloooora... Emhmm... Qui!- Decreta indicando sulla cartina un puntino rosso a pennarello che rappresenta lo locanda che le è stata indicata come lo migliore da un suo compagno di corso all'accademia.
 
-Quella? Vuoi andare lì, Eles?- Chiede il superiore impossessandosi della mappa -ok, è vicina, andiamo a dare un'occhiata!- Commenta provando a calcolare mentalmente le distanze.
 
-Grazie, maestro!- Esclama lo piccola combattente, sorridendo ed iniziando a seguire l'uomo senza indugio in strade per lei del tutto sconosciute.
 
Oramai albeggia.
 
[22 Aprile]
 
li gallo ha cantato ormai da ore ed il sale è già alto nel cielo, rilucente scintille dorate come non mai. Sono le undici del mattino. Non si può dire che sia tardi considerando che i due, allieva e maestro, sono andati a coricarsi solo all'albeggiare del nuovo sole del giorno. La stanza della locanda è calda e spoglia, occupata solo da un armadio, un cassettone, due comodini ed i relativi letti, tutto in legno e totalmente privo di rifiniture o decorazioni di un qualsiasi tipo. Si può considerare un buon alloggio per due persone che non pretendono di passarci giornate intere, ma solo di dormirei da sera a mattino.
 
Eles apre lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre più e più volte, prima di riuscire nitidamente ad osservare ciò che lo circonda. Ci mette qualche secondo a ricordarsi del perché il luogo le sia tanto estraneo, quindi sospira. Non è troppo abituata a viaggiare, ma se ne farà un bel callo se continua a seguire quel maestro tanto capriccioso e severo che non fa altro che intraprendere strambe spedizioni per rincorrere quello scavezzacollo di suo fratello minore che, se Eles dovesse descriverlo, lo si potrebbe definire più o meno come "un tizio inquietante con un bel paio di occhi bianchi inquietanti", e facciamo finta di non considerare il suo carattere freddo e scostante che di certo non ti fa venire voglia di passarci assieme lo serata.
 
La ragazzina si alza a sedere con una semplice spinta delle reni per poi guardarsi ancora un po' attorno prima di scendere definitivamente dal letto, lasciando cadere dietro di se le lenzuola bianche e leggermente irrigidite dalla mancata stiratura da parte della locandiera. L'armadio è facilmente raggiungibile senza fare rumore, visto che non vuole svegliare l'uomo ancora addormentato nell'altro letto, perciò si sposta accanto ad esso ed aprendolo ne estrae il cambio, posto lì la sera precedente, che porta con se nel piccolo bagno collegato alla stanza con una porta rosa pallido. Eles si lava partendo dal viso e si cambia, ripiegando il pigiama azzurro e lasciandolo accuratamente sul lavabo. Dopodiché esce sia dal bagno che dalla camera, prestando attenzione a non fare rumore, scende le scale di legno smunto dal tempo e si dirige direttamente alla sala per la colazione (che poi è la stessa per la cena, per il pranzo e per qualsiasi altra cosa. Insomma, siamo in una locanda, mica in un albergo a cinque stelle!).
 
Mentre mangia i suoi cereali, lo combattente consulta ancora lo cartina tenendola sul tavolino tondo alquanto rovinato e logorato dal passare degli anni. Rimane concentrata come sempre su quello al quale è interessata, non degnando nemmeno di uno sguardo le cose e le persone che la circondano nella saletta anche se, ha potuto notare appena scesa, i clienti sono tutti seduti piuttosto distanti tra di loro e sono pochi, molto pochi. 
 
 
 
Deve aspettare solo pochi secondi prima che il maestro lo raggiunga e le si accomodi nella sedia di fronte (non le si siede mai affianco ed ancora oggi non capisce il perché). Lui si è evidentemente appena svegliato: saltano subito agli occhi i corti capelli scompigliati in un groviglio nero simile ad un nido d'uccelli, il giubbotto allacciato storto, lo maglia lasciata solo a metà fuori dai pantaloni ed il viso stanco, caratterizzato da due occhi assonnati cerchiati da profonde borse ed occhiaie, delle labbra mosce ed imbronciate ed un cipiglio a dir poco deprimente che sembra voler dire a chi lo incontra "Ma io perché sono qui? Chi me lo ha fatto fare? Sei stato tu?". Il giovane uomo è disordinato e scomposto, l'esatto contrario della nostra ragazzina, perfettamente posata, pulita e lustra: i capelli sono chiusi in una lunga treccia rossa che le giunge oramai fino al retro delle ginocchia; non una ciocca si scosta dal resto della mossa lucida, tutto il vestiario, dalla camicetta bianca agli short neri iridescenti di falsa seta, dalle ballerine blu scuro alle polsiere rigide di cuoio che le chiudono le braccia poco prima della mano, è straordinariamente al suo posto. Ci si può chiedere come faccia a combattere vestita in un tale modo e, bhè, bisogna ammettere che Eles non è mai stata davvero attiva nei combattimenti, ma piuttosto lo si può considerare un supporto, dopotutto è un medico di straordinarie abilità (promossa a primario alla tenera età di tredici anni), un'attenta calcolatrice ed è immortale. Si, immortale. Non muore. Perlomeno questo è ciò che ha capito qualche mese prima quando, tagliandosi al petto con delle forbici di giardinaggio, ha osservato con crescente orrore che dall'ampia ferita aperta non sgorgava sangue. Sembra sia stato un qualche gene latente nel suo DNA, collegato al suo nonno paterno, a renderla un essere simile.
 
Fatto sta che i due compagni di viaggio mangiano pressoché in silenzio, senza guardarsi troppo in faccia, consapevoli che avranno un'intera giornata per parlare o consultarsi. La prima a finire è Eles che, richiusa lo cartina, rimane ad aspettare ancora per due secondi il mentore prima che termini anche lui lo sua colazione. No,-non è per nulla un albergo a cinque stelle. Ma loro non hanno di che lamentarsi perciò si alzano senza troppi complimenti e'si affrettano ad uscire dalla locanda, addentrandosi nel paese e percorrendo lentamente le vie principali di Tarhamu. Fortunatamente lo cartina della rossa è molto dettagliata anche nei nomi dei piccoli vicoli secondari, in tal modo riescono a non perdersi neppure una volta ed a proseguire le loro ricerche di quel maledettissimo fratello minore tanto sfuggente.
 
. Girarono per le strade una cosa come cinque ore di seguito, bloccandosi solo a pomeriggio inoltrato e, soprattutto, senza trovare nemmeno l'ombra del loro oggetto di ricerca. La loro semplice strategia offensiva non sta dando molti frutti, che sia per lo città così grande? O forse semplicemente per il sovrappopolamento in continua crescita nei centri abitati the rende di certo più complicato trovare una singola persona in mezzo a così tante. Il giovane uomo dagli occhi bianchi non è certo identificabile come fratello del suo maestro, secondo i criteri di Eles, visto che è totalmente diverso, sia fisicamente che caratterialmente parlando, ma dopotutto non lo conosce per nulla o quasi, quindi sarebbe prematuro andare in giro a dame una descrizione al posto del tutore. Perciò tutto il lavoro di richiesta e descrizione deve svolgerlo il caro vecchio Setsudu. Il che torna piuttosto difficile considerando lo sua alquanto scarsa loquacità. .
 
Una volta tornati alla locanda non passano nemmeno per lo sala da pranzo nella quale hanno consumato lo loro colazione questa mattina, ma si trascinano direttamente su per le scale, dritti nella loro stanzetta spoglia ma, nel suo piccolo, accogliente. Appena raggiunta lo porta ed oltrepassato l'uscio, il moro lo richiude dietro di se e sospira apertamente come a dimostrare quanto è stato sfiancante il lavoro della giornata.
 
-Eles, tutto bene?- Chiede con fare premuroso alla ragazzina che, nota, sembra quasi più stanca di lui. E il che ha quasi dell'impossibile -Scusa se ti ho fatta affaticare in questo modo.- Aggiunge poi con un sorrisetto amaro sulle labbra, sinceramente dispiaciuto all'idea di averle rovinato lo giornata. 
 
-Ah!..no, no, si figuri!- Risponde lo piccola combattente esibendo uno dei suoi ampi sorrisi bambineschi sul viso da angelo -In un certo senso mi sono divertita !- Esclama più radiosa che mai iniziando a togliersi lo giacchetta che si era infilata per proteggersi dal sole battente del deserto -E poi lo sa, per me lo fatica non esiste.- Completa perdendo il sorriso e spostandosi svelta verso il bagno.
 
-Oh...- Se ne era quasi dimenticato. Non gli è nemmeno passato per lo testa che Eles, lo sua piccola allieva, è la persona per l'immunità della quale si deve preoccupare meno. Gli viene naturale preoccuparsi e gli torna davvero strano dover pensare a quella ragazzina come ad un'immortale –Già, niente fatica, meglio per lei.- Conclude sospirando nuovamente ed iniziando a sua volta a svestirsi, attendendo che lo rossa finisca di lavarsi e gli lasci il bagno. Lei ci mette più o meno mezzora prima di lasciare lo stanzetta umida ed andare a distendersi sul suo letto, lui appena dieci minuti a raggiungerla, sdraiandosi su quello accanto, distaccato dal comodino.
 
-Maestro?- Chiama Eles nella penombra della stanza -Crede che le ricerche avranno esito positivo?-
 
-Mhmm... chi lo sa.-
 
- Troveremo suo fratello?-
 
-Ah! Si spera!- Risponde quasi scoppiando a ridere il giovane mentore -Lo inseguo da Troppo tempo, o ora o mai più!-
 
-Maestro?- Chiama nuovamente lo rossa.
 
-Si, Eles?-
 
-Ho un brutto presentimento-
 
Seguono pesanti secondi di silenzio tra i due, mentre le parole rimbombano nella stanza. Per Setsudu non è certo lo prima volta che si sente dire quella frase dall'allieva e, sa, non promette mai nulla di buono. Lei è maledetta. Lei è immortale. Lei è enigmatica ed incomprensibile. Lui è umano. Lui è mortale. Lui è freddo e ,distaccato, ma le vuole un bene dell'anima.
 
-Buonanotte Eles- Chiude secco l'uomo.
 
-Buonanotte maestro- Risponde apprensiva l'immortale.
 
[25 Aprile]
 
-Eles! Lo abbiamo trovato!- Quasi le strilla nelle orecchie, facendola sobbalzare nella sua postazione seduta sul letto, il maestro, entrando di corsa nella stanza, precipitandosi accanto alla ragazzina -Lo abbiamo trovato, Eles, abbiamo trovato mio fratello!- Continua sovreccitato. La giovane combattente ci mette un attimo per elaborare mentalmente quelle urla e capirne il senso.
 
-Avete trovato il signor Key?- Chiede a bocca aperta dalla sorpresa. Oramai aveva perso re speranze -Bene, se sappiamo dove si trova, andiamo a prenderlo!- Decreta poi ritornando di colpo allegra al pensiero di potersene finalmente tornare a casa assieme al maestro ed alla loro preda.
 
-Si, si, andiamo!-
 
I due si equipaggiano con le loro armi e discendono le scale di corsa, uscendo dalla locanda senza degnare di uno sguardo ne di un saluto nessuno dei presenti e riversandosi in strada quasi come dei pazzi. Lì li aspetta Nathan, un ragazzo del luogo che ha accettato negli ultimi due giorni di fare loro da guida e che, a quanto pare, è stato piuttosto efficiente.
 
-Eccovi, è nel terzo palazzo affianco all'ospedale, vi ci porto subito...- .Inizia il biondino senza poter continuare, preso sottobraccio dal giovane uomo, impaziente di terminare il proprio compito.
 
-Portaci lì e basta!- Ordina il moro con l'assenso dell'allieva.
 
E detto fatto.
 
Il viaggio è breve e veloce, forse anche grazie all'impazienza che spinge la coppia di combattenti, vogliosi di catturare la preda e tornarsene alloro paese d'origine. Quando i tre giungono davanti al palazzo dove hanno scoperto abita Key, si fermano un attimo, guardandosi attorno, studiando la zona e la posizione di alberi, tetti, grondaie e finestre. Dopotutto hanno già avuto modo di assistere ad una delle spettacolari fughe artistiche del ragazzo e quindi sanno per certo che si è organizzato qualche via di fuga, passaggio segreto o qualsivoglia diavoleria per potersene scappare dai suoi due acerrimi inseguitori. Sanno anche che loro non sono gli unici a seguire passo passo quel giovane combina guai e ciò non li mette sicuramente di buon umore.
 
-È qui!-
 
-Bene. Grazie, Nathan, ora puoi andare...- Le parole del moro suonano più come un nuovo ordine verso il ragazzetto invece che come un suggerimento quali dovrebbero essere.
 
-Ook! Allora alla prossima, Boss, e anche a te, Piccola!-
 
Appena la loro guida si dilegua dietro l'angolo dell’ospedale, non perdono tempo e si muovono, entrando senza interruzioni di alcun tipo nel palazzo e salendo svelti e silenziosi le scale che portano al secondo piano. Secondo piano stanza sette, un certo Key. Le uniche informazioni che hanno, ma devono accontentarsi. Dopo tutto quel tempo, sono oramai abituati ad accontentarsi. Setsudu è teso dalla punta dei piedi a quella dei neri capelli scompigliati. Eles rimane immobile, fuori dalla porta della stanza sette, vorrebbe tremare, ma il suo corpo immortale non glielo permette e quindi si limita a digrignare i denti coprendoli con una smorfietta sul viso d'angelo. No, non ha paura ma, come ha già ripetuto chissà quante volte in quei tre, giorni, ha un brutto presentimento. Rimangano immobili di fronte alla porta ancora per un minuto buono, nel quale tendono le orecchie per bene cercando di percepire qualche movimento o rumore proveniente dall'interno del piccolo appartamento, poi Setsudu inizia il conto alla rovescia che caratterizza ogni sua intrusione. Sembra che le pareti assorbano le sue parole, circondandole di un dolce abbraccio.
 
-Nove...-
 
Silenzio.
 
-Otto...-
 
Disagio.
 
-Sette...-
 
Inquietudine.
 
-Sei...-
 
Impazienza.
 
-Cinque...-
 
Eles trema.
 
-Quattro... -
 
Cos'é quello?
 
-Tre...-
 
Un brutto presentimento?
 
-Due...-
 
Un brutto, bruttissimo, presentimento.
 
-Uno!- La porta si spalanca con un colpo assurdo sotto il calcio del moro, ma lo ragazzina non perde tempo e si precipita nel minuscolo ingresso, che poi corrisponde alla camera da letto. Niente. Di key nemmeno l'ombra, ma non hanno intenzione di darsi per vinti e, quindi, come in precedenza pattuito, si dividono. Setsudu fa irruzione nella stanza affianco, adibita a cucina e sala da pranzo, Eles si avvicina alla porta del bagno. Ha un brutto presentimento. Alza timidamente lo mano ed apre di colpo lo porta di legno scuro.
Non sa cosa troverà n dentro, ma sa che non le piacerà. E difatti non le piace per niente!
 
Un urlo agghiacciante squarcia lo notte scura e tetra, raggiungendo acuto ogni angolo di Tarhamu, lo voce di Eles reagisce d'istinto al macabro spettacolo che le si palesa aprendo lo porta: Key c'è, eccome se c'è! Sempre se si può definire "esserci" lo sua situazione. Non si può dire che sia in buone condizioni ma perlomeno c'è. Questo è quello che vorrebbe dire lo ragazzina, ma purtroppo lo sua preda è in uno stato a dir poco pietoso: il giovane è a terra, sul pavimento piastrellato del bagno bianco, letteralmente immerso in un lago di sangue. La piccola combattente non ha più voce in corpo per urlare, nemmeno quando lo pozza rossa le raggiunge le ballerine,..espandendosi a macchia d'olio. Setsudu ci mette meno di un secondo a raggiungerla e, dopo aver imprecato in tutte le lingue del mondo, le posa la destra sugli occhi, tirando la rossa a se, per non farle vedere ciò che ha di fronte. Ma quel misero secondo le è bastato per osservare anche nei minimi dettagli il corpo. Dopo un attimo di statuario terrore Eles viene scossa da conati di vomito sempre più violenti.
 
Di quella sera, in seguito, non ricordò più nulla, a parte il cadavere, l'urlo, la nausea ed il "parca puttana" del maestro.
 
"Vado e li ammazzo" le dice serio appena uscito dalla stazione di polizia, aggiustandosi addosso le armi e le vesti. "Vado e li ammazzo", A quelle parole Eles viene presa da un tremito, lo chiama e gli sussurra "Maestro, ho un brutto presentimento", perché lo ha in effetti, ma lui la blocca dopo appena le prime due parole poggiandole l'indice sulle labbra, come a non volere sentire oltre, pur ben sapendo ciò che sta mettendo a tacere. Le scompiglia i capelli. "Vado e li ammazzo" ripete irrevocabile prima di scomparire nell'immensità mutevole del deserto dell'Est...
 
Sono ormai passate due settimane e del maestro nemmeno l'ombra. Lei lo sa: le ha promesso di andare e di ammazzare quei farabutti, non le ha mai promesso di tornare.
 
Mai.
 
Il tempo passa e la fresca brezza che le carezza i capelli inizia a divenire via via più rigida e ghiacciata. Di scatto smette di rimanersene assopita a terra e si alza a sedere. La ragazzina si raddrizza lentamente, umettandosi le labbra rosee con la piccola lingua, le mani afferrano da terra la borsa. Forse è ora di andare a casa.
 
Forse è ora di portare morte, dolore e vendetta.
 
E ancora e ancora.
 
Secondo il destino della famiglia dei non morti.













Angolo dell'autrice: 
Salve a tutti!
Ok, lo so, è orribile e sgrammaticata (e, diciamocelo, non ha nessun senso).
E' anche lei una storia vecchia a non finire, risale proprio ad un diverso periodo della mia vita, ma mi farebbe comunque piacere cosa ne pensano gli altri (lettori), sempre che a qualcuno capiti mai di leggerla.
Eva












 
   
 
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