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Autore: pallina90    30/12/2012    8 recensioni
“ La signorina mi pare le abbia detto che non è interessata. ” Mi voltai di scatto sentendo quella voce, non riuscivo a credere che fosse qui.
“ E tu chi saresti? ” Chiese quel tizio, che evidentemente non capiva in quali guai stesse andando a cacciarsi.
“ Il suo ragazzo. ”
MISSING MOMENT della mia storia "L'ultimo bacio", potete leggerlo anche se non conoscete la storia principale.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Dunque, avevo detto che non avrei postato prima del 3 gennaio, ma " purtroppo " delle zecche si sono alterate perchè nello scorso capitolo Edward e Bella non hanno fatto fiki-fiki, quindi eccomi qui con questo missing moment.
Non è nulla di particolare, e leggerlo o meno non influirà sulla storia principale. Diciamo che questo è il mio modo di augurarvi buon anno, che il 2013 porti buone notizie a tutti!


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NIENT’ALTRO CHE NOI

 
< Non c'è niente al mondo 
che valga un secondo 
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo, 
o un tuo movimento, 
perché niente al mondo 
mi ha mai dato tanto 
da emozionarmi come quando siamo noi, 
nient'altro che noi.  >

La prima cosa che avrei fatto, finita la serata, sarebbe stata quella di decapitare Jacob Black: prima mi invitava ad una festa e poi spariva.

Mi trovai a girovagare per quella grande casa, piena di gente che non conoscevo, da sola, annoiandomi parecchio e maledicendo il mio amico per il modo in cui mi stava trattando e me per aver accettato il suo invito e averne disdetto uno con Edward.

Edward… in realtà sapevo bene che il motivo per cui il mio umore fosse sotto la suola delle scarpe era proprio lui; era partito da tre settimane per uno stage a Londra ed era due giorni che ci sentivamo solo via messaggi, non riuscendo a trovare un attimo per sentirci a voce. Stasera avremmo dovuto fare una videochiamata, ma lui aveva avuto dei contrattempi e io, seccata, l’avevo mandato a quel paese.

Forse ero stata stupida, ma la lontananza pesava su entrambi e ogni minima cosa rischiava di diventare un caso nazionale se non stavamo attenti.

Decisi di andare in bagno per darmi una sistemata al trucco e ai capelli se ce ne fosse stato bisogno, ma in realtà volevo semplicemente allontanarmi da tutto quel caos. Ne approfittai per bagnarmi le mani e passarle tra i capelli per farli stare tutti all’indietro.

Uscii dalla toilette e contemporaneamente un ragazzo si avvicinò per entrare: sussultai un attimo perché non lo avevo sentito bussare, poi lo salutai, sorrisi e mi voltai per tornare alla festa.
“ Posso dirti una cosa? ” La sua voce mi fermò e mi voltai indietro, mentre lui avanzava dei tre passi che ci separavano e si avvicinò con il viso a sussurrare nel mio orecchio destro: sentii l’alito caldo sul collo che sapeva di alcol e fumo, si capiva che aveva bevuto parecchio.
“ Mi sei piaciuta dal primo momento che ti ho vista! ” La sua frase mi lasciò di stucco e il suo sorriso malizioso mi diede la nausea.

“ Mi spiace, a me no. ” Me ne andai velocemente, uscendo sul terrazzo dove c’erano parecchi ragazzi, sperando così di confondermi tra la folla.

Osservando appena fuori vidi la spiaggia deserta: adoravo il mare in solitudine, il lieve sciacquio delle onde che sembravano cullarmi. Come in trance, scesi le scale che davano accesso alla spiaggia privata del proprietario della casa e, togliendomi i sandali, iniziai ad avvicinarmi al mare, a piedi nudi sulla fresca sabbia.
Il cielo stellato era splendido e la luna era quasi piena, le luci della passeggiata si specchiavano sulla piccola insenatura ad un centinaio di metri da me, lasciando in ombra la zona dove mi dirigevo, nascosta in parte dalla strada perché era il luogo dove venivano depositate le barche dei pescatori. Mi sedetti sulla rena in prossimità della riva e chiusi gli occhi gustando il momento di quiete e sorridendo per il piccolo episodio che era accaduto poco prima: non pensavo di essere poi così bella, alla festa c’erano ragazze molto più attraenti di me, chissà cosa avevo fatto per attirarlo in quel modo. Dopo pochi attimi sentii dei leggeri passi sulla sabbia, ma non ci badai, magari era qualcuno che amava passeggiare come me.
I passi si fermarono dietro a me e aprii gli occhi per vedere chi fosse, mentre sentivo una voce proprio dietro le mie orecchie e due dita leggere che mi accarezzavano le spalle nude.

“ Continui a piacermi sempre di più, non ho scampo. ”
Un tremore e un brivido di paura mi scossero, questo tipo di situazioni mi avevano sempre imbarazzata, a volte terrorizzata.
“ Ti ho spaventata? ”
“ Un poco. ” Risposi “ Non mi sembra di aver incoraggiato nessuno, o sbaglio? ”

“ Il tuo stesso modo di muoverti è un muto richiamo e solo pochi uomini saprebbero resistere, certo non

io. ” disse. Ora stavo iniziando davvero ad avere paura, forse il tizio era più sballato di quanto pensassi: mi alzai in piedi, valutando l’idea di correre via e tornare alla festa, perché se anche avessi urlato, nessuno mi avrebbe sentita.

“ Dai, non avere paura, ci divertiamo un po’ ” Fece un passo nella mia direzione e contemporaneamente io ne feci uno indietro.

“ Senti, mi spiace se ti ho dato l’impressione sbagliata, ma io non sono in vena di divertimento. Sono sicura che alla festa troverai altre ragazze disponibili. ”

“ Ma io voglio te. ” La situazione non mi stava piacendo per nulla, mi sentivo in trappola.

“ La signorina mi pare le abbia detto che non è interessata. ” Mi voltai di scatto sentendo quella voce, non riuscivo a credere che fosse qui.

“ E tu chi saresti? ” Chiese quel tizio, che evidentemente non capiva in quali guai stesse andando  a cacciarsi.

“ Il suo ragazzo. ” Appena Edward pronunciò quelle parole, il tizio alzò le mani in segno di resa e si allontanò. Mi voltai verso di lui e mi rifugiai nel suo petto e lui impiegò mezzo secondo a stringermi forte tra le sue braccia.

“ Stai bene? ” Mi chiese preoccupato lasciandomi un bacio tra i capelli.

“ Sì, ora che sei qui sì. Ma quando sei arrivato? ” Doveva essere impegnato in una riunione a Londra, dall’altra parte dell’oceano.

“ L’impegno che avevo era in realtà il volo che avevo prenotato non appena il mio superiore mi ha detto di avere il week-end libero. ”

Urlai felice non appena sentii quelle parole e gli saltai letteralmente in braccio, facendo crollare entrambi sulla sabbia, visto che Edward non si aspettava quello mio slancio.

“ Ops! ” Dissi, ma lui rise felice, incollando poi le sue labbra alle mie. Edward si sistemò quindi dietro di me, allargando le gambe e facendomi spazio; avvicinò la sua bocca e baciò la mia nuca, mentre appoggiava le sue mani sulle mie spalle, continuando ad accarezzarle in cerchi più ampi, e raggiungendo il seno lo massaggiarono leggermente, e in quel momento Edward si rese conto di quanto mi battesse forte il cuore.

“ Ti batte così forte per la paura che hai provato? ”

“ No, perché sono tremendamente felice che tu sei qui con me. ” Chiusi di nuovo gli occhi e mi appoggiai al suo petto, mentre le sue mani vagavano sul mio corpo, scostando la gonna leggera e frusciante, alzando il bordo del corto vestito ed esplorando con lievi carezze la mia morbida pelle, risalendo sui fianchi e tornando alle spalle, passando al di sotto delle spalline e facendole cadere per saggiare il mio seno senza l’intralcio del vestito. Mi girai verso di lui, e Edward mi fece mettere a cavalcioni sul suo bacino: chiusi gli occhi, beandomi delle sue carezze, scombinandogli i capelli più di quanto già non lo fossero, mentre lui con le labbra prese a percorrermi il collo, per poi scendere a lambire l’incavo dei miei seni; la lingua in breve scese a succhiare i capezzoli che ormai si erano irrigiditi, poi si fermò un attimo prolungato… aprii gli occhi per conoscerne il motivo ed uno sguardo penetrante mi scese nell’anima a chiedermi se davvero volessi andare oltre.

Edward non era il mio primo ragazzo, ma nonostante ciò in quei mesi non avevamo mai oltrepassato la seconda base, e sapevo che prima o poi sarebbe dovuto succedere, ma mi sentivo realmente pronta?

Lo osservai, e nel suo sguardo vidi tutto ciò di cui avevo bisogno: amore. Accostai le mie labbra alle sue, sensuali ed esigenti, schiusi la mia bocca e le nostre lingue si intrecciarono. Ogni tanto la mano di Edward si muoveva e lentamente passò dal ginocchio alla mia coscia, stringendola leggermente.

Mi guardava dritta negli occhi, dicendomi, con voce sensuale, che la mia pelle nivea illuminata dalla luna sembrava ancora più bianca, quasi argentata: questo complimento e la sua mano che intanto si era intrufolata dentro le mutandine, mi fecero arrossire e ad Edward scappò una leggera risata. Ci scambiammo un bacio lungo, appassionato, mentre le sue carezze intime si facevano sempre più insistenti; cominciai quindi a sbottonare la sua camicia, scesi con le labbra ad assaggiare la pelle del collo e il profumo m’inebriò, la frenesia mi colse, e feci saltare tutti i bottoni e lui rise nuovamente per la mia foga.

“ Giuro che te la ricompro. ”

“ Non me ne frega nulla della camicia. ” Lentamente passai dagli appassionati baci sul collo a delicati colpi di lingua sul petto, sui capezzoli: sorrisi sorniona allo scoprire l’effetto che gli facevo, impossibile fosse il cellulare nella tasca, un attimo fa non c’era. La mente volava veloce quanto le mani, mentre gli abiti si scostavano… Il cuore in subbuglio, il respiro corto come dopo un’estenuante corsa, mi strinsi a lui e  intravidi due lampi di apprezzamento quando aderii completamente al suo corpo, le mie morbide curve che solleticavano il suo petto.

Con delicatezza Edward mi sollevò leggermente, capovolgendo le nostre posizioni, distendendomi sulla sabbia e togliendomi l’ultimo indumento che ancora mi copriva, le mutandine: ero molto imbarazzata, non mi aveva mai vista nuda.
“ Sei bellissima. ” Mormorò, quasi preoccupato che con le sue parole potesse spezzare quella magica atmosfera che si era creata, e mi accarezzò una guancia, le dita che gli tremavano leggermente, come se stesse toccando qualcosa di molto prezioso, e questo suo modo di fare mi faceva sentire importante come forse non lo ero mai stata per nessuno.

Mi sollevai un po’ sui gomiti, arrivando all’altezza dei suoi jeans e accarezzandolo delicatamente gli aprii i pantaloni e gli abbassai i boxer, liberando il membro già eccitato. Lo presi in mano e, con decisione, cominciai a massaggiarlo, e Edward buttò indietro la testa, godendosi le mie carezze. Quando lo sentii irrigidirsi ulteriormente mi distesi nuovamente, prendendolo per la mano e facendolo sdraiare su di me.

“ Sei sicura amore? ” Mi chiese ancora, posizionandosi meglio tra le mie gambe, evitando di pesarmi addosso.

“ Di te sono sicura. ”

Con delicatezza Edward si introdusse in me, fermandosi fino a quando non fui io ad andargli incontro con il bacino una volta abituatami alla sua dolce intrusione. Non era il primo, ma in quel momento era come se lo fosse. Niente, oltre alla sua pelle ed al suo sapore, sembrava avere un senso. Non c'era il tempo, lo spazio, non c'era nemmeno la musica che proveniva dalla villa. Solo il suo abbraccio caldo, la sua dolcezza, i suoi baci.
C'eravamo noi, insieme. Non avevo paura di niente, tra le sue braccia.

Si muoveva su di me, i nostri respiri mozzati e lievi gemiti mi sfuggivano dalle labbra.
Brividi mi colsero, l’atmosfera romantica e la passione divampata erano sottolineate dalla musica e dalla risacca, mentre onde successive ci travolsero entrambi, in simbiosi con quelle lievi del mare.

Edward mi strinse a se, coprendomi con la sua camicia, tenendomi stretta tra le sue braccia come se potessi sfuggirgli via da un momento all’altro.

“ Ci ritroveremo la sabbia ovunque, per giorni. ” Dissi sorridendo, mentre giocavo con le dita della sua mano, lunghe e sottili, perfette se fosse stato un musicista.

“ Così ogni volta che vedrò un granello di sabbia in giro ripenserò a questa notte. ”

“ Ti serve la sabbia per ricordartela? ” Chiesi, non riuscendo a nascondere una punta di delusione, io ero certa che non l’avrei mai più dimenticata.

“ Certo che no sciocchina. Questa non è stata la prima volta per entrambi, ma per quanto mi riguarda, è la prima volta che lo faccio per amore, perché sono innamorato follemente di te. ”

Mi voltai di scatto nel suo abbraccio per poterlo vedere in volto e accettarmi che si fosse accorto di quello che aveva appena detto: ci frequentavamo da qualche mese, ma mai nessuno dei due aveva parlato di amore; certo, sapevo io stessa che il nostro sentimento era molto forte, ma il fatto che lui per primo si fosse aperto, mi aveva lasciata di stucco e piacevolmente felice. E a giudicare dal suo sorriso, furbo e dolce allo stesso tempo, le sue parole non erano state dette per caso.

“ Io… ”

“ Shh, non c’è bisogno che tu dica niente, mi va bene così. ” Mi interruppe, stringendomi il viso tra le sue mani, ma io scossi la testa in senso di diniego, e poggiando le mie mani sulle sue ripresi a parlare.

“ Fammi parlare. Io non potrei essere più felice in questo momento e sì, ti amo, ti amo anche io come non ho mai amato nessuno prima. E non so se rimarremo insieme per sempre, ma so che in questo momento sei tutto ciò di cui ho bisogno, tutto quello che posso desiderare e mi va bene così. ”

“ Mi basta, mi basta per sempre. ” 

Chinò il volto verso il mio e riprese a baciarmi dolcemente.

Per chi non lo sapesse, in gergo americano, la seconda base indica il petting. Come avrete capito, è la prima volta tra Edward e Bella: spero vi sia piaciuta e che sia riuscita a trasmettervi parte delle loro emozioni.
Colgo l'occasione per rinnovarvi i miei auguri e se non dovesse piacervi il racconto prendetevela con chi mi ha costretto a scrivere, io non c'entro nulla u.u
Buon 2013, Paola

 

   
 
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