Straziata e deturpata dalla bellezza che mi circonda mentre io non ho che un effimero ed efebico corpo avvolto in coltri d'ombra.
In questo immondo e perverso buio che mi viola e mi circonda senza discrezione e con abile mossa.
Non v'è che una contorta luce per questo angelo dalle ali di farfalla che pur volendo non riesce a volare.
Che pur volendo non riesce a togliersi la vita perchè nella mia scelta, ho deciso di servirvi signore.
Amatemi, amaramente mentre mi torturate e mi fate vostra con disprezzo mentre senza alcuna misericordia dite tutto ciò che pensate.
Con forza, vigore, violenza... si signore torturatemi con il solo sguardo mentre io al vostro cospetto mi strappo i vestiti nella speranza di vedere un vostro gelido sguardo che è come il caldo sole per me.
Ma... ecco che finisce l'incanto, apro gli occhi e sono nella solitudine più nera, il tutto non era che un sogno.
Vi amo signore del male e amo le vostre malcapitate movenze nei miei riguardi.
Un graffio, una carezza, una mala parola? Un dolce bacio...
Non sono che un orrenda creatura, che neanche attorniata nel suo boa di piume riesce a splendere, persino lo specchio mi deride, riproducendo la mia immagine alla perfezione.
Vi disgusto non è vero? Io che non sono nient'altro che un misero ed insulso pagliaccio che ride e piange da sola nell'immensa perdizione di un posto che ho scelto solo per starvi accanto mia amata stella lucente del mattino.
Mi guardo e non vedo che una flebile ed orribile creatura che al vostro cospetto non è nulla ma alla quale basta una vostra parole per essere saziata.
A lungo, a lungo... vi servirò signore.
Lacrime, sento scorrere delle gocce glaciali sulla pelle, neanche le mie lacrime riescono ad essere calde.
Che misero ed immondo involucro glaciale  sono.
Richiudo gli occhi e nella speranza di riavervi come desidero, pregherò con tutta me stessa Morfeo a fin che mi faccia apparire voi maestà, in sogno.