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Autore: Aishia    01/01/2013    1 recensioni
La sua vita...L'esistenza di una donna...scritta tra le pagine del destino...
è lei che scrive la storia della sua vita! lei che sfida la sue esistenza incasinata e trasandata
lei... vittima di se stessa.Riuscirà a riscoprire il suo stesso ''io''? e riscoprire l'essenza del suo essere?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Finì di scrivere l'ultima frase che armeggiava il mio libro appena i primi raggi della luna batterono sulla finestra del mio studio,illuminando la stanza e i fogli in cui mi stavo adoperando.Mi sollevai lentamente, avvicinandomi al davanzale della finestra e mi ritrovai inesorabbilmente attratta dai primi raggi della luna e dall'effetto che provocavano i piccoli fasci luminosi,che rischiaravano con il loro bagliore, la bellissima città di Londra.
Mi voltai lentamente,sbirciando la sveglia nell'angolo più remoto della mia scrivania,unica fonte di luce,oltre alla lampada posta sopra i numerosi fogli sparsi disordinatamente nella piccola scrivania di legno scuro.Il display illuminato indicava esattamente le 3:45 . Avevo impiegato tutta la notte per scrivere l'ultimo capitolo della mia storia,lo avevo letto e riletto tantissime volte,ma un ultima cosa mancava per poterlo definire completato! La parte che mi gratificava e appagava di più e che non aspettavo altro dal suo inizio: la firma dell'autore!Finalmente potevo considerare ''love è amore'' concluso!
Ma che sciocca non mi sono nemmeno presentata:
Sono Savannah Cooper,una scrittrice abbastanza nota e ricercata da tutti gli editori più squilibrati di tutta la vasta aria della Gran Bretagna. La protagonista della mia storia è la mia omonima,Savannah,una giovane e bellissima ragazza di ventitrè anni alla scoperta della vita. La sua esistenza è abbastanza spoglia per via di molti elementi che hanno caratterizzato la sua vita abbastanza movimentato,ma priva di quella luce che adorna lo sguardo delle ragazze della sua età...ma quella luce non tardò ad arrivare e a dare un senso alla sua vita.


CAPITOLO 1:

...Viso d'angelo...



L'alba...
Il sole fece il suo ingresso nel mondo,illuminando con le prime luci dei suoi magnifici raggi d'orati gran parte della superficie terrestre. Il suo bagliore rischiarava le vie delle strade della città ancora addormentata,dando il buongiorno ad ogni essere vivente baciato dalla sua luce!Battè anche nelle case della grandissima metropoli tra cui una degli edifici popolari fuori città...

**



Una piccola luce,penetrò dalla piccola finestra poco lontano dal mio letto, destandomi dal mio sonno privo di sogni.Da qualche tempo non sognavo più... forse perchè già da un po' non avevo accesso al mondo della fantasia e alle sue sfumature colorate. Non ricordo nemmeno il giorno in cui avevo smesso di fantasticare,vaccheggiare,ma avevo rinchiuso quel mondo in un cassonetto che abbandonai celermente nella soffitta,buttando la chiave molto tempo orsono
Mi sollevai lentamente,riponendo le forze sui gomiti e mi alzai gradualmente, rabbrividendo al contatto con il pavimento freddo e gelido,ma non indugiai oltre e mi diressi -cercando di mantenere un moderato equilibrio-nella stanza da bagno.
Le mie giornate si svolgevano in modo abbastanza uniforme,pacato,come se stessi seguendo un determinato copione che ripetevo ogni giorno,tutti giorni. Era una cosa costante,come se ogni minima cosa,parola o fatto si ripetesse all'infinito,senza una variazione,un cambiamento. Potevo rinunciare a tutto,qualsiasi cosa poteva andare a puttane tranne... il torpore che emanava il mio corpo al solo contatto con l'acqua bollente della vasca da bagno
Arrivai alla toilette e richiusi la porta alle mie spalle,mi tolsi la sottospecie di vestitino da notte che ricopriva il mio corpo,scoprendo così la mia pelle bianca e pallida. Cominciai a far scorrere l'acqua,Immergendo il dito nell'acqua che incominciava a scorrere impetuosa e quando tutto fu pronto e il liquido trasparente arrivò al bordo della vasca,mi immersi ,abbandonandomi a quel calore e al massaggio delle bollicine che si imbattevono dolcemente nel mio esile e fievole corpo.
Amavo con tutta me stessa quel momento,solo in quel modo potevo abbandonare i cattivi pensieri che facevano capolino nella mia mente...solo in quel momento riuscivo a scacciare i tanti timori che assillavano il mio debile e gracile cuore.tirai indietro il capo,rabbrividendo al contatto con la superficie gelida della vasca e chiusi gli occhi,accompagnata dal piacere...e quando li riaprì, il mio sguardo finì sulla scritta che avevo fatto incidere sul tetto della sala da bagno, pochi mesi fa. Ebbene si. Passavo così tanto tempo sotto la doccia che avevo voluto far imprimere una piccola frase sul soffitto di quella stanza''Una nuova vita...comincia quando rinunci a quella vecchia'' Sorrisi. In quel momento mi ritornò alla mente il viso esile della zia Sophie,una donna con un gran cuore, venuta a mancare circa tre mesi fa. Da allora ero rimasta sola... da allora avevo perso il vero significato della parola ...famiglia...
Sophie era la zia di mia madre. Non avevo mai conosciuto quella donna dalla denominazione dolce e intensa, morì subito dopo avermi concesso alle cure del mondo,poco dopo avermi dato alla luce.Non ero mai riuscita a cogliere l'essenza di quell'appellativo,non ne conoscevo nemmeno l'essenza. Questo era il mio più grande rimpianto e a quanto pare anche quello di mio padre,poichè solo poche ore dopo la mia nascita mi abbandonò,non riconoscendomi come sua figlia e affidandomi alle ''cure'' dell'orfanotrofio di Alexandra Orphanage.Sapevo esattamente la vera identità di quell'uomo,ma non gliene ho mai voluto a male:non poteva sopportare semplicemente di crescere colei che era stata la causa della morte della sua dolce sposa. Era in quel posto dimenticato da Dio che avevo ricevuto l'educazione,la conformità per diventare una vera donna,era li che avevo imparato ad odiare la vita.
Sophie aveva lottato a lungo perchè le fosse concesso il mio affidamento,poichè era una donna sola e non risultava idonea, ma grazie al suo temperamento determinato e al suo cuore d'oro non aveva desistito e dopo dieci lunghi anni aveva ottenuto le pratiche per l'affidamento...finalmente potevo considerarmi parte di una famiglia...
famiglia...il suono più dolce mai conosciuto prima,quella con cui si litiga,odiandosi più che mai ma che daresti la vita pur di continuare ad amarla.
Sophie mi aveva dato tutto,così tanto da non potere desiderare di meglio,percui per ringraziarla le avevo dedicato due libri: ''le 365 perle di saggezza di zia Sophie'' e nell'ultimo periodo prima che venisse a mancare ''l'angelo dal manto dorato'' ...
Nel mio tempo libero amavo scrivere,infatti avevo pubblicato tre libri.Era grazie alle righe che potevo continuare a sognare ...potevo volare senza il bisogno delle ali,potevo guardare l'orizzonte chiudendo leggermente le palpebre:
l'orizzonte...dove il mistero del cielo si incontra con la profondità del mare è quella linea immaginaria dove sorge il sole e dove ogni essere umano può ancora sognare...
Il mio tempo libero era subordinato alla mia giornata,non sempre rose e fiori: la mattina frequentavo l'università di Oxford sezione medicina,mentre il pomeriggio facevo il tirocinio di ostretica. Qual'era il collegamento tra queste due sezioni? Che in entrambi i sogni si immettono alla vita...
Mi svegliai dal mio momento di riflessione.Tirai un lungo sospiro,mentre una piccola goccia cadeva giù dai miei occhi,scivolando dolcemente sul mio volto,confondendosi e fondendosi con l'acqua. Mi sollevai,uscendo dalla vasca e avvolsi il mio corpo con un asciugamano che legai con un nodo all'altezza del seno.Presi il phon e comincia ad asciugare i miei capelli bagnati. Sentì una piccola vibrazione provenire dalla camera affianco,perciò ancora con i capelli gocciolanti dal bagno e l'accapatoio da seconda pelle mi affrettai ad entrare nella stanza di fianco. Il cellulare giaceva nel comò adiacente al letto.Guardai il mittente:Katrin
Kate era semplicemente la mia migliore amica,sorella e confidente,nonchè datrice di lavoro. Ci conoscevamo sin da bambine...poco dopo l'uscita dall'orfanotrofio e da allora non c'eravamo più separate!lei c'era sempre stata,soprattutto quando avevo voglia di lasciar sbattere il mondo ansicchè affrontare le sue sfide.
<< pronto Kate?!>> risposi, sedendomi sul capezzale del letto e accavvallai le gambe << Sav ciao! Come stai?>>la sua voce era una melodia per i timpani,soave e melodiosa come pochi possedevano.Sorrisi e tirai un bel sospiro << bene bene Kate! Dimmi...>> << volevo chiederti se potresti raggiungermi al lavoro,ci sono troppi documenti da riordinare e ho delle faccende da sbrigare. Ma ti rimborserò le ore che anticipi promesso!!>>
<< va bene va bene! Dammi mezz'ora e sono li>> chiusi frettolosamente la telefonata,lanciando il telefono sul letto.Entrai nel bagno,riprendendo il fono e cominciai ad asciugare i miei capricciosi e odiosi ricci. Mi vestì con il primo abbigliamento sotto mano,dopodichè presi borsa ed effetti e uscì di casa sbattendo la porta!Uscì dalla porta,dove nel vialetto mi aspettava la mia vecchia automobile di terza mano. Ancora mi chiedo come possa ancora camminare!
Misi in moto e mi diressi lentamente verso il centro della grande metropoli.Arrivata,posteggiai la macchina nel mio posto privato ed entrai nell'edificio Spalancai la porta dell'ufficio << kate?kate sono arrivata!>> dall'altro capo della stanza fece capolino la bizzarra donna.Katrin era una donna molto graziosa: un esile donna dentro un piccolo corpicino,con un po' di pancetta che si intravedeva nelle sue magliettine un po' troppo aderenti e con un enorme camice bianco,troppo grande per una donna minuta come lei. Dei ricci ribelli peggio dei miei,incorniciavano il suo viso ovale e degli enormi occhialoni neri,concludevano l'opera.
<< ehi Sav! Finalmente … >>sussurrò la donna venendomi incontro << vedo che adesso stai veramente informa!! non sai che paura ho preso quando sei..>>
<< Kate! Kate! Frena...>> le sorrisi,alzando le mani in segno di resa e lei mi avvolse in un abbraccio calorosissimo che non le negai << scusa...>>proferì quasi strozzandomi.
Mi distaccai da lei e da lontano vidi la mia vecchia scrivania.Era tanto che non venivo a lavoro per motivi futili...ma ora stavo bene ed ero disposta a rimettermi in carreggiata!mi avvicinai alla mia scrivania,cominciando ad accarezzare la sua superficie legnosa e traforata.<< allora dimmi cosa devo fare!>>
lei si avvicinò,posizionandomisi di fronte << allora sei tornata?!>> proferì fiera. Io annuì con vigore e mi guadagnai uno dei suoi sorrisi che mi riempivano il cuore << beh...io devo andare a scegliere il vestito per il matrimonio...qui ci sono tutti i documenti che devono essere sistemati e riordinati entro le 3. I primi clienti arriveranno entro quell'ora...per te va bene?>>
<< sisi...non c'è problema>> mi diede una pacca sulla spalla e mi guardò in modo talmente buffo che non riuscì a trattenermi dal ridere! << beh un problema c'è: entro le 4 devono venire i signori Johnson>> un magone mi appesantì lo stomaco e fui costretta ad ingoiare il nodo che mi si era formato alla gola << si. Non ti preoccupare>> mi sorrise apprensiva,prese la borsetta nell'altra parte dello studio e mi stampò un bacio sulla guancia << sicura? Posso rimanere se vuoi...>>
<< vai!!>> lei mi sorrise e con una piccola espressione felice uscì dalla porta.
Mi scaraventai letteralmente sopra la sedia e cominciai a guardare i documenti che giacevano nell'enorme scatola metallica. I miei occhi volteggiavano all'insegna di un solo e unico nome ''Johnson''.
Quel nome mi provò troppi sentimenti messi insieme,non potevo rivederlo...non in quella circostanza,non insieme a lei.
Ci eravamo incontrati dopo tanti anni,ma i sentimenti che avevo provato quel giorno erano troppo persistenti,non potevo innamorarmi di nuovo della stessa persona che neanche sapeva della mia esistenza...non potevo...
Lo squillo della porta mi destò dal monologo con me stessa e con un piccolo movimento spinsi il tasto e la porta si aprì. Vi entrò una donna con un bel pancione che con orgoglio si mostrava al mondo.
<< buongiorno miss Cooper!>> mi salutò la donna avanzando,trasportando con se quell'enorme pancione. Mi alzai e le andai incontro,salutandola con un calorosissimo abbraccio << Dorothy ...la trovo informa!>> si portò spontaneamente una mano nel grembo,accarezzandosi dolcemente.Quel gesto mi fece quasi tenerezza
<< informa? Non lo sono più da 7 mesi mia cara! E tu come stai? Ho saputo che sei stata molto male...stai meglio?>>sorrisi e annuì semplicemente.A quanto pare non c'era essere vivente sulla faccia della terra che non era a conoscenza della mia condizione...fantastico...
Presi un foglio sotto la scrivenia con scritto '' prenotazione spontanea''dove i clienti si prenotavano autonomamente.Invitai con un piccolo gesto alla donna di seguirmi nell'altra stanza,ed entrammo.La stanza era formata da un lettuccio al centro sala ed enormi macchinari.Dorothy si accomodò,con enorme fatica, nel lettuccio,scoprendo con un piccolo gesto l'enorme pancione.Mi sedetti al suo fianco,ricoprendo l'enorme gonfiore con il liquido,così da facilitare la visibilità del bambino attraverso le macchine.Dopo pochi minuti comparve una sagoma che riconobbi come il bambino.Dorothy sorrise amaramente e nei suoi occhi si inumidirono
<< è triste sai?>> proferì accarezzandosi dolcemente. Io rimasi a fissarla e lei continuò a raccontare << sono stata insieme a Manuel per circa dieci e quando scoprì di essere incinta ero la donna più felice del mondo! Già mi immaginavo: sulla veranda,io con il mio bambino in braccio e Manuel a baciarmi dolcemente mentre accarezzava il viso del nostro bambino,ma sai... i sogni sono tali e basta!Poco giorni dopo avergli conferito il mio stato mi ha lasciata,dichiarando apertamente che non mi amava più e che non voleva per il bambino un futuro con due genitori che non si amano...>> mi fece una gran pena ,soprattutto quando guardava con gran rancore il frutto di quell'amore che le aveva fatto solo del male << mi dispiace>> sussurrai,incapace di dire altro
<< non ti preoccupare! Ormai è passato...crescerò il mio bambino e gli insegnerò ad amare,come non ha saputo fare suo padre>> guardai quella piccola immagine e intravidi un piccolo elemento che mi fece sognare << vuoi scoprire cos'è?>> il suo volto si illuminò e sul suo viso comparve un sorriso a trentadue denti << si!!>>
guardai più attentamente << è un maschietto!>>



Dorothy uscì poco dopo.La sua storia mi fece quasi sentire male: potevo immaginare cosa provasse in questo momento,nella vita che le aveva recato un torto più grande di se stessa. Le aveva dato e tolto un uomo incapace di essere definito tale,affidandogliene poco dopo,uno da amare e proteggere più di se stessa.
La sala era piena zeppa di persone con enormi pancioni e altre con piccole pretuberanze all'altezza del ventre. Molte avevano in volto un espressione amareggiata,sconvolta e priva di vita.
<< sotto a chi tocca!>> qualcosa mi afferrò il braccio e fui costretta a voltarmi,trovandomi ad un soffio dal mio viso,il volto di Edward.Avevo incontrato Edward al terzo anno della scuola superiore,la seconda che avevo frequentato...
C'eravamo innamorati subito... ed eravamo rimasti insieme sino a sei mesi fa. Mi aveva lasciata nel momento in cui ne avevo bisogno: Il giorno in cui ero stata ricoverata al St Bartholomew's Hospital...per...
Strinse il mio braccio così forte da farmi quasi male << che vuoi!>>
<< parlarti!>> proferì a denti stretti avvicinando il suo viso al mio. Mi scansai << ho da fare non vedi?>> dopo sette anni credevo di conoscerlo...ma con lui avevo imparato che non si conosce mai veramente una persona.
<< torna con me...io ti amo e anche tu mi ami...>>
<< si. E mi amavi pure quando stavo per morire e quando zia Sophie è morta?>> lui mi prese,aderendo il suo corpo al mio << lasciala!!!>> ringhiò una terza voce alle mie spalle che intervenne per soccorrermi. La figura si immise tra me ed Edward e quest'ultimo fu costretto ad indietreggiare
<< che vuoi tu!>>
<< ti ho detto di lasciarla stare!!>> Edward si avvicinò alla figura che riconobbi come Ryan...cominciando a strattonarlo. Decisi che era meglio intervenire. << TU! O te ne vai di corsa di li e togli il tuo culo puzzolente dal reparto o chiamo la polizia!>> dai Savannah esci le palle!! Quell'urido schifoso mi diede un ultima occhiata e uscì << ritornerò>> proferì prima di uscire dalla porta.
Nel giro di qualche secondo mi ritrovai un mare di persone attorno,ma a me non mi interessava di nessuno... tranne di lui...
Mi avvicinai a quella figura alta e bionda,mentre il mio cuore era in procinto di volteggiare liberamente dentro di me << Ryan?>> lui si voltò,mettendomi dolcemente una mano sulla spalla << stai bene?>> mi chiese premuroso. Mi persi nei suoi bellissimi occhioni azzurri e impiegai più del dovuto a rispondere << si.solo grazie a te...>> lui mi sorrise,facendomi l'occhiolino e nel giro di qualche secondo si allontanò da me avvicinandosi a una testolina rossa,poco distante da me. Guardai quella coppia con il cuore in gola...come potevo innamorarmi di lui dopo tutto questo tempo? Lo avevo amato dalla prima volta che incrociai il suo sguardo e...anche se lui non era acconoscenza della mia esistenza.
Tutto era nato tanti anni fa...ma era ancora vivido in me...

note dell'autrice:
Innanzitutto...auguri di un felice anno nuovo!!!! vi auguro tanta gioia e amore ^-^
volevo ringrazirvi per essere arrivati fin qui e aver letto questa storia intricata! Non sapete quanto °_° ...ho tanti progettini interessanti ihiihhi :3
mi scuso per questo capitolo ''povero di sodio'' ma è l'introduzione...ma prometto solennemente che mi rifarò xD
ringrazio chi legge e magari mi piacerebbe ricevere un vostro parere ^_^ se volete ovviamente u.u
comunque vi lascio...... vi auguro ancora tanti auguri :*
Aishia
  
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