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Autore: rainandteardrops    01/01/2013    14 recensioni
Era a pochi centimetri da me. E non ero immobile perché ero troppo impegnata a contarli; ero immobile perché i suoi occhi mi avevano paralizzata.
Avevo i muscoli atrofizzati. L'unico ancora in vita era il mio cuore, ma se si fosse avvicinato ancora non avrei più sentito i suoi battiti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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and they lived happily ever after.

Harry.


Guardavo da un bel po' il rettangolo di luce che illuminava una parte della coperta in cui era avvolta e la sua spalla nuda, riflettendo su ciò che era stato e su come eravamo arrivati a quel punto.
Il silenzio amplificava il brusio continuo dei miei pensieri che correvano a briglia sciolta.
Sostanzialmente, non credevo che una cosa del genere fosse possibile.
Non credevo di potermi innamorare in quel modo, di poter perdere la testa in due settimane e di poter resistere tre mesi aggrappato ad un'unica speranza, l'unica che mi aveva permesso di andare avanti senza averla accanto ogni singolo giorno, minuto, secondo. 
E ora che era lì, davanti a me... Ora che potevo accarezzarle di nuovo i capelli, che in quel momento giacevano liberi sul cuscino, e ora che potevo di nuovo stringerla tra le mie braccia, baciarla, prepararle la colazione e addormentarmi con il battito del suo cuore nelle orecchie, ero sicuro che non ce l'avrei fatta di nuovo a lasciarla andare.
Era come mangiare una fetta di torta e volerne un altro po', come stare distesi sul divano sotto una coperta pesante e non avere più voglia di alzarsi, come iniziare a cantare una canzone e desiderare che non finisca troppo presto, come guardare il tramonto e sperare che il sole non scompaia mai, anche se dopo spunteranno le stelle.
Liz era una delle cose belle presenti nella mia vita e una delle cose di cui non riuscivo più a fare a meno. Sentivo di aver bisogno della sua voce, delle sue carezze e dei suoi occhi lucidi; avevo bisogno di sentire le sue mani circondare il mio viso, di guardarla ridere dopo una mia battuta e vederla arrossire ogni volta che mi avvicinavo troppo alle sue labbra.
Era, allo stesso tempo, la mia rovina e la mia salvezza. E mi andava bene così.
Sussultai quando la sveglia cominciò a trillare, segnando le nove del mattino. Lizzie emise un grugnito e mormorò qualcosa di incomprensibile, poi tirò fuori il braccio dal calduccio delle coperte e lo allungò per riuscire a spegnere quell'aggeggio infernale che mi stava quasi perforando i timpani.
I ciondoli del braccialetto che le avevo regalato tintinnarono debolmente e nello stesso istante il suono cessò.
Mi avvicinai a lei e feci strisciare il mio braccio destro sulle lenzuola per cingerle un fianco e per ripiegarlo proprio sotto il suo seno. Riuscii a sentire il suo sospiro e il battito del suo cuore nello stesso momento.
La tirai verso di me e la strinsi forte. «Buongiorno», le sussurrai all'orecchio, prendendo a baciarle la spalla scoperta e sfiorata dalla luce. 
Avrei tanto voluto congelare quell'istante e riavvolgere il nastro ogni volta che volevo, così da non poterne mai sentire la mancanza.
Non era soltanto l'inizio di una nuova giornata o il bacio del buongiorno a rendere quel momento particolarmente speciale; sentivo - e probabilmente era lo stesso per lei - di aver iniziato un nuovo capitolo della mia vita, un capitolo più ricco e bello e felice, e in quel momento gli avevamo dato il via.
Liz si voltò verso di me, sorridendomi come mai prima e facendomi sentire dannatamente fortunato. 
I suoi occhi erano un luccichìo continuo ed erano talmente belli da farmi girare la testa; le sue labbra rosee morbide ed invitanti sembravano chiamarmi. «Buongiorno anche a te», rispose, muovendole dolcemente. 
Sentii la sua mano risalire delicatamente lungo il mio braccio e la sua bocca avvicinarsi alla mia. Ci spostammo contemporaneamente fino a ritrovarci seduti, abbracciati l'uno all'altra.
«Non puoi tirarti indietro, lo sai?», le dissi, prima che mi sfiorasse con bacio leggero e veloce.
Lei si allontanò di scatto. «Aaah!», protestò, gettando la testa all'indietro e trattenendo una risata mordendosi il labbro inferiore. Mi persi a fissare il suo collo perfetto finché incrociò di nuovo il mio sguardo. «Non è giusto», borbottò, senza essere realmente infastidita.
«Ho sempre passato il Natale insieme alla mia famiglia: è tradizione», le spiegai, mentre lei era impegnata a spostarmi i capelli dalla fronte. Seguii il suo sguardo.
«E se non piaccio a tua madre?», farfugliò. Sulla sua fronte si formò un'adorabile piega dovuta alla preoccupazione. Alzai gli occhi al cielo, sicuro che una cosa simile non avesse mai potuto verificarsi. «Le piacerai sicuramente, vedrai», la rassicurai.
Sospirò profondamente e sorrise, ed io mi sentii leggero e in pace con il mondo intero. «Sei perfetta», le dissi, con un'espressione seria dipinta sul volto, sperando che la mia serietà potesse essere percepibile.
Attese qualche istante. «E tu lo sei per me», rispose.
 
 
Le luci colorate che illuminavano il palco e l'intera platea quasi mi accecavano. 
La musica era altissima al punto da farmi vibrare il cuore, ma continuavo a cantare, cantare, cantare, finché la voce non fosse andata via.
Come ogni volta, impugnare il microfono ed esibirsi di fronte a centinaia di fan mi sembrava un miracolo. Ero quasi fuori di me, frastornato, ubriaco, ma continuavo a fissare un punto preciso tra la folla senza mai distogliere lo sguardo.
In prima fila, appoggiata con entrambe le braccia alla transenna, con lo sguardo puntato su di me e le labbra che si muovevano per seguire la canzone, c'era tutta la mia vita.
Dietro a quelle parole mimate si nascondeva un sorriso sincero, chiara dimostrazione di orgoglio verso di me e verso di noi. 
Ed io ero felice. Probababilmente sarei stato un pazzo se fosse stato diversamente.
Non potevo chiedere altro: avevo tutto ciò che mi serviva per vivere.
E in quel momento, la mia felicità stava allungando un braccio verso di me.
Continuai a cantare, senza fermarmi, con l'adrenalina che mi scorreva nelle vene e un moto continuo che si era impossessato del mio stomaco, come un vortice. Mi avvicinai al bordo del palco, il microfono distante pochi centimetri dalle mie labbra.
Tesi una mano verso di lei.

 
 

Okay ragazze, siamo arrivate alla fine.
E' stato un lungo viaggio, un viaggio di un anno e quattro mesi circa. Vi siete affezionate a Liz e Harry e io mi sono affezionata a loro, capitolo dopo capitolo. Mi mancheranno tantissimo, ma so che vivranno per sempre in queste pagine e nel mio cuore.
Volevo ringraziarvi del supporto, delle recensioni che parecchie volte non ho apprezzato abbastanza, delle belle parole che mi hanno riempito il cuore di gioia e che mi hanno fatto sorridere più di una volta. 
Volevo ringraziare chi mi ha seguita dall'inizio alla fine, chi ha scoperto questa storia nel mezzo e chi poco prima che finisse. 
Come al solito quest'ultimo capitolo non mi soddisfa, ma spero che almeno a voi piaccia. 
Sarei molto felice di ritrovarvi anche nella mia prossima fan fiction o a recensire i capitoli di 'the brightest darkness'. Controllate il mio account efp, ogni tanto :)
(Un bacio enorme a itsmel__, che mi ha più volte chiesto l'autografo. AHAHAHAHA matta <3)
AH! Buon 2013! Spero che quest'anno vi porti tanta felicità <3


Sappiate che Harry e Liz vi ringrazierebbero per aver ascoltato la loro storia.
  
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