Howard aprì la porta del suo appartamento di New York con lentezza e gesti calcolati. Spostò con un piede alcuni progetti, il pavimento ne era sommerso, e lasciò cadere la giacca per terra, con noncuranza. Si sentiva svuotato, come se la guerra avesse preso tutto ciò che aveva dentro di sé e se lo fosse portato via.
L'Idra era stata debellata, il Tesseract recuperato. Ma Capitan America, Steve, era sempre lì fuori: non era riuscito a trovarlo, in nessuna maniera. Peggy non aveva saputo dirgli dove si trovasse poco prima dell'impatto, e non c'era modo di scoprirlo.
Era disperso, morto sicuramente.
Cadde a terra, stremato. Non avrebbe più rivisto il biondo, mai più, e solo in quel momento sentì davvero qualcosa colpirlo in pieno petto, nel cuore. Aveva sempre represso ogni possibilità di sentimento che non scaturisse dalla semplice amicizia e simpatia, ma non riusciva a negare adesso, non riusciva a negare che c'era di più. E faceva male da morire sapere che in ogni caso Steve non lo avrebbe mai ricambiato, lui era innamorato di Peggy, per dio, si vedeva lontano un miglio – e l'unico che non lo sapeva era proprio Capitan America stesso. Però si sentiva anche sollevato all'idea che nessuno dei due – ne lui, ne Peggy – avrebbero posseduto Steve.
Era una persona orribile, si disse, a pensare certe cose, ma l'amore è egoistico a volte, proprio come lui.


Angolino dell'autrice
Come ho già detto era un bisogno quello di scrivere questo...coso. Non so bene da dove mi sia uscita, spero apprezziate comunque D: