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Autore: Weird Rock    02/01/2013    3 recensioni
Storia ispirata a fatti avvenuti realmente nella zona della striscia di Gaza.
Vi prego di aprire e provare a leggere anche se non amate il genere, perchè è un tema delicato a cui tengo molto e vorrei che chiunque possa capire la gravità della guerra e le atrocità che l'uomo è in grado di compiere.
Spero che la mi storia possa insegnare qualcosa.
Partecipante al contest "La tavola periodica delle FanFiction" di Midori_chan.
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Nome/Nickname: QueenWithNoCrown
Titolo storia: A Land Of Blood
Elemento scelto: Piombo (Pb)
Avvertimenti: Non per stomaci delicati, Contenuti forti
Genere: Guerra, Drammatico
Raiting: Arancione
Coppia: Nessuna
Trama breve ed eventuali note:Questa è la storia di Tahir, un bambino vittima dell’operazione “Piombo Fuso” attuata dal governo Israeliano contro i palestinesi tra il 27 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009.
La storia non è reale, ma in alcune parti riflette la crudele realtà della guerra.
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Tahir, il puro*, ha sette anni e una voglia incontrollabile di divertirsi e giocare. È uno dei tanti bambini palestinesi che vivevano nella zona della Striscia di Gaza e questa è la sua storia.
 
Erano giorni che la sua famiglia viveva segregata in casa per la paura, da fuori sentivano i fragori delle esplosioni, i colpi di fucile e lo scoppio dei missili, il tutto amplificava il loro terrore.
Ma Tahir non aveva paura e barricato in casa si sentiva come un’animale in gabbia, così, con l’innocente incoscienza di cui sono dotati solo i bambini, spostò la pesante porta in assi di legno scricchiolanti quanto bastava per creare un varco attraverso il quale un bambino mingherlino come lui sarebbe potuto passare facilmente.
Si fermò un attimo sulla soglia per voltarsi e controllare che nessuno lo stesse osservando e, in quel minimo lasso di tempo, sentì due parole della conversazione dei familiari. Non era la prima volta che sentiva quelle parole, però continuava a non capire a chi o a cosa si riferissero. Non ci fece molto caso, così uscì dalla casupola chiudendo con perizia la porta e si incamminò per le strade sterrate della cittadina.
Si stupì di trovare quelle vie, solitamente molto affollate e piene di bancarelle degli artigiani, deserte; tutte le botteghe chiuse e le porte sprangate. Camminò a lungo cercando qualche segno di vita, ma apparentemente non c’era nessuno, solo qualche lucertola e degli scarafaggi in cerca di riparo dai raggi cocenti del sole.
Quando raggiunse la piazza principale restò annichilito di fronte all’orrore che videro i suoi occhi scuri: corpi martoriati ovunque.
Le sue labbra si aprirono in una perfetta “o” di stupore e ribrezzo e le sue palpebre sbattevano freneticamente, come se avesse la vista annebbiata o un’allucinazione, ma purtroppo non era solo un incubo.
Ce n’erano sulle scale del palazzo municipale, nella fontana comune, le cui acque erano diventate di un minaccioso rosso cupo e appesi ai balconi delle case dei ricchi.
C’erano teste mozzate, corpi di uomini e donne mutilati, bambini linciati, persone dilaniate dai proiettili e dai razzi. Ovunque posasse lo sguardo c’erano cadaveri e sangue, sangue e cadaveri.
Tahir lasciò cadere la palla, si voltò e iniziò a correre per sfuggire a quell’orrore, ma non fu abbastanza veloce da poter evitare i colpi di un cecchino nascosto dietro gli scuri di una casa borghese.
La scarica di proiettili gli trafisse il corpo come grosse spine, crollò a terra con un tonfo sordo e rimase lì boccheggiante, senza forza per poter chiamare aiuto, se mai ci fosse stato qualcuno disposto ad aiutarlo.
Nel poco tempo che gli rimase rivide le scene più significative della sua breve vita: i giorni passati a giocare con il suo amico Yasser, il matrimonio di sua sorella Jasmine, la nascita del piccolo Amjad e infine, come la scritta “The End” compare alla fine di un film, le due parole che non aveva compreso quel giorno gli risuonarono nella mente:
“Piombo Fuso”
 

 
*Tahir in arabo significa puro, innocente, modesto.
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Questa OS partecipa al Contest di Midori_chan “La tavola periodica delle FanFiction” appena avrò la valutazione la pubblicherò qua sotto. Per ora incrocio le dita sperando di essere andata bene e di non aver sbagliato tutto.
Se avete apprezzato, recensite.
Se non avete apprezzato, recensite.
Accetto anche critiche, ma che non siano insensate.
 
   
 
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