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Autore: Freiheit_19    02/01/2013    6 recensioni
Lei è Natalie, una ragazza di 16 anni che si ritrova ad affrontare le ingiustizie che il mondo le pone ma, in una abituale sera d'estate, le arriva un messaggio inaspettato che le marchierà in modo indelebile per sempre la vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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<< P- pronto? >> una voce sussurrava quel susseguirsi di lettere al telefono che  era intrappolato in una stretta, seppur tremante, molto salda, dando vita alla spoglia stanza.
<< Natalie! >>
<< Mamma, sei tu…come stai? >> rispose con un sospiro di sollievo portandosi la mano al petto.
<< Io sto bene, ma tu? Senti, Luca vorrebbe vederti, mi ha detto di chiederti se potessi venire a trovarlo qui in ospedale e… >>
<< NO! >> interruppe d’improvviso Natalie con il terrore che devastava tutto il suo essere e che si rendeva visibile per mezzo della sua espressione.
<< Ma Natalie, non puoi fare così, cosa penserà Luca? >> ribadì la madre dall’altra parte cercando invano di farle cambiare idea.
Già, cosa avrebbe pensato Luca di lei? Cosa voleva che Luca pensasse del suo comportamento? Gli voleva bene, certo che gliene voleva, tuttavia tutto ciò che riusciva a fare era rifiutare puntualmente ogni suo tentativo di rivederla. Perchè si comportava in quel modo così insensato sebbene ci tenesse a lui? Ecco, probabilmente se fosse al corrente della ragione che la spingeva  a ribadire insistentemente quel solito ‘no’ , con molta certezza l’avrebbe evitata. Purtroppo era difficile, troppo difficile trovare risposta.
<< Digli che hai parlato con Adam e che io non ero in casa >> disse quasi tra sé e riattaccò rimettendo il telefono al suo posto senza aspettare nessuna risposta, sospettava infatti che la mamma non avesse del tutto sentito quell’ultima sua frase.
<< Dannazione, proprio ora doveva chiamare? >> Disse Natalie rivolgendosi al nulla che incombeva il salotto, subito dopo si lasciò cadere sul divano prendendosi la testa fra le mani massaggiandola per cacciare via quel terribile male che aveva, socchiuse gli occhi e cominciò a pensare che era davvero da moltissimo tempo che lei evitava di rispondere al telefono di casa e lasciava il compito di farlo sempre agli altri due fratelli. Era un suo ‘ingegnoso’ modo per ‘scampare al pericolo ‘, ma quel dovere era toccato inevitabilmente a lei poichè quel giorno era rimasta, non che sia una novità, da sola.
***
<< E poi…indovina qual è il suo gruppo musicale preferito?!?! >> chiese Natalie con esagerato entusiasmo alla sua amica che non vedeva più dalla chiusura della scuola; abitava a due passi da lei eppure per incontrarsi ci voleva il miracolo, il miracolo che quella sera era accaduto poiché Natalie accettò senza esitazioni per la prima volta l’ennesimo invito di Giorgia per uscire. Be’ necessitava un applauso Natalie, no? << Mmh…vediamo.. i ‘Beatles’? No, aspetta.. i ‘Ramones’? >> rispose Giorgia storcendo il naso e con gli occhi puntati su quelli di Natalie, manco dovesse fare l’esame di Stato! Be’ capì che non aveva indovinato l’identità del misterioso gruppo a quanto rivelava l’espressione di Natalie.
<< NO!! Sai, chi sono? Ti arrendi, no, non pensare affatto, te lo dico io: i ‘Killeeeeers’ , capisci? >> Concluse lei soddisfatta guardando l’amica con aria orgogliosa  gonfiandosi i polmoni quanto più possibile. Sì, era proprio orgogliosa del suo Nathan.
<< No, non ci sto capendo niente, potresti pure farmi parlare, tu che dici?? E..poi…non m’ero arresa! Comunque sia, Dio! Ma questo ragazzo cos’è? Dimmi che sei stata tu a progettarlo: è dannatamente perfetto, e da quello che mi stai dicendo è impossibile scorgervi alcun difetto… Ascolta i ‘Killers’, il mio gruppo preferito… Natalie! Sì, sì, tu hai proprio un gran bel c… uhm…fortuna, sì, proprio una gran fortuna! >> esclamo infine scandendo ogni singola parola come a lasciarmi il tempo per riflettere su di ognuna di esse.
<< Non lo metti all’asta? Sai, sarei un ottimo offerente... >> concluse Giorgia scoppiando in una fragorosa risata.
<< Ehi, tu calma. E il tuo moroso, che fine ha fatto? Lo scarti così? >> la riprese severamente.
<< Eh, già, lui.. >> concluse infine facendo seguire un profondo respiro pieno di rancore.
Capii allora a cosa si riferiva la sua amica: lei era fidanzata con un ragazzo della loro stessa scuola, solo che frequentava un’altra sezione, in un primo momento si era dimostrato un ragazzo interessante con un tantino di materia grigia in quella scatola che tutti chiamano cranio ma…le apparenze ingannano; fu proprio quell’aspetto a far inciampare Giorgia nel tranello. Dunque, sotto mentite spoglie riuscì a ‘conquistare’ il suo cuore, ma dopo alcuni mesi l’incantesimo si spezzò poiché la vera natura del suo ragazzo era ormai nota a tutti, e Giorgia ne era infinitamente pentita. Voleva lasciarlo ma era frenata perché, a malgrado suo, era terribilmente stupido e questa suo essere infantile teneva ancora viva quella ‘magia’.
Natalie la guardò provando dispiacere per lei. Voleva dirle qualcosa di confortevole o semplicemente cingerla con un forte abbraccio ma si limitò a darle una pacca alla spalla. Si chiese se Giorgia avrebbe compreso il suo dispiacere se avesse provato a studiare i suoi occhi, se avrebbe compreso cosa quegli occhi contenevano in essi. Sarebbe stato terribile! Quante cose celavano i suoi occhi! Quante cose da nascondere! Avrebbe voluto strapparsi il cuore dal petto e mostrare alla sua amica ciò che era custodito in esso. Voleva, ma non ne aveva il coraggio. Avrebbe scoperto una persona estranea, totalmente diversa. Natalie si sentiva come Dorian Grey: catturato dall’eterna bellezza, mentre le sue colpe venivano indossate dalla sua anima, dal ritratto. Natalie era sempre pronta ad indossare un sorriso, un sorriso malvagio, oscurando ciò che solo Dio era in grado di vedere.
Avrebbe prolungato tutti quei pensieri piuttosto contorti ancora per un po’, ma fu la musica assordante a distoglierla e farla inaspettatamente cadere subendo un forte impatto su quel pianeta dove da milioni di anni era abitato da essere viventi, e da 16 anni dalla sua amica Giorgia che in quel momento la stava tirando dalla maglietta nera, indicandole di andare in un altro posto. Quella sera c’era una festa, un concerto per l’appunto. Be’ un concerto per definirlo così, poiché di palchi ne aveva visto di meglio, le luci facevano soltanto la comparsa e l’elemento fondamentale, il cantante: Eugenio Bennato. Sì, quello del Sud che fa canzoni per quelli del Sud, sembra ovvio, no? Natalie non aveva nulla contro di lui, ma la musica che lei ascoltava era tutt’altro e passare da un giorno all’altro ad ascoltare quella roba lì non poteva proprio accettarlo. Doveva però accontentarsi, non poteva mica aspettarsi che i ‘Led Zeppelin’ facessero visita al suo minuscolo paesino del Sud?  ‘E poi noi proprio qui ci siamo piazzate, vicino le casse, che idiote’ pensò Natalie.
Fu Giorgia a guidare Natalie tenendola per un braccio e si diresse verso una strada che di sicuro le avrebbe portate lontane da lì, infatti imboccarono un viale alberato, c’erano alberi altissimi illuminati dal basso da alcune luci bianche che davano loro un tocco d’eleganza e maestosità. Continuarono a passeggiare fino a quando trovarono una panchina di legno, molto spaziosa dove ci si accomodarono, Natalie stese tutte le gambe in modo da stare comoda. Giorgia allora scosse la testa e le disse: << Sempre la stessa tu, eh!! >>
<< Oh, se lo spazio c’è, devo usufruirne, tu che dici? >>
<< Mi sembra ovvio! >> E scoppiarono entrambe in una gran risata.
Natalie continuò a parlare di Nathan: << Sai cos’altro m’ha detto? No? Allora, ama la scienza, infatti non legge nessun libro se non attinente a quella materia, ma nello stesso tempo ama anche il romanticismo, è un’ incoerenza, no? Fa niente, guarda gli anime, proprio COME ME! Ma dico, uno così non te lo sposi? Colore preferito: il blu. Come definisci tutto questo? >>
<< Ehm, sì direi… >>cercò Giorgia di formulare una risposta che Natalie stessa aveva richiesto, ma venne lo stesso interrotta. ‘Questa è proprio andata, si è davvero innamorata!’ pensò Giorgia e un sorriso malizioso le si disegnò nel viso. Natalie non ci fece caso e continuò: << Suona anche il pianoforte! E dice che la musica lo ha accompagnato dalla prima volta in cui ha aperto bocca per trarre il primo respiro...>>.
Tutto scomparve, Natalie era immersa nel viaggio che aveva intrapreso nella sua immaginazione, era persa. E tutto a causa di quel Nathan. Quel ragazzo che ha avuto il potere di entrare nel suo cuore e scoprirne il segreto, e lei glielo aveva permesso forse inconsapevolmente.
<< Ti piace, Natalie? >> chiede istintivamente Giorgia bloccando quel lungo discorso che sembrava interminabile e che rendeva la protagonista fastidiosamente logorroica.
<< Eh, n- no! Ma che stai dicendo? Sì, mi piace molto parlare con lui perché mi fa sempre ridere, ma… >>
<< Sì, a te piace, e molto direi! Non hai fatto altro che parlare di lui, e poi sei tutta raggiante ed euforica quando parli di lui. >>
<< No, non mi piace, sì, forse, N O N  L O  S O ! I-io non posso.. non può piacermi.. >>.
Il panico devastò tutto il suo essere facendo tremare ogni fibra, e si impossessò della sua arida lingua che sembrava non riuscire ad articolare più parola.
<< Perché mai non può piacerti? Perché neghi la verità? >>
<< Perché la verità è che non mi piace, BASTA! E comunque, anche se dovesse piacermi non risolverei nulla, abita a 300 Km da qui, cosa vuoi che succeda tra noi? >> rispose Natalie con gli occhi persi nel cielo cosparso di stelle che sprigionavano un bagliore tanto forte come a vantarsi di quel pregio che solo esse possedevano, scaturendo l’invidia dei comuni mortali.
<< Può darsi >> mise fine al discorso Giorgia seppur titubante.
La serata proseguì serenamente e le due chiacchierarono per molto tempo con la compagnia delle noccioline e delle bevande. Arrivò l’ora in cui dovettero congedarsi; Giorgia le propose di uscire un altro giorno ricevendo un ‘forse’ pronunciato a fatica dalla bocca di Natalie; Giorgia s’accontentò essendo però sicura che quell’ incertezza si sarebbe mutata in un ‘NO’ secco.
La stradina che portava a casa era deserta, illuminata da qualche palo, e mentre la percorreva cominciò a pensare a tutto ciò che durante la serata aveva comunicato alla sua Giorgia. ‘È proprio vero che lui m’ha detto molte cose di sé, anch’ io inoltre gli ho detto di me, già, gli ho detto talmente tante cose da tralasciare l’essenziale’. E soprattutto non gli aveva parlato di lui. Arrivò a destinazione, infilò la mano nella tasca, ma non trovò le chiavi.
<< Fottuta porta! >> gridò alla porta e scagliandosi contro di essa. I fratelli avrebbero tardato: Bennato gli avrebbe trattenuti per un bel po’!
‘Perché non chiamarlo?’ prese il cellulare e sbirciò nella rubrica per trovare il numero di Nathan. Lo chiamò.
Squillò, squillò, squillò ancora…Ma nessuna risposta. Riprovò dopo 5 minuti. Dopo 15. Dopo ancora 10 minuti. Nulla.
Cosa diamine era successo? Perché non rispondeva? 


 

When I am an old man
And live by the sea
Will all your thoughts fly to me?

When I am far away from the places we’ve known
Will all your love bring me home?

When I am an old man
And live by the sea
Will all your thoughts fly to me?

When I am far away from the places we’ve known
Will all your love bring me home?
(Fly to me- Keane)


 

Angolo tutto mio:
Saaaalve popolo!! Lo so, mi rimprovero da me, sono in terribile ritardo.
Chiedo perdono. :')
Cooomunque tutto bene voi? 
Spero vi sia piaciuto ciò che avete letto, non vedo l'ora di ricevere alcuni pareri ^w^
VIA ALLE VOTAZIONI RECENSIONI!! C:
Ciauuu!! ^o^

  
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