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Autore: Paradorn    20/07/2007    4 recensioni
Ispirato al manga "Vagabond" di Inoue-sensei. Sono i pensieri di un samurai alla fine di un duello, comprendendo di trovarsi di fronte alla morte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CADERE



Sarà vera la storia che quando muori tutta la tua vita ti passa davanti agli occhi?
Be’, se è vera, allora io non sto per morire. Perché tutto ciò che i miei occhi vedono adesso, con una spada nello stomaco, è quella brutta faccia che mi sta di fronte.
Ho sempre pensato che sarei morto trafitto da una spada. L’ho sempre pensato e l’ho sempre sperato. Questa è la morte degna di un vero samurai. E io mi sento samurai fino al midollo, anche ora che siamo infilzati, io e il midollo, come due spiedini.
Eppure, adesso, con una spada nello stomaco, mi viene da pensare che forse non esiste una morte degna.
Perché la mia non lo è.
Sento la ferita bruciare e tutto il mio corpo tremare. Non so quanto tempo sia passato da quando quella brutta faccia mi ha infilzato, ma sono sicuro che è troppo.
E’ troppo tempo.
Voglio che questa spada esca. Voglio che esca dal mio corpo e molli la presa sulle mie agonizzanti viscere.
Non ho più forze ma non cado. Sono fermo, qui, con una spada nello stomaco, senza più forze. Eppure non cado.
Sono la brutta faccia e la sua spada nel mio stomaco a tenermi in piedi?
Eppure non avverto nessuna forza neanche da loro. Perché anche la brutta faccia ha una spada nello stomaco.
La mia spada nel suo stomaco.
Nessuno dei due molla la propria katana, infilzata nello stomaco dell’altro.
Ecco come stiamo in piedi, entrambi. Ci sorreggiamo a vicenda.
Ma io voglio cadere! Voglio che quella spada esca dal mio stomaco e mi lasci finalmente cadere.
Sono troppo stanco… voglio solo cadere, come è giusto.
Perché, si è mai visto un uomo che muore e resta in piedi?
I cavalli dormono in piedi. Gli uomini dormono in piedi, a volte…
Ma morire in piedi?
No, diamine, non si è mai visto!
Adesso mollerò la mia spada. Non so quale effetto avrà, ma lo farò. Potrei cadere io, potrebbe cadere la brutta faccia, o anche entrambi. Non lo so… ma quello che so è che non voglio restare così.
Voglio cadere e riposare, finalmente.
Vuoi cadere anche tu, eh brutta faccia? Lo so che vuoi cadere anche tu.
Sei vivo e mi guardi come io ora guardo te e pensi alla mia spada nel tuo stomaco e soffri perché brucia e vorresti cadere. Non è forse la verità?
Be’, ti avverto che se non molli la spada tu, la mollerò io.
Anzi, stai tranquillo, brutta faccia, perché io la mollerò in ogni caso.
Stare così, con le spade nello stomaco non può farci altro che male.
Quindi è ora che la smettiamo.
Scommetto che vorresti sapere il mio nome. Lo so perché se fossi in te io lo vorrei sapere.
Io sono tranquillo perché il tuo nome già lo so.
Tu sei brutta faccia.
“Ya… Yagyu Hyogonosuke”
Come? Che hai detto, brutta faccia? Quello è il tuo nome?
Yagyu Hyogonosuke…
Ok Hyogonosuke. Lo ricorderò il tuo nome.
Sempre che i morti abbiano dei ricordi
Ma tu il mio non lo sai e lo vorrai sapere, immagino.
Be’, se ce l’hai fatta anche tu, vuol dire che ce la posso fare anch’io.
Il mio nome è…
“Mu…”

Scusami… non è vero. Io non sono Musashi Miyamoto. Non più.
Non con una spada nello stomaco e con la morte a pochi passi da me.
Musashi Miyamoto è come ormai mi chiamano tutti.
Ma il mio vero nome l’ho abbandonato tanti anni fa e non l’ho mai più pronunciato, né pensato, da altrettanto tempo.
Però tu meriti che io rompa questo silenzio. Tu meriti di sentire il mio vero nome.
Allora te lo dirò. Ma solo una volta, perciò stai attento. Dimentica la spada nello stomaco e apri bene le orecchie.
“Shi… Shinmen Takezo”
Ecco fatto, brutta faccia. E’ finita.
Ho mollato la spada finalmente e contemporaneamente a te a quanto pare.
Ehi, dovresti vederti Hyogonosuke! Sei praticamente la mia immagine riflessa!
Un sorriso compare sulla tua brutta faccia e assumi un’espressione serena.
E guarda un po’, mi ritrovo a sorridere anch’io. Non so perché lo fai tu, ma so perché lo faccio io.
Sorrido perché sento di cadere.



I personaggi ovviamente non sono miei, ma appartengono a Takehiko Inoue.
Anzi, teoricamente sarebbero personaggi storici, ma in ogni caso io mi sono ispirato a “Vagabond” del su citato mangaka.
  
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