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Autore: fulmineo    02/01/2013    0 recensioni
[Il Giudice e Il Commissario/ Femmes de Loi]
Dopo sei anni passati a lavorare fianco a fianco, il Procuratore Elisabeth Brochène ed il Tenente della Omicidi Marie Balaguère si fidanzano e progettano le nozze. Ma l'agognato giorno non arriverà mai.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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MarieElisabeth
Era una bellissima giornata in una villa della Borgogna ed una delle sue tre occupanti si era appena svegliata dopo una notte indimenticabile trascorsa tra le braccia della sua amata, tra baci, coccole, altre effusioni e soprattutto vero amore. Sentimento rimasto represso troppo a lungo per loro due, da sempre sfortunate con gli uomini.
I classici cuori soli, perfetti insieme,ma terribilmente lontani l'uno dal mondo dell'altro... Eppure così vicini.
"Buongiorno, amore...! Se inizi a strusciarti così sopra di me alle... Ehm... Sette di mattina, non rispondo più di me!"
"Addirittura...? Ti faccio questo effetto?"
"Caspita, Elisabeth, tu mi fai parecchio effetto! Io non ti faccio più uscire dal letto!"
"Buona, Marie...! Per quanto mi piacerebbe stare qui a baciarti e non solo, abbiamo il lavoro!"
"Già... Ma stasera non mi scappi!"
"Te lo prometto!" Rispose il castano Procuratore, concedendosi alla bionda compagna, facendosi coinvolgere in un bacio molto languido e passionale... Ma abile fu Elisabeth a sfuggire alle esperte mani del suo Tenente prima che potesse cedere alla tentazione di darsi malata e stare a letto a baciare la sua amata.
"Chiama l'ufficio e datti malata... Non andare al lavoro!"
"Dio, per quanto mi piacerebbe devo andare... Ho un importante processo da istruire per domani, lo sai..."
"Quello di Evròn, giusto?"
"Si... Domani lo sbatterò in prigione!"
Marie, sorridendo, rubò un altro bacio alla sua Elisabeth, finchè la quattordicenne Alìce, figlia di Elisabeth, non fece il suo ingresso nella camera da letto e s'imbarazzò non poco nel vedere la dolce effusione ed attirò l'attenzione delle due donne con un colpo di tosse.
"Scusate...! Mamma, dov'è il mio zainetto rosa?"
"Nel tuo armadio, tesoro, dove ci sono le magliette... E' appeso lì!"
"Ok! Scusate l'interruzione, continuate pure!"
E, quando la ragazzetta uscì dalla stanza della madre, Marie ricatturò l'amata fra le braccia per baciarla ancora con dolcezza e passione. Questa mattina, più delle altre, Marie non sembrava avere voglia di mandare la sua compagna in Procura ed Elisabeth la guardò con una finta severità negli occhi.
"Perchè non vuoi farmi andare al lavoro?"
"Non ci crederai, ma... Ho una bruttissima sensazione...!"
"In che senso...? Tipo un brutto presentimento?"
"Si! E' bruttissimo da descrivere... Caspita, mi sento come se fosse il mio ultimo giorno..."
"Ehi...! Non dire mai più una cosa simile! Solo quando sarai anziana potrai dire queste cose!"
"Comunque sono un poliziotto e potrebbe accadere mentre sono in servizio..."
Il Procuratore stette per replicare, ma un rumore sordo, come quello di più vetri che andavano in frantumi la fece sobbalzare ed Alìce urlò di paura, entrando in camera da letto col cellulare in mano, dato che stava mandando un messaggio a suo padre Simòn Bartholdì, ex marito di Elisabeth.
"M-Mamma, ho paura!"
"Non preoccuparti, andrà tutto bene... Almeno spero!"
"E' la jeep di Evròn...! Credo che non voglia andare in prigione, amore!"
"Maledetto! Domani gli farò ottenere la pena capitale!"
"Se avrà un domani...! Sempre che non lo uccida prima io!" Disse Marie, vestendosi e prendendo la sua pistola.
"A-Aspetta! Cos'hai intenzione di fare?! Ti prego, non fare pazzie!"
"Voglio proteggere la mia famiglia! E poi... Qualsiasi cosa accada, QUALSIASI, ricordati che vi amerò sempre!" Ribadì il Tenente, baciando sulla fronte Alìce e sulle labbra Elisabeth, prima di abbracciarle entrambe e di scendere le scale, mentre Elisabeth stessa chiamò la polizia.
"Dove sei, Brochène?? Fatti vedere, p*****a maledetta!"
"Fermo lì, Evròn! Metti la pistola a terra ed alza le mani, svelto!"
"Il Tenente Balaguère...! Che sorpresa vederla in reggiseno e jeans, ma la trovo molto sexy, sa?"
"Non me ne frega niente! Alza le mani o sparo!"
"Allora spara...! Meglio che farsi mandare in prigione da quella s*****a! Se non spari tu lo farò io!"
E, come annunciato, l'uomo puntò l'arma verso Marie e premette il grilletto ed il Tenente fece lo stesso, sparando entrambi contemporaneamente. Le due castane, al piano superiore in lacrime e spaventatissime, cercarono il coraggio di scendere proprio nell'attimo in cui sentirono le voci di Niko e Tomà, i colleghi di Marie, solo allora scesero.
"N-Niko...? Tomà...?"
"Oh, Elisabeth! Alìce! Per fortuna state bene!" Fece il giovane moro.
"Dov'è Marie...? Ditemi dov'è!"
"Non devi andare, Elisabeth... Non DEVI andare!" Sibilò Niko tra i denti, le lacrime che andavano a formarsi nei suoi occhi scuri.
Ed il Procuratore vide i paramedici portare via Marie su una barella, completamente sporca di sangue e corse verso di lei, soffermandosi innanzi alla pozza di sangue sul pavimento della cucina e sul cadavere di Patrick Evròn, colui che aveva osato colpire il suo amore.
"Elisabeth!! Alìce!!"
"S-Simòn!"
"Che è successo?? Ho visto Marie in un lago di sangue, ci sono tutte le macchie lungo il vialetto... Dio, chi è questo?"
"Evròn... Domani avevo il suo processo ed ora ho qui il suo cadavere...! B******o maledetto!"
Ma Niko e Tomà riportarono la castana alla realtà e s'offrirono di accompagnarla all'ospedale da Marie, lasciando così la casa ai rilievi della Scientifica ed in auto Elisabeth raccontò ai due poliziotti, alla figlia ed al suo ex i discorsi di Marie di mezz'ora prima, quando diceva della brutta sensazione e del fatto che, essendo un poliziotto, avrebbe potuto morire in servizio.
Marie Balaguère, oltre che essere un'eccellente poliziotta aveva anche il sesto senso di pari livello.
Arrivati al Pronto Soccorso, il quinquetto scese dall'auto e varcò le porte bianche, dirigendosi verso la reception dall'infermiera di turno.
"Mi scusi, dov'è Marie Balaguère? Dev'essere appena arrivata con l'ambulanza..." Disse Simòn.
"Parenti...? Beh, basta che seguiate le tracce di sangue!" Rispose la giovane, indicando le macchie sul pavimento.
E così fecero, arrivando innanzi alla sala operatoria dalla quale, una decina di minuti dopo, uscì un dottore col camice imbrattato di sangue e lo sguardo triste che tolse la cuffietta verde ed avanzò verso i nostri.
"I parenti di Marie...?"
"Si, sono la sua compagna! Come sta?"
"Mi dispiace tanto... Noi abbiamo fatto tutto il possibile ma non c'è stato nulla da fare..."
"N-No... No, no!!! Q-Questo vuol dire c-c-che il piccolo o... O piccola nel mio ventre non conoscerà mai sua madre...?" Disse la castana fra le lacrime, ottenendo gli sguardi di tutti su di sè.
"Mi dispiace moltissimo... Avrei voluto fare di più, ma il proiettile ha danneggiato gravemente l'aorta e sarebbe morta comunque... Vuole vederla...?"
Elisabeth annuì ed il chirurgo la condusse nella sala operatoria quattro e lì il Procuratore la vide. Bella come sempre, anche se il pallore della morte iniziava a farsi vedere sulla pelle, orgogliosa nei suoi tratti del viso e quelle labbra che iniziavano a diventare blu per il freddo, le stesse che aveva baciato poco più di un'ora fa, per l'ultima volta.
"Sai, amore, s-se... Se avessi avuto... Più tempo ti avrei detto c-che aspetto u-un bambino... E... E dopo il tempo passato a-a girarci intorno, s-sono bastati solo cinque minuti a-a d-dirti addio... Ti amerò sempre!"
Elisabeth la baciò sulla fronte e, dopo tre giorni, nella Cathèdrale de la Sainte Trinitè di Parigi si tennero i solenni funerali di stato, in cui tutto il Paese rese omaggio ad una grande poliziotta, un'esemplare ed impavido Tenente, una grande amante. Marie Balaguère, colei che mise la sua famiglia al di sopra della sua vita.
  
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