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Autore: Imgoingback_    02/01/2013    4 recensioni
«A ogni trave che collassa, ad ogni vetro che si frantuma, Kitty muore un po’, come se quella pioggia di schegge trasparenti potesse veramente ucciderla senza nemmeno sfiorarla.
Poi il dolore la pervade, e tutto si fa buio.»

Spoiler per quei pochi che non hanno ancora letto "la Porta di Tolomeo"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Schegge


Il palazzo di vetro crolla proprio davanti ai suoi occhi.
Piccole schegge si spargono in ogni direzione, in un movimento omogeneo che non dura più che qualche attimo; mentre Kitty cade all'indietro a causa della terribile onda d'urto, registra ogni minuscolo pezzo trasparente compiere una traiettoria parabolica, per poi ricadere al suolo.
A ogni trave che collassa, ad ogni vetro che si frantuma, Kitty muore un po’, come se quella pioggia di schegge trasparenti potesse veramente ucciderla senza nemmeno sfiorarla.
Poi il dolore la pervade, e tutto si fa buio.



La lapide era bianchissima, ordinata e pulita, proprio come sarebbe piaciuta a Nathaniel.
La superficie della tomba rifletté il volto di una donna che poteva sembrare sulla quarantina, (piuttosto malaticcia, oltretutto, con le guance scavate, i capelli neri che tendevano sempre di più al grigio e piccole rughe che le solcavano la fronte). Kitty sospirò: doveva ancora compiere ventuno anni e già la schiena le procurava dei dolori insopportabili.
Per qualche minuto non disse niente, facendosi cullare dal suono del vento fra le foglie verdi, poi parlò.
Chiunque, a un’immagine così straziante, si sarebbe aspettato che la voce della donna fosse rotta dal pianto, che le lacrime le solcassero il viso e parole amorevoli uscissero a ruota libera dalle sue labbra sottili...
«Razza di mago stupido e borioso, sei solo un pallone gonfiato! Ti odio, Nathaniel.»
Ecco, appunto.



Chiude gli occhi, li riapre, li richiude. Kitty non riesce a respirare.
Per lunghi, lunghissimi secondi guarda le fiamme lambire i contorni degli alberi, bruciare l’erba, annientare tutto ciò che si frappone tra loro due. Poi, proprio quando il fuoco arriva a solleticarle il viso, e lei è circondata da un calore quasi familiare, lo stupido pezzo di metallo che ha al collo assolve il suo compito.
Ora che davanti a lei ci sono solo macerie, ed è lì fuori, sola, si rende conto, in un terribile attimo di lucidità, che Nathaniel non tornerà più.
E subito il buio, accogliente e sicuro come mai prima di adesso, la tira nuovamente a sé.



Per chi la poteva vedere, la sua aura era qualcosa di stupefacente: sottili fiotti di luce le incorniciavano i capelli, seguivano il movimento delle sue mani, variavano d’intensità e bellezza secondo le emozioni che provava.
Si sedette sull’erba verde, ancora coperta dalla brina mattutina; ora che Londra cominciava appena a svegliarsi, il cielo grigio sopra la città sembrava donarle un certo alone magico.
La foto sulla lapide, che ritraeva un ragazzo salutare la folla, la guardava con un sorriso piuttosto ebete.
«Smettila di sorridere!», urlò, «voi maghi non fate mai quello che vi si dice! Mai. Anche tu sei come tutti gli altri… Cosa ti è passato per la testa?»
Non ottenne risposta.


 
Due braccia la riscuotono bruscamente, «È ancora viva! È qui!».
Le urla che seguono sono solo un ricordo ovattato, quasi fastidioso, che Kitty ha tentato di rimuovere dai suoi ricordi in ogni modo, senza successo.
Che senso ha, adesso, essere trascinata via di lì? Nathaniel non è tornato, non ha mantenuto la sua promessa…
Kitty si dimena, scalcia, ferisce sé stessa e gli altri, strilla fino a che la gola arsa non le provoca un dolore insopportabile.
Che senso ha, adesso, rialzarsi? Ora che tutto è morto?

Intorno a lei c’è solo desolazione, e vuoto, e dolore.
Dentro lei, più niente.



Gli occhi furono per la prima volta velati di lacrime.
Parevano essere, in fondo, l’unica parte di lei a non essere cambiata: sempre fieri, luminosi, combattivi, proprio com’erano l’anno prima.
Se la si guardava attentamente si poteva quasi vederli, riflessi in quegli occhi neri, i demoni che la tormentavano ogni notte, gli incubi che sembravano non finire mai, e in fondo, molto in fondo, il rimpianto che la seguiva ovunque.
Sembrava quasi sorpresa di ritrovarsi a piangere davanti alla tomba di un mago. Come darle torto, d’altra parte?
Indugiai ancora qualche attimo, poi un ragazzino dalla pelle scura si scostò un poco, facendosi colpire dalla luce del sole, che faceva appena capolino fra le nubi grigie.
«Ciao, Kitty»
Lei ebbe un sussulto. I suoi occhi si posarono su di me e la sua aura diventò ancora più incredibile, rischiarando tutt’intorno.
Sospirò stancamente, e, per un momento, vidi la vecchia Kitty sorridermi.
«Ciao anche a te, Bartimeus».



Note:

Innanzitutto grazie a chi ha letto fino a qui (c'è qualcuno che l'ha fatto?)

Ci sarebbero da spiegare un paio di cose:
Intanto, non è chiaro perché Bartimeus sia di nuovo nel nostro mondo; chiamatela "licenza poetica" c:
In secondo luogo, tutto questo avviene circa un anno dopo la scomparsa di Nathaniel, quindi Kitty dovrebbe avere circa ventuno anni(?)


Penso che questa  fan-fiction sia una specie di 'tributo' a una delle saghe più belle che io abbia mai letto
e che amo tantissimo!
Isomma, ho pianto talmente tanto leggendo il finale de "La porta di Tolomeo" che mi sembrava giusto dedicare
il mio primo scritto a Bartimeus, Kitty e Nathaniel.
Anyway, spero che vi sia piaciuta.
 

  
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