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Autore: heycalif0rnia    02/01/2013    9 recensioni
Io credo che ci sono angeli in mezzo a noi. Mandati quaggiù per noi da qualche parte lassù. Vengono da noi nelle nostre ore più buie. Per mostrarci come vivere, per insegnarci come dare.
[Dedicata alla tragedia di Sandy Hook, riposate in pace]
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I believe there are angels among us.


14 Novembre 2012

“Tesoro, è pronto il caffè” gridò mia moglie dalla cucina
“Arrivo cara”risposi io dall’altra parte della casa.
“Forza Liam, è ora di andare a scuola”
“Si mamma, mi hai già preparato il pranzo?”
“Si Liam, è sul tavolo. Sali in macchina che papà arriva tra poco… Eccoti finalmente Justin, dov’eri finito? Il caffè si sarà già raffreddato”
“Scusa tesoro, ma oggi non ho proprio tempo. Sono in ritardo, devo andare subito a lavoro” dissi infilandomi il cappotto
“Ho capito, porto io Liam a scuola. Forse dovrò fare supplenza ad una classe, quindi mi faccio trovare già lì. Ti amo” mi rispose
“Grazie Lilly, mi salvi la vita. Ti amo anche io”e mi diressi verso l’ufficio.
Avevo un’importante riunione di lavoro e puntualmente ero in ritardo. Arrivato in ufficio, la mia segretaria Denise mi urlava dietro“Forza Justin, sono già in sala che ti stanno aspettando”, mettendomi ancora più ansia. Quando finì la riunione mi sentivo finalmente libero, era stata una delle più noiose al mondo ma forse era per quello che era importante. Decisi di chiedere a Denise di portarmi del cibo cinese perché ormai era mezzogiorno. Andai in sala relax e cominciai a mangiare guardando la televisione. Ad un certo punto entrò Denise con le lacrime agli occhi, cambiando canale. Partì il telegiornale, che fermò la mia vita per un minuto.

“Tragedia: oggi, 14 Novembre 2012, è avvenuta una sparatoria nella piccola scuola elementare di Sandy Hook. Ci sono state molte vittime tra cui dodici bimbe, otto bimbi, tutti di sei o sette anni. E poi sei adulti, tra cui alcuni che facevano parte del personale della scuola. In tutto quindi ventisette vittime, compreso il serial-killer che dopo aver causato tutto questo si è suicidato. Continuate a seguirci per maggiori informazioni”

Mi era caduto il mondo addosso, quella scuola era quella in cui andava mio figlio e dove lavorava mia moglie. Presi il cellulare e con le mani che tremavano composi il numero di mia moglie: nessuna risposta. Cominciai a piangere istericamente e chiesi alla mia segretaria Denise di portarmi al luogo dell’incidente. Dovevo assolutamente sapere cosa era successo. Arrivati lì c’erano macchine, ambulanze, personale della polizia e mamme che piangevano praticamente ovunque. Chiesi informazioni ad un medico, sempre accompagnato da Denise.
“Dove sono mia miglie e mio figlio?! Ditemelo!”urlavo contro il medico, che mi chiese nome e cognome. Mi disse successivamente, dopo aver guardato una cartellina, che erano entrambi morti.
Mi inginocchiai a terra e cominciai a battere i pugni sull’asfalto scaldato dal sole.
“Perché? Perché mio figlio e mia moglie non ci sono più? Dovevo portare io Liam a scuola, dovevo morire io e non loro”ripetevo ad alta voce a me stesso, piangendo insieme a Denise. I genitori non dovrebbero mai seppellire i loro figli.

17 Novembre 2012

C’erano stati i funerali e io ero distrutto. Come potevo ancora vivere la mia vita? Come potevo tornare a lavorare? Come potevo mangiare senza pensare alle urla di mia moglie e di mio figlio che chiedevano aiuto? Non avevo più una ragione per sorridere, per alzarmi con il sorriso la mattina. Decisi di farla finita una buona volta, era per il mio bene.

**

Dopo essermi preparata presi la mia borsa, le chiavi della mia auto e la cartellina con i documenti per Justin. Messa in moto la macchina si accese anche la radio, che continuava a parlare della tragedia nella scuola di Sandy Hook. Mi dispiaceva tantissimo per Justin, sapevo che non sarebbe stato più lo stesso per lui. Arrivata davanti a casa sua suonai il campanello. Una volta, due, tre, quattro… ma nessuna risposta. Decisi di prendere la chiave di riserva che Justin mi aveva dato in caso di bisogno. Aprii la porta ed entrata in casa sentii un odore insopportabile: gas. Corsi subito in cucina e notai che i fornelli erano accesi. Li chiusi subito e aprii la finestra della cucina. Continuavo a chiamare Justin, ma non mi rispondeva. Quando andai in salotto mi trovai lui, a terra. Provai a scuoterlo, a darli degli schiaffi ma niente: lui non si risvegliava. Sapevo cos’era successo e una lacrima mi rigò il viso. Notai poco dopo un biglietto vicino al corpo immobile di Justin. Cominciai a leggerlo:

“Cara Denise,
ogni persona deve avere il coraggio di restare forte.
Io non ce l’ho fatta, ma tu puoi fare ancora qualcosa per te e per gli altri.
Se ti senti sola, è solo un’impressione.
Io credo che ci sono angeli in mezzo a noi. Mandati quaggiù per noi da qualche parte lassù. Vengono da noi nelle nostre ore più buie. Per mostrarci come vivere, per insegnarci come dare.
Questo discorso tienitelo in mente e dillo alle persone che come me non hanno più una persona cara al loro fianco. Fallo per me, ti prego.
Sempre tuo, Justin”

Finito di leggere il biglietto cominciai a piangere accasciata sulle gambe di Justin. Quel discorso ora valeva anche per me, era parte di me. Anche io avevo appena perso una persona cara, un amico…. Ma ero felice per una cosa: anche se Justin non c’era più ora poteva finalmente riabbracciare la sua famiglia lassù.


 
 
 

SPAZIO AUTRICE:
questa os significa molto per me, anche se non è scritta bene. 
è dedicata a tutte le vittime della sparatoria che è avvenuta nella scuola a Sandy Hook, il 14 Novembre. 
persone innocenti che hanno perso la vita, persone che avevano la loro vita davanti. 
mi sta a cuore, tanto. 
mi sono ispirata alla canzone di Demi Lovato, intitolata “Angels Among Us”.
se volete lasciatemi una recensione, ve ne sarei grata. 
grazie, Chiara.

   
 
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