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Autore: reilin    02/01/2013    4 recensioni
«Quando si vive così a lungo, Jack, si intreccia la propria esistenza con quella di tante persone, ognuna unica nel suo genere, e anche se non si dovrebbe, si finisce con l'affezionarsi a loro, ad amarli e considerarli come una parte di se stessi... poi però il loro se ne vanno, sempre, e si portano via una parte del mio animo [...]».
* Scritta per la sesta sfida della Staffetta in Piscina della LJ community Piscina di Prompt.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen Cooper, Ianto Jones, Jack Harkness, Rhys Williams
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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shooting stars
Shooting Stars

Una notte, non riuscendo a prendere sonno, Jack si era alzato dal letto ed era andato nella libreria del TARDIS in cerca di qualcosa da leggere: mentre cercava fra gli infiniti scaffali qualcosa che potesse scaldare la sua nottata - chissà se il Dottore aveva anche una sezione di romanzi erotici, si era chiesto - ben presto si era accorto di non essere solo in quella stanza. Seduto su una poltrona, il suo amico Signore del Tempo se ne stava con un bicchiere di brandy in mano e lo sguardo fisso sulle fiamme che ardevano nel caminetto di fronte a lui.  L'uomo gli si era avvicinato e, poggiando una mano sulla spalla dell'altro, aveva richiamato la sua attenzione: «Tutto ok, Dottore?», gli aveva chiesto, preoccupato.

Il gallifreyano lo aveva guardato con occhi lucidi poi, versandogli un bicchiere di liquore, lo aveva invitato a sedersi vicino a lui. «È tutto a posto Jack, tutto come al solito...», gli aveva infine risposto, senza riuscire davvero a convincere l'altro.
Era infine calato il silenzio fra di loro: l'unico rumore udibile era il crepitio della legna che bruciava nel camino. Il Dottore aveva preso il suo viso fra le mani: «Ci sono notti  come questa, nelle quali le stelle sono troppo splendenti ed i minuti sembrano durare anni... È proprio in notti come queste che i loro volti tornano nella mia mente... », aveva quasi sussurrato con voce commossa .
«Di chi sono quei volti, Dottore?», gli aveva chiesto Jack, sinceramente preoccupato.
«Delle persone che hanno viaggiato con me, dei miei compagni, sento le loro voci, ripenso alle avventure che abbiamo vissuto insieme e la mia solitudine sembra ancora più grande, sembra quasi dilaniarmi il petto», aveva replicato l'altro.
Era da poco tempo che il Dottore aveva dovuto rinunciare alla compagnia di Donna, cancellando dalla sua mente ogni ricordo di lui e del tempo passato insieme, ed il peso del senso di colpa doveva essere tale da far vacillare anche un essere come lui, aveva riflettuto Jack, prima di provare a confortarlo con qualche parola, ben conscio che qualunque cosa avrebbe detto o fatto non avrebbe potuto comunque alleviare il dolore che il Signore del Tempo provava dentro di sè.
«Quando si vive così a lungo, Jack, si intreccia la propria esistenza con quella di tante persone, ognuna unica nel suo genere, e anche se non si dovrebbe, si finisce con l'affezionarsi a loro, ad amarli e considerarli come una parte di se stessi... poi però il loro se ne vanno, sempre, e si portano via una parte del mio animo... È da novecento anni che devo fronteggiare una perdita dopo l'altra e a volte mi capita di maledire la mia stessa natura di Signore del Tempo!», questo gli aveva detto il Dottore le lacrime agli occhi.
Quelle parole erano tornate alla mente di Jack e solo in quel momento lui aveva finalmente compreso quanto dolorosamente vere esse fossero: aveva perso Ianto, il suo amato Ianto, e  per il bene dell'intero pianeta aveva dovuto sacrificare Steven, il suo unico nipote, guadagnandosi il disprezzo eterno di sua figlia Alice. Gwen aveva cercato di convincerlo che lui non aveva colpa, che non avrebbe potuto fare diversamente, sia lei che Rhys gli avevano chiesto di rimanere, ma a lui adesso quel pianeta stava davvero stretto: troppi ricordi dolorosi lo legavano ad esso, troppi sensi di colpa... era decisamente arrivato il momento di cambiare aria, almeno per un po', vedere nuovi posti, scoprire nuove realtà e fare nuovi incontri. Aveva abbracciato gli ultimi due amici che gli erano rimasti ed aveva digitato le coordinate sul suo manipolatore del vortice temporale: se avesse incontrato di nuovo il Dottore gli avrebbe chiesto se, nonostante tutto, non ne valesse la pena di affezionarsi a quegli individui che attraversavano le loro lunghe, lunghissime esistenze con la velocità di una stella cadente, e proprio come queste ultime permettevano loro di continuare a gioire e sperare nel futuro.


Scritta per la sesta sfida della Staffetta in Piscina della LJ community Piscina di Prompt con il prompt: Torchwood, Jack Harkness, Sacrifici.
   
 
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