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Autore: axSalem    03/01/2013    2 recensioni
Pace, tranquillità è luce. Questo è tutto ciò che bramano coloro che posseggono un cuore.
Caos, morte e oscurità. Questo è tutto ciò che temono coloro che posseggono un cuore.
Quale delle due è più concreta? Di certo non quella che si gradisce, che si cerca, che si desidera.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun gioco
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{Quando la feccia si unisce alla "perfezione".

 


Pace, tranquillità e luce. Questo è tutto ciò che brama chi possiede un cuore, lo brama tanto da creare illusioni di serenità per i propri occhi, per alleviarli dal peso del caos, sollevarli dall'oppressione delle tenebre, liberarli dalla stretta della distruzione. Come se tutto ciò potesse essere realmente possibile! E’ una speranza invana, perché se crei l’illusione, che sia  luce o ombra, tu vedi solo quello che desiderano farti vedere, che sia luce o ombra, e tutto si distrugge, va incontro alla peggior fine: la degradazione, e la realtà viene decomposta come un verme decompone un corpo morto, donandolo alla terra. Ciò che è falso sopravvive, ciò che è vero, ciò che è feccia, viene lasciato da parte, perché ciò che è feccia è ciò che è vero, e viene isolato, viene coperto e mascherato, facendo sì che si degradi, che si distrugga con le proprie mani, come un burattino solo senza le sorti che il burattinaio sceglie per lui. E goodbye, au revoir, sayonara, e a mai più arrivederci. Semplice, no?
No.
Coloro che posseggono un cuore bramano i sogni, ignorando l’esistenza degli incubi, è questo è male, perché se giunge l’incubo, allora l’uomo diventa feccia, e la feccia va messa a lato, ad autodistruggersi, a correre in discesa verso l’inferno, lontano dall'illusione, vicino alla dannazione. E quando la dannazione giunge i ricordi saranno l’unica cosa che sembrerà avere un minimo valore. E’ come il drago che spasima l’oro: tu sarai il drago, i ricordi saranno l’oro.
E nulla salva dalla distruzione, nulla se non la morte, e la mente non desidera la morte, la teme, le sta lontana, anche se è impossibile allontanarsi da essa se il caos è soprano nella feccia. Urla, combatti e sopravvivi, ma non servirà a nulla, perché l’alato Dio fasciato di nero verrà in ogni caso, e ti trascinerà con sé ovunque egli desideri, e lì, addio.
Pace, tranquillità e luce. Questo è tutto ciò che bramano coloro che posseggono un cuore.
Caos, morte e oscurità. Questo è tutto ciò che temono coloro che posseggono un cuore.
Quale delle due è più concreta? Di certo non quella che si gradisce, che si cerca, che si desidera. La feccia alla feccia, la perfezione alla perfezione. Eppure non esiste perfezione, esiste solo illusione, e tu, come ogni altro, ci sei dentro, fino al collo, a meno che tu non sia feccia… ma parliamo chiaramente fra noi: desideri essere un relitto, o far parte di un’illusione?
Coloro che non hanno un cuore non desiderano essere un relitto, feccia, piuttosto bramano l’illusione, piuttosto la cercano con tutta la loro anima, usando unghie, armi e denti, creando distruzione per ciò che è finto e perfetto. Ma finto e perfetto non combaciano fra loro, eppure chi possiede un cuore fa di quelli due aggettivi uniti e unici, come se realmente possano assomigliarsi.
Voi avete un cuore, siete Qualcuno, ma essere Qualcuno comporta raggiungere l’illusione, la finta perfezione, e crogiolarsi in essa, indossando quella maschera esteriormente priva di crepe, ma che in realtà ne è piena. Solo chi detiene il controllo lo sa, creando egli stesso la finzione. Un Qualcuno furbo, in pratica. Anche se è raro trovarne di furbi, il cuore rende emotivi, deboli, e figuriamoci, la carne è già abbastanza debole di suo.
Ma tutto questo potrebbe anche essere sbagliato, forse mi sto sbagliando, un’errata concezione ci ciò che vedo, magari esiste davvero la perfezione, e io me ne ritrovo fuori, magari si può realmente saggiare con i polpastrelli delle dita. No. E’ impossibile, perché la perfezione è l’illusione della verità, quindi è falso, può sembrare perfetto all'occhio debole quanto la carne, quanto lo spirito. Mi dissero che un’anima perfetta può risiedere solo in un corpo forte e in una mente forte, ma una mente corrotta dalla falsità, dall'illusione… non è forte, è cedevole, è cedevole quanto il corpo abituato alla pace, a quella falsa, per intenderci. Allora come può essere forte l’anima di un Qualcuno? Semplicemente non lo è, è cedevole, e tutto sfugge.
E’ malsano pensare di essere la perfezione, ma è anche malsano pensare di essere feccia, perché non siamo noi che decidiamo cosa essere. C’è Qualcuno che possiede abbastanza potere per permettersi di giudicare? No. No perché coloro che hanno un cuore sono troppo deboli, sono troppo abituati alla finzione per capire cosa distingue il vero dal falso.  Allora chi è che giudica come se fosse Dio in terra, a discapito della feccia? Se mai lo incontrassi gli fare assaggiare il terrore, gli farei patire l’inferno. Lo farei solo perché ha osato catalogare ognuno a sua scelta, come se detenesse in sé un potere divino. Gli farei tremare le gambe, i polsi, le vene. Gli farei sentire il calore delle fiamme in gola, gli farei provare il bruciore sulla pelle, annusare l’odore pungente della carne martoriata dal fuoco, finché egli stesso non ne potrà più, facendogli vomitare anche l’anima a causa di quelle sofferenze. Gli farei pentire di avermi catalogato come feccia, di avermi abbandonato al mio destino, io, burattino senza comandi, che volto verso l’autodistruzione, io che sono Nessuno ai suoi occhi, io che per lui non provo emozioni e non ho un cuore. Gli farei saggiare la disperazione di ogni Nessuno e gliela inciderei nel suo di cuore, lo porterei alla morte con le mie stesse mani, perché io sono il fuoco e sono relitto, e come fuoco e relitto farei le veci di chi, come me, ha percorso a piedi nudi le strade dell’inferno perdendocisi e venendo salvati dalla follia, che ci ha avvolto nel suo caldo e variopinto mantello.
Eppure ora non ho fra le mani il Qualcuno che detiene il potere, che giudica, ho te, che sembri un animale in gabbia, dietro sbarre di ferro caldo che segnano la sua fine… ed è quello che ti sta succedendo, mentre la mia mano stringe la tua sottile gola alzandoti da terra, mente la lama affilata del mio pugnale, calda di fiamme, ti crea sfregi, solchi, lungo il tuo delicato e ingenuo viso. Si vede dai tuoi occhi che sei Qualcuno, occhi di bambino, blu quanto il cielo in una sera d’estate, avevo dimenticato l’esistenza di quel colore, ed è difficile ricordarlo ora che impazza il conflitto fra feccia e perfezione.
Ti eri mai accorto di noi, ragazzino?
Avevi mai sentito il dolore del fuoco intriso nella lama attraversare la tua pelle?
Scommetto di no, scommetto che non avevi neanche mai visto tanto sangue in vita tua, perché qui a terra si sente la puzza del bile, probabilmente il tuo, mentre cercavi di ripararti con le lacrime che sgorgavano dai tuoi occhi, mentre cercavi di ripararti dalla guerra.
Sono felice di averti svegliato dall'illusione, quasi vorrei salvarti, ma sono folle, e non ci penso due volte. Affondo la lama con forza al petto, dove c’è il tuo cuore, e i tuoi zaffiri che gelavano di terrore fino a qualche momento fa si spengono, come la tua voce flebile e tremante, mi fanno dimenticare una volta per tutte le mille sfumature di un cielo senza nubi. Raccolgo il tuo portafogli, lo apro, ci sono pochi munny, ragazzino. Sputo sangue a terra ed estraggo i tuoi documenti, Sora. Grazie per il brivido di adrenalina che il tuo sangue ha creato schizzando sul mio volto sporco. Ci rincontreremo all'inferno.

{End.

 



Angolo dell'autrice:
Sera a tutti i lettori.
Sì, lo so, per lo più non si capisce niente di niente di quello che ho scritto, chi ha provato a leggerlo prima che io l'abbia pubblicato ha detto una cosa come: "Devo essere stupido, perché non capisco"...
I vari chiarimenti: POV Axel (ho messo OOC più per lui che per Sora, ho avuto paura di sbordare con il personaggio), il suddetto si "lamenta" della città dove vive, perché ogni pecca, e ogni difetto viene isolato dalla cittadina stessa, lasciandolo ad autodistruggersi. Axel (qualsiasi cosa abbia fatto, manco io lo so, e mi scuso *ride*), è fra i relitti, fra coloro che hanno sbagliato, ed è stato messo da parte dalla "città perfetta", senza furti, assassini e quant'altro, condannato alla sorte dei peccatori. Naturalmente la cittadina non è perfetta, anche se può sembrare che regni la pace e 'ste cazzate qui, e per spiegarne la dinamica ho fatto l'esempio del sogno, ovvero che: ogni volta che giunge l'incubo allora si diventa feccia... è giusto per far capire che come si sbaglia ti mettono da parte, tra coloro che la gente "perfetta" (i Qualcuno), considerano senza cuore (i Nessuno). E alla fine i Nessuno si ribellano, scoppia la guerra e bla bla bla.
Fine.
Spero solo che così io abbia chiarito almeno qualche dubbio, e poi dai, parlando fra noi, Axel è andato giù di testa (sì, è pazzo quanto colei che sta scrivendo), e stare dietro ai suoi discorsi (i miei, in pratica) è abbastanza complicato, anche perché la modalità "zombie in catalessi" quando scrivi non ti aiuta per niente, e non aiuta neanche i lettori a capire, direi, e la storia si è scritta da sola... che sia ispirazione o meno avevo seri dubbi nel pubblicarla.
Va bene, ora basta, lascio stare voi poveri lettori e me ne vado, sarei molto felice di sentire i vostri pareri a riguardo di questo delirio e niente... Bye bye.
  
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