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Autore: Melchan    21/07/2007    5 recensioni
Una certezza c’è. E’ rarefatta e aleggia sopra le teste e in mezzo alle sensazioni, ma non se ne vuole andare.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L

Parentele (?)

Genitori

Lui ne ha avuto uno solo, di genitore.

Tranquillo, sorridente, forte.

E sempre, sempre, sempre d’una dolcezza così semplice, nel suo essere, che il ricordo di anche solo uno sguardo gli pizzica ancora il cuore, a chi non se ne è andato.

Perché quel genitore invece andato lo è già. I motivi sono tanti, a parole, ma alla fine la reale pulsante e sentita ragione è una sola: suo figlio.

E anche lì, il padre se n’è andato con il sorriso sulle labbra; e con una raccomandazione.

“Sii forte, Genjo Sanzo Hoshi”

Ma anche per qualcuno come Genjo Sanzo Hoshi non è sempre facile essere forte, soprattutto quando le cose sembrano essersi messe d’accordo per complicare tutto; persino decidere che fai bene a sparare.

E facile lo è ancora di meno, nei momenti in cui si trova a pensare un po’ troppo a suo padre e ha l’impressione di sentirsi non troppo bene. E non troppo forte.

Figli

Lui non lo è mai stato, un figlio.

I suoi ricordi partono dalla più completa solitudine e per tanto, tanto tempo continuano avvolti da essa.

Non ha mai avuto qualcuno da chiamare “papà”, e nemmeno “mamma”.

E’ anche per questo che ama i bambini, hanno un ché di tenero e dolciastro in quel loro affidarsi ciecamente e senza niente da dare in cambio a uno o due adulti, spesso palesemente e senza motivo apparente affezionati a loro in maniera quasi disperata. Così, semplicemente perché loro sono figli.

Qualcun altro i bambini potrebbe odiarli per lo stesso identico motivo, ma a lui riesce difficile odiare, quindi essendo difficili già tante altre cose preferisce facilitarsi tutto e sorridere a quegli scriccioli così come gli viene. Senza sapere che, quel sorriso, è proprio la ragione per cui la sua simpatia è sempre ricambiata, da chi ancora non è abbastanza marcio da avere secondi fini.

Questione di tempo

replicherebbe qualcuno che conosce se lo rendesse partecipe di questi pensieri, magari in un giorno senza sole, tanto per peggiorare l’umore e la voglia di credere che.

Famiglia

Uno ha avuto un genitore solo, e adesso pure quello sa farsi sentire solo come pizzicore dove fa più male, là tra la gola e lo sterno.

Uno non è mai stato figlio di nessuno, e si può godere ciò che non ha mai potuto dire solo ascoltandolo da bocche piene di denti da latte e di qualcosa che puzza di malinconia, ma meglio non pensarci.

Uno non ha ritrovato i genitori, uno non ha trovato da chi essere chiamato “figlio”.

Però hanno finito per raccogliere qualcos’altro, arrancando per questa Terra mezza distrutta.

Cosa sia non lo sanno perfettamente neanche loro.

Di certo non sono padre e figlio, non più. Anche se questo ancora non lo possono sapere (*) .

Di certo non sono semplici amici, perché negli amici non vedi la luce, e degli amici non senti la voce rimbombarti dentro. Gli amici fumano insieme a te quando ce n’è bisogno, gli amici ti dicono “stenditi” quando sei mezzo morto. Gli amici riescono a farti camminare invece di trascinare come un verme, e sono un pochino indispensabili, anche se non lo ammetterete mai.

Voi due orfani, comunque, non avete nemmeno a che fare con l’amore (**), per quanto chi guarda da fuori possa impensierirsi nel vedere occhi spaventati al solo perdere di vista teste bionde e rabbie furiose di chi si sente impotente crescere, appena non si sa che fine ha fatto un certo sorrisone assurdo ambulante.

Appunto.

Una gran bella confusione.

Ma quando poi si ritrovano, più sfatti di prima e con il corpo che ha rigettato una dose in più di angoscia… nel prendersi a manate e insulti per finta, tra orfani e amici, mentre la macchina riparte, una certezza c’è.

E’ rarefatta e aleggia sopra le teste e in mezzo alle sensazioni, ma non se ne vuole andare.

La certezza che, se non è questo, allora cosa sia una famiglia non lo si sa.

E non si è interessati a saperlo, perché va bene così.

Fin

Legenda:

(*) Questa è una frase capibile solo da chi conosce almeno un minimo il rapporto tra Konzen Douji (la precedente incarnazione di Sanzo) e il Son Goku di allora.

Nel caso non lo conosciate, informatevi: ne vale assolutamentela pena! (Sapete, è solo una delle opere d’arte della Minekura… - anche se è difficile trovare qualcosa uscito negli ultimi anni dalle mani di questa donna che per me non lo sia XD).

(**) Ora, non voglio innervosire nessuna fan del 3x9 con questa affermazione. Davvero! XD Solo, questo è il modo in cui IO interpreto il rapporto tra Sanzo e Goku, ovvero senza dubbio non d’amore, per così dire, romantico.

Poi ci sono anche (poche) fanfictions con tale pairing che sono riuscita ad apprezzare, ma in questo senso vedo storie amatoriali e manga come due entità completamente diverse.

In realtà il discorso sarebbe molto, molto più complicato, ma penso che non sarò mai capace di spiegare a parole ciò che vedo nel rapporto tra questi due personaggi, che ormai praticamente coabitano con la mia vita reale XD

Purtroppo è un mio limite come ficwriter; spero davvero di leggere, un giorno, la storia di qualcuno che riesce ad esprimersi anche per me su questo punto ^^ (nel caso ve la segnalerò gridando al genio, statene certi XD) .

Note di Melchan:

Scritta per i prompt 24 (Famiglia) - 27 (Genitori) - 28 (Figli) della BDT .

Spero abbiate gradito, è davvero una piccolezza ^^

Come sempre, aspetto (e spero in) commenti e critiche, di qualunque tipo esse siano.

Melchan

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